17 novembre 2021

QUALE CONTRIBUTO IL PERCORSO DELLA FEDE E DELLA SPIRITUALITÀ PUÒ DARE PER FAVORIRE LA SALUTE FISICA E MENTALE?

Stiamo attraversando un periodo davvero speciale ed unico, caratterizzato da una pandemia di dimensione globale come mai prima, ma non solo. Sembrano infatti aumentare tante situazioni di sciagure di vario genere, alluvioni, terremoti, guerre e conflitti. Senza considerare tanti aspetti di malcontento sociale che spesso sfociano in forti tensioni, paure e grande incertezza nelle scelte e percorsi di vita e che spesso minano proprio la fiducia stessa nella vita e nel futuro. Senza addentrarci in una trattazione psicologica sui condizionamenti che queste situazioni determinano nella psiche in generale, abbiamo voluto aprire, con questo interrogativo, una serie di considerazioni che abbiamo raccolto da alcuni rappresentanti di diverse fedi che sono parte del progetto di UPF denominato IAPD Italia (Associazione Interreligiosa per la Pace e lo Sviluppo) e che ringraziamo sin d'ora per il loro contributo. Alcune considerazioni che ci auguriamo possano essere di aiuto e di riflessione sul sostegno che fede e spiritualità possono offrire in tutte le vicende della nostra esperienza come esseri umani.

di Don Valentino Cottini 1

La parabola del Buon Samaritano (Lc 10,29-37) è l’icona che Papa Francesco ha voluto come leit motiv della sua enciclica Fratelli tutti. Al centro della spiritualità cristiana, dunque, non sta una discussione filosofica o antropologica, come per esempio la comune appartenenza di tutti gli esseri umani alla medesima specie; non sta nemmeno una disputa teologica o giuridica, come avrebbe desiderato il dottore della Legge che aveva interrogato Gesù; non si tratta neanche di una generica esortazione morale a interessarsi agli altri. Al centro sta invece la cura concreta di una persona ferita nel corpo e lasciata sola. Sofferenza fisica e spirituale, abbandono e solitudine. Il ferito, anonimo e sconosciuto, è curato da uno straniero eretico, che fattivamente si fa “prossimo” dello sconosciuto e non solo non esige nulla in cambio ma addirittura ne paga di tasca propria la “convalescenza”. L’icona del Samaritano mostra in trasparenza il volto di Dio, che si fa “prossimo” alla fragilità umana e la condivide nel Figlio Gesù fino alla morte.

7 novembre 2021

Dionisio Cumbà - Ministro della Salute in Guinea Bissau

Cosa unisce la italianissima Padova alla Guinea Bissau? Il Ministro della Salute Dionisio Cumbà.

di Flora Grassivaro

La sua è una storia di difficoltà superate con determinazione e coraggio, impegno, amicizia e soprattutto mette in luce la sua grande umanità e competenza. Nato nel piccolo villaggio di Jugudul decide di voler continuare gli studi nella capitale, a Bissau. Per sostenere le spese di trasporto vende una gallina ma arrivato in città scopre che la prova di ammissione è solo l’indomani e, non potendo coprire le spese di pernottamento, con i pochi soldi che aveva racimolato, decide di dormire sui gradini del Liceo dove poi si sarebbe iscritto. La vita a Bissau non è semplice, lontana dagli affetti familiari, ma il giovane ha la fortuna di incontrare Padre Ermanno Battisti, missionario che ha dedicato la sua vita al continente africano, che lo accoglie nella sua casa-famiglia offrendogli sostegno e formazione nella creazione di manufatti artistici. Il missionario intuisce le capacità e il sogno del giovane e lo ammette tra gli studenti che possono beneficiare di una borsa di studio. A maggio del 1991 Dionisio arriva in Italia, a Verona dove frequenta la scuola per infermieri; nel ’94 parte per Lisbona dove trascorrerà un anno alla fine del quale tornerà in Italia per riprendere gli studi universitari. La vita, la lingua, l’integrazione non sono sempre passaggi facilissimi ma il giovane africano riesce ad avere una cerchia di solide e fraterne amicizie che gli permetteranno di sostenere gli studi e di conseguire la laurea in medicina e la specializzazione in Chirurgia Pediatrica nel 2010.

Domanda: Ministro, quando è partito dal suo paese aveva un sogno: diventare medico. Dopo il suo intenso percorso di studi le è arrivata una proposta da Londra che nessun medico avrebbe rifiutato, Cosa l’ha spinta a ritornare in Guinea Bissau?

Risposta: Possiamo parlare di casualità anche se forse c’è sempre un disegno dietro ciò che accade. Avevo ricevuto l’invito a trasferirmi a Londra per lavorare in coppia con un altro chirurgo italiano e avevo già preso visione della città. Era una buonissima occasione e non potevo farmela sfuggire. Decisi allora di tornare a visitare la mia famiglia, in Africa, per salutarla e metterla a conoscenza dei miei progetti futuri. Giunto al termine delle poche settimane che mi ero concesso, mi sottoposero un caso clinico. Una bimba di soli 15 giorni con un addome gonfissimo! Nonostante fosse già stata visitata da molti, nessuno, purtroppo, era riuscito a diagnosticare una

Pandemia e Green Pass: alcune riflessioni

Come in tutte le situazioni di grande incertezza, le necessità di chiarezza e comprensione si impongono anche in questa pandemia.

di Gioele Liscidini,

Viviamo costruendo abitudini e rituali che rendono la realtà uno spazio consueto, necessario al soddisfacimento dei nostri bisogni e delle nostre aspirazioni. Quando tale spazio viene meno, l’esigenza di ristabilirlo si fa impellente, l’emotività e l’irrazionalità sono fortemente stimolate e spesso la capacità di razionalizzare viene sopraffatta.

Epidemie e pandemie ci sono sempre state, le ultime, “Spagnola” e “Asiatica”, appartengono al secolo scorso. Ai tempi della Spagnola ci vollero due anni perché l’epidemia divenisse pandemia globale. Oggi, il SARS-CoV-2 ha raggiunto i quattro angoli del globo in qualche mese.

