30 marzo 2015

La dignità umana fa parte del nostro comportamento sociale?

Lo pensava così il pilota tedesco che si è schiantato nell’Alta Provenza?

di Franco Previte
Ancora una volta la “mannaia” della mente sconvolta ha colpito innocenti, ancora una volta “qualcuno” deve rispondere alla propria coscienza, ancora una volta dobbiamo “sentirci” impotenti innanzi a quelle orribili notizie che provengono dalle Alpi Francesi, dove Andreas Lubitz, il copilota alla guida dell’Airbus della Germanwings si è schiantato deliberatamente su quelle montagne dell’Alta Provenza con 149 persone a bordo!

27 marzo 2015

Scuola “Barolini” esempio d’integrazione

La scuola italiana è sempre di più nel mirino dell'opinione pubblica, ma nonostante tutte le difficoltà cerca di attrezzarsi nel migliore dei modi per affrontare l'accoglienza degli alunni neo-arrivati e per gestire le diversità. Ne è un esempio la scuola media di Vicenza” Barolini” che accoglie di anno in anno nuovi alunni stranieri; la Preside della scuola, dottoressa Emanuela Vicari, alle nostre domande ci ha dato queste risposte.

di Rada Rajic Ristic

Come si prepara la scuola per accogliere gli alunni stranieri?

La prima accoglienza è a cura di un docente che colloquia con la famiglia per capire scolarità pregressa, abilità linguistiche percepite, aspetti salienti dell'alunno (carattere, vissuto, profitto, comportamento, elaborazione dello strappo dal paese natale,..). Detto docente nominato dal collegio docenti plenario, la cosiddetta funzione strumentale per l'integrazione degli alunni stranieri, con una commissione organizza poi un accertamento culturale con prove di italiano, matematica, inglese, di solito, per acquisire dati utili all'assegnazione dell'alunno alla classe e per predisporre un piano di azione mirato.

I bambini Ambasciatori di pace

“Io sono Giovanni, e tu? Io sono Min Min Thu”.

di Giuseppe Malpeli
L’Associazione per l’Amicizia Italia-Birmania, che io rappresento, ha fatto dell’amicizia il valore portante del rapporto con il popolo birmano, in particolare con i bambini e le bambine di quel Paese. Altri, in questa fase, hanno preferito il business, qualche volta fine a se stesso, il turismo per la bellezza del paesaggio e della raffinata cultura che la Birmania offre ai visitatori, il sostegno diretto a iniziative umanitarie o progetti di sviluppo.

17 marzo 2015

Sport, strumento di Pace - Torino

Premessa storica e implicazione sociale

Il conflitto tra Israele e la Palestina non influenza solamente la regione medio orientale ma il mondo intero. Molte iniziative sono state fatte negli anni per portare la pace, dare speranza e alleviare la sofferenza delle persone delle zone in conflitto.
Tuttavia, anche se le soluzioni politiche sono importanti, non sono efficaci se non c’è fiducia e riconciliazione tra la popolazione. Lo sport è un elemento potentissimo per far incontrare i ragazzi, aiutarli a creare armonia e far cadere gli steccati delle diversità.
Il progetto vuole essere di supporto nel creare le condizioni affinché si costituisca una piattaforma di riconciliazione e educazione verso i giovani, attraverso il calcio.

Un calcio per la Pace

di SALVINO CAVALLARO - martedì 17, 2015

Torino accoglie gli ambasciatori di pace “PEACE DREAMERS”

La pace nel mondo. Il sogno dei sogni che non è utopia, ma qualcosa che prima o poi si avvererà. Ne siamo sicuri. Si deve però lavorare col pensiero di crederci tanto, senza riserve. Sì, perché è obbligo credere con tutte le proprie forze a questo sogno di pace universale, desti come siamo nel compenetrarci nella parte di chi sa che certi obiettivi si raggiungono soltanto attraverso l’amore, l’unione d’intenti, la fratellanza. La pace globale è un lungo cammino, un percorso da fare in una strada impervia che spesso s’interseca tra ripide salite e angoli oscuri, che non lasciano intravvedere la dirittura d’arrivo. Ma “IL DIRITTO DEI POPOLI ALLA PACE” è il Diritto dei Diritti della

TORINO, 20-25 MARZO: UN CALCIO PER LA PACE. LO SPORT COME STRUMENTO INTERNAZIONALE DI PACE

Dal 20 al 25 Marzo Torino sarà protagonista di un grande evento internazionale per la pace e la riconciliazione: UN CALCIO PER LA PACE. Un evento storico, anche per chi non è appassionato di sport.

