Il 21 settembre, in tutto il mondo, si è celebrata la Giornata
Internazionale per la pace, indetta ogni anno dalle Nazioni unite: “Insieme
per la pace: rispetto, sicurezza e dignità per tutti” è il tema scelto dall’ONU
per l’edizione di quest’anno. E anche quest’anno, a Monza, si è rinnovato
l’appuntamento con la Veglia Interreligiosa di preghiera per la pace nel mondo,
l’iniziativa promossa dalla sezione monzese della UPF Universal Peace
Federation insieme alla Federazione delle Donne per la pace, con l’adesione e
il patrocinio del comune e della provincia di Monza.
Evento di grande fascino, seguito da un pubblico sempre
maggiore, la veglia è diventata ormai una tradizione per la città di Monza,
giunta quest’anno alla tredicesima edizione consecutiva. Esponenti delle varie
fedi e comunità religiose si sono radunati davanti al palazzo del Municipio e
hanno offerto al numeroso pubblico presente una preghiera o una breve riflessione;
la veglia era stata preceduta da una tavola rotonda, presso l’Urban Center, di
approfondimento sulle stesse tematiche: pace, diritti umani, integrazione e
cooperazione interreligiosa.
di Francesca Radaelli
Chi legge una preghiera e chi racconta un’esperienza, vissuta in terre lontane o vicine.
Chi legge una preghiera e chi racconta un’esperienza, vissuta in terre lontane o vicine.
Chi cita le parole di Papa Francesco e chi quelle del Dalai
Lama. Chi intona un canto e chi indossa un simbolo. Davanti al municipio di
Monza, in Piazza Trento e Trieste, la sera di giovedì 21 settembre si è
rinnovato l’appuntamento con la tradizionale Veglia interreligiosa per la pace,
organizzata dalla UPF di
Monza in occasione della Giornata internazionale per la pace
istituita dall’Onu.
Nell’unico giorno in cui in tutto il mondo deve essere
rispettato il cessate il fuoco, di fronte al braciere acceso si sono unite in
un unico coro le voci di figure religiose e spirituali diverse tra loro ma in
cammino verso la stessa direzione, percorse da quella stessa tensione che
attraversa tutte le fedi. L’aspirazione alla pace.
Dalle suore missionarie dell’Immacolata alle rappresentanti del credo bahá’í, dalle giovani musulmane della Brianza a chi ha abbracciato la causa dei monaci tibetani, dai templari con la croce alle divise dei City Angels, dal pastore evangelico al maestro di yoga, fino alla chiesa di Scientology e ai fratelli di Charles de Foucauld. Sono tutti lì, riuniti sotto il simbolo del governo della città a parlare di pace modulando le parole sulle note della diversa spiritualità che contraddistingue ciascuno di loro. E riaffermando con forza la propria identità religiosa, culturale e spirituale, così evidente d’altronde negli abiti delle suore, nella tonaca del maestro induista, nelle croci cristiane e nei veli indossati con orgoglio che sfilano al di sotto del palazzo comunale.
Religioni diverse in preghiera per la pace: sembrerebbe poco
meno che un’utopia. Eppure proprio in quel gruppo di persone in piedi, che
saranno forse apparse degli alieni a chi attraversava ignaro la piazza Trento e
Trieste durante la serata di giovedì, si mantiene accesa la speranza, che è un
po’ come la fiamma della candela che ciascuno di loro ha acceso al termine
della veglia: quasi invisibile ma viva.
Una tavola
rotonda per parlare di pace
Poche ore prima alcune di quelle persone si erano incontrate a
parlare ed ascoltare, in una tavola rotonda organizzata all’Urban Center da Carlo Chierico,
presidente UPF Monza, condotta insieme a Mohsen
Mouelhi, gran maestro sufi, e aperta da un’introduzione poetica
di Ettore Fiorina.
Un momento di dialogo e confronto in cui si è parlato tanto di
spiritualità e di ideali, di lavoro su se stessi e di azioni di pace nel mondo.