Come il mondo sia divenuto un “villaggio globale” è chiarito anche da queste tempistiche: ci descrivono un pianeta iper-interrelato e connesso, dove le decisioni devono inevitabilmente essere coordinate e gli sforzi condivisi, poiché nessuno può pensare di arroccarsi in qualche sperduto eremo e “salvarsi da solo”. Gli stessi elementi di iper-connessione, tuttavia, che hanno agevolato il subitaneo diffondersi della patologia, sono stati elementi di forza per la scoperta e produzione di vaccini in tempi record. Realizzare una fiala del più usato vaccino anti Covid19 a mRNA, richiede decine di input da svariati impianti industriali, da diversi Paesi del mondo. Si comprende chiaramente come la forte specializzazione abbia disperso i poli di conoscenza e le filiere produttive attraverso i continenti, oltrepassando confini fisici e politici. Credo sia importante, sulla base di queste considerazioni, prendere consapevolezza della necessità del multilateralismo nella politica internazionale e del fatto che, chiunque voglia emanciparsi dal dialogo e dalla mediazione fra Stati, si ponga non solo in netto contrasto agli interessi globali, ma in contrasto con l’epoca in cui viviamo, dove, se è sempre valso, ora più che mai, l’unione fa la forza.

6 novembre 2021

I TALEBANI: IDENTITÀ E VICENDE DI UN MOVIMENTO ISLAMICO FONDAMENTALISTA

Tornati recentemente al potere in Afghanistan i Talebani, protagonisti di esperienze di lotta e di governo, continuano a suscitare interrogativi e timori.

di Emilio Asti

Dopo la rapida presa del potere dei Talebani a Kabul, ai quali non è stata opposta resistenza, uno scenario considerato improbabile solo pochi mesi fa, parecchie sono le domande che molti ora si pongono. Nessuno può negare che per l’Afghanistan ed anche per l’intera regione, che da tempo rappresentano un’area esplosiva, si sia aperta una nuova fase, piena di incognite.

Le reazioni in Occidente sono state allarmistiche e sono molti i governi timorosi nei confronti del nuovo governo afghano che non paiono credere alle promesse dei Talebani, convinti che non sia possibile alcun dialogo con loro. Non si può negare che la loro visione sia incompatibile con la democrazia; tuttavia, non ci si può limitare a qualificarli soltanto come un gruppo di fondamentalisti, chiudendo ogni prospettiva di confronto con loro, ma occorre considerare ulteriori aspetti. Da un certo punto di vista la loro fede profonda, sovente accompagnata da duri sacrifici e continui rischi, può essere anche apprezzata, ma parecchie loro scelte, compiute in nome di princìpi religiosi interpretati in modo unilaterale, risultano incompatibili con il rispetto dei diritti umani fondamentali.

SALVIAMO IL MYANMAR

Otto mesi dopo il colpo di stato dei militari che ha rovesciato il governo di Aung San Suu Kyi, la resistenza di un intero popolo è tuttora attiva.

di Albertina Soliani

Dopo le elezioni del 2020, stravinte dalla leader dell'NLD, il Myanmar è precipitato nel caos. Il NUG, il Governo di Unità Nazionale, nato dai parlamentari eletti e esautorati, dalla società civile e dai gruppi etnici, ha invitato il popolo, il 7 settembre scorso, all'insurrezione difensiva. I gruppi di difesa del popolo, People's Defence Force (PDF), continuano, sia pure con gradualità e cautela, ad attaccare i militari e a liberare parte del territorio. Si sono uniti ai gruppi etnici armati. Parecchi giovani lasciano le città per addestrarsi nella giungla; essi sanno che ogni loro azione è a difesa del popolo, a tutela delle vite dei civili inermi. Il Tatmadaw, composto di 400.000 militari, tiene prigioniero un popolo di 54 milioni di persone. Tra i militari cominciano a manifestarsi defezioni nonostante il controllo e i ricatti, anche sulle loro famiglie. La ferocia dei militari, alimentata anche dalla droga, ricorda la disumanità delle epoche più buie della storia.

La crisi birmana, tra conflitti interni e attori esterni

Il golpe dell’esercito che ha rovesciato il governo in Myanmar e riportato il Paese nel buio della dittatura militare non è solo l’ennesima turbolenza politica interna di uno Stato lontano dall’Europa, ma si inserisce in un quadro regionale denso di sfide e criticità.

Andrea Castronovo e Luca Cinciripini*

Nell’attuale congiuntura geopolitica, il Myanmar riveste un ruolo delicato per via della vicinanza con alcuni degli scenari più intricati a livello internazionale. Stretta tra giganti come India e Cina, bagnata da mari tanto preziosi per le rotte marittime quanto per questo pericolosi, a cavallo tra alcuni dei più insidiosi nidi jihadisti del pianeta, la crisi birmana esonda dal contesto puramente regionale per porsi all’attenzione europea e occidentale nel complesso.

5 novembre 2021

Rispettare i diritti delle donne, dei bambini e delle bambine, per il futuro dell’Afghanistan

Una situazione di conflitto e sofferenza è quella che si è venuta a creare recentemente in Afghanistan con la consegna del paese in mano ai Talebani. 


di Elisabetta Nistri

Lo staff della WFWP International a Vienna, con il sostegno delle Youth WFWP, preoccupato per la situazione delle donne e dei bambini, si è attivato subito per stilare una dichiarazione scritta che è stata presentata ed accolta in data 22 agosto dal Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite nella sua sezione speciale sull’Afghanistan. Tale dichiarazione è stata sottoscritta da una ventina di organizzazioni tra cui:

 International Alliance of Women, Universal Peace Federation, International Federation of Business and Professional Women, Soroptimist International, Mothers Legacy Project, National Alliance of Women's Organizations, UFER - United for Equity and Ending Racism, Widows Rights International e diverse altre Organizzazioni non governative.

Al di là del perché si sia verificata questa situazione, quali siano state le cause o a chi attribuirne le colpe, c’è bisogno di agire presto, subito. Le notizie potrebbero piano piano affievolirsi. Sappiamo infatti quanto sia difficile per i giornalisti riportare dall’Afghanistan o semplicemente mantenere la loro presenza lì. Ma la popolazione soffre e donne e bambine sono coloro che subiscono le peggiori conseguenze. Il rischio è che la situazione esploda in gravi disordini o peggio ancora ricada in una dittatura religiosa integralista con la perdita di tutti i diritti acquisiti con tanta fatica. Abbiamo contatti diretti con amici e amiche afghane che ci riportano il clima di terrore che si è instaurato. Le scuole che sono rimaste aperte sono state occupate e sono sotto il controllo dei Talebani; alle ragazze non è permesso frequentare tutti i corsi, ma solo quelli dedicati a loro.

