5 dicembre 2025

ONU: 80 anni dopo, riforma o declino?

New York, Stati Uniti – In occasione dell'80° anniversario dell’ONU, il 24 ottobre 2025, diplomatici, 
esperti e ONG si sono riuniti per la Giornata Internazionale delle Nazioni Unite, per chiedere un rinnovamento dei principi fondanti della Carta delle Nazioni Unite: sovranità nazionale, dignità umana e centralità della famiglia. 

L’evento, sponsorizzato dalle missioni del Burundi e di Gibuti, si è svolto presso la sede delle Nazioni Unite a New York, ed è stato organizzato da C-Fam e Campaign Life Coalition, con il sostegno di Universal Peace Federation; Asociación La Familia Importa; Family Watch International; Global Center for Human Rights; e United Families International.

La sessione si è aperta con l’intervento dell’ambasciatore Zéphyrin Maniratanga del Burundi, il quale ha espresso preoccupazione riguardo alla "polarizzazione ideologica" attuale, evidenziando come questa possa compromettere la fiducia, la cooperazione e la pace. Ha esortato gli Stati membri a riaffermare il loro impegno verso i principi fondamentali della Carta, in particolare il rispetto della dignità umana, della sovranità nazionale e della famiglia come entità sociale fondamentale.

L'ambasciatore ha affermato che "la dignità umana non è concessa dalle istituzioni, ma è una qualità intrinseca a ogni essere umano. Essa precede lo Stato, le leggi e anche il sistema internazionale" e deve "rimanere la bussola etica di ogni azione multilaterale".

Il vice rappresentante permanente Youssouf Aden Moussa di Gibuti ha espresso la sua fiducia nell'impegno delle Nazioni Unite per la pace, la sicurezza e la prosperità, pur manifestando preoccupazione per il mancato rispetto, da parte dell'organizzazione, di alcuni principi fondamentali. Tra questi, ha citato la sicurezza collettiva, la sovranità nazionale, il diritto allo sviluppo, il principio di non ingerenza negli affari interni, il diritto alla vita e il ruolo centrale della famiglia.

Queste carenze sono evidenti nelle politiche sociali controverse e prive di consenso e nelle risoluzioni delle Nazioni Unite. L'ambasciatore Moussa ha avvertito che, senza un impegno risoluto nei confronti di questi principi, "la credibilità e la reputazione delle Nazioni Unite saranno messe a rischio".

Già ambasciatore canadese in Cina, David Mulroney ha manifestato preoccupazione per il declino della sovranità nazionale a seguito dei processi di politicizzazione. Ha osservato che i programmi di aiuto internazionale del Canada hanno deviato la loro attenzione dalle urgenti necessità sanitarie di madri, neonati e bambini vulnerabili per concentrarsi prevalentemente sulla salute sessuale e riproduttiva.

Mulroney ha esortato i diplomatici a "mettere da parte i megafoni e ricominciare ad ascoltare" i bisogni fondamentali delle persone, seguendo i principi che permettono all'ONU di soddisfarli.

Secondo Stefano Gennarini, esperto legale di C-Fam, i fondatori della Carta hanno posto la sovranità come principio centrale, in quanto ritengono che la cura del proprio Paese, della propria famiglia e dei propri valori costituisca una manifestazione fondamentale della natura e della dignità umana.

Proseguendo, ha osservato che i principi di sovranità nazionale e autodeterminazione favoriscono la prosperità e il progresso umano e che «la vera minaccia alla cooperazione multilaterale non proviene dai leader politici patriottici», ma dalle burocrazie internazionali «che utilizzano il sistema delle Nazioni Unite per esercitare un controllo e un governo globali».

Ha successivamente spiegato che i globalisti considerano il concetto di sovranità nazionale un paradigma obsoleto e promuovono l'imperialismo culturale fondato sui propri valori. La storia ha dimostrato che i sistemi che negano la natura umana e calpestano la dignità delle persone sono destinati al fallimento e causano crisi etiche a livello globale. Concludendo Gennarini si è detto convinto che l'ONU debba tornare alla sua missione originaria di favorire il dialogo multilaterale basato sul rispetto reciproco, realizzabile solo attraverso il riconoscimento della dignità umana universale.

Nel ripercorrere la storia delle Nazioni Unite, Susan Yoshihara, fondatrice dell'American Council on Women, Peace, and Security, ha evidenziato l'impegno dell'Organizzazione a porre i diritti umani al centro del proprio Statuto. Tuttavia ha osservato che, sebbene le donne fossero già coinvolte nelle attività iniziali e le questioni femminili fossero state riconosciute, è stato soltanto a partire dal 1985 che una maggiore apertura istituzionale ha garantito un'audience più ampia alle voci esterne, in particolare a quelle delle studiose femministe.

Con l'aumentare dell'influenza di questa istituzione - ha osservato - si è verificata una diminuzione dell'attenzione per le esigenze e i valori femminili nelle nazioni minori. Secondo la relatrice la crescente dipendenza delle Nazioni Unite dagli "esperti globali" e la "specializzazione" delle politiche hanno determinato un'agenda meno attenta alle necessità pratiche e ai diritti fondamentali, enfatizzando invece politiche "omogenee e generate da esperti" come l'ideologia di genere.

Membro del Consiglio di Amministrazione di C-Fam e direttore dell'American Council on Women, Peace and Security, Douglas Sylva ha ricordato che al momento della fondazione delle Nazioni Unite, il mondo era caratterizzato da un conflitto ideologico tra la democrazia liberale capitalista e il comunismo. 

Molti dei concetti ambiziosi previsti dalla Carta - ha affermato - erano nobili ma carenti di una definizione precisa, con termini che assumevano significati diversi nei sistemi democratici e in quelli marxisti. Sylva ha fatto notare che il ruolo "consultivo" dell'Assemblea Generale si è dimostrato inadeguato, ostacolando la capacità dell'intero organo degli Stati membri di adottare decisioni consensuali. 

Ha poi affermato che le Nazioni Unite hanno "sprecato la propria legittimità intervenendo negli affari interni per imporre valori culturali progressisti come se fossero universali", evidenziando che "agli Stati membri viene regolarmente comunicato che devono legalizzare l'aborto per rimanere conformi a convenzioni in cui tale termine non è mai presente".

Secondo Sylva questo controverso programma, "genera un clima di sfiducia e distoglie la comunità mondiale dal perseguire obiettivi cruciali sui quali non vi è alcun dibattito". In conclusione, ha suggerito una rielaborazione dell'approccio originario enunciato nella Dichiarazione delle Nazioni Unite, suggerendo una combinazione di "alto idealismo" e "pragmatismo".

L'evento si è concluso con l'intervento di Lynn Walsh, direttrice dell'Ufficio per la Famiglia di UPF, che ha invocato la protezione e il sostegno della famiglia come entità unitaria, naturale e fondamentale della società, essenziale per il raggiungimento degli obiettivi delle Nazioni Unite. La dignità umana, il rispetto reciproco e la capacità di negoziare le differenze - ha affermato - sono insegnati principalmente e con maggiore efficacia all'interno della famiglia, dove relazioni coese instillano rispetto per il valore intrinseco e la dignità delle altre persone.

 

Nessun commento:

Posta un commento