31 dicembre 2017

Giornata mondiale della Tolleranza

di Vincenzo Lipari

Il 16 novembre si celebra la Giornata mondiale della tolleranza istituita dall’Onu nel 1996 per ricordare i principi che hanno ispirato la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, approvata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948.
“In occasione della Giornata mondiale della tolleranza invito tutte le persone e i governi a combattere attivamente la paura, l’odio e l’estremismo con il dialogo, la comprensione e il rispetto reciproco. Cerchiamo di eliminare le divisioni e uniamoci per un futuro comune”, ha dichiarato l’ex segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon.

Premio per la tolleranza e la non violenza
Nel 1995, in occasione dell’Anno per la tolleranza indetto dalle Nazioni Unite e del centoventicinquesimo anniversario della nascita del Mahatma Gandhi, l’Unesco ha istituito l’Unesco-Madanjeet Singh prize for the promotion of tolerance and non-violence. 
Il riconoscimento premia persone, istituzioni, enti o organizzazioni non governative che hanno contributo, con attività significative in campo artistico, culturale o scientifico, nella promozione della tolleranza e della non violenza. Il premio del 2016 è stato assegnato al Centro della tolleranza in Russia.

La Cultura della Pace nelle scuole

di Michele Cavallotto

L’Associazione Interculturale “Verso l’Alto” e il Comitato Promotore di Caltanissetta dell’U.P.F. Federazione Internazionale per la Pace, hanno presentato un progetto all’Istituto Comprensivo “Leonardo Sciascia” di Caltanissetta dal tema “La Cultura della Pace – rispetto e convivenza pacifica fra culture diverse” con l’intento di formare ed educare le nuove generazioni alla pace.
Il progetto è stato accolto positivamente dalla dirigente scolastica Giusi Mazzarino e dalle insegnanti, con la partecipazione di 200 alunni delle classi quarte e quinte della scuola primaria dell’Istituto.
L’iniziativa prevedeva una visita guidata in due quartieri di Caltanissetta dove abitavano e convivevano in pace ebrei, arabi e cristiani ed una successiva visione (nell’aula magna della scuola) di diapositive di città e nazioni con spiegazione finale sulla cultura della pace. Inoltre il progetto prevedeva dei lavoretti che le varie classi avrebbero realizzato (ricerche, riflessioni, poesie e disegni sul tema progettuale) con mostra finale degli elaborati ed una premiazione al migliore lavoro.

Educhiamo alla pace

di Dora La Placa

Il primo settembre Papa Francesco ha invocato la pace nel mondo, affermando che la non violenza è la nuova via da seguire. Come non ascoltare le sue parole dal momento che la via della non violenza è stata sperimentata e ha dato buoni frutti? M
ahatma Gandhi predicava la non violenza ed è riuscito a liberare il suo paese, l’India, senza fare del male a un solo inglese. Negli Stati Uniti Martin Luther King, Malcom X lottavano per i diritti degli Afroamericani, organizzando manifestazioni pacifiche, facendo propria la filosofia della rivoluzione non violenta di Gene Sharp, Mandela in Sudafrica ottenne l’abolizione dell’apartheid, in Birmania la leader Aung San Suu ky si batte ancora oggi per il suo popolo, Malala la studentessa pakistana, premio Nobel per la pace, difende il diritto delle donne allo studio, Angelo Frammartino, volontario in una missione di pace, venne ucciso a 24 anni da un palestinese, non ultimo Gino Strada fondatore di Emergency, ma anche Medici senza frontiere si prestano a rischio della vita in zone di guerra. Costoro hanno il senso della giustizia, dell’uguaglianza, della pace. Ma tutti siamo chiamati a contribuire al raggiungimento della pace, vivendo nel rispetto con gli altri. Nessuno deve essere penalizzato per il colore della pelle né per la religione, né per la lingua. Ciascuno di noi può cambiare il mondo attraverso il proprio comportamento quotidiano. 