Il Rally of Hope e l’inaugurazione del Think Tank 2022

i leader mondiali rinnovano l’appello per la pace nella penisola coreana

di redazione

Leader ed esperti internazionali hanno rinnovato il loro appello per la riconciliazione pacifica nella Penisola coreana, durante il Rally of Hope svoltosi il 12 settembre 2021 in modalità virtuale. Nel corso della manifestazione è stato presentato il Think Tank 2022, il nuovo progetto della Universal Peace Federation (UPF). Questa iniziativa si propone di definire una strategia globale per promuovere una grande svolta in favore della pace entro la fine del 2022. L'evento è stato trasmesso in diretta dalla Corea del Sud ed é stato seguito online da milioni di spettatori in tutto il mondo.

"Credo fermamente che un futuro straordinario attenda il popolo della Corea del Nord. Sono convinto che se perseguiranno il cammino della denuclearizzazione, faranno di quel futuro una magnifica realtà", ha dichiarato l'ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump nel corso dell'evento. "Finché non arriverà quel giorno benedetto, la forza indispensabile per garantire la pace nella Penisola coreana rimane un'America forte. Come abbiamo visto recentemente in altre parti del mondo, la debolezza favorisce solo maggiore violenza e caos".

Nuove prospettive di pace per il Continente asiatico

L’evento, promosso per celebrare la “Giornata Internazionale della Pace” istituita dalle Nazioni Unite, è stato organizzato da Universal Peace Federation (UPF- Italia), in collaborazione con l’Associazione Internazionale dei Media per la Pace (IMAP-Italia), l’Associazione Internazionale degli Accademici per la Pace (IAAP-Italia), la Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo (WFWP- Italia) ed EcodaiPalazzi.it.  

di Redazione

 Il PDF di Voci di Pace
lo trovi qui: 
https://bit.ly/3bgZed2
“Qual è la peggiore sconfitta? Scoraggiarsi!”.  Riflettendo su questa celebre frase di Madre Teresa di Calcutta, Franco Ravaglioli ha affermato che “nonostante le tragedie del tempo presente, seppure con il cuore gonfio di dolore, abbiamo bisogno di continuare a credere che queste tempeste sono occasione di cambiamento. Nella consapevolezza che si possa vivere o morire per qualcosa di più grande, la pace”. Il Segretario Generale di UPF Italia ha inaugurato con queste parole la tavola rotonda “Le vie della pace per il superamento e la risoluzione dei conflitti asiatici emergenti” che si è svolta online, venerdì 24 settembre 2021. Nel suo discorso ha inoltre ricordato le più importanti iniziative di UPF: il “Summit 2020”, a cui hanno partecipato 6000 delegati da 170 paesi, le “Conferenze Internazionali per la Leadership” (ILC), i “Rally of Hope”, ovvero i Raduni della Speranza, giunti alla settima edizione e il progetto “Think Tank 2022” una rete globale e multidisciplinare di oltre duemila esperti impegnati nella ricerca delle soluzioni dei più complessi problemi del nostro tempo.

18 settembre 2021

Le vie della pace per il superamento e la risoluzione dei conflitti asiatici emergenti

GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA PACE 


Tavola Rotonda ONLINE 

venerdì 24 settembre 2021 alle 18

Quale ruolo possono svolgere le realtà occidentali per favorire questo processo? 

Iscriviti qui https://bit.ly/3kiWyRB


INTERVENGONO 

Marco Lombardi - Direttore Dip.to Sociologia Unicatt MI 

Michele Pavan - Presidente “Mondo Internazionale” 

Marino D’Amore - Sociologo della Comunicazione Unicusano 

Pier Ferdinando Casini - Senatore, Presidente Unione Interparlamentare 


INTERVIENE E MODERA 

Carmen Lasorella - Giornalista

11 settembre 2021

AFGHANISTAN. UN PAESE ANCORA NEL CAOS

Emilio Asti

Ancora una volta l’Afghanistan, che più di ogni altro Paese ha conosciuto lotte ed invasioni nel corso della sua travagliata storia, tuttora afflitto da una miseria profonda, pare non conoscere pace. Le attuali vicende afghane, ancora al centro dell’attenzione mediatica, al di là di qualsiasi giudizio che si possa formulare, ci costringono ad una riflessione profonda, tenendo anche presente che dietro le notizie, spesso imprecise, si celano complesse vicende umane e storie dolorose, a volte difficili da capire.

La rapida vittoria dei Talebani, movimento fondamentalista islamico, molti aspetti del quale rimangono tuttora poco conosciuti, che ha conquistato rapidamente il potere senza sparare un colpo, non è stata infatti opposta resistenza alla loro avanzata, ha sorpreso tutti, anche se già da tempo i Talebani avevano il controllo di varie aree del Paese, e diversi analisti avevano previsto il loro ritorno al potere. La bandiera dei Talebani, che hanno promesso una transazione pacifica, sventola ora sul palazzo presidenziale di Kabul, mentre le notizie si susseguono da una parte all’altra del mondo, anche se l’allarmismo, spesso ad uso mediatico appare eccessivo, destinato poi a scivolare nell’oblio, anche se si continuerà a parlare dell’Afghanistan ancora per molto.

9 settembre 2021

Comunicato Stampa Rally of Hope

La settima edizione del “Rally of Hope Think Tank 2022” si terrà domenica 12 settembre 2021 alle 2:30 AM ora italiana, in modalità online e in lingua inglese.

L’incontro sarà presieduto dalla Dottoressa Hak Ja Han Moon e sponsorizzato dalla Universal Peace Federation (UPF) e sarà incentrato sulla pacifica riunificazione della Penisola coreana. 

Interverranno in qualità di oratori S.E. Hun Sen, Primo Ministro del Regno di Cambogia; S.E. Mohamed Bazoum, Presidente della Repubblica del Niger; S.E. Denis Sassou Nguesso, Presidente della Repubblica del Congo; l’On. Donald Trump, Presidente degli Stati Uniti d’America (2017-2021); S.E. José Manuel Barroso, Presidente della Commissione Europea (2004-2014); S.E. Natasa Micic, Presidente della Repubblica della Serbia (2002-2004); S.E. Gloria Arroyo, Presidente della Repubblica delle Filippine (2001-2010); S.E. H.D. Deve Gowda, Primo Ministro della Repubblica dell’India (1996-1997); la Dr. Hak Ja Han Moon, Co-fondatrice della UPF International. 

L’incontro sarà allietato da uno spettacolo di intrattenimento musicale che vedrà la partecipazione dei “Piccoli Angeli” il corpo di ballo folkloristico coreano di fama mondiale e da altri artisti internazionali.

