31 dicembre 2017

Educhiamo alla pace

di Dora La Placa

Il primo settembre Papa Francesco ha invocato la pace nel mondo, affermando che la non violenza è la nuova via da seguire. Come non ascoltare le sue parole dal momento che la via della non violenza è stata sperimentata e ha dato buoni frutti? M
ahatma Gandhi predicava la non violenza ed è riuscito a liberare il suo paese, l’India, senza fare del male a un solo inglese. Negli Stati Uniti Martin Luther King, Malcom X lottavano per i diritti degli Afroamericani, organizzando manifestazioni pacifiche, facendo propria la filosofia della rivoluzione non violenta di Gene Sharp, Mandela in Sudafrica ottenne l’abolizione dell’apartheid, in Birmania la leader Aung San Suu ky si batte ancora oggi per il suo popolo, Malala la studentessa pakistana, premio Nobel per la pace, difende il diritto delle donne allo studio, Angelo Frammartino, volontario in una missione di pace, venne ucciso a 24 anni da un palestinese, non ultimo Gino Strada fondatore di Emergency, ma anche Medici senza frontiere si prestano a rischio della vita in zone di guerra. Costoro hanno il senso della giustizia, dell’uguaglianza, della pace. Ma tutti siamo chiamati a contribuire al raggiungimento della pace, vivendo nel rispetto con gli altri. Nessuno deve essere penalizzato per il colore della pelle né per la religione, né per la lingua. Ciascuno di noi può cambiare il mondo attraverso il proprio comportamento quotidiano. 
Ci piace pensare che in ognuno di noi c’è il desiderio della pace da conservare in famiglia, nella società, nel mondo intero. Tuttavia succede che interessi personali, economici, politici portino all’indifferenza se non addirittura alla diffidenza verso gli altri, verso il diverso. 

Oggi siamo di fronte a cambiamenti radicali. Flussi di emigrazione ci inducono ad accogliere persone con tradizioni, usi e religione diversa dalla nostra. Se non vogliamo generare conflitti e mantenere una pace globale, duratura, dobbiamo educare innanzitutto i nostri figli, i nostri alunni, i giovani alla solidarietà, alla convivenza pacifica, rispettosa dei diritti dell’uomo. Diceva Gandhi dobbiamo diventare il cambiamento che vogliamo vedere nel mondo. 
Con questo obiettivo è nato il progetto “La cultura della Pace”, che è stato realizzato nel 1° circolo della scuola elementare “L. Sciascia “di Caltanissetta. Si deve all’impegno di Michele Cavallotto presidente dell’associazione “Verso l’alto” e alla disponibilità della dirigente Giusi Mazzarino e degli insegnanti se è stato possibile ottenere risultati eccezionali nelle varie attività effettuate dai bambini. Viva partecipazione alle visite negli antichi quartieri della città, dove gli alunni hanno scoperto con stupore che in quei luoghi avevano abitato arabi ed ebrei. Lo stesso entusiasmo abbiamo riscontrato durante le proiezioni, volte a illustrare luoghi e culture diverse. In tutti i disegni, che gli alunni delle classi quarte e quinte hanno elaborato, ci è sembrato di cogliere la stessa consapevolezza del valore universale della pace, come un filo conduttore che legava i bambini alla stessa meta. Seppure, come è giusto in ogni gara, sono stati premiati solo alcuni, non perché più meritevoli degli altri, né certo per il contenuto dei loro disegni, che era univoco, ma piuttosto per l’espressione pittorica, elemento utile per determinare un primo, un secondo e un terzo premio. Aldilà di questo tutti i lavori hanno manifestato una straordinaria sensibilità, impensabile in bambini di quella età, per i quali osservare il mondo da una nuova prospettiva ha significato confrontarsi con gli altri e soprattutto riflettere sui valori essenziali della vita, temi conduttori del progetto.


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