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5 settembre 2025

VIOLENTO TERREMOTO NELL’AFGHANISTAN ORIENTALE. MOLTE VITTIME ED INGENTI DANNI, MA NOTEVOLE È LA FORZA SPIRITUALE DIMOSTRATA DAGLI ABITANTI

Emilio Asti

Poco prima della mezzanotte del 31 agosto, quando molti stavano già dormendo, un violento sisma di

magnitudo 6 della scala Richter, calcolato a una profondità di 8 km dal suolo, con epicentro a circa 40 km dalla città di Jalalabad, capoluogo della provincia di Nangahar nell’Afghanistan orientale, non lontana dal confine pakistano, ha colpito quella zona. Si sono poi verificate scosse di assestamento, che hanno aggravato la situazione e provocato ulteriore panico tra la popolazione, già duramente colpita. Oltre alla provincia di Nangahar il terremoto ha colpito anche le province di Kunar e Laghman, a ridosso del confine col Pakistan. L’effetto si è fatto sentire anche in altre zone del Paese e nella parte occidentale del Pakistan. Si calcola che vi siano stati circa 1500 morti ed oltre 3000 feriti, ma probabilmente, anche secondo la Mezzaluna Rossa afgana, la principale organizzazione umanitaria del Paese, il bilancio delle vittime pare purtroppo destinato ad aumentare.

5 agosto 2025

IL SUFISMO. LA CORRENTE MISTICA DELL’ISLAM

Presente in tutto il mondo islamico e anche in Occidente, il Sufismo, fenomeno spirituale di grande portata, introduce elementi innovativi rispetto all’Islam tradizionale e continua a esercitare notevole interesse.

di Emilio Asti

Il misticismo attraversa tutte le principali religioni, e anche l’Islam non fa eccezione, contraddicendo un’immagine spesso superficiale. Il Sufismo, cui sono attribuite varie definizioni, ha radici molto antiche e ha profondamente influenzato la storia dell’Islam. Secondo alcuni studiosi, questa disciplina spirituale risale allo stesso profeta Maometto, che pregava e digiunava nella grotta di Hira, presso la Mecca, dove ricevette la prima rivelazione del Corano. Si narra che anche alcuni suoi compagni abbiano scelto il ritiro dal mondo per cercare una spiritualità più profonda. I primi mistici islamici furono influenzati dal Cristianesimo e, in parte, anche da Induismo e Buddismo, traendo ispirazione dalle pratiche dei monaci eremiti del deserto egiziano e siriano.

Dall’Africa all’Asia Centrale e Meridionale, fino al Sud-Est asiatico e ai Balcani, il Sufismo ha avuto un’ampia diffusione; e, nonostante la diversità etnica e linguistica, i Sufi hanno condiviso valori comuni. In Occidente, diversi gruppi si ispirano agli insegnamenti dei maestri sufi; in Italia fu particolarmente noto Gabriele Mandel Khan, studioso e autore di numerose opere. Alcuni ritengono che anche San Francesco d’Assisi, soprattutto con il Cantico delle Creature, sia stato influenzato da questa corrente, considerando i suoi rapporti col mondo islamico. Il cantante Franco Battiato, interessato alla dimensione mistica, in alcune sue canzoni ha espresso sentimenti riconducibili al Sufismo.

3 aprile 2025

Afghanistan: tra aspirazioni di rinnovamento e il peso della tradizione

Dopo anni segnati da conflitti e instabilità, l’Afghanistan sembra attraversare una fase di relativa calma. Tuttavia, le sfide interne e le tensioni geopolitiche restano profonde, mentre il Paese si trova a un bivio tra il desiderio di cambiamento e il radicamento di antiche strutture sociali e religiose.

di Emilio Asti

Finora sull’Afghanistan è stato detto molto, forse troppo, ma ora il mondo sembra dimenticarlo. Un Paese sconvolto da anni di conflitti, ma anche ricco di ideali e speranze, purtroppo ancora in preda a gravi problemi umanitari. Dall’11 settembre in poi non sono mancate accuse e pregiudizi contro l’Afghanistan e il suo popolo, ma nessuno degli attentatori era afgano, e lo stesso Bin Laden, ritenuto l’organizzatore degli attacchi, era saudita.