Per registrarsi, copiate e incollate questo indirizzo nel vostro browser per collegarvi alle 18:00 - https://www.rallyofhope.eu/

ll Rally of Hope è un programma online ideato e iniziato dalla Dottoressa Moon e dalla UPF nell’agosto 2020, allo scopo di promuovere un mondo di pace attraverso la lotta alla povertà, alla fame, alle discriminazioni razziali, ai cambiamenti climatici e ponendo fine ai conflitti religiosi. 

8 settembre 2021

COVID: DISAGIO MENTALE E CURE POST PANDEMIA

di Pietro Masiello

Le numerose ricerche effettuate sia a livello nazionale che internazionale ci hanno consegnato un quadro allarmante: fatto sia di disturbi psichici molto gravi e di una parte più consistente e sotterranea fatta di stress, malessere e disagio psicologico.

Tanto per dare una idea, in base all’ultima indagine sullo stress degli italiani dell’Istituto Piepoli per il CNOP del 6 aprile scorso risulta che il 44% della popolazione ha un livello di stress elevato (tra 80 e 100), una recentissima indagine della Fondazione Italia in Salute ha mostrato l’impatto della pandemia sulla psiche collettiva. Ci sono dati impressionanti: l’82,2% dei genitori evidenzia situazioni psicologiche negative nei figli, valutate come “molto pesanti” in un caso su quattro. La metà della popolazione denuncia uno stress crescente e il 16,5% manifesta sintomi di depressione. Il disagio psicologico incide sui comportamenti: 7 persone su 10 hanno drasticamente ridotto la vita sociale ben al di là delle restrizioni imposte dalle norme Covid; oltre la metà della popolazione evita di fare acquisti per paura e oltre sei persone su dieci evitano, per paura, di ricorrere al medico di famiglia o ai servizi sanitari.

26 agosto 2021

UPF - Ambassador for Peace Hold A CONFERENCE FOCUS ON AFGHANISTAN

On these days since the Taliban’s rise to power many news regarding the tragic situation in Afghanistan are spreading, and cannot fail to impress international community in this time of fear and uncertainty. Prof. Emilio Asti*, an expert in Oriental cultures who visited Afghanistan 20 years ago, writing several articles and essays about it, decided to organize a Conference focused on the Afghan current situation. The Conference was held on August 21 at Casa Alpina De Filippi, a hotel in Macugnaga that has been the venue of various cultural activities, with the participation via google meet of Prof. Marco Lombardi (UPF AfP), Director of the Sociology Department at Catholic University in Milano and of three Afghan: Hamad Tariq Noorzadeh, diplomat at the Afghan Embassy in Turkmenistan, Said Hamed Wahdat, former diplomat in Sweden and Selab Lahou, political analyst of Afghan issues.

Their interventions analysed the present situation of Afghanistan, a country that since long suffered immensely, providing the audience with new information on this issue.

After the introductory speech of Prof. Rev. Gianluigi Panzeri, Director of the Casa Alpina, presenting the speakers and expressing the wish that the Conference would result useful to get new perspectives on the Afghan situation, the Conference started with the speech of Prof. Asti. He explained the Taliban’s vision and their goal to rule the country according to Sharya Islamic law, as he could observe during his visit to Afghanistan at the time of the Talibans regime under the rule of Mullah Omar.

18 agosto 2021

Dottoressa Sakena Yacoobi (Afghanistan)

 Sì, sto facendo cose pericolose, c'è pericolosità intorno a me, c'è molta animosità contro di me. 

Ma sento davvero che Dio mi sta usando per questa nazione perché sto educando giovani donne che saranno i leader di domani. Penso davvero che attraverso il mio lavoro educativo formo le persone. La mia speranza è che cambiando una donna attraverso la formazione educativa, si può cambiare l'intera famiglia. E cambiando quella famiglia si cambia una comunità. E cambiando quella comunità si cambia una nazione. E come risultato si avrà una nazione che vive in pace.

16 agosto 2021

Sakena Yacoobi

Assegnato il Premio Sunhak per la Pace 2017 a Sakena Yacoobi

di Giorgio Gasperoni

La cerimonia di premiazione si è tenuta venerdì, 3 febbraio, 2017 a Seoul (Corea del Sud). Il Dott. Il Sik Hong, ex presidente dell’Università di Corea, ha condotto la Cerimonia di premiazione al Jamsil, Lotte Hotel World, Crystal Ballroom.

Il viaggio spirituale di Sakena Yacoobi

La Dott.ssa Sakena Yacoobi è stata riconosciuta in tutto il mondo per aver sviluppato programmi educativi legati all’insediamento dei rifugiati, lavorando specialmente nei campi profughi in Afghanistan, sottoposti a particolare stress dai numerosi anni di conflitto. 

La Dott.ssa Sakena Yacoobi è un’educatrice impegnata, che ha dedicato sé stessa all’educazione delle donne. Ha sviluppato una visione innovativa per l’istruzione nel mondo islamico, basata sulla sua convinzione che “educare le ragazze vuole dire educare le generazioni future”. Al fine di stabilire un sistema educativo stabile per i rifugiati, ha fondato l’istituto afgano per l’apprendimento (AIL - Afghan Institute of Learning) nel 1985, offrendo servizi educativi e sanitari a più di 13 milioni di rifugiati.

In particolare, Yacoobi è stata riconosciuta per aver migliorato notevolmente i diritti e lo status sociale delle donne all’interno della società islamica. Gestisce più di 80 scuole clandestine, lavorando anche a rischio della propria vita.  I suoi sforzi hanno consentito l’istruzione di migliaia di ragazze, anche sotto il regime talebano che proibiva strettamente alle donne di ricevere un’istruzione. Attualmente assiste attivamente la comunità internazionale, comprese le Nazioni Unite, in qualità di esperta nel rispondere alle crisi dei rifugiati. I suoi successi l’hanno portata ad essere una candidata per il Premio Nobel per la Pace nel 2005.  

Qui ripropongo il video “Il viaggio spirituale di Sakena Yacoobi” di nove anni fa (in lingua inglese). Veramente istruttivo. Guarda qui

  

10 agosto 2021

Donne e Diplomazia

La Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo (WFWP Italia) ha celebrato la Giornata Internazionale delle Donne con un evento online dal titolo “Il Ruolo delle Donne nella Diplomazia Internazionale: Costruire una Pace Duratura” 

di Maria Gabriella Mieli 

L’evento è stato organizzato in collaborazione con l’Ufficio del Parlamento Europeo in Italia lo scorso 11 marzo e promosso dal Global Women’s Peace Network e da Eco dai Palazzi. Come ONG presso l’ECOSOC delle Nazioni Unite, con Stato Generale Consultivo, la WFWP ha collegato questa celebrazione anche agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile n. 5 e n. 17. 

