Giornale Covid 19 - Bergamo – 2.4.2020
di Pasqua Teora*
Caro Amico, lo sai, sono nonna oltre che madre e in questi giorni mi sono soffermata a pensarli i miei nipoti e domandarmi: che abilità dovranno avere questi nostri bambini per abitare, con qualche probabilità di cavarsela, il mondo che con un certo sgomento, cominciamo ad intuire? Chissà? Forse dipenderà dai valori che anche noi della nostra generazione abbiamo mosso, strade facendo.
Io con tanti altri della mia generazione e anche dopo, con fatica cercammo l'equilibrio possibile tra i modelli che i genitori e gli antenati ci avevano consegnato e le idee nuove che decenni dopo decenni ci colpirono in fronte o al cuore e a cui non potemmo sottrarci. Tutto l'insieme fu utile a rifondarci in un'esistenza che ci aiutasse a trovare senso, a generare i cambiamenti che sentivamo irrinunciabili. Poi il mondo è cambiato oltre noi, compresi noi. Penso che i nostri figli, figlie, nipoti e pronipoti faranno lo stesso.
Io dai miei genitori ho preso dei talenti che al tempo mi sembravano limiti e invece ... tuttora abitano dentro di me, come ho scritto in una delle riflessioni di questi giorni. Abitano e dialogano con il mio mondo che continua a rinnovarsi ad allargarsi, ad elevarsi per vedere più ampio lo scenario sottostante.
Fin da quando ero bambina, quindi con i genitori e le sorelline, al risveglio ci raccontavamo i sogni della notte, cercando connessioni con il mondo da svegli: quello vero? Chissà? Il punto è che quello vero, aveva così tanti limiti, che se non ce li fossimo raccontati, chissà quanto più piccolo sarebbe stato quello che ognuna di noi ha saputo immaginare e poi creare. Allora mi chiedo, chissà i nostri discendenti, che miscele faranno dei nostri pregi e difetti, dei nostri limiti, chissà come li reinventeranno nei sogni che dalla notte dei tempi ci abitano e spesso vorrebbero ispirarci, indicarci la strada tra enigmi e scenari rompicapo.