29 marzo 2016

DISCORSO SULLA PACE

di Emy Blesio(1)
Questo discorso è dedicato alla Pace e a un piccolo Grande Uomo, il Mahatma Gandhi.
In quest’occasione vorrei citare una frase estrapolata da uno dei Veda, i sacri testi indiani: “Sia in pace il cielo, sia in pace la terra, sia in pace l'ampio spazio che sta tra l'uno e l'altra. Siano in pace con noi le acque correnti, le pacifiche piante ed erbe e animali! Siano in pace con noi i segni del futuro, sia in pace ciò che è e che sarà… ” Questo sta scritto nell’Atharva Veda, capitolo 19°,  verso 9, datato attorno al 1000 avanti Cristo, riguardo alla Pace.
(Pace dalla radice sanscrita Pach = legare, pachayami = io lego, e dal latino pac-iscor = pattuisco, concordo). 
Si parla di Pace, se ne parla ovunque, tanto che la parola ha perso persino il suo significato intrinseco e diventa una parola vuota, o peggio, si usa per indicare persino l’opposto per situazioni di comodo.

Destra, Sinistra e Head-Wing

di Giorgio Gasperoni(1)

Lungo tutto il corso della storia, molti uomini e donne hanno desiderato ardentemente la pace e hanno adottato varie strategie nel tentativo di assicurarla(2).
Nonostante il loro impegno, tuttavia, l'umanità non ha ancora raggiunto la pace e la storia ha continuato a essere una storia di conflitto, sfociando spesso in una violenza devastatrice. Perché fino ad oggi è stato impossibile realizzare la pace?
La ragione è che la lotta interiore che si svolge all'interno di ciascun individuo, non è stata ancora risolta.
Il conflitto mondiale altro non è che la manifestazione del conflitto interiore degli individui tra lo spirito e il corpo. Lo spirito dell'uomo aspira a nobili ideali, e tende verso Dio; il corpo invece è lo strumento col quale possiamo mettere in pratica i nostri ideali ma ciò richiede sforzo, disciplina e sacrificio di noi stessi.

28 marzo 2016

Nell’era delle Riforme la mattanza umana continua!

di Franco Previte
La mattanza umana, per “opera” dell’oscuramento della mente, continua ogni giorno con omicidi, suicidi, un quasi generale genocidio nelle famiglie e nella società contemporanea, non ultimo l’episodio scioccante avvenuto a Milano dove Valentina Aguzzi ha ucciso con un colpo di katana, una spada giapponese con una lama di circa 30 centimetri, dopo una lite Mario Sorbello, recidendogli l’arteria femorale.
Questa strana moda, continua imperterrita, stravagante, impietosa: ma la vita umana, ci chiediamo, non vale più nulla?
È da considerare malgrado che da moltissimi anni richiediamo con Petizioni al Parlamento Italiano, Europeo, Governo in carica, si costata sempre un silenzio assoluto, con uno stile burocratico tanto da far capire essere completamente ignorate!

26 marzo 2016

Il Dopo Guerra

Video lezione del Prof. Saccà sul Dopo Guerra.

Video 1° Parte


Durata seconda parte - 5 minuti  Video 2° Parte

Il contenuto degli articoli dei collaboratori, esprimono il pensiero degli autori e non necessariamente rappresentano la linea editoriale che rimane autonoma e indipendente.

Gesù e la Resurrezione

Tradizionalmente la grande maggioranza dei cristiani ha creduto nell'apparentemente indiscutibile resurrezione del corpo fisico di Gesù, ma è veramente l'unica possibile interpretazione?

di Redazione(1)
Per circa un quarto della popolazione mondiale - per quel miliardo di persone che sono cristiane - Pasqua è il tempo in cui si ricorda e si celebra la resurrezione di Gesù Cristo. San Paolo proclamò che se Gesù non fosse risorto "la nostra speranza sarebbe stata vana" (1 Cor. 15:17).
Oggi, virtualmente, tutti i cristiani riconoscono nella resurrezione, il nucleo della fede neo-testamentaria; ma perché credere nella resurrezione ha un'importanza così vitale?