Da metà agosto 2021, con la ripresa del potere, i Talebani si sono trovati a governare con scarse risorse, isolati politicamente e costretti a fronteggiare le minacce dell’ISIS. Rispetto al primo regime talebano, hanno mostrato un volto più moderato, cercando di smentire le preoccupazioni internazionali. Il loro ritorno al potere ha provocato una fuga precipitosa di migliaia di persone, descritta dai media con immagini drammatiche, paragonate, talvolta con eccessi, alla caduta di Saigon e alla fuga dal Vietnam del Sud.

29 dicembre 2024

A VALUABLE EDUCATIONAL PROJECT FOR IMPROVING THE LIVES OF CHILDREN IN AFGHANISTAN

By Emilio Asti

Education is the foundation of development and a vital path to promoting peace. Unfortunately, in many parts of the world, countless children are deprived of education. Many have no roof over their heads and become street children. Despite the gravity of this tragedy, it often receives little attention from the media.

Children may differ in background, but they are all essential to the future of society. Every child deserves the opportunity to study and develop their talents freely, in an environment free from war and violence.

In Afghanistan, decades of violent conflict have left the country in a dire state, with many people lacking basic necessities like adequate food and shelter. To make matters worse, natural disasters such as earthquakes, floods, and droughts have compounded the hardships.

27 novembre 2024

ESPERIENZA AFGANA

Impressioni di un viaggio in Afghanistan effettuato da Emilio Asti nel mese di maggio del 2000

di Emilio Asti
Fin da quando ero studente sentivo una forte attrazione per l’Oriente e nel corso degli anni successivi, come studioso ed appassionato di culture orientali, mi sono recato più volte in diverse zone dell’Asia. Il Paese che maggiormente aveva catturato il mio interesse fu l’Afghanistan, su cui avevo letto molte pagine che avevano suscitato in me il profondo desiderio di recarmi in quel Paese e conoscere il suo popolo. Visitare l'Afghanistan fu come viaggiare nel tempo e scoprire una dimensione culturale e spirituale molto diversa dall'Occidente, che non può venire giudicato col metro europeo. Pur breve, il mio soggiorno è bastato a farmi una prima idea di quel Paese, che più lo si conosce più stupisce, poco sviluppato dal punto di vista materiale, ma di grande valore culturale e spirituale, in Afghanistan infatti c’è più cultura di quanto si possa immaginare. Ho avuto l’impressione di aver spalancato la porta su un mondo affascinante e ciò si rivelò un’esperienza indimenticabile, i contatti con la gente, nonostante le differenze di lingua e cultura, sono stati davvero toccanti, ma non potevo fare a meno di riflettere sulla storia di questo sfortunato Paese. 

13 dicembre 2023

L’Africa del XXI° secolo

La UPF ha organizzato diversi Summit in diverse nazioni africane: Senegal e Sud Africa nel 2018, e in Niger nel 2019. A questi eventi hanno partecipato rappresentanti istituzionali delle 54 nazioni africane, i cui temi principali erano centrati sulla "Nuova Africa": Interdipendenza, Prosperità Condivisa e Valori Universali.

di Giorgio Gasperoni

Con il suo patrimonio culturale unico e le ricche risorse umane e naturali del continente, l'obiettivo dei summit erano di discutere le cruciali questioni legate all'interdipendenza, alla prosperità reciproca e ai valori universali, cercando soluzioni alle sfide comuni affrontate dai 1,7 miliardi di abitanti e dalle 54 nazioni del continente africano.

Dopo il Summit a Città del Capo, alcuni rappresentanti occidentali dell'UPF, che hanno offerto il loro impegno in Africa per diversi decenni, hanno espresso piacevolmente la loro sorpresa. Si sono interrogati su chi siano gli africani del 21° secolo e cosa desiderino. È evidente che gli africani del XXI secolo stanno cercando di superare le umiliazioni subite durante il dominio straniero del XX secolo. Tuttavia, è altrettanto evidente che tornare alla mentalità dell'Africa precedente al dominio straniero, quasi al 20° secolo, non è un'opzione. Nel XXI secolo, le carte dell'Africa sono state mescolate in modo irreversibile.