PORTATORI DI UNICITÀ’: “Individua il talento, sviluppa la solidarietà”

Il 27 Luglio, Elisabetta Nistri Presidente WFWP (Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo) Italia, è stata invitata insieme a Giuseppe Calì, Presidente di FFPMU (Federazione delle Famiglie), come relatrice ad uno speciale evento organizzato dalla Dott.ssa Virginia Vandini, Ambasciatrice di Pace della WFWP, in collaborazione con Università la Sapienza di Roma e con il patrocinio di: Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Regione Lazio, Comune di Roma e della WFWP che si è svolto nella prestigiosa Sala della Regina nella sede della Camera dei Deputati in Piazza Monte Citorio.
Il tema proposto dalla Dottoressa Virginia Vandini, fondatrice dell’Associazione “Il Valore del Femminile” era l’UNICITA’, intesa come ricerca e acquisizione del proprio talento e capacità per contribuire al benessere della società. 
La Associazione “Il Valore del Femminile” ha sviluppato, sin dalla sua costituzione, una formula educativa volta a generare un cambiamento radicale nei paradigmi culturali dominanti basati su una separazione netta tra femminile e maschile, con tutte le conseguenze che ogni giorno ci arrivano dalle notizie di cronaca.
Scienziati, attori, cantanti, direttori di Canali Tv, imprenditori sono stati invitati come esempi portatori di Unicità. Elisabetta Nistri e Giuseppe Calì sono stati invitati come testimonial di unicità per la Pace e nel Sociale come coppia esemplare. Qui di seguito riportiamo un estratto dell’intervento di Elisabetta Nistri.

La WFWPI e il ruolo delle donne

di Elisabetta Nistri,

Unicità, una bella parola
In verità siamo tutti unici. Avete mai trovato una persona identica a voi? Questa sala è piena di persone, ben assortita, ma non esiste, non è mai esistito alcuno uguale ad un altro, come non esiste un fiore o un animale identico ad un altro. Ognuno di noi è un essere speciale e ha un valore unico.
Come esseri umani, abbiamo compreso qual è il nostro valore più profondo? È una conquista importante, non facile, che se afferriamo, ci permette di sentirci bene con noi stessi, non importa cosa gli altri pensano di noi: non dipendiamo più dalle circostanze o dall’opinione altrui, perché impariamo ad amarci e siamo in pace con noi stessi. 

PAROLE DI PACE

Il 21 settembre, in tutto il mondo, si è celebrata la Giornata Internazionale per la pace, indetta ogni anno dalle Nazioni unite: “Insieme per la pace: rispetto, sicurezza e dignità per tutti” è il tema scelto dall’ONU per l’edizione di quest’anno. E anche quest’anno, a Monza, si è rinnovato l’appuntamento con la Veglia Interreligiosa di preghiera per la pace nel mondo, l’iniziativa promossa dalla sezione monzese della UPF Universal Peace Federation insieme alla Federazione delle Donne per la pace, con l’adesione e il patrocinio del comune e della provincia di Monza.
Evento di grande fascino, seguito da un pubblico sempre maggiore, la veglia è diventata ormai una tradizione per la città di Monza, giunta quest’anno alla tredicesima edizione consecutiva. Esponenti delle varie fedi e comunità religiose si sono radunati davanti al palazzo del Municipio e hanno offerto al numeroso pubblico presente una preghiera o una breve riflessione; la veglia era stata preceduta da una tavola rotonda, presso l’Urban Center, di approfondimento sulle stesse tematiche: pace, diritti umani, integrazione e cooperazione interreligiosa.

Di seguito l’articolo di Francesca Radaelli, uscito sul giornale on line “il Dialogo di Monza”

di Francesca Radaelli
Chi legge una preghiera e chi racconta un’esperienza, vissuta in terre lontane o vicine.
Chi cita le parole di Papa Francesco e chi quelle del Dalai Lama. Chi intona un canto e chi indossa un simbolo. Davanti al municipio di Monza, in Piazza Trento e Trieste, la sera di giovedì 21 settembre si è rinnovato l’appuntamento con la tradizionale Veglia interreligiosa per la pace, organizzata dalla UPF di Monza in occasione della Giornata internazionale per la pace istituita dall’Onu.
Nell’unico giorno in cui in tutto il mondo deve essere rispettato il cessate il fuoco, di fronte al braciere acceso si sono unite in un unico coro le voci di figure religiose e spirituali diverse tra loro ma in cammino verso la stessa direzione, percorse da quella stessa tensione che attraversa tutte le fedi. L’aspirazione alla pace.

