On. Jose de Venecia, Jr.*
Otto uomini ricchi quando mezzo mondo
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All’inaugurazione della International Association of Parliamentarians for Peace (IAPP) e della International Leadership Conference della UPF a Washington D.C., nel dicembre dello scorso anno, e durante conferenze precedenti della UPF e della International Conference of Asian Political Parties (ICAPP), ho citato il Report 2016 di Oxfam, organizzazione britannica per la lotta alla povertà, che ci dà una rivelazione scioccante: l’1% più ricco controlla metà della ricchezza globale.
I 62 individui più ricchi nel mondo posseggono insieme 51.900 miliardi, “quasi lo stesso ammontare condiviso dai 3,5 miliardi di persone che occupano la metà più bassa della piramide del reddito mondiale”.
Due settimane fa, abbiamo scoperto che la situazione è peggiore, Oxfam ha rilasciato un nuovo studio, che mostra che il gap tra i super-ricchi e la metà più povera della popolazione globale è più severo di quanto si pensasse, con solamente 8 uomini -sì, solo 8 uomini- ricchi quanto metà del mondo, possedendo la stessa di 3,6 miliardi di persone.
Ci mette in guardia: “la rabbia dell’opinione pubblica contro questo tipo di ineguaglianza continuerà a crescere, e porterà a cambiamenti politici ancora più sismici”.
Quindi, come possiamo noi, UPF, IAPP e ICAPP, e noi parlamentari del mondo, radunati qui alla Korean National Assembly a Seul, contribuire anche con piccoli passi alla battaglia contro la povertà diffusa e quest’enorme disuguaglianza?
Promuovere crescita economica ad ampia base
Noi della UPF, IAPP e ICAPP, i parlamentari, i leader di partiti politici, i governi, l’economia e la società civile dovremmo forse focalizzarci su come promuovere crescita economica ad ampia base e ridurre la disuguaglianza economica. Perché, nonostante tutti i nostri progressi in Asia, la disuguaglianza economica nella nostra regione è ancora la peggiore nel mondo.
Nonostante il rapido sviluppo in molte area, delle regioni dell’Asia rimangono imprigionate in una povertà dolorosa e insopportabile. La sfida principale nella nostra regione asiatica e nella comunità globale sarebbe far sì che i benefici della crescita economica vengano ampiamente condivisi, e che i nostri governi, parlamenti, partiti politici e il settore privato conseguano risultati concreti per i nostri popoli.
Fondo Globale Anti-povertà, di micro credito
Abbiamo proposto, e adesso rinnoviamo il nostro appello, per la creazione di un “Fondo Asiatico Anti-povertà”, o, ancora meglio, un più ampio “Fondo Globale Anti-povertà” o “Fondo Globale per la Microfinanza”, per contribuire a combattere la povertà e la disuguaglianza, e a risollevare dalla povertà i popoli più poveri della nostra regione e del mondo.
La Corea del Sud e il coraggioso popolo coreano, nonostante la guerra e la devastazione, ci sono riusciti, e in un modo straordinario: in un lasso di tempo così breve sono diventati una nazione sviluppata, e preghiamo che l’unificazione delle Due Coree si possa realizzare un giorno, e che possano essere una potenza esemplare in Asia e nel mondo.
Infatti, risollevando le popolazioni più povere del mondo e aiutandole a prendere parte quest’avventura dell’umanità chiamata sviluppo, la comunità asiatica e globale può rimuovere la povertà come causa di conflitti.
Programmi di Conditional Cash Transfer (CCT)
I programmi di Conditional Cash Transfer (CCT), iniziati dal Brasile negli anni ’90 e dal Messico nel 1997, e che forniscono un piccolo sussidio mensile a decine di milioni di famiglie a condizione che mantengano i figli a scuola, devono essere decisamente incrementati e moltiplicati in molti altri paesi, per supportare molti altri poveri.
Le Filippine e altri paesi latino-americani, guidati dal Cile, hanno programmi simili. Credo che approssimativamente 30 paesi abbiamo già raggiunto un qualche successo nel sollevare le persone dalla povertà e nel ridurre la disuguaglianza attraverso questo tipo di programmi.
I programmi CCT aiutano a proteggere le famiglie povere dalle conseguenze dei tracolli economici, dei disastri naturali e di altre crisi; assicurano che i figli crescano sani e che rimangano a scuola; supportano l’emancipazione di donne e ragazze; e creano lavoro.
Il programma “Mille miliardi di alberi” – un’attività economica che crea lavoro
Credo anche che la riforestazione e la coltivazione di alberi -nella misura e intensità di cui il pianeta ha bisogno- possa e debba diventare un significativo stimolo economico che crei lavoro in paesi in via di sviluppo -se non in tutti i paesi- e che la Banca Mondiale, il Fondo Monetario Internazionale, la AIIB (Banca Asiatica d’Investimento per le Infrastrutture, ndr) guidata dalla Cina, le banche regionali, i parlamenti, i partiti politici e la società civile dovrebbero sostenere.
