6 dicembre 2012

San Gimignano, un piazza per la pace con l'intitolazione al Premio Nobel San Suu Kyi

Cerimonia che si è tenuta sabato in piazza delle Erbe in occasione della Festa della Toscana dedicata alle donne
Il sindaco Bassi: «Nel deserto delle ideologie e della sconfitta morale un messaggio di rilancio dei valori veri, dell’impegno civico e della partecipazione ai destini di tutto il mondo»
 «Aung San Suu Kyi è un’icona straordinaria che merita di essere evidenziata, non solo ai sangimignanesi, ai giovani ma anche a tutti coloro che vengono a farci visita, come una donna incredibile, portatrice di un’esperienza di vita unica, che ha sacrificato se stessa per un ideale di pace, di libertà e di democrazia e per il riscatto del suo popolo». Con queste parole il sindaco di San Gimignano Giacomo Bassi ha intitolato piazza delle Erbe alla leader birmana premio Nobel per la pace e, da sempre, in prima linea per la difesa dei diritti umani nel suo Paese. «Come tanti giovani che oltre sessant’anni fa decisero di dare la loro vita per il riscatto della nostra Italia – ha aggiunto Bassi - , oggi siamo di fronte ad un eroe  dei nostri tempi che veicola dei messaggi e dei valori straordinari che devono essere esaltati e posti di fronte all’opinione pubblica.

Suu Kyi guiderà commissione inchiesta su protesta contro miniera

2 dicembre 2012

Yangon - La leader dell'opposizione birmana, Aung San Suu Kyi, è stata nominata a capo della commissione d'inchiesta sull'azione di repressione della polizia contro i manifestanti che si oppongono ad una miniera di rame. E' stato il presidente del Myanmar, Thein Sein, a nominare la premio Nobel per la pace alla testa della commissione di 30 persone che dovrà far luce sui motivi della protesta e l'azione della polizia.

Ripreso da
Adnkronos/Dpa

3 dicembre 2012

Sesto anno della “Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità” dell’ONU

di Franco Previti

Il 6 dicembre 2012 ricorre il sesto anno dall’adozione avvenuta a New York da parte dell’ONU, della “Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità" (Distr.General A/61/617 Sixty First Session), ratificata (e pubblicata dalla Gazzetta Uff. n. 61 del 14 marzo 2009) dal Parlamento Italiano il 20 febbraio 2009, (con un Preambolo e 50 articoli,) compreso il Protocollo Opzionale (composto da 18 articoli), incarnata nella legge 3 marzo 2009 n. 18 (speciale dossier).
Le mie riflessioni, soprattutto con l’obiettivo del bene comune, (la n/s Associazione costituita nel 1994 non ha richiesto né gode di contributi economico-finanziari palesi od occulti) sono tese ad illustrare un provvedimento legislativo che nella ratifica, in una certa parte, è stato a danno del mondo cattolico, della disabilità, dell’etica.
Siamo stati e tutt’ora restiamo in perfetta sintonia:
1.) con la Santa Sede, che ha richiesto al mondo nel 2007, compreso l’Italia, “precise riserve così da escludere ogni riferimento all’aborto, sia come diritto che come modalità e metodo della salute riproduttiva” (Dichiarazione S. Sede del 13 dicembre 2006, a New York nella fase di ratifica, dai Cardinali Migliore e Lozano Barragan);
2.) con il mondo della disabilità a difesa dei diritti e della dignità umana, che ha subito una evidente discriminazione.

Birmania: nuovo corso, vecchi metodi

30.11.2012

In un recente Blog sulla Birmania abbiamo parlato della lotta degli abitanti di un distretto a nord di Mandalay, contro la presenza di una miniera di rame di proprietà cinese, che toglie terra e lavoro ai contadini locali oltre a inquinare le sorgenti.

Nell’era della nuova democrazia birmana, la protesta aveva trovato rilievo sulla stampa e veniva invocata una mediazione sia con il governo che con la compagnia straniera interessata per bloccare il progetto in attesa di un’indagine sul suo impatto ambientale. Ma due giorni fa la polizia ha sparato lacrimogeni e forse proiettili di gomma contro i manifestanti per rimuovere i blocchi alle strade d’accesso della miniera, ferendo una trentina di civili e religiosi. Un segnale che le mosse delle forze dell’ordine potrebbero ancora essere condizionate degli interessi delle compagnie straniere. In un primo momento uno dei ministri del nuovo governo aveva anche preparato una dichiarazione in supporto dell’operato della polizia, ma poi l’ha ritirata dalla circolazione.

Per una semplice coincidenza, Aung San Suu Kyi è capitata in visita nel distretto di Monywa proprio poche ore dopo che si erano verificati i fatti. A differenza dell’atteggiamento neutro tenuto a proposito delle rivolte buddhiste e musulmane nell’Arakan, o del conflitto separatista nello Stato Kachin, nel caso della protesta contro la  miniera di Letpadaung la Lady è intervenuta immediatamente, cercando una mediazione tra esigenze e diritti delle popolazioni e gli interessi economici delle compagnie coinvolte.

La leader dell’opposizione sa che dopo le aperture della Birmania ai capitali delle economie occidentali, la Cina ha perso il monopolio degli affari, tradizionalmente basati sull’utilizzo (o sfruttamento come dicono i gruppi umanitari e le popolazioni interessate), delle risorse nazionali birmane. Per questo ultimamente le autorità di Pechino e le loro compagnie hanno annunciato una linea più morbida (conquistare cuori e menti) nell’approccio verso le genti colpite da progetti di forte impatto ambientale come dighe, miniere, gasdotti.

Ma l’operazione brutale di polizia contro i cittadini e monaci inermi, sembra dimostrare che l’ottimismo è ancora prematuro.

Ripreso da
La Repubblica