L’ALBANIA OGGI. UN PAESE ALLA RICERCA DEL PROPRIO RUOLO

Dopo una lunga e rigida dittatura che l’ha tenuta isolata dal resto del mondo per quasi 50 anni, seguita da un periodo turbolento, l’Albania pare ora avviarsi verso la stabilità, favorita anche dalla pacifica convivenza tra le diverse religioni

di Emilio Asti
Geograficamente molto vicina all’Italia, ma ancora in parte sconosciuta, l’Albania, unico paese dell’Europa a maggioranza islamica, rimane forse la nazione europea più enigmatica, alla quale spesso si guarda con una certa curiosità mista a pregiudizi. Tra i popoli balcanici gli albanesi, discendenti degli antichi Illiri, appaiono quelli che hanno conservato più a lungo parecchi aspetti arcaici, altrove scomparsi. Anche la lingua, divisa in due varietà dialettali, il Ghego a nord e il Tosco a sud, appartenente alla famiglia linguistica illirica, di cui rappresenterebbe l’unica sopravvivenza, conserva numerosi tratti antichi ed il suo lessico contiene molti prestiti latini, greci, slavi e turchi.

I molti reperti archeologici rinvenuti nel territorio dell’odierna Albania testimoniano le varie civiltà che si sono succedute in questa zona, il cui popolamento ebbe inizio in epoche remote. 
Nonostante le ridotte dimensioni territoriali l’Albania, chiamata “Paese delle Aquile”, un’aquila bicipite su sfondo rosso è infatti raffigurata sulla sua bandiera, racchiude una gran varietà di paesaggi che la rendono una meta turistica molto attrattiva, ancor poco nota, che esercita un fascino particolare sui visitatori.

1987-2017 30° Anniversario del Rally contro il Muro di Berlino ad opera del CARP


Il 5 e 6 agosto 2017 si è svolto il Rally ad opera del CARP (Associazione universitaria per la ricerca di principi) per ricordare il 30° anniversario della manifestazione pacifica contro il muro di Berlino del 1987.
400 partecipanti provenienti da tutta Europa si sono incontrati all’Hotel Melia nel mezzo della ex Berlino Est. Oltre al Rally di fronte alla Porta di Brandeburgo con il motto “Peace Starts with Me and not with violence” (La pace inizia con me, e non con la violenza), si sono svolte diverse tavole rotonde di riflessione su quella che era la situazione 30 anni fa. Soprattutto per i tanti giovani presenti è stato molto utile ascoltare le testimonianze di chi era presente nel 1987. 

La manifestazione del 1987 è stata una pietra miliare per la caduta del comunismo. Il motto di trent’anni fa era “Die Mauer muss web  (Il Muro deve sparire), cosa che poi successe solo due anni più tardi, nel 1989.

29 dicembre 2017

PEACE ROAD 2017

Un progetto di Pace Globale che coinvolge 125 nazioni
teso alla promozione della Pace Mondiale

Da Capo di Buona Speranza in Sud Africa a Santiago del Cile, da Londra a New York

Realizzare il sogno di un’Unica Famiglia Globale proposto alla Conferenza Internazionale sull’Unità delle Scienze (ICUS) nel 1981.
“Peace Road” è un progetto globale di pace teso alla realizzazione dell’“Autostrada internazionale di pace”, originariamente proposto dal Dr. e dalla sig.ra Moon alla 10a ICUS il 10 novembre 1981 a Seul, in Corea del Sud.
L’Autostrada internazionale di pace sarà in grado di collegare il mondo tramite un’autostrada che passerà da Capo di Buona
Speranza in Sud Africa a Santiago del Cile, da Londra a New York, facendo del mondo una singola comunità.

La Storia: Peace Road 2013-2016
Gli auspici per una riunificazione pacifica del Sud e del Nord Corea e la realizzazione della pace mondiale.