Il Capo Ufficio del Parlamento Europeo in Italia, dottor Carlo Corazza, nel suo messaggio di apertura dei lavori ha manifestato il suo apprezzamento per organizzazioni come la WFWP e di come lui sia fiero di rappresentare un’istituzione, il Parlamento Europeo nella nostra nazione, che ha sempre sostenuto e si è sempre battuta in difesa delle donne, purtroppo ancora vittime di discriminazione, violenze, mutilazioni e matrimoni forzati. Violenze e soprusi che si manifestano anche nel nostro paese e che vedono spesso la negazione dei più basilari diritti umani. Il dottor Corazza ha sottolineato quanto l’UE sia impegnata nella promozione e rispetto della Convenzione di Istanbul, specialmente nei paesi in cui è stata ratificata. 

FAMIGLIA: NUOVE PROPOSTE PER POTERLA VALORIZZARE

Intervista a Gigi De Palo, Presidente Nazionale Forum delle Associazioni Familiari 

Abbiamo raggiunto telefonicamente Gigi De Palo Presidente del Forum Nazionale delle Associazioni Familiari, giornalista, scrittore, formatore, sposato con Anna Chiara Gambini e padre di cinque figli, da sempre impegnato nel sociale e nella tematica della famiglia tanto da riuscire a coinvolgere il territorio nazionale nella prima edizione degli “Stati Generali della Natalità”. 

WFWP*: Questo progetto ha richiesto molta energia e molta determinazione ed impegno. La tua valutazione sulla riuscita dell’evento?

DE PALO: Diciamo che c’è tanto lavoro dietro e penso che chi ha partecipato abbia potuto avvertirlo, però non poteva partire meglio, vista la partecipazione del Santo Padre, di Draghi e di alcuni Ministri, di Amministratori delegati e di personalità del mondo dello spettacolo. Mi sembra sia andato molto bene. 

W. Concordo, è stato un evento ben riuscito in cui sono stati sviscerati, da molteplici angolazioni, molti temi legati alla natalità. Nel suo intervento, il Prof. Blangiardo ha dichiarato che, nel 2020, l’Italia ha avuto 170.000 nati in meno e ha messo in evidenza che questa importante crisi demografica subirà una curva in discesa esponenziale. Per invertire la tendenza, ha suggerito una sinergia tra progetti, risorse e diversi attori quali l’associazionismo, la famiglia, le regole e la cultura. Cosa pensa di questa proposta? 

DE P. È determinante, per far passare un tema come quello della natalità, allargare e coinvolgere tutto il sistema paese, quindi non solo il mondo della politica ed il mondo associativo, ma anche e soprattutto il mondo produttivo e il mondo del risparmio. Questa è la soluzione. L’avevamo detto molte volte prima ed insistiamo a dirlo. Non c’è settore che possa dire che questo problema non lo riguardi. Se crolla la natalità crollano i consumi, crolla il Pil. Se crolla la natalità anche chi non ha figli, che abbia scelto volontariamente e, aggiungo, legittimamente, di non avere figli, dovrebbe comunque tifare per politiche familiari che pongano le condizioni per far nascere più bambini perché, inevitabilmente, questo tocca, poi, anche la loro pensione, il servizio sanitario. Quindi, riguarda tutti. 

“Quale famiglia... verso quale futuro”

Incontro celebrativo dell’UPF e della WFWP il 14 Maggio 2021 

di Vittorio Patanella 

“La famiglia è il fondamentale gruppo sociale e l’ambiente naturale per lo sviluppo e il benessere di tutti i suoi membri, in particolare i bambini”. 

Con questa dichiarazione delle Nazioni Unite, Carlo Zonato, presidente dell’UPF-Italia ha aperto la tavola rotonda sul tema “Quale famiglia ... verso quale futuro”. L’incontro si è svolto il 14 maggio per celebrare la “Giornata internazionale della famiglia” proclamata dall’ONU nel 1994, che cade ogni anno il 15 dello stesso mese. A organiz- zare l’evento è stata la “Federazione internazionale per la pace nel mondo” (UPF-Italia) e la “Federazione delle donne per la pace nel mondo” (WFWP-Italia). Il presi- dente Zonato ha quindi spiegato come “nell’ambito della visione di pace dell’UPF, la famiglia rappresenta il cardine fondamentale e per questa ragione ogni anno, in occasione di questa giornata, dedichiamo al valore famiglia delle riflessioni significative”. 

Ha preso la parola Francesca Baldini, moderatrice dell’incontro. La giornalista ha ricordato le parole di Papa Francesco agli Stati Generali della Natalità, che ha esortato a considerare i figli come un dono e la necessità di rientrare in questa logica del dono. Il Papa ha inoltre invitato tutti quelli che credono nella vita e nell’avvenire ad andare avanti a non arrendersi perché “è bello sognare, sognare il bene e costruire il futuro, perché senza natalità non c’è futuro”. Ha poi citato il Reverendo Moon: “La famiglia è la scuola dove si insegna e si impara l’amore per l’umanità. Quando i figli cresciuti nell’amore dei loro genitori vanno nel mondo si preoccupano della gente bisognosa, come hanno imparato nella loro casa”. La moderatrice ha aggiunto come la famiglia sia “il nucleo centrale della società, palestra dove si impara non solo a camminare, a parlare, ma anche ad apprendere i valori che poi ci delineano come persone umane”. 

“THINK TANK 2022”

Progetto lanciato da UPF al sesto raduno della speranza per riunificare la penisola coreana 

Più di 2.000 esperti in tutto il mondo confermano la nuova iniziativa per la pace 

(BUSINESS WIRE) - I leader mondiali e gli esperti si sono uniti a più di un milione di partecipanti globali per il lancio del “Think Tank 2022” il 9 maggio durante il 6° Rally of Hope virtuale per la riunificazione pacifica della penisola coreana. 