13 ottobre 2023

DALL’AFGHANISTAN UN GRANDE ESEMPIO DI FORZA D’ANIMO

Emilio Asti 

Forse nessun altro Paese è stato così tante volte scenario di conflitti come l’Afghanistan, i cui abitanti per lungo tempo hanno continuato a vivere in mezzo alla violenza e alla miseria, in un ambiente colpito da numerose calamità naturali. Non bisogna dimenticare che il territorio afghano è una zona ad alta sismicità, diversi infatti sono stati i terremoti verificatisi nel corso degli anni, con un clima fortemente continentale, caratterizzato da inverni gelidi ed estati torride, inoltre lunghi periodi di siccità si sono alternati a forti alluvioni, aggravando una situazione di profonda miseria. 

Alcuni giorni fa un violento terremoto ha colpito la provincia di Herat, situata nell’Afghanistan occidentale, non lontana dalla frontiera con l’Iran, provocando circa 2500 vittime e migliaia di feriti, ma il bilancio pare destinato ad aumentare. Questa dichiarazione, ripresa dai mezzi di comunicazione locali, di un residente di Herat, città fortemente colpita dal sisma, pur nella sua semplicità, è significativa: “Tutte le persone sono fuori dalle loro case. Case, uffici e negozi sono tutti vuoti e si temono nuovi terremoti. Io e la mia famiglia eravamo dentro casa, ho sentito il terremoto.” 

6 agosto 2023

LUNGO IL MEKONG: DALLE MONTAGNE DEL TIBET AL MAR CINESE MERIDIONALE. LUOGHI, VICENDE E RIFLESSIONI

Conferenza tenuta dal prof. Emilio Asti a Macugnaga (VB) il 23/7/2023

Sono già parecchi anni che a Macugnaga, famosa località di villeggiatura montana ai piedi del Monte Rosa, Emilio Asti, studioso di culture orientali, tiene conferenze, organizzando anche vari eventi culturali. Quest'anno ha tenuto un'interessante conferenza, ricca di spunti interessanti ed arricchita dalla proiezione di due video, inserita nell'ambito delle manifestazioni culturali estive organizzate con il patrocinio del Comune di Macugnaga e di altre istituzioni.

All'inizio della conferenza lui ha illustrato il corso del grande fiume Mekong, che con una lunghezza di quasi 5 mila km è uno dei fiumi più lunghi del mondo e rappresenta per diverse aree un'importante via di comunicazione. Il suo ecosistema molto complesso, con una fauna ittica particolarmente ricca, appare purtroppo minacciato da vari fattori; la costruzione di molte dighe ha infatti causato vari problemi all'ambiente. Dalle alte montagne del Tibet, dove si trova la sua sorgente fino alla foce nel Mar Cinese meridionale, è un susseguirsi di paesaggi diversi e situazioni culturali differenti, una vasta area estremamente interessante sotto molti punti di vista. Il Prof. Asti ha cercato di presentare brevemente diversi aspetti geografici e culturali, oltre alle varie condizioni politiche dei Paesi attraversati dal Mekong, mettendo inoltre in risalto le diverse questioni inerenti alla vita delle popolazioni stanziate sulle sue rive, costrette a fare i conti con molti nodi non risolti del passato e problemi ancora aperti. In questa conferenza lui ha preferito dare la priorità alle riflessioni personali, considerando che, a suo avviso, la descrizione dei paesaggi fosse meno importante.

24 maggio 2023

L'importanza della filosofia nelle diverse regioni dell'Africa: Peculiarità e riflessioni

Introduzione

La filosofia è una disciplina che da secoli ha guidato l'umanità nel suo sforzo per comprendere il mondo e dare senso alla nostra esistenza. Spesso associata alle tradizioni filosofiche occidentali, la filosofia africana è spesso trascurata o poco conosciuta. Tuttavia, l'Africa vanta una ricca tradizione filosofica che riflette la diversità culturale, spirituale e intellettuale del continente. In questo articolo, esploreremo l'importanza della filosofia nelle diverse regioni dell'Africa e le sue peculiarità uniche.

di Giorgio Gasperoni 

La filosofia africana: una ricchezza trascurata

La filosofia africana è spesso stata trascurata o relegata a un ruolo marginale nella storia della filosofia occidentale. Questo è in parte dovuto alla tendenza a identificare la filosofia con le tradizioni filosofiche greche ed europee. Tuttavia, l'Africa ha sviluppato una vasta gamma di sistemi di pensiero filosofico che affrontano temi fondamentali come l'esistenza, l'etica, la conoscenza e la spiritualità.