Corsa ciclistica 2013 | 3 – 12 agosto 2013
Ciclisti coreani e giapponesi hanno percorso 3,800 km per portare l’attenzione sulla riunificazione della penisola coreana e la realizzazione del Parco della Pace nella zona demilitarizzata (DMZ) al 38° parallelo.

Corsa ciclistica 2014 | 24 maggio – 12 agosto 2014
2.700 persone rappresentanti 14 nazioni hanno aderito all’iniziativa a promozione della riunificazione della penisola coreana e della realizzazione del Parco della Pace nella zona demilitarizzata (DMZ) al 38° parallelo.

Peace Road 2015 | 30 maggio – 30 agosto 2015
300.000 persone da 120 nazioni hanno partecipato nei 93 giorni di manifestazione, percorrendo 30,000 km per il progetto del Tour della Pace.

Peace Road 2016 | 5 maggio – 30 novembre 2016
500.000 persone da 125 nazioni hanno preso parte all’iniziativa.

Che cosa è la Peace Road

La “Peace Road” è un progetto globale per aiutare a costruire la pace e suggerire delle soluzioni ai problemi che sono alla base di vari conflitti, compresi quelli razziali e religiosi. Il progetto viene realizzato ogni anno a livello internazionale – nel 2016 sono state coinvolte 125 nazioni. In Corea la Peace Road sottolinea l’importanza di una riunificazione pacifica della penisola coreana, la cui divisione, oggi più che mai, è al centro di una seria crisi politica che ha ripercussioni mondiali. Nelle altre nazioni vuole portare un contributo per risolvere e prevenire i conflitti locali.
Storia della Peace Road
Questo progetto nasce dall’idea del dott. rev. Sun Myung Moon e di sua moglie dott.sa Hak Ja Han Moon che nel 1981, al Convegno Internazionale per l’Unità delle Scienze, propongono la realizzazione di una “Autostrada Internazionale della Pace” che possa diventare una rete di collegamento mondiale, una via di comunicazione demilitarizzata per abbattere qualsiasi barriera e confine.

Riflessione su UN CALCIO PER LA PACE

di Andrea Valgoi

Ricordo i lunedì mattina alle scuole superiori. Entravo in classe alle 7:30 e trovavo i miei compagni già immersi in complicate discussioni sulla giornata di campionato appena trascorsa. Io, con un fare un po’ timido, cercavo di inserirmici, ma l’esito era drammatico: subito diventava palese che non avevo seguito la giornata precedente e che parlavo solo per cercare di “entrare” nel gruppo. Immancabilmente e inesorabilmente venivo zittito e allontanato. Insomma il calcio non faceva per me… e da allora il mio rapporto con il mondo del pallone è stato molto superficiale e in linea di massima critico.
Ora però tutto è cambiato, la mia visione del gioco del calcio è stata completamente capovolta grazie al progretto “Un Calcio Per la Pace” organizzato dall’UPF di San Marino, in collaborazione con la Federazione Sammarinese Giuoco Calcio.

Vari interventi su "Un Calcio per la Pace"

Saluti dal co-fondatore di Un Calcio per la Pace,
Hod Ben Zvi
Presidente della Federazione Universale per la Pace, Israele

Eccellentissimi Capitani Reggenti della Repubblica di San Marino,
è un grande onore e un piacere portarvi il saluto di pace "Shalom e Salam" da parte dello Stato di Israele.
Questa è la seconda volta di seguito che una delegazione di giovani sportivi arabi ed ebrei viene ospitata presso la bellissima Repubblica di San Marino.
Siamo profondamente grati per la gentilezza e l'ospitalità del Vostro popolo e per il sincero interesse dimostrato a sostegno dei progetti per la costruzione della pace.
Desideriamo esprimere il nostro profondo apprezzamento per il supporto della Federcalcio di San Marino e il grande sostegno di Alessandro Gianquinto, vice presidente e responsabile del settore giovanile della Federcalcio, nonché di Giorgio Gasperoni, co-fondatore di un Calcio per la Pace e presidente della UPF San Marino.

