Emilio Asti
Poco prima della mezzanotte del 31 agosto, quando molti stavano già dormendo, un violento sisma di
magnitudo 6 della scala Richter, calcolato a una profondità di 8 km dal suolo, con epicentro a circa 40 km dalla città di Jalalabad, capoluogo della provincia di Nangahar nell’Afghanistan orientale, non lontana dal confine pakistano, ha colpito quella zona. Si sono poi verificate scosse di assestamento, che hanno aggravato la situazione e provocato ulteriore panico tra la popolazione, già duramente colpita. Oltre alla provincia di Nangahar il terremoto ha colpito anche le province di Kunar e Laghman, a ridosso del confine col Pakistan. L’effetto si è fatto sentire anche in altre zone del Paese e nella parte occidentale del Pakistan. Si calcola che vi siano stati circa 1500 morti ed oltre 3000 feriti, ma probabilmente, anche secondo la Mezzaluna Rossa afgana, la principale organizzazione umanitaria del Paese, il bilancio delle vittime pare purtroppo destinato ad aumentare.