8 luglio 2024

Pace Negativa e Pace Positiva: Una Nuova Comprensione della Pace

di Giorgio Gasperoni,

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Parlare del significato di "pace" è un'opportunità per riflettere sulle fondamenta della convivenza umana. La pace non è soltanto l'assenza di conflitto o guerra, ma rappresenta uno stato di armonia, equilibrio e rispetto reciproco tra individui, comunità e nazioni. Implica giustizia sociale, diritti umani tutelati e una coesistenza pacifica tra diverse culture, etnie e religioni. È un concetto universale che va oltre la cessazione delle ostilità e include la costruzione di relazioni pacifiche basate sulla comprensione e cooperazione.

In questo articolo, verranno affrontati due concetti chiave: la pace negativa e la pace positiva. La pace negativa, definita dal pioniere norvegese della ricerca sulla pace Johan Galtung*, è l'assenza di guerra e violenza. Un esempio è un cessate il fuoco temporaneo durante un conflitto. Tuttavia, questa definizione non cattura le tendenze di una società verso stabilità e armonia. Un esempio concreto è la situazione tra le due Coree. Dalla fine della guerra nel 1953, non è mai stato firmato un armistizio e tecnicamente sono ancora in guerra. Questo è un esempio di pace negativa in quanto, nonostante l'assenza di conflitto attivo, la tensione e l'instabilità persistono.

La pace positiva è un concetto che va oltre la semplice assenza di violenza o guerra, definita come "pace negativa". Implica la presenza di condizioni che promuovono e sostengono relazioni armoniose e giuste tra le persone e le società. Si tratta di un sistema sociale in cui non solo si evita la violenza fisica, ma si costruiscono strutture e processi che favoriscono uguaglianza, giustizia sociale, coesione comunitaria e rispetto dei diritti umani.

Un esempio notevole di pace positiva e duratura è la cooperazione economica tra Germania e Francia dopo la Seconda Guerra Mondiale. Dopo la fine della guerra nel 1945, Germania e Francia, che avevano vissuto decenni di conflitti e rivalità, hanno intrapreso un percorso ambizioso per costruire una pace duratura e una prosperità condivisa. Questo processo è culminato nella creazione della Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio nel 1951, un'iniziativa pionieristica che ha contribuito a gettare le basi per l'integrazione europea.

Lo sforzo di cooperazione economica ha coinvolto la creazione di istituzioni per la gestione delle risorse dell’industria pesante tra Germania e Francia, due nazioni che avevano combattuto due guerre mondiali. Questa iniziativa ha rafforzato i legami economici tra le nazioni, incentivando una visione di un futuro pacifico e prospero. La cooperazione tra Germania e Francia è progredita, culminando nell’istituzione dell’Unione Europea (UE) e nel mercato unico europeo. Anche l’Italia, il Belgio, il Lussenburgo e l’Olanda, quali paesi fondatori, hanno contribuito significativamente al processo per una pace duratura in Europa. Nazioni rivali hanno trasformato le relazioni attraverso fiducia reciproca, integrazione economica e interdipendenza verso una pace più solida.

Costruttori di Pace 

La pace positiva implica che ognuno può contribuire alla costruzione della pace. Non è solo compito dei professionisti; anche individui e comunità possono agire. Accettare iniziativa e responsabilità nella promozione della pace ci permette di agire per risolvere conflitti e favorire un mondo pacifico. Questo approccio enfatizza il ruolo cruciale di tutti nel sostenere la Pace Positiva e trasformare i conflitti.

La Curva del Conflitto - Definizioni 

La curva del conflitto, sviluappata da Michael S. Lund nel suo libro “Preventing Violent Conflicts: A strategy for Preventive Diplomacy”, illustra l’evoluzione dei conflitti nel tempo, mostrando l’interconnessione tra le fasi del conflitto e gli interventi esterni. Questa conoscenza guida i professionisti nella determinazione di strategie e tempistiche di intervento.

La Pace Durevole implica alta reciprocità e potenziali alleanze militari contro minacce comuni. La Pace Stabile si caratterizza da comunicazione cauta e cooperazione limitata in un contesto di stabilità nazionale. La Pace Instabile è una situazione di alta tensione e sospetto, ma con assenza o sporadica violenza.

Il conflitto tra Serbia e Bosnia Erzegovina, iniziato nel marzo 1992 e terminato nel dicembre 1995, è un esempio. L’indipendenza della Bosnia-Erzegovina, proclamata nel marzo 1992 dopo un referendum sostenuto da bosgnacchi e croati ma boicottato dai serbi, ha portato a uno dei conflitti più brutali dell’Europa post-1945. La costituzione dello stato è definita dall’Allegato 4 dell’Accordo di Pace, negoziato a Dayton e firmato a Parigi nel dicembre 1995 dai presidenti di Serbia, Croazia e Bosnia Erzegovina.