7 bambini arabo-israeliani e 7 bambini ebreo-israeliani di 11 anni, provenienti da piccoli villaggi del nord, non lontani dai Territori Occupati, tutti appassionati di calcio, saranno i piccoli ambasciatori di questo progetto, organizzato da UPF (Universal Peace Federation) e WFWP-Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo Italia.
Shahar, Sahar, Din, Minoy, Menachem, El Roei, Eyal, Ward, Abed Elmagid, Ahmad, Mahdi, Moemen, Mohammad, Abdallah. Si conosceranno in aereo e impareranno a stare insieme in armonia, visiteranno la città, incontreranno i giocatori e il Mister del Torino F.C. e ne ascolteranno i consigli “tattici”, si alleneranno con i bambini della Soccer School Juventus F.C. a Vinovo e saranno in tribuna per la partita Juventus – Genoa. Formeranno una squadra – “Peace Dreamers” - sfidando i loro coetanei, portando a tutti un forte messaggio: Pace è anche un calcio al pallone.

Famiglie sane assicurano cittadini responsabili: DIRITTI UMANI, PACE E DIGNITÀ UMANA

Commemorazione: Il 20° Anniversario dell'Anno Internazionale della Famiglia (9 dicembre 1994), il 25° Anniversario della Convenzione sui Diritti del Bambino (20 novembre 1989)

Intervento al Parlamento europeo, Bruxelles, 20 novembre 2014
di Carolyn Handschin, Presidente WFWP-Europe
Illustri leader parlamentari, donne e uomini, e illustri leader giovanili, il titolo dell’argomento che tratterò, riguarda “Le famiglie sane assicurando cittadini responsabili: i diritti umani, la pace e la dignità umana”, tutti concetti che sono stati già citati oggi. E per ribadire, soprattutto, che questo evento è stato indetto per ricordare sia il 25° anniversario della Convenzione sui diritti del Bambino (oggi) e sia il 20° anniversario dell'Anno Internazionale della Famiglia (che si celebra nel 2014).

Evoluzione delle nozioni dei Diritti dei Bambini

Guardiamo allo sviluppo del concetto dei “Diritti del Bambino”. Ci sono molti studenti tra il pubblico, e non siamo tutti esperti di queste convenzioni, così darò una breve panoramica. Il concetto di un quadro globale sui diritti dei bambini emerse per la prima volta nel 1924, dopo gli eventi della prima guerra mondiale, quando la Società delle Nazioni ha adottato una convenzione chiamata, la
“Dichiarazione di Ginevra sui Diritti del Bambino”.

Diritti dei bambini o il diritto ad avere bambini: chi può regolamentare una materia tanto delicata?

In questo scritto rifletterò sul tema assai complesso dei “diritti dei bambini” fino a lambire il “diritto ai bambini” da parte di genitori senza figli. Soprattutto rifletterò sull'interconnessione tra le due realtà che indicano, a mio avviso, le due facce di una stessa medaglia.

di Pasqua Teora
Un tempo, ma non tanto tempo fa, quando una donna aveva parecchi figli e un'altra, che non ne poteva avere (che però fosse di buona qualità morale ed economica) ma comunque, in qualche modo legata alla famiglia allargata, era considerato normale cedere un figlio o una figlia alla coppia che non ne poteva avere. Generalmente era il legame tra le due donne a rendere possibile questa transazione e il figlio prescelto generalmente andava a stare meglio dei propri fratelli e sorelle: dove c'erano tante bocche era il poco da spartire tra molti. Viceversa, dove c'era quel solo bambino c'era solitamente abbondanza per quell'unica piccola creatura.

13 marzo 2015

Chiara, la donna che disubbidì due volte

La dott.ssa Maria Chiara Forcella, psicologa, psicoterapeuta, poetessa parla di Santa Chiara partendo dal ricordo della stupenda raffigurazione di San Francesco e Santa Chiara ritratta dal maestro Saetti, riportata nell’antologia “San Francesco e il dialogo con le creature” edito dalla Maison d’Art di Carla d’Aquino, e titolata vestizione di Santa Chiara.