 La filosofia orale africana e la sua trasmissione

Una caratteristica distintiva della filosofia africana è la sua tradizione orale. Molti sistemi filosofici africani sono stati trasmessi attraverso storie, proverbi, miti e saggezza popolare. Questa forma di filosofia orale ha svolto un ruolo essenziale nella trasmissione di valori morali, conoscenza ancestrale e riflessioni sulla vita e la natura umana. La filosofia africana si basa spesso sull'esperienza collettiva, il dialogo e la saggezza condivisa.

11 luglio 2022

UNO SGUARDO SULL'INDOCINA: PRESENTE E PASSATO

Teatro di una serie di tragiche vicende, sullo sfondo di un’aspra contrapposizione tra Est e Ovest, l’Indocina, nonostante le molte ferite del passato, pare ormai avviata verso nuove prospettive di sviluppo.

di Emilio Asti

Adottato in epoca coloniale, quando Vietnam, Cambogia e Laos formavano parte dell’Unione Indocinese, creata dalla Francia, il termine Indocina, è poi rimasto ad indicare questa regione in cui vengono spesso incluse anche la Thailandia e il Myanmar.

Pur racchiudendo popolazioni diverse tra loro l’Indocina non è una semplice espressione geografica, ma nell’area del Sud-Est asiatico, costituisce un mondo a sé.

Le analisi sociopolitiche su questa regione, che ha sempre avuto una notevole importanza strategica, compiute alcuni anni addietro, che spesso ne proponevano un’immagine riduttiva, sono ora superate dalle nuove dinamiche politiche ed economiche, che vedono la rottura di vecchi equilibri e la formazione di nuove alleanze. 

6 giugno 2022

Albertina Soliani parla del Myanmar

Cari Amici, vi scrivo nel giorno di Pentecoste, cinquanta giorni dopo la Pasqua.

È la venuta dello Spirito Santo. Il meglio che c’è in giro, si direbbe.

Si creda o no, evoca il cambiamento.

“Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra”, Salmo 103.

E l’antica Sequenza ripete:

“Nella fatica, riposo,

  nella calura, riparo,

  nel pianto, conforto”.

Questo giugno vedrà ancora fatica e pianto, a quando il riposo?

Sono molto in pena per il popolo birmano e per Aung San Suu Kyi. Sono soli, sottoposti a ogni violenza e oppressione, affidati soprattutto a sé stessi. Vale soltanto la scelta della loro coscienza, la loro forza interiore, la loro integrità, la loro fedeltà. Virtù personali e collettive. Questo è oggi il Myanmar. Aung San Suu Kyi e il suo popolo sono dei giganti in questo. E’ così difficile riconoscerlo? La comunità internazionale sembra impotente, come anche la guerra in Ucraina dimostra.

Il Myanmar resiste, e muore. Nei giorni scorsi sono stati condannati a morte per impiccagione 4 persone, tra cui Zayer Thaw, un deputato dell’NLD, e Ko Jimmy, che ho conosciuto con Giuseppe, leader degli studenti nel 1988.Non sappiamo quando la sentenza sarà eseguita, sarebbe la prima dagli anni ‘90.

6 novembre 2021

I TALEBANI: IDENTITÀ E VICENDE DI UN MOVIMENTO ISLAMICO FONDAMENTALISTA

Tornati recentemente al potere in Afghanistan i Talebani, protagonisti di esperienze di lotta e di governo, continuano a suscitare interrogativi e timori.

di Emilio Asti

Dopo la rapida presa del potere dei Talebani a Kabul, ai quali non è stata opposta resistenza, uno scenario considerato improbabile solo pochi mesi fa, parecchie sono le domande che molti ora si pongono. Nessuno può negare che per l’Afghanistan ed anche per l’intera regione, che da tempo rappresentano un’area esplosiva, si sia aperta una nuova fase, piena di incognite.

