di Valentina Coluccia
Siamo nel 2018 eppure in Armenia si può entrare solo dal nord, attraverso la Georgia, o da sud, attraverso l’Iran. A est i confini sono chiusi con l’Azerbaijan a causa della questione del territorio del Karabakh, zona popolata da Armeni ma completamente circondata da territori Azeri e con i quali gli armeni sono in stato di ‘tregua’ e sono assolutamente blindati anche a ovest, con la Turchia, nemica storica del paese.
E questo piccolo paese, grande come la Lombardia, senza sbocco al mare, con un’economia arretrata e isolata geograficamente da una situazione politica molto complicata, sta sviluppando un’economia in crescita anche grazie al turismo e alla sua voglia di farsi conoscere.
La ricchezza del suo patrimonio culturale, storico ed artistico, infatti, ti trasporta immediatamente in un territorio maestoso fatto di spettacolari montagne, valli, canyon e foreste e laghi dalle acque cristalline.
A questo si aggiunge che l’Armenia è stato il primo paese ad adottare ufficialmente il Cristianesimo nel 301 a.C. e la Chiesa armena è, ufficialmente, la più antica chiesa cristiana ed è chiamata “Chiesa Apostolica Armena”.
E dalla cristianità si parte per osservare il luogo simbolo dell'area, il monte Ararat, fonde la bellezza naturalistica delle cime caucasiche al fascino di un passato leggendario: si tratta infatti del monte sul quale sarebbe approdato Noè con la sua Arca secondo l'antico testamento.