UDIENZA DEGLI ECC.MI CAPITANI REGGENTI AI PARTECIPANTI ALL’INIZIATIVA “UN CALCIO PER LA PACE”


Siamo particolarmente liete di ricevere in udienza i ragazzi provenienti dall’area israelo-palestinese per partecipare all’iniziativa “Un Calcio per la Pace”, organizzata in Repubblica dalla Federazione Sammarinese Giuoco Calcio e dall’UPF (Universal Peace Federation).
A Voi ragazzi, ai vostri accompagnatori e al rappresentante parlamentare della Knesset – in occasione di questo graditissimo incontro - desideriamo porgere con il nostro più cordiale saluto anche un caloroso benvenuto nella Repubblica di San Marino.
Sappiamo che ad accogliervi con grande gioia ed entusiasmo saranno i vostri coetanei di San Marino, che attendono di potersi confrontare con voi e con voi di trascorrere giornate indimenticabili, condividendo la stessa passione per il calcio. 

“Un Calcio per la Pace” a San Marino

di Giorgio Gasperoni
Il 30 agosto sono giunti a San Marino 16 ragazzini, 8 israeliani e 8 arabo-israeliani, accompagnati dai rispettivi allenatori e da un parlamentare arabo-israeliano. 
Il gruppo è stato ricevuto nella mattinata del 31 agosto dagli Ecc.mi Capitani Reggenti, Mimma Zavoli e Vanessa D'Ambrosio.
La delegazione fa parte del progetto “Un Calcio per la Pace”, legato ad una iniziativa molto più ampia denominata “Peace Road”. Il gruppo è ripartito il 6 settembre.
Il progetto è stato interamente sponsorizzato dalla FSGC (Federazione Sammarinese Giuoco Calcio), in collaborazione con la UPF (Universal Peace Federation) San Marino.
Quali obiettivi per tale progetto? Portare squadre miste (Israelo-Palestinesi) giovanili, a cominciare dalle Under 12, a giocare partite amichevoli di calcio con controparti sammarinesi ed avere l’opportunità di allenarsi insieme.

Permettere ai ragazzi d’incontrarsi e costruire in libertà coesione di squadra e amicizia (aspetto davvero complesso da attuare oggi in Israele tra israeliani e palestinesi). Dare ai ragazzi un’occasione speciale, un momento emotivamente unico: l’incontro con la nostra tradizione calcistica e, compatibilmente con gli impegni sportivi, con importanti figure di riferimento. 
Può il calcio contribuire a costruire la Pace?

La tradizione del Vero Amore all’interno delle Religioni

Discorso inaugurale rivolto dal Rev. Moon ai capi religiosi partecipanti alla Seconda Assemblea delle Religioni del Mondo il 15 agosto 1990. Il discorso affronta il tema di come tramandare il patrimonio religioso ai giovani e alla società.

In questo tempo di così grave importanza, un tempo di transizione nella storia umana, sono convinto che tutti noi, leader religiosi, avvertiamo un'impellente chiamata da parte di Dio, e mentre sono qui mi sento pieno di ricordi e di speranze. Come tutti fin troppo ben sappiamo, i fondatori delle grandi religioni hanno dovuto soffrire a causa delle incomprensioni del mondo subendo tremende persecuzioni. Nell'aprire agli altri la via della verità, hanno tutti dovuto affrontare persecuzioni fisiche e spirituali o addirittura la morte. Ma nonostante le loro grandi realizzazioni, il cammino effettivamente intrapreso dalle religioni si è spesso allontanato da quella che era la direzione originale. Spesso le religioni si sono rivelate divise, in contraddizione ed in disarmonia e sono addirittura venute a conflitto fra loro. Ancor oggi nel mondo l'esasperazione dello zelo religioso e la ristrettezza di vedute portano all'odio e all'antagonismo. Spesso, inoltre la fede ha messo l'accento solo sugli aspetti formali, trascurando la pratica e dando così adito a problemi sociali.
Tutti vogliono la pace, ma la chiave per realizzarla non sta nel nostro sposo, nei nostri figli, nei nostri vicini, nella nostra nazione o nel mondo, la chiave è in noi.
Questi, chiaramente, non sono gli obiettivi della religione e noi non dobbiamo trasmettere nessuna tradizione sbagliata ai nostri discendenti. Allora qual è il vero scopo della religione e quale la giusta tradizione da tramandare?