Le reazioni in Occidente sono state allarmistiche e sono molti i governi timorosi nei confronti del nuovo governo afghano che non paiono credere alle promesse dei Talebani, convinti che non sia possibile alcun dialogo con loro. Non si può negare che la loro visione sia incompatibile con la democrazia; tuttavia, non ci si può limitare a qualificarli soltanto come un gruppo di fondamentalisti, chiudendo ogni prospettiva di confronto con loro, ma occorre considerare ulteriori aspetti. Da un certo punto di vista la loro fede profonda, sovente accompagnata da duri sacrifici e continui rischi, può essere anche apprezzata, ma parecchie loro scelte, compiute in nome di princìpi religiosi interpretati in modo unilaterale, risultano incompatibili con il rispetto dei diritti umani fondamentali.

26 marzo 2021

IL SOGNO DELLA RIUNIFICAZIONE COREANA. SVILUPPI ATTUALI E SFIDE

Dal momento della tragica divisione del Paese speranze e delusioni si sono alternate, ma nonostante i grossi problemi il popolo coreano, prima o poi, riuscirà a raggiungere la tanto sospirata riunificazione.

di Emilio Asti

Dopo la divisione, più di 70 anni fa, della penisola coreana in due Stati di orientamento ideologico opposto, il Nord retto da un regime comunista, creato con l’appoggio dell’URSS, il Sud invece legato al mondo occidentale, la Corea si trovò ad essere, suo malgrado, un terreno di scontro tra Occidente e mondo comunista. Tuttora la penisola coreana, già devastata da un’aspra guerra fratricida dal 1950 al 1953, che vide l’intervento dell’ONU, rimane una delle aree più militarizzate del mondo ed un pericoloso focolaio di tensione.

Tra le due Coree, che nel corso degli anni hanno continuato ad accusarsi a vicenda, vige solo un cessate il fuoco, a volte turbato da incidenti lungo la linea di demarcazione militare, rigidamente vigilata da una parte e dall’altra, che taglia in due la penisola coreana lungo il 38° parallelo.  L’unico punto di passaggio tra le due Coree si trova a Panmunjom, la località dove nel 1953 venne firmata la tregua, ma tuttora non è possibile, salvo casi sporadici, passare da una parte all’altra della Corea. L’aspetto forse più doloroso causato dalla separazione è il dramma di molte famiglie, i cui membri non hanno potuto più incontrarsi dal momento della tragica divisione del Paese, uno degli eventi più dolorosi della storia coreana. Finora sono stati pochi i coreani che hanno potuto rivedere i parenti che vivono nell’altra parte della Corea.

8 febbraio 2021

SITUAZIONE MYANMAR

6 febbraio 2021 

Ai Deputati e Senatori del Parlamento Italiano 

Ai Membri del Parlamento dell’Unione Europea 

 

Colleghi Parlamentari,  

in queste ore ci giungono notizie drammatiche dal Myanmar. La macchina del colpo di stato che si è messa in moto il 1° febbraio, poche ore prima dell’insediamento del nuovo Parlamento nato dalle elezioni politiche dell’8 novembre scorso, sta stritolando il popolo birmano e lo stato di diritto. Molti arresti, incarcerazioni di massa, ordine alle forze armate di sparare sui manifestanti, oscuramento di internet, interruzioni della telefonia. 

Anche la pandemia rischia di precipitare fuori dal controllo.  

Nel Paese sta crescendo la disobbedienza civile: nei servizi, negli apparati ministeriali, nella vita quotidiana. Siamo a conoscenza di atti di obiezione di coscienza all’interno della polizia e dell’esercito. 

Confinati in questi giorni, adesso i Parlamentari vengono arrestati. Alcuni si danno alla macchia. Tutto sta avvenendo in diretta di fronte al mondo.  

5 febbraio 2021

WE ARE MYANMAR

Albertina Soliani

It has been three days since the coup in Myanmar, and it seems thirty years. An abysmal distance from the time we are going through, the irruption of a foreign body into our life. Situations already seen in '88 and 1990: the cancellation of the newly elected Parliament, the detention of Aung San Suu Kyi, thousands of political leaders, activists, journalists, artists arrested. Everything as it was back then. What really strikes is the repetitiveness, and the temerity of going against the world and against history.