Esaminando l'attuale situazione della Bosnia Erzegovina attraverso la Curva del Conflitto, possiamo osservare che il paese è passato da una pace stabile, mantenuta dal 1995 fino al 2022, a una pace instabile, raggiungendo una situazione di quasi crisi. Numerose iniziative diplomatiche e misure di prevenzione delle crisi sono state attivate sia dagli attori primari che secondari.

La crisi è una situazione di tensione tra forze armate mobilitate e pronte a combattere, che possono impegnarsi in minacce e schermaglie occasionali di basso livello, senza però impiegare una quantità significativa di forza. In una situazione di crisi, la probabilità che scoppi una guerra è alta. L'ultimo stadio è la guerra vera e propria.

La pace positiva si oppone alle "strutture e culture della violenza". Secondo Johan Galtung, le strutture della violenza sono sistemi sociali che perpetuano disuguaglianza e ingiustizia, causando sofferenza senza un agente specifico che infligge violenza diretta. Esempi includono povertà, discriminazione istituzionale e accesso diseguale ai servizi. Le culture della violenza, invece, sono aspetti culturali (religione, ideologia, media) che giustificano e legittimano la violenza diretta o strutturale, come ideologie che deumanizzano certi gruppi o narrazioni storiche che glorificano la guerra. Strutture e culture della violenza sono interconnesse, sostenendosi reciprocamente. Per promuovere una pace positiva, è necessario trasformare sia le strutture che le culture della violenza.

Trasformazione dei Conflitti

Secondo John Paul Lederach nel suo libro "The Little Book of Conflict Transformation"**, la trasformazione dei conflitti non riguarda solo la risoluzione o la gestione dei conflitti, ma piuttosto il cambiamento delle strutture, delle dinamiche e delle percezioni che alimentano il conflitto. Lederach introduce le lenti della trasformazione dei conflitti, che prevedono di guardare oltre i conflitti di superficie per comprendere modelli e contesti relazionali più profondi. Propone tre lenti: 1. La comprensione della situazione immediata. 2. L'esplorazione di modelli relazionali più profondi. 3. L'adozione di un quadro concettuale per collegare i problemi presenti con le dinamiche più profonde.

Inoltre, Lederach distingue tra risoluzione e trasformazione dei conflitti, osservando che la risoluzione può risolvere i problemi immediati, ma spesso non tiene conto del più ampio potenziale di cambiamento costruttivo. La trasformazione dei conflitti, invece, cerca di affrontare modelli di conflitto profondamente radicati e di promuovere approcci creativi, reattivi e non violenti alla risoluzione dei conflitti. Questo approccio può essere applicato a vari livelli, da conflitti persona a persona a faide all'interno delle comunità e a nazioni in guerra.

Conclusione

In conclusione, l'applicazione di obiettivi e processi di trasformazione dei conflitti offre un percorso per affrontare le dinamiche conflittuali sottostanti e promuovere un cambiamento positivo nelle comunità. Questo contribuisce in ultima analisi a una società più pacifica e giusta. Come sottolineato da Lederach, non si tratta solo di risolvere i problemi immediati, ma di promuovere un cambiamento costruttivo più ampio che può avere un impatto duraturo sulla società.

La pace positiva e la pace negativa possono avere un ruolo significativo nella prevenzione dei conflitti. La pace negativa, definita come l’assenza di violenza o guerra, può essere mantenuta attraverso misure di deterrenza, come la diplomazia, le sanzioni economiche o la minaccia dell’uso della forza. Tuttavia, questa forma di pace può essere instabile e potrebbe facilmente degenerare in conflitto se non supportata da una pace positiva.

La pace positiva, d’altra parte, si concentra sulla creazione di strutture sociali, economiche e politiche che rimuovono le cause di fondo del conflitto. Questo può includere l’istruzione, l’uguaglianza economica, la giustizia sociale, la buona governance, e così via. Promuovendo la pace positiva, si può prevenire l’insorgere di conflitti riducendo le tensioni e le cause di insoddisfazione che possono portare alla violenza.

* John Galtung, https://rightlivelihood.org/the-change-makers/find-a-laureate/johan-galtung/ 

** The Little Book of Conflict Transformation, https://www.perlego.com/book/958045/little-book-of-conflict-transformation-clear-articulation-of-the-guiding-principles-by-a-pioneer-in-the-field-pdf

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