26 aprile 2020

A un amico febbricitante, pensando alle generazioni future

Giornale Covid 19 - Bergamo – 2.4.2020
di Pasqua Teora*
Caro Amico, lo sai, sono nonna oltre che madre e in questi giorni mi sono soffermata a pensarli i miei nipoti e domandarmi: che abilità dovranno avere questi nostri bambini per abitare, con qualche probabilità di cavarsela, il mondo che con un certo sgomento, cominciamo ad intuire? Chissà? Forse dipenderà dai valori che anche noi della nostra generazione abbiamo mosso, strade facendo.
Io con tanti altri della mia generazione e anche dopo, con fatica cercammo l'equilibrio possibile tra i modelli che i genitori e gli antenati ci avevano consegnato e le idee nuove che decenni dopo decenni ci colpirono in fronte o al cuore e a cui non potemmo sottrarci. Tutto l'insieme fu utile a rifondarci in un'esistenza che ci aiutasse a trovare senso, a generare i cambiamenti che sentivamo irrinunciabili. Poi il mondo è cambiato oltre noi, compresi noi. Penso che i nostri figli, figlie, nipoti e pronipoti faranno lo stesso.
Io dai miei genitori ho preso dei talenti che al tempo mi sembravano limiti e invece ... tuttora abitano dentro di me, come ho scritto in una delle riflessioni di questi giorni. Abitano e dialogano con il mio mondo che continua a rinnovarsi ad allargarsi, ad elevarsi per vedere più ampio lo scenario sottostante.
Fin da quando ero bambina, quindi con i genitori e le sorelline, al risveglio ci raccontavamo i sogni della notte, cercando connessioni con il mondo da svegli: quello vero? Chissà? Il punto è che quello vero, aveva così tanti limiti, che se non ce li fossimo raccontati, chissà quanto più piccolo sarebbe stato quello che ognuna di noi ha saputo immaginare e poi creare. Allora mi chiedo, chissà i nostri discendenti, che miscele faranno dei nostri pregi e difetti, dei nostri limiti, chissà come li reinventeranno nei sogni che dalla notte dei tempi ci abitano e spesso vorrebbero ispirarci, indicarci la strada tra enigmi e scenari rompicapo.

24 aprile 2020

Questo 25 aprile

di Albertina Soliani
Presidente Istituto Alcide Cervi


Mai come in questo 25 aprile sentiamo la forza della Liberazione. Quando l'umanità schiacciata dall'oppressione, dalla violenza, dalla guerra si è ribellata, si è alzata in piedi, ha preso nelle sue mani il proprio destino. Era il 1945, l'alba di un giorno nuovo, del giorno del riscatto. L'inizio di una nuova epoca nella storia dell'umanità.
Con i partigiani che sfilavano per le vie della città, dietro le bandiere delle Brigate, accanto agli Alleati, c'erano i caduti nella Resistenza, i torturati, i milioni sterminati nei campi di concentramento, le staffette partigiane e le donne combattenti, gli antifascisti incarcerati o al confino. C'era l'umanità dolente oppressa a lungo dal nazifascismo, c'era il sogno del mondo nuovo cantato da un intero popolo in festa. 
Quel mondo, nato 75 anni fa, appena ieri nel cammino della storia, oggi riprende in mano quella bandiera. 

21 aprile 2020

“Nuovo Mondo”

26.3.2020 - Giornale del Covid 19

di Pasqua Teora*
Oggi il mio nipotino Samuele compie otto anni e stamattina gli ho fatto la prima telefonata di auguri, rimandando all'incontro in video i nostri abbracci e promesse per il futuro. Gli ho ricordato che quel giorno a quest'ora otto anni fa non era ancora nato, piuttosto si stava preparando al viaggio più straordinario che è per ogni nascente, passare attraverso il corpo della madre per entrare nel mondo. Anche lui, pur non essendo ancora nato, già si era fatta qualche idea del mondo fuori. I sogni dei neonati nessuno li conosce, ma ce li possiamo immaginare come in una storia che potrebbe essere utile a tutti, ripescando nel più nascosto di ciascuno, il nucleo di luce e di forza che permette al nascituro il nuovo grande inizio.