In Naypyidaw at dawn on 1st February, a few hours before the inauguration of the new Parliament, the Tatmadaw - the army of 500,000 people - arrested the President of the Republic U Win Myint and the State Counsellor Aung San Suu Kyi, confining the parliamentarians. Today the NLD parliamentarians, disobeying, gather in Naypyidaw to form the new government.

NOI SIAMO IL MYANMAR

di Albertina Soliani

Sono passati tre giorni dal colpo di stato in Myanmar e sono come trent'anni. Una distanza abissale dal tempo che stiamo vivendo, l'irruzione di un corpo estraneo nella nostra vita. Scene già viste nell' '88 e nel 1990: cancellazione del Parlamento appena eletto, messa agli arresti di Aung San Suu Kyi, arrestati migliaia di dirigenti politici, attivisti, giornalisti, artisti. Tutto come allora. Colpisce la ripetitività, e la temerarietà di mettersi contro il mondo e contro la storia.

All'alba del primo febbraio, a Naypyidaw, qualche ora prima dell'insediamento del nuovo Parlamento, il Tatmadaw, l'Esercito di 500.000 persone, ha arrestato il Presidente della Repubblica U Win Myint e la Consigliera di Stato Aung San Suu Kyi, confinando i parlamentari. Oggi i parlamentari dell'NLD, disobbedendo, si riuniscono a Naypyidaw per costituire il nuovo Governo.

Un colpo di stato vero, con i militari e i loro mezzi che occupano tutto, sbarrano le strade, bloccano le comunicazioni. Chiudono il Paese al mondo, di nuovo. A due mesi dalle elezioni stravinte dall'NLD, il partito di Aung San Suu Kyi. Si capisce bene che i capi militari avevano cominciato a temere che adesso si facesse sul serio, che sarebbe stato ridimensionato il loro potere politico ed economico, la loro presa sul Paese. Il Generale Min Aung Hlaing era deciso a diventare presidente. Queste le vere ragioni. L'accusa di scorrettezze elettorali era il pretesto.

25 giugno 2020

L’AFGHANISTAN AL TEMPO DEI TALEBANI. RICORDI DI UN VIAGGIO

di Emilio Asti

Da tempo desideravo visitare l’Afghanistan, ma quel Paese, da anni scenario di drammatiche vicende politiche, poi associato all’estremismo islamico, non era accessibile ai viaggiatori. Finalmente nel Maggio del 2000 il mio desiderio si realizzò grazie ad alcuni amici pakistani di Peshawar, città vicina alla frontiera afghana, i quali recatisi in Afghanistan più volte, mi aiutarono ad ottenere il visto d’ingresso. Approfittando del fatto che dovevano ancora recarvisi per sbrigare alcune faccende, accettai volentieri di viaggiare con loro. 
Molto diverso da tutti i Paesi vicini l’Afghanistan, ufficialmente denominato “Emirato Islamico dell’Afghanistan”, costituiva una realtà unica nel suo genere, difficilmente comprensibile, di cui ancor oggi conservo un vivido ricordo. Dal 1996 ad opera dei talebani era in atto una sorta di rivoluzione spirituale islamica, finalizzata alla costruzione di una nuova società, che voleva essere di esempio per tutto il mondo islamico e patria ideale per i veri credenti musulmani. A tal fine il regime talebano, che vagheggiava il ritorno alla tradizione dell’Islam delle origini, aveva cercato di eliminare tutto ciò che ritenesse contrario a tale ideale. Il mondo esterno veniva considerato in termini negativi e per tale motivo i talebani, che si ritenevano gli esecutori della volontà divina, volevano tenere le persone al riparo dalle influenze straniere. I contatti col resto del mondo erano ridotti al minimo, tuttavia i traffici col Pakistan non si erano interrotti. In quel tempo per la crescente influenza di Al Qaeda l’Afghanistan ospitava tanti combattenti islamici di varie nazionalità che qui ricevevano assistenza ed addestramento, ma costoro evitavano di farsi vedere in pubblico.