Il rally, sponsorizzato dalla Universal Peace Federation (UPF), è stato trasmesso in diretta dalla Corea del Sud a 194 nazioni e tradotto in 14 lingue. Il Think Tank 2022 è una rete globale multisettoriale di più di 2.000 esperti provenienti da una vasta gamma di campi - governo, economia, università, fede, media, arte e cultura - dedicata alla ricerca collaborativa di soluzioni alle sfide più critiche del mondo. I leader di livello mondiale, compresi i 12 oratori principali della manifestazione, hanno affermato e rafforzato il concetto del Think Tank 2022. “Questa rete farà la differenza per la pace nella penisola coreana attraverso l’unità internazionale”, ha detto Ban Ki-Moon, ex segretario generale delle Nazioni Unite e presidente della nuova iniziativa. “Mi congratulo con la dottoressa Hak Ja Han Moon, la UPF e i leader del Think Tank 2022”. 

Il ruolo dei leader religiosi: quale tipo di leadership? Per quale mondo?

Estratto di un intervento tenuto al Summit Mondiale nel febbraio 2020 a Seul, Corea del Sud 

Rev. Dr. William A. McComish*


Qual è il ruolo di un ministro religioso? 

Giunsi alla conclusione che è qualcosa di simile alla stella che Mercedes usa come logo: una stella che brilla in tre diverse direzioni. La prima direzione è
la fede personale; la seconda è la comunità per la quale offri servizio e, alla quale, in un certo senso, devi lealtà; la terza è rivolta infine verso la comunità mondiale. Se manca una di queste direzioni, non state realmente svolgendo il vostro ruolo di clero. 

Ritengo che dovremmo essere chiari: se non siete leader, non siete clero, in quanto quest’ultimo ha il ruolo di guidare le proprie comunità. Esso può avere svariate forme: c’è la figura del sacerdote, il quale rappresenta una sorta d’intermediario tra le persone e Dio. C’è la figura del ministro della religione, come me, un presbiteriano, che è perlopiù un insegnante, un rabbino, come un imam. Questo è un ruolo diverso, ma i due risultano essere complementari. Si tratta di due figure riconosciute in diverse varianti della Chiesa cristiana. Tuttavia, ovunque nelle Chiese cristiane, così come nel resto delle religioni, il clero rappresenta la leadership della comunità, ed essa la riconosce come tale. Anche nell’Europa moderna, dove le istituzioni religiose non sono più così apprezzate come lo erano cinquant’anni fa, la gente è ancora religiosa e mantiene un enorme rispetto verso il ministro ordinato. Leadership dunque. Che tipo di leadership? Che tipo di mondo? 

IL NOSTRO ESODO VERSO LA “TERRA PROMESSA” DI PACE

Per poter costruire l’intera ed unica famiglia umana in pace è necessario iniziare ad immaginare le caratteristiche che dovrebbe avere il mondo che desideriamo e in cui vorremmo vivere

di Carlo Zonato 

COME SAREBBE BELLO SE CI FOSSERO... 

 Un movimento per la pace sostenuto dalla solidarietà e dalla cooperazione di capi di Stato provenienti da nazioni di tutto il mondo. 

 Un movimento interreligioso ed interconfessionale globale guidato da rappresentanti delle diverse tradizioni religiose che lavorino insieme in armonia per promuovere ed elevare la famiglia. 

 Un movimento di professionisti dei media da tutto il mondo che sostengano i valori etici e morali nella società. 

 Un movimento interdisciplinare di studiosi di ogni provenienza accademica che riconosca e promuova un insieme di principi universali alla base di tutta l’esistenza. 

 Un movimento di economisti e imprenditori che promuovano l’interdipendenza e la prosperità condivisa mentre lavorano per una distribuzione più equa delle risorse. 

 Un movimento di parlamentari che scrivano leggi e sostengano l’ordine pubblico per il bene comune ed il futuro benessere del nostro patrimonio ambientale. 

 Un movimento di giovani che abbiano imparato il valore dell’autodisciplina e dell’integrità sociale. 

ANCHE SAN MARINO PARTECIPA ALLA PEACE ROAD

Un progetto di Pace Globale che coinvolge 125 nazioni teso alla promozione della Pace Mondiale

Da Capo di Buona Speranza in Sud Africa a Santiago del Cile, da Londra a New York.

Realizzare il sogno di un’Unica Famiglia Globale proposto alla Conferenza Internazionale sull’Unità delle Scienze (ICUS) nel 1981.

“Peace Road” è un progetto globale di pace teso alla realizzazione dell’“Autostrada internazionale di pace”, originariamente proposto dal Dottor e dalla dottoressa Moon alla 10a ICUS il 10 novembre 1981 a Seul, in Corea del Sud.

La “Peace Road” è un progetto per aiutare a costruire la pace e porre fine a problemi che sono alla base dei conflitti, compresi quelli razziali e religiosi. Il progetto viene realizzato ogni anno a livello internazionale. 

Come Periodico Voci di Pace, abbiamo dato ampio spazio alle iniziative sulla penisola coreana. Diversi webinar e analisi sono stati riportati sui nostri due numeri del 2021.

Guarda il video

San Marino_Peace Road_2021

28 maggio 2021

La Universal Peace Federation lancia il "THINK TANK 2022"

Durante il 6° raduno virtuale della speranza per riunificare la penisola coreana

Più di 2.000 esperti in tutto il mondo confermano la nuova iniziativa per la pace

“I governi hanno fallito perché non potevano andare oltre le loro burocrazie”

(BUSINESS WIRE) - I leader mondiali e gli esperti si sono uniti a più di un milione di partecipanti globali per il lancio del "Think Tank 2022" il 9 maggio durante il 6° Rally of Hope virtuale per la riunificazione pacifica della penisola coreana.

Il rally, sponsorizzato dalla Universal Peace Federation (UPF), è stato trasmesso in diretta dalla Corea del Sud a 194 nazioni e tradotto in 14 lingue. Il Think Tank 2022 è una rete globale multisettoriale di più di 2.000 esperti provenienti da una vasta gamma di campi - governo, economia, università, fede, media, arte e cultura - dedicata alla ricerca collaborativa di soluzioni alle sfide più critiche del mondo.

I leader di livello mondiale, compresi i 12 oratori principali della manifestazione, hanno affermato e rafforzato il concetto del Think Tank 2022. "Questa rete farà la differenza per la pace nella penisola coreana attraverso l'unità internazionale", ha detto Ban Ki-Moon, ex segretario generale delle Nazioni Unite e presidente della nuova iniziativa. "Mi congratulo con la dottoressa Hak Ja Han Moon, la UPF e i leader del Think Tank 2022".