Santa Chiara d’Assisi al secolo Chiara Scifi nacque nel 1193 e morì nel 1253 e fu dichiarata Santa nel 1255 da Papa Alessandro IV.
Il pittore Saetti ha colto in questo quadro l’essenza del rapporto tra i due santi, San Francesco, infatti, fu il fondatore dell’ordine delle clarisse e Santa Chiara prese la decisione di dedicarsi all’ordine monacale dopo aver conosciuto San Francesco. Il Santo più volte ha ricordato che le clarisse per certi versi gli furono vicine più dei suoi fratelli.

Giustizia e libertà, giustizia o libertà

Giustizia e Libertà: due grandi ideali irrealizzabili contemporaneamente. Se non si prendono in considerazione altri valori più alti. E della necessità per la classe politica di ritrovare la propria spiritualità per uscire dal tunnel.


di Antonio Ciacciarelli

Il gruppo di esuli antifascisti che fondò a Parigi, nel 1929, il movimento politico Giustizia e Libertà, compì senz’altro un’opera meritoria, basata su una visione delle cose davvero elevata e condivisibile: non solo lavorare per abbattere il fascismo, ma preparare l’Italia alla transizione verso un nuovo regime democratico, libero e giusto. Lo stesso vale per le brigate partigiane con identico nome che nacquero in Italia dopo l’8 settembre del ’43.

12 marzo 2015

Il contributo della società civile, delle ONG e delle Organizzazioni religiose al rafforzamento del matrimonio e della famiglia nel 21° secolo

30 Giugno 2014 – 1 Luglio, 2014, Ginevra, Svizzera

Il contributo della Federazione delle Famiglie per la Pace e l’Unificazione (FFWPU)

di Timothy MILLER, Vice Presidente FFWPU – Europa
Ho lavorato come assistente sociale supervisionando famiglie adottive nella cura di ragazzi che non potevano vivere nelle loro famiglie naturali a causa di violenze fisiche, emotive o abusi. Ho visto il dolore della separazione dove i genitori sono la fonte della propria vita e identità, ma allo stesso tempo rappresentano gli abusi e la causa delle proprie paure o insicurezze.
Come possono le religioni contribuire al rafforzamento del matrimonio e della famiglia, così da ridurre la piaga sociale delle violenze domestiche?

Oltre i valori non negoziabili?

Lo scorso 17 novembre il Papa ha accolto in Vaticano, esponenti di molte religioni: cattolici, protestanti, ebrei, giainisti, mormoni, musulmani, per non parlare dei sikh, indù e buddisti, un mese dopo il famoso sinodo dei vescovi sulla famiglia. Hanno condiviso le intuizioni delle loro tradizioni di fede sul significato di questa cosa chiamata sesso. Il Papa, nell’accogliere i vari rappresentanti religiosi, ha condiviso le sue preoccupazioni del vivere in una cultura sempre più relativistica, nella quale sempre più persone semplicemente rinunciano a una cultura del matrimonio come impegno pubblico. Questo grande cambiamento viene portato avanti sotto l’insegna della libertà ma nella realtà dei fatti, ha portato una devastazione spirituale e materiale per tantissimi esseri umani in special modo tra i più poveri.
Come si erano svolti i lavori del sinodo sulla famiglia appena un mese prima?
Il contributo del prof. Pino Lucà Trombetta, dell’università di Bologna e responsabile GRIS, sulle pagine di questo giornale, mette in luce come si sono svolti i lavori. Il prof. Lucà fa un’ampia analisi delle varie posizioni emerse all’interno del Sinodo dei Vescovi. È sui temi etici “non negoziabili”, infatti, il dibattito si è sviluppato in modo del tutto nuovo.

 

di Pino Lucà Trombetta*
Il Sinodo sulla famiglia voluto da papa Francesco, per il modo stesso con cui si è deciso di affrontare il tema famiglia e sessualità rappresenta un’inversione di tendenza rispetto al passato; già a partire dal Documento preparatorio e dal Questionario in cui si chiedeva alle diocesi di esprimersi su temi fino allora considerati tabù. Lo stesso Papa, all’apertura del sinodo, invitava ad esprimersi senza il timore di contraddire la dottrina o di pensarla in modo diverso dal Papa.