Verso la soluzione di due stati

C’è un desiderio sincero tra i tanti di vedere il sogno della pace diventare realtà. Alcuni adottano l’impostazione di un impegno politico volto a portare le parti in con itto al tavolo delle trattative. Lì, attraverso un accurato processo di costruzione della fiducia reciproca nel trovare soluzioni razionali per questioni pratiche, i semi di pace saranno piantati, innaffiati e con la speranza che fioriscano nel tempo. Tale è l’approccio di legislatori illuminati come il vice-presidente del Knesset, On. Hilik Bar. 

Altri, che possono essere più inclini all’approccio di soft power (poteri morbidi), toccano i nervi molto sensibili di questioni come le credenze religiose. Non possiamo evitare di affrontare le emozioni profonde associate a religioni e ideologie se vogliamo seriamente sfidare il cammino della pace e della riconciliazione. Questo è il pensiero di Jocelyn Y. Hattab, MD, Membro del Forum di Gerusalemme per la comprensione e la cooperazione tra le Religioni, Israele. (Articolo precedente).

Questo articolo riassume una presentazione avutasi alla conferenza organizzata dalla UPF presso il palazzo di Westminster a Londra, in Inghilterra, dal 7 al 9 settembre 2016

On. Hilik Bar
Vicepresidente del Knesset* d’Israele

Prima di tutto, sono emozionato ad essere qui presso il Parlamento britannico per Parlare di pace. Non sto parlando per luoghi comuni, perché non è molto popolare discutere di pace tra noi e i Palestinesi - quantomeno non nella nostra regione, in Medio Oriente e in Israele - e certamente non in Parlamento. Quello che come UPF stiamo facendo qui presso il Parlamento Britannico è qualcosa di sorprendente: mettere la pace in cima alle nostre priorità. Sono altresì profondamente grato per la fondazione della Associazione Internazionale dei Parlamentari per la Pace, perché se c’è un gruppo che può davvero lavorare per la pace, legiferare per essa, promuoverla ed incoraggiare le persone al governo a fare qualcosa nel loro paese o altrove, questo è proprio quello dei parlamentari.

Le religioni e i loro leader devono riconoscere la propria responsabilità sulla guerra e sulla pace

“Se queste religioni hanno il potenziale di causare la guerra, allora hanno anche il potenziale di portare la pace, che è il loro messaggio comune”

Jocelyn Y. Hattab, MD*
Sono felice di aver potuto partecipare, un anno fa, al Comitato Interreligioso per la Pace sotto l’egida della sezione israeliana della Universal Peace Federation. 
Mi sono unito a questa importante ed onorevole organizzazione come ebreo praticante – convinto dal messaggio della Torah, la Bibbia ebrea e la sua legge orale. 
Secondo la mia comprensione delle cose, le tre religioni monoteiste, Giudaismo, Cristianesimo e Islam, sono responsabili dello stato di guerra vissuto per secoli e ancora oggi in corso tra queste tre comunità. In quanto tali, è loro dovere religioso risolvere questa situazione insopportabile e distruttrice, che è un anatema per il messaggio delle nostre fedi. Citando la sig.ra Yael Ben David del Program of Conflict Management and Resolution, presso la Ben Gurion University: “Se queste religioni hanno il potenziale di causare la guerra, allora hanno anche il potenziale di portare la pace, che è il loro messaggio comune”.