21 maggio 2021

Corea del Nord: nuove prospettive di cambiamento nell’incontro dell’UPF-IMAP

“È sempre un piacere poter allargare l’orizzonte e riflettere non soltanto su quello che sta accadendo in Europa e in Italia, ma anche su quello che accade in Oriente. La pandemia ci ha mostrato quanto il legame con il mondo intero sia sempre più stretto, come siamo sempre più interconnessi e sempre più vicini gli uni agli altri”.
                                                                                                                                                                                     

Con queste parole Katia Trinca Colonel, giornalista del “Corriere di Como” e dell’Ansa ha aperto il confronto con Piergiorgio Pescali, giornalista, grande conoscitore del Sud e del Nord Est Asiatico, sul suo libro “La nuova Corea del Nord: come Kim Jong-un sta cambiando il paese”. 

Più che per qualsiasi altro paese al mondo parlare della Corea del Nord richiede un atteggiamento preventivo: la disponibilità ad aprire la mente e a mettere da parte pregiudizi e stereotipi, che da sempre avvolgono questo Paese. È quello che prova a fare l’autore in questo libro, scritto in Corea del Nord, un paese dove è stato molte volte dal 1996, dove ha assistito al passaggio dei poteri della dinastia Kim e ha vissuto in prima persona i cambiamenti descritti.

16 maggio 2021

“Giornata internazionale della famiglia”

“Quale famiglia... verso quale futuro”


incontro celebrativo dell’UPF e della WFWP – 14 Maggio 2021

“La famiglia è il fondamentale gruppo sociale e l’ambiente naturale per lo sviluppo e il benessere di tutti i suoi membri, in particolare i bambini”. Con questa dichiarazione delle Nazioni Unite, Carlo Zonato, presidente dell’UPF-Italia ha aperto la tavola rotonda sul tema “Quale famiglia .. verso quale futuro”. L’incontro si è svolto il 14 maggio per celebrare la “Giornata internazionale della famiglia” proclamata dall’ONU nel 1994, che cade ogni anno il 15 dello stesso mese.  A organizzare l’evento è stata la “Federazione internazionale per la pace nel mondo” (UPF-Italia) e la “Federazione delle donne per la pace nel mondo” (WFWP-Italia). Il presidente Zonato ha quindi spiegato come “nell’ambito della visione di pace dell’UPF, la famiglia rappresenta il cardine fondamentale e per questa ragione ogni anno, in occasione di questa giornata, dedichiamo al valore famiglia delle riflessioni significative”.

8 aprile 2021

REMEMBERING THE SIXTIES

A time of intense struggles and emerging new values, the Sixties witnessed deep social changes, becoming a myth, alive as a subject of great interest until today.

by Emilio Asti

A dramatic but also enthusiastic moment in history, the sixties have been the subject of many discussions and articles, but various things regarding that period remain unsaid, and should be evaluated in a correct way, putting aside stereotypes.

No decade in modern history has generated more controversy than the Sixties, an age when many things began to change, and several
contradictions burst out.

When focusing on those years, often considered a time of social revolutions, drug taking and sexual indulgence, apart from social turmoil, a period of optimism and hedonism appears, but the reality is more complex and difficult to characterize. Those years, not yet untainted by globalization, witnessed the rise of feminism, anti-war movements, the quest for peace and for civil rights, yet some other things have been overshadowed. The traditions to which the earlier generation had conformed were deeply questioned, and a different scale of values was proposed.

Today we often talk about women’s rights, protection of the environment, but their roots can be retraced to those years.

If we look back critically at the ‘60s, we will realize that those years, like any historical period, had also a dark side, but we cannot forget the sincere enthusiasm of so many young people who didn’t hesitate to commit themselves to carrying forward their ideals, despite the many mistakes they did. It is remarkable to consider that now various cultural values of the ‘60s are somehow emerging again.

Winds of change blew through the world, unrest and social chaos were dominating in many countries, and on the international scene various dramatic events occurred. Throughout the world democracy confronted communism in the so called “Cold War”, and this struggle erupted in various parts of the world, and on August 1961 the construction of Berlin Wall exasperated the tension between East and West. The two superpowers stood at the precipice of a nuclear war, and on several occasions, peace was endangered.  Various nations were struggling for independence, new States were created and several of them seemed to be turning to communism.

29 marzo 2021

“La Pace comincia da Me” - workshop interreligioso

di Godwin Chionna 

Dopo la prima edizione del 2018, nell’aprile del 2019 l’associazione Youth and Students for Peace Deutschland (Giovani e Studenti per la Pace Germania) ha organizzato il workshop interreligioso “Peace Starts with Me” (La Pace comincia da Me), presso la Seminarhaus Neumühle, vicino a Francoforte sul Meno. 

Con oltre 40 partecipanti provenienti da percorsi di fede molto diversi (Cristianesimo, Islam, Induismo, Mazdeismo, Unificazionismo e persone che si identificano come atee), il workshop ha rappresentato un’opportunità di incontro e dialogo molto preziosa, con un obiettivo in comune tra tutti i partecipanti: contribuire alla promozione di una cultura di dialogo e di rispetto tra persone con visioni del mondo anche molto diverse. 

Il programma offerto dal workshop è stato molto vario, includendo sessioni di yoga mattutine (per svegliare corpo e mente), momenti di svago e “ice-breaking” tra i partecipanti, e conferenze o altre attività volte a favorire una maggiore conoscenza delle rispettive religioni e culture di appartenenza. Diversi sono stati i contributi e gli spunti di riflessione significativi che ne sono emersi. 

28 marzo 2021

LA BELLEZZA DEL MONDO FEMMINILE

La Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo, sezione italiana della Women’s Federation for World Peace International, ha organizzato l’incontro annuale, sponsorizzato dalla sezione internazionale, attraverso un ciclo di webinars dal titolo “La Bellezza del Mondo Femminile” 

di Gabriella Mieli 

L’incontro originariamente è stato pensato con l’idea di ritrovarsi insieme per un fine settimana all’insegna del benessere interiore ed esteriore, incoraggiando le donne a scoprire la propria natura originale, le qualità nascoste e i propri punti di forza emergenti anche dalle esperienze di vita. Il ciclo di 3 seminari virtuali organizzati tra fine settembre e ottobre è stato collegato agli obiettivi di sviluppo sostenibile n. 3 e n. 5 dell’Agenda 2030. Relatrice principale per l’intero ciclo è stata la psicoterapeuta e terapista della famiglia dottoressa Onorina Gibi. Ad accompagnarla in questo percorso per ogni singolo incontro una rappresentante della Federazione delle Donne in Italia. 