Da una parte Fratel Tommaso
Bogliacino ha voluto sottolineare come il primo passo verso la
pace sia l’accoglienza dell’altro
e come tutti noi nella quotidianità siamo chiamati ad amare le persone una ad
una, dall’altra parte, il presidente dell’UPF Carlo Zonato ha presentato il progetto
dei Parlamentari per la
pace, avviato dall’UPF a livello internazionale: un forum che
ha fatto il suo debutto quest’anno, attraverso il quale i governanti di tutto
il mondo hanno la possibilità di lavorare insieme per la pace e lo sviluppo.
“Tutte le fedi sono raggi di uno stesso sole”, ha sottolineato Mahry Robbiati presentando
i principi della comunità di fede
bahá’í. “Siamo convinti che esista una sola razza umana.
L’unità dovrebbe portare come conseguenza logica alla pace”. Loretta Recrosio,
Assessora del comune di Cusano Milanino ha invece presentato il progetto dei Dialoghi di Pace, una
bella iniziativa di sensibilizzazione sulla pace, che consiste nella lettura
scenica, spesso con accompagnamento musicale, del messaggio che il Papa, a
Capodanno, rivolge all’intera Umanità per la Giornata Mondiale della Pace: “È
un’iniziativa che si sta diffondendo sempre più in Lombardia e che stiamo
rilanciando, lanciando un invito a tutti, anche in altri comuni: copiateci”.
Un vero e proprio “Assessorato
alla pace” è invece la proposta dell’associazione Assisi Pax: “Anche in
questa prospettiva abbiamo messo a punto il nostro decalogo della pace, un
insieme di norme di comportamento che proponiamo ai rappresentanti politici”,
ha spiegato Giuseppina
Corona. “Perché pace non vuol dire solo abolizione dei
conflitti, ma costruzione propositiva e concreta di alleanze.”
Della difficoltà di portare avanti il valore della pace in un
mondo governato dalla violenza dell’economia e dei media ha parlato invece Enzo Biffi, imprenditore
e artista, tra i fondatori del giornale on line il Dialogo di Monza,
creatore della Porta del
Dialogo, che si definisce ‘pacifista in crisi da sempre’: “La
Porta è un’opera fortemente simbolica che rappresenta il momento del passaggio
e in un certo senso anche il mio continuo passare da una parte all’altra. La
sfida vera, per me, è quella di continuare a passare, ad attraversare, da una
parte scrivere una storia, dall’altra leggere un’altra storia”.
Dal proprio punto di vista di imprenditore e politico Vincenzo Ascrizzi,
presidente della Fiera di Monza, ha sottolineato l’importanza di iniziative
capaci di unificare, al di là del colore politico e religioso, rendendo merito
in questo senso all’attività della UPF Monza, mentre Gabriella Miele della Federazione
delle Donne per la Pace nel Mondo ha presentato l’iniziativa
della Peace Road, ossia
la costruzione di una Strada Virtuale di Pace portata avanti a livello
internazionale dall’associazione.
“La spiritualità è laica”, ha sottolineato Amadio Bianchi,
maestro induista che citando la frase di Gandhi ‘Unity in diversity’ ha voluto
rimarcare che “l’infinito esiste se si crede nella diversità”, e sugli ideali
della non violenza si è focalizzato anche Lino Spena del Gruppo Etico All Is One:
“I monaci tibetani sono vittime di un vero e proprio genocidio, eppure non
parlano mai di guerra, piuttosto di infelicità: il primo conflitto da risolvere
è quello dentro la singola persona”.
“Il cammino della storia passa dentro ciascuno, ciascuno porta
dentro di sé il conflitto e la pace, proprio come la storia”, ha sottolineato
in conclusione l’ex senatrice Albertina
Soliani: “Ho la sensazione che il mondo occidentale stia
perdendo la spiritualità. Credo che oggi l’unico modo di stare dentro la storia
senza disperdere i valori di umanità, ma vivendo appieno la politica, le
professioni, è quello di essere distanti dalla legge economica, del denaro, dei
beni materiali. Oggi le religioni sono utilizzate per giustificare i conflitti.
Invece sono convinta che la
chiave sta nel difendere e coltivare la spiritualità,
riscoprire il valore gratuito, non violento, di inclusione delle religioni”.
Un valore che la veglia interreligiosa di preghiera davanti al
municipio di Monza, ancora una volta, con la tredicesima edizione consecutiva,
ha riaffermato con forza.
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