25 dicembre 2017

NATALE NEL CUORE

di Giorgio Gasperoni
Il fondatore della UPF e di altre organizzazioni, Il Dott. Rev. Moon in uno dei suoi discorsi affermava: “Oggi come voi sapete molto bene, tutto il mondo sta celebrando la nascita di Gesù Cristo. Il mio argomento per Natale è: "Natale nel cuore". Cristo venne sulla terra come Messia per salvare il mondo. Questo fu necessario per il peccato e il male causato dalla caduta dell'uomo.
Se Adamo ed Eva non si fossero allontanati da Dio, l'intero mondo sarebbe diventato la realizzazione dell'ideale di Dio; lo scopo della creazione si sarebbe compiuto e l'umanità avrebbe sperimentato Dio come realtà vivente creando letteralmente il regno dei cieli sulla terra.
Questo sarebbe stato un mondo di felicità, vero amore, libertà e vera gioia. E questo è il mondo nel quale l'ideale di ogni uomo sarà realizzato a ogni livello, individuale, familiare, nazionale e mondiale.
[…]
Per usare un'analogia, l’allontanamento dell'uomo da Dio può essere comparata a una persona malata, un infermo; noi siamo tutti in uno stato di cattiva salute. Perciò Dio manda il Messia per riportarci al nostro stato originale di salute, in altre parole egli cura l'umanità.
In questo lavoro di restaurazione Dio non può fare tutto in una volta. Egli deve affrontare questo problema passo dopo passo, stadio per stadio.

15 dicembre 2017

World Dignitaries Meet in Ramallah

PRESS RELEASE

Ramallah – December 15, 2017 – Current and former parliamentarians, along with leaders from Europe, Israel and Palestine will gather for a meeting of the International Association of Parliamentarians for Peace (IAPP) in Ramallah this Saturday Dec. 16, 2017.
The IAPP began in 2016 as a worldwide association of legislators to find peaceful solutions to conflicts throughout the world.

Topics to be discussed include:

A trans-religious and transnational framework for the exchange of ideas, experiences and insights into dealing with the challenges of our times, with attention to peace building  reconciliation and development.
An integrated and principled framework for developing effective plans of action and sound governance capacities.
Access to a range of human development and peace-building programs necessary for durable solutions.
Connections with a broad global network to include: religious and civil leaders and prominent members of women’s organizations, the media and other groups involved with peace-building activities.
IAPP already has over 70 regional and national branches and includes several thousand international parliamentary members focused on dialogue and practical collaboration to solve problems throughout the world.

IAPP is a project of the Universal Peace Federation (UPF) – an organization with branches in more than 130 nations. UPF is an NGO in Special Consultative Status with the United Nations Economic and Social Council (ECOSOC)

Email: jeremyjor@gmail.com 
Website: www.upf.org  

7 dicembre 2017

ANGELI DI COREA




Venerdì 8 Dicembre alle ore 11:30 si potrà vedere l'esibizione gratuità via Internet dei Piccoli Angeli di Corea. Ogni fine anno si esibiscono a Seul per lo spettacolo di Fine Anno.
Quest'anno hanno concesso la visione a tutti.

Si può vedere a questo link: 

CHI SONO
I PICCOLI ANGELI DELLA COREA

Poche cose sono così spettacolari e commoventi come le esibizioni dei Piccoli Angeli, la compagnia di danza folkloristica coreana formata da bambine. Uniscono una elevata professionalità ad una innocenza e purezza che vengono istantaneamente percepite dal pubblico. Queste sono qualità davvero rare oggi, ed ancora più rare sono nel mondo dell’arte. Il perché di tutto ciò? Basta leggere il motto che ispira la loro formazione:

«Solo se la mente è bella, 
bella sarà la danza. 
Solo se la mente è bella, 
bello sarà il canto. 
Solo se la mente è bella, 
bello sarà il volto».

Il Gruppo dei Piccoli Angeli è composto da circa 35 elementi, quasi tutte ragazze, di età compresa tra i 9 e i 15 anni, è stato creato al fine di trasmettere pace e gioia al mondo attraverso la cultura e le arti eredità dei 5000 anni di storia della Corea. Il repertorio del gruppo comprende, canzoni e sketch teatrali, e danze tradizionali sia coreane che provenienti da tutto il mondo.