11 marzo 2015

IL MONDO ARABO TRA GRANDEZZA PASSATA E CRISI ATTUALE


Profondamente radicato nelle proprie tradizioni e alle spalle un glorioso passato, il mondo arabo, ora diviso in vari stati spesso in contrasto tra loro, rappresenta un’area in preda ad aspri conflitti

di Emilio Asti
Erede di un’antica civiltà che ha dato vita a magnifiche creazioni intellettuali ed artistiche e culla dell’Islam, attualmente la seconda religione mondiale, il mondo arabo, giudicato spesso in modo erroneo, appare difficilmente decifrabile ad un’osservazione superficiale.
Parlando dei paesi arabi, sui quali in questi ultimi tempi si è discusso molto, c’è il rischio di cedere a critiche immotivate o di coglierne un solo aspetto, trascurando altri fattori importanti. Nonostante la notevole abbondanza di studi e di dati il mondo arabo, rimane per diversi aspetti abbastanza ignoto. Da decenni oggetto di analisi, spesso condizionate da luoghi comuni, il mondo arabo, attraversato da dinamiche complesse e teatro di eventi bellici che continuano a riempire le pagine dei quotidiani e i notiziari televisivi, non cessa di attirare l’attenzione. La pretesa di interpretare tutto in chiave religiosa o politica ha impedito di coglierne le dinamiche profonde, spesso dettate da fattori che trascendono sia la dimensione politica che quella religiosa.

La dignità umana

Dichiarazione Universale dei Diritti Umani
Risoluzione 217 A (III), 10.12.1948

ARTICOLO 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
dignità umana
... La dignità umana non è soltanto un diritto fondamentale. È il fondamento alla base di tutti gli altri diritti fondamentali.
... Pertanto, nessuno dei diritti scritti in questo documento deve essere usato per violare la dignità umana.


di Giorgio Gasperoni
Il preambolo alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo tra l’altro afferma che… “il disconoscimento e il disprezzo dei diritti dell'uomo hanno portato ad atti di barbarie che offendono la coscienza dell'umanità, e che l'avvento di un mondo in cui gli esseri umani godono della libertà di parola e di credo e della libertà dal timore e dal bisogno è stato proclamato come la più alta aspirazione dell'uomo”.

3 marzo 2015

Siamo tutti Charlie?

di Giuseppe Calì
Si è appena concluso il “Giorno della Memoria”, durante il quale si è riflettuto sugli orrori del fenomeno nazista. Molte sono state le voci che si sono alzate a invocare “mai più!”, come dire che mai più dovremo assistere a campi di concentramento, torture e persecuzioni simili nei confronti di un popolo. Come non essere d’accordo? Io stesso ho visitato lo Yad Vashem di Gerusalemme, il museo dell’olocausto e la mia vita è cambiata. Non potrò mai dimenticare il senso di annichilimento che ho provato in quelle sale, leggendo quei nomi, guardando quei volti. Anch’io mi sono trovato a dire “Mai più!” con la determinazione di essere pronto a dare la mia vita purché tutto ciò non potesse ripetersi.

2 marzo 2015

I paradossi del nostro tempo

di Giorgio Gasperoni

Abbiamo appena distribuito ai nostri abbonati il primo numero del 2015 del nostro quadrimestrale “Voci di Pace”. Lo stiamo mettendo anche online: potete visionarlo a questo link. Trattiamo diversi temi che fanno parte del dibattito in questo momento in corso nella nostra società. I temi “non negoziabili” per quanto riguarda i valori etici: famiglia, diritti dell’infanzia. Parliamo d’integrazione di alunni di varie culture nelle nostre scuole.
Un tema importante che viene analizzato ampiamente in questo numero di “Voci di Pace”, è l’analisi approfondita del mondo arabo tra grandezza passata e crisi attuale. Un argomento importante, inoltre, è capire se ci può essere ‘giustizia e libertà oppure giustizia o libertà’. Antonio Ciacciarelli afferma che sono “due grandi ideali irrealizzabili contemporaneamente. Se non si prendono in considerazione altri valori più alti…” esiste, egli afferma “La necessità per la classe politica di ritrovare la propria spiritualità per uscire dal tunnel”.
Ho trovato molto illuminante la riflessione sul suo Blog, del Dott. Gordon Anderson riguardo al tema:
Principi non politica.1
“Le persone usano gruppi d’interesse particolari per influenzare la politica e i legislatori per ottenere le cose per il loro gruppo. Questo non è buon governo, ma una forma di guerra con altri mezzi. Si tratta di una competizione di un gruppo per ottenere le risorse e il potere. Il buon governo, d'altra parte, è un sistema basato su principi che consente a tutte le persone di perseguire una buona vita, la libertà e la felicità senza che alcun gruppo riceva un trattamento speciale”. […]