IN CERCA DELL'INVISIBILE

Giornale del Covid 19 - martedì 24.3.2020

di Pasqua Teora*
Da una ventini di giorni lavoro da casa con quei pazienti che accettano di ricevere consulenza o psicoterapia a distanza. Tante cose, non inimmaginate prima, diventano reali e praticabili grazie alla tecnologia e alla rivoluzione in atto, come anche alle necessità contingenti fattesi irrinunciabili.
I vivi colpiti dal virus continuano a morire e c'è chi si sveglia in piena notte sentendo il brusio dei morti che passeggiano nelle strade della città deserta e dei paesi spopolati. Sono alcuni degli espropriati all'improvviso dei loro padri, di tanti amici, congiunti, vicini di casa, tanti loro cari. Sognano e senza saperlo, percepiscono l'invisibile che da svegli generalmente non possiamo intercettare. Nel mondo invisibile incontrano soprattutto i grandi padri, un esercito di uomini che ha lavorato instancabilmente tutta la vita per la fondazione di questo universo più che laborioso. In nome di cosa se non di un processo di sviluppo immaginato ciecamente senza controindicazioni?

17 aprile 2020

“Come Stormi di Uccelli”

21.3.2020 - GIORNALE DEL COVID 19  

di Pasqua Teora*
In questa circostanza così particolare stiamo riflettendo in tanti sui nostri cari vecchi e sui grandi anziani che nelle case come nelle strutture ospedaliere stanno morendo a centinaia. Pensavo, come stormi di uccelli presi a tradimento dalle reti dei cacciatori di frodo a primavera: cadono tutti insieme o a frotte o da soli, eppure tutti indistintamente soli perché irraggiungibili dai loro cari. Molte nostre madri anziane sono ancora vive, la mia è morta a 95 anni l'ultimo giorno dell'anno passato e anche per noi, me con le mie sorelle, i miei cognati, i nipoti, abbiamo avuto la grazia, il dono grandissimo di condividere il dolore e accompagnarla al passaggio con tutti gli onori: il funerale, i fiori, le dediche, il pianto condiviso, la comunione in fila uno a uno, dedicando a lei il Corpo di Cristo accolto, dentro i nostri corpi, mentre pensavamo a lei.

Nostalgia di Belgrado

di Simone Piscopello

Impossibile dimenticare l’esperienza di un viaggio che, anche se è durato pochi giorni, mi ha aperto non solo gli occhi ma anche prospettive nei pensieri e nel mio modo di vedere tanti aspetti della mia vita. Erano già tanti anni che mi incuriosiva l’idea di mettermi in cammino, e di raggiungere un luogo a molti sconosciuto, lontano dal classico turismo di massa, da quella calca che ti soffoca e che spesso ti impedisce di vedere anche l’essenziale: sì perché l’essenziale come avrebbe detto il Piccolo Principe “è invisibile agli occhi”, “non si vede bene che con il cuore”. Ed è stato così che l’estate scorsa, approfittando delle vacanze estive, ho deciso di
prendere un treno, dirigermi verso Trieste e di lì poi prendere un autobus: direzione Belgrado, capitale della Repubblica Serba. A dire il vero ne avevo già sentito parlare, con un nonno di origini montenegrine, e molto legato ai luoghi dove era cresciuto, alle storie di cui aveva sentito parlare, trasmesse a me e spesso legate a una città che nella mia immaginazione appariva come una sorta di contrasto: da una parte la città aurea descritta da lui (il nonno) con molte opportunità, grandi monumenti, bellezza a perdifiato, mentre dall’altra, la classica idea che l’italiano medio e mediocre si è fatto grazie al regalo dei soliti media di disinformazione, dove il popolo serbo viene dipinto come brutto e cattivo. È chiaro che se scrivo questa testimonianza, così non è stato: aveva ragione il nonno.

2 aprile 2020

Il «diario di guerra» della scrittrice su Weibo. «Grazie al popolo» (sottinteso, non a Xi)

Rassegna stampa (Corriere della Sera)

(Guido Santevecchi) Si chiama Wang Fang, nom de plume Fang Fang, è una scrittrice di successo, ha vinto il Premio Lu Xun nel 2010. Non ha bisogno di pubblicità, ma il suo diario di guerra di cittadina di Wuhan assediata dal coronavirus ha conquistato il cuore dei cinesi: in quattro milioni lo hanno seguito ogni giorno su Weibo, il Twitter mandarino. Altri milioni hanno letto i suoi post su WeChat, la piattaforma dei messaggi istantanei. 

Abbiamo detto che il racconto di Fang Fang è stato seguito «ogni giorno» da milioni di cinesi: forse dovremmo dire «ogni notte», perché il diario è stato pubblicato a mezzanotte e in tantissimi lo hanno aspettato a quell’ora, come calmante dell’ansia e anche per anticipare la censura che all’alba si attivava per spazzare via dal web il materiale sgradito al Partito-Stato.