2 dicembre 2017

INAUGURAZIONE ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DELLA IAPP

(International Association of Parliamentarians for Peace – Forum Internazionale dei Parlamentari per la Pace)
Il Supplemento si trova qui

di Giorgio Gasperoni

25 ottobre 2017, Roma.
Anche in Italia, presso la Camera dei Deputati, è stata presentata la IAPP, fondata il 15 febbraio 2016 a Seul da 150 Parlamentari provenienti da 41 nazioni diverse. Promossa e sostenuta dalla Universal Peace Federation, la presentazione di oggi fa parte di uno dei tanti appuntamenti che si stanno svolgendo nelle opportune sedi istituzionali del mondo, come in Zambia, Nepal, Costa Rica, Paraguay, Giappone, Stati Uniti e Inghilterra (elenco completo a pag. 7). I prossimi appuntamenti saranno in Slovenia, Albania e al Parlamento Europeo.
Alla conferenza stampa del mattino, moderata da Agostino Formichella, hanno partecipato i deputati Eleonora Bechis (AL), Roberto Rampi (PD), Albertina Soliani e Gerardo Giovagnoli (Repubblica di San Marino) insieme a Jacques Marion (Vice presidente UPF Europa) ed Antonio Stango (Presidente LIDU).

Marion ha annunciato che “a breve partiranno dei tavoli di lavoro internazionali su questioni calde quali l’estremismo e la radicalizzazione” al fine di trovare soluzioni locali integrate che possano portare soluzioni globali. “L’appuntamento di oggi è in controtendenza, poiché la IAPP ha deciso di credere nella politica, quando gli altri hanno smesso di crederci” ha affermato invece l’On. Rampi nel suo intervento, mentre l’On. Giovagnoli ha parlato di “un’aria di dignità e rispetto” riferendosi all’armonia che si respira durante gli incontri internazionali del forum e all’importanza di proseguire in altre iniziative.

Superare la povertà, l’estremismo e il degrado ambientale

On. Jose de Venecia, Jr.*

Otto uomini ricchi quando mezzo mondo
L'Intero PDF lo trovate qui
All’inaugurazione della International Association of Parliamentarians for Peace (IAPP) e della International Leadership Conference della UPF a Washington D.C., nel dicembre dello scorso anno, e durante conferenze precedenti della UPF e della International Conference of Asian Political Parties (ICAPP), ho citato il Report 2016 di Oxfam, organizzazione britannica per la lotta alla povertà, che ci dà una rivelazione scioccante: l’1% più ricco controlla metà della ricchezza globale. 
I 62 individui più ricchi nel mondo posseggono insieme 51.900 miliardi, “quasi lo stesso ammontare condiviso dai 3,5 miliardi di persone che occupano la metà più bassa della piramide del reddito mondiale”.
Due settimane fa, abbiamo scoperto che la situazione è peggiore, Oxfam ha rilasciato un nuovo studio, che mostra che il gap tra i super-ricchi e la metà più povera della popolazione globale è più severo di quanto si pensasse, con solamente 8 uomini -sì, solo 8 uomini- ricchi quanto metà del mondo, possedendo la stessa di 3,6 miliardi di persone. 

1 dicembre 2017

“Un Calcio per la Pace” - L'esperienza di Giorgio Gasperoni

Il progetto “Un Calcio per la Pace” è stato creato come supporto nel creare le condizioni affinché si costituisca una piattaforma di riconciliazione ed educazione verso i giovani, attraverso il calcio.
Le famiglie, tramite l’amore per i propri figli possono ritrovarsi insieme e collaborare. In questo modo si aprono porte che altrimenti è quasi impossibile aprire.
Come può il calcio contribuire a costruire la pace? Praticato nel modo giusto può educare al vero senso dello sport - Il calcio aiuta i giovani a sviluppare i valori del lavoro di gruppo e del fair-play.
Promuovere il Benessere - Il calcio promuove una mente e un corpo sani e aiuta a sviluppare forza fisica positiva.
Dare una direzione positiva ai giovani - Il calcio porta gioia e ispirazione e incanala l’energia dei giovani verso scopi positivi. Risolvere i conflitti e prevenire la violenza. Gli adolescenti devono avere un sogno, una visione da perseguire, che li possa guidare per la loro vita.

Potete vedere il mio intervento qui