1 marzo 2020

RELIGIONE E DIMENSIONE POLITICA IN IRAN

Da un antico passato sino ad oggi l’Iran, nonostante le molte dolorose vicissitudini, ha mantenuto un ricco retaggio spirituale che tuttora influenza non solo la sfera politica, ma ogni aspetto della vita.

di Emilio Asti
Anticamente noto come Persia, terra natale di importanti personaggi quali Zoroastro e Ciro il Grande, questo Paese, che ha visto lo sviluppo di fiorenti civiltà, sin dall’antichità ha conosciuto diverse correnti spirituali.
Lo Zoroastrismo, l’antica religione autoctona che insegnava la fede in un unico Dio, divenuta religione di Stato durante la dinastia dei Sassanidi, ha continuato a sopravvivere anche dopo l’invasione araba e l’adozione dell’Islam, influenzando diverse letterature apocalittiche.
Nominato anche nella Bibbia, che lo definisce “strumento nelle mani di Dio”, Ciro il Grande nel VI secolo a.C. aveva fondato un impero molto vasto, in cui erano presenti diverse tradizioni spirituali, garantendo a tutti i sudditi la possibilità di mantenere le proprie credenze.

31 dicembre 2019

La rivolta degli studenti cinesi e il crollo del muro di Berlino

Una riflessione a 30 anni di distanza

di Emilio Asti
Caratterizzato da profondi mutamenti, che hanno trasformato gli equilibri mondiali e paiono aver chiuso un’epoca, il 1989 è stato testimone di una sequenza di eventi rilevanti, dalla rivolta degli studenti cinesi sino al crollo del Muro di Berlino e dei regimi comunisti dell’Europa orientale. Sono ormai trascorsi 30 anni da quei fatti, le cui conseguenze riesce tuttora difficile valutare pienamente. 
Proprio nell’ ´89 ebbe inizio una nuova storia per il continente europeo, grazie soprattutto a Gorbaciov, la cui politica permise agli Stati satelliti dell’URSS di decidere liberamente il proprio destino. Venne meno infatti la divisione dell’Europa in due blocchi sancita al termine del secondo conflitto mondiale e prese corpo la speranza di un’Europa in cui tutti i suoi abitanti potessero vivere in pace e libertà. Inoltre in quell’anno le ultime truppe sovietiche lasciarono l’Afghanistan, invaso un decennio prima, e il cui ritiro, in seguito ad una sconfitta politica e militare, era iniziato l’anno precedente.
In quel tempo anche la Cina, fece parlare molto di sé a motivo delle proteste degli studenti in piazza Tian An Men, che volevano farsi promotori di un cambiamento democratico. 

4 novembre 2019

C’ERA UNA VOLTA IL MURO DI BERLINO. UN’ANALISI NEL 30º ANNIVERSARIO DEL CROLLO

30 anni fa con la caduta del Muro di Berlino una nuova stagione di libertà si apriva per la Germania e l’intera Europa, che con la sparizione della Cortina di Ferro e successivamente con la dissoluzione dell’URSS vide la fine della Guerra Fredda


di Emilio Asti
Testimone di importanti avvenimenti che hanno avuto un forte impatto mediatico a livello mondiale, il 1989 ha rappresentato un periodo cruciale per l’Europa e il mondo. In quell’anno anche la Cina fece parlare di sé con la ribellione degli studenti che nella famosa piazza Tien An Men a Pechino diedero vita a massicce dimostrazioni per la democrazia, poi brutalmente represse dall’esercito.
Il crollo del Muro nel Novembre di quell’anno fu un evento che nessuno riuscì a prevedere. Nell’estate del 1987 a Berlino Ovest si era svolta, organizzata dal CARP, movimento studentesco a carattere internazionale, una grande manifestazione per l’abbattimento del Muro al motto di “Die Mauer muss weg”, ossia il Muro deve scomparire, che, alla luce di quanto avvenuto poi, è venuta ad assumere quasi un significato profetico. Chi allora avrebbe potuto immaginare che nel giro di poco tempo il Muro, barriera simbolo della divisione tra Est e Ovest, che pareva destinato a durare ancora a lungo, sarebbe crollato?