I paesi scandinavi, la Nuova Zelanda e il Canada hanno coltivato decine di milioni di alberi per decenni, in quanto settore della loro industria della pasta di legno e della carta.
In effetti, la coltivazione massiccia di alberi può diventare un circolo virtuoso -semina, coltivazione, raccolta, lavorazione del legno e nuova semina, un ciclo infinito- capace di generare decine di milioni di posti di lavoro in tutto il mondo per gli uomini e le donne poveri e giovani nei paesi emergenti, oltre che di affrontare la penuria di cibo e di espandere l’agricoltura d’alta quota e, soprattutto, di contribuire in modo significativo alla battaglia contro il cambiamento climatico e il degrado ambientale -e questa è forse l’aspetto più importante di tutti.
Queste nuove foreste potrebbero altresì tenere sotto controllo l’erosione delle montagne, prevenire l’accumulo di limo nei fiumi, e salvare vite umane dalle inondazioni distruttive che distruggono raccolti, impianti di pesca, bestiame, città, villaggi, e risorse economiche guadagnate con tanta fatica.
Propongo che questi programmi siano organizzati attraverso quella che potremo chiamare la “Hundred Billion Trees Foundation” (Fondazione dei Cento Miliardi di Alberi, ndr), gestita da soggetti della società civile e fortemente supportata da governi, parlamenti, partiti politici, o magari, ancora meglio, lanciata dai governi stessi, e attivamente supportata o gestita dal settore privato.
La “Tree Army” di Roosevelt
Come forse sapete, nel 1933, durante la Grande Depressione, il Presidente statunitense Franklin D. Roosevelt formò i Civilian Conservative Corps (CCC -Corpi Civili per la Conservazione, ndr), composti da 6 milioni di giovani americani disoccupati, che, in meno di 10 anni, costruirono più di 800 parchi e piantarono 3 miliardi di alberi in tutta la nazione.
Gli addetti dei CCC scavarono anche canali e fossi, costruirono oltre trentamila rifugi per la fauna selvatica, riempirono fiumi e laghi con quasi un miliardo di pesci, restaurarono campi di battaglia storici, ripulirono spiagge e zone da campeggio.
Roosevelt pose l’allora giovane Douglas MacArthur, prima che diventasse l’eroe leggendario della Seconda Guerra Mondiale e della Guerra di Corea, a capo dei CCC, o “Esercito degli Alberi” di Roosevelt, prima dell’inizio della Seconda Guerra Mondiale.
Da “peso sociale” a “risorse sociali”
Nel mio paese, le Filippine, è mia speranza che il governo sotto il Presidente Rodrigo Duterte possa mobilitare i 4 milioni di tossicodipendenti -la maggior parte di loro giovani inattivi- in programmi di coltivazione di alberi e riforestazione, per tenerli lontani dalla minaccia delle droghe, dare loro un impiego, e renderli cittadini produttivi. Potremo così farli, da “peso sociale” a “risorse sociali”.
Summit Globale contro le Droghe
Il Presidente Duterte ha subìto critiche, ma ha lanciato con decisione una battaglia su scala nazionale contro i cartelli della droga, con crescente successo, che ha coinvolto circa 4 milioni di tossicodipendenti, su una popolazione di 102 milioni di persone.
Noi sollecitiamo i governi asiatici, i parlamenti, i partiti politici e la società civile a unire i propri sforzi in una campagna intensiva contro il commercio di droghe, che ha devastato la regione asiatica e la comunità globale.
Speriamo che la ASEAN (Associazione delle Nazioni del Sud-Est Asiatico) possa prendere la guida nel lanciare una coalizione con ASEAN, India, Cina e SAARC (South Asian Association for Regional Cooperation), per schiacciare il network di oppio del “Triangolo d’Oro” nel sud-est asiatico, e la sua coltivazione su larga scala in Afghanistan guidata dai signori della droga in Afghanistan.
Noi della UPF, IAPP e ICAPP, e i nostri amici nella Korean National Assembly proponiamo anche, e sollecitiamo, la convocazione di un Summit Globale contro le Droghe, perché la loro produzione e distribuzione hanno un tasso allarmante in America Latina, Asia, e nella loro penetrazione dei mercati di Stati Uniti ed Europa.
* Co-Presidente della International Association of Parliamentarians for Peace, International
L’On. Jose de Venecia è stato eletto cinque volte come Presidente del Parlamento nelle Filippine (1992-1998 e 2001-2008). È Presidente Fondatore e Presidente della Commissione Permanente della Conferenza Internazionale dei Partiti Politici in Asia, di cui fanno parte più di 350 partiti di governo e di opposizione da 52 paesi asiatici.
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