PRIMO SEMINARIO “Il valore del femminile, dalle origini ad oggi: a che punto siamo?”. Elisabetta Nistri, Presidente della Federazione in Italia ha introdotto il ciclo di seminari e ha sviluppato la tematica facendo riferimento alla fondatrice della WFWP, dottoressa Hak Ja Han Moon e alle sue indicazioni relative alla missione della Federazione delle Donne, ovvero aiutarle a riconnettersi alla propria femminilità divina, originale, proveniente dal Creatore. La Presidente Nistri si è anche collegata al libro di Genesi, ricordando che ogni donna rappresenta l’aspetto femminile quale Dio Madre, così come ogni uomo rispecchia l’aspetto maschile di Dio Padre. Partendo da questa consapevolezza, donne e uomini insieme possono risolvere gli urgenti problemi che il mondo sta affrontando e creare una civiltà̀ di pace. Ma le donne debbono trovare il coraggio di uscire dal proprio silenzio, collaborando a fianco degli uomini, completandosi a vicenda e lavorando in partnership come attivisti e attiviste della Pace. 

26 marzo 2021

IL SOGNO DELLA RIUNIFICAZIONE COREANA. SVILUPPI ATTUALI E SFIDE

Dal momento della tragica divisione del Paese speranze e delusioni si sono alternate, ma nonostante i grossi problemi il popolo coreano, prima o poi, riuscirà a raggiungere la tanto sospirata riunificazione.

di Emilio Asti

Dopo la divisione, più di 70 anni fa, della penisola coreana in due Stati di orientamento ideologico opposto, il Nord retto da un regime comunista, creato con l’appoggio dell’URSS, il Sud invece legato al mondo occidentale, la Corea si trovò ad essere, suo malgrado, un terreno di scontro tra Occidente e mondo comunista. Tuttora la penisola coreana, già devastata da un’aspra guerra fratricida dal 1950 al 1953, che vide l’intervento dell’ONU, rimane una delle aree più militarizzate del mondo ed un pericoloso focolaio di tensione.

Tra le due Coree, che nel corso degli anni hanno continuato ad accusarsi a vicenda, vige solo un cessate il fuoco, a volte turbato da incidenti lungo la linea di demarcazione militare, rigidamente vigilata da una parte e dall’altra, che taglia in due la penisola coreana lungo il 38° parallelo.  L’unico punto di passaggio tra le due Coree si trova a Panmunjom, la località dove nel 1953 venne firmata la tregua, ma tuttora non è possibile, salvo casi sporadici, passare da una parte all’altra della Corea. L’aspetto forse più doloroso causato dalla separazione è il dramma di molte famiglie, i cui membri non hanno potuto più incontrarsi dal momento della tragica divisione del Paese, uno degli eventi più dolorosi della storia coreana. Finora sono stati pochi i coreani che hanno potuto rivedere i parenti che vivono nell’altra parte della Corea.

La visione dei fondatori UPF per la rappacificazione delle due Coree

La Corea è una piccola nazione circondata dalle maggiori potenze mondiali: Cina, Russia, Giappone e Stati Uniti. Potremmo paragonare la Corea ad un cuscinetto che ha lo scopo di ridurre l’attrito tra più oggetti in movimento, fondamentale per il funzionamento di tutte le parti della grande macchina.

di Jacques Marion, co-presidente dell’UPF per l’Europa, l’Eurasia e il Medio Oriente 

A conclusione di questo webinar, darò solo un piccolo contributo. Ho pensato che fosse importante capire più profondamente alcuni aspetti della visione che è portata avanti dall’UPF, eredità diretta del nostro fondatore. Per prima cosa, un breve retroscena. I nostri fondatori, il dottor e la signora Moon sono coreani, sono nati in quella che oggi è la Corea del Nord. Facevano parte dei 10 milioni di rifugiati fuggiti dal Nord al tempo della guerra di Corea, costretti ad abbandonare le loro famiglie. Le truppe ONU hanno salvato la vita del nostro fondatore, che stava per essere giustiziato in un campo di lavoro nordcoreano. La nostra organizzazione, l’UPF, è nata da queste radici in Corea. Oggi il nostro lavoro è in tutto il mondo. Ma la nostra visione della pace guarda con un occhio molto attento al ruolo che la penisola coreana ha negli affari mondiali. Nel webinar della settimana scorsa, come anche oggi, si è discusso con il dottor Zhebin e il nostro presidente, il dottor Otsuka. Il dottor Otsuka ha parlato delle tre modalità di riconciliazione possibili per la Corea: unificazione con la forza, soluzione inaccettabile per tutte le parti interessate, l’assorbimento del più debole da parte del più forte, ovvero l’assimilazione della Corea del Nord da parte della Corea del Sud, soluzione che i relatori hanno affermato essere poco verosimile oppure la promozione di un percorso graduale di interazione tra Nord e Sud, descritto dal dott. Moon come un camminare insieme lungo la stessa strada, soluzione favorita dai fondatori dell’UPF e penso anche da molti altri. 

Prospettive di pace nella penisola coreana

Mosca, Russia - UPF 

16 novembre 2020 

Quest’anno ricorre il settantesimo anniversario dello scoppio del- la guerra di Corea. Innumerevoli persone, sotto la bandiera delle Nazioni Unite o del mondo comunista, hanno sacrificato la loro vita. Ma oggi la penisola coreana è ancora divisa.

Il futuro della penisola, circondata da quattro delle nazioni più potenti al mondo, non riguarda solo il Nord-Est asiatico, ma anche lo sviluppo sostenibile e pacifico di molti Paesi del mondo.

Il 2020 è stato dominato dalla pandemia COVID-19. La geopolitica e l’economia mondiale stanno attraversando grandi cambiamenti. 

Quali gli effetti sulla prospettiva di pace nella penisola coreana? 

I relatori: 

•  Dott. Barthélemy Courmont, professore di storia moderna e relazioni internazionali all’Università Cattolica di Lille, Francia 

• Dott. Alexander Vorontsov, capo del Dipartimento di Studi Coreani e Mongoli, Istituto di Studi Orientali dell’Accademia Russa delle Scienze, Mosca, Russia 

•  Jacques Marion, copresidente dell’UPF per l’Europa, l’Eurasia e il Medio Oriente. 

La moderatrice del programma, tenutosi il 16 novembre 2020, è stata Maria Nazarova, presidentessa dell’UPF-Russia.