I Valori assoluti e il nostro futuro

A cosa ci si riferisce quando si parla di valori assoluti? Lo sviluppo delle virtù individuali: rispetto, responsabilità, onestà, fiducia, compassione, integrità, gratitudine, perseveranza e impegno – tutti questi valori sono componenti ed espressione dell’amore altruistico.

di Giorgio Gasperoni(1)
Molte persone rifiutano di discutere di valori assoluti poiché immaginano che ciò possa condurre all'assolutismo o a un qualche genere di dittatura teocratica. Ciò è in gran parte dovuto a un'incomprensione di fondo su cosa s'intende con questo concetto. Affinché una società democratica possa prosperare, dev'essere basata su una condivisione di valori. Quando le persone hanno dei valori in comune, possono più facilmente avere fiducia reciproca, cercare soluzioni ai problemi sociali e vivere insieme armoniosamente. La democrazia può funzionare solo quando persone di diversi partiti politici condividono abbastanza valori da poter vivere sotto questo o quel governo senza sentire di dover iniziare un'insurrezione armata. Allo stesso modo il pluralismo della religione e della cultura esiste nel mutuo rispetto fondato su una comune base di valori.

21 marzo 2016

FENOMENOLOGIA TEORICA E PRATICA DEL CAPO

di Antonio Saccà, sociologo

Il Capo, il Duce, il Condottiero, il Leader, come si denomina oggi, sono figure coeve all'uomo sociale. In ogni gruppo qualcuno finisce con l'imporsi, perché riconosciuto, perché usa violenza. È una distinzione radicale. In linea di massima è Leader soltanto colui che viene riconosciuto volontariamente dal gruppo (classe, popolo). Ma in concreto vi è spesso una commistione. Ne diremo. A rigore, il Leader è colui che il gruppo, la classe, il popolo hanno slancio a seguire, al quale obbediscono con entusiasmo, dal quale amano che provengano scopi, e, non sempre ma sovente, perfino la morte, il sacrificio ultimo non intaccano l'adesione, addirittura la esaltano: morire per il Capo, sacrificargli la vita sono comportamenti frequenti. Entusiasmo, fedeltà rappresentano connotazioni determinanti nella relazione tra Capo e gruppo. Ma come sorgono l'entusiasmo, la fedeltà? Come mai un gruppo, una classe, un popolo si affidano, per la vita e per la morte, ad un uomo, una donna? Che vi è in costoro di tanto peculiare, traente, vincolante da generare perfino in milioni e milioni di persone un legame spesso non divisibile? Perché taluni individui hanno seguaci ed altri, i molti, stentano a condurre a sé? Si tratta di doti naturali di certi individui o le circostanze hanno il loro rilievo? Sul Capo Carismatico, vi sono talune teorie. Innanzitutto quella di Max Weber, che, oltretutto definì proprio la formulazione di Capo Carismatico tra le maniere di esercitare il Potere.

LE BELLE VOCI

Questo è il significativo titolo del Concerto, organizzato dall'Associazione Culturale "Maison des Artistes", per festeggiare la "Giornata Internazionale della Donna ". Si sono esibiti - presso il Teatro delle Muse - il soprano russo Yulia Zykova e il tenore Vincenzo Carnì, accompagnati al pianoforte dal M° Marina Ciubotaru. Il programma prevedeva brani famosi di Puccini, Strauss, Gastaldon, Verdi, Lehar e Leoncavallo, che sono stati eseguiti magistralmente anche in applauditissimi duetti. L'evento è stato introdotto dal Presidente Ing. Vittorio Barbagianni, che ha anche reso omaggio al Maestro Ennio Morricone, mentre il Segretario Generale Dottor Luigi Oppido ha concluso lo spettacolo rievocando i progressi fatti dal movimento femminile ed i diritti ancora da conquistare.

Sostegno per il terremoto in Nepal

Le iniziative della WFWP (Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo) A seguito del devastante terremoto che ha colpito il Nepal il 25 Aprile, la WFWP ITALIA ha iniziato una raccolta fondi a favore delle attività che la WFWP Nepal sta realizzando nei vari villaggi per aiutare la ricostruzione. Sono stati consegnati lo scorso Ottobre 2015 €700, raccolti dalla WFWP Italia tra i soci e simpatizzanti attraverso mercatini di beneficenza. 
A Novembre la WFWP Nepal ci ha fatto pervenire un resoconto del progetto realizzato: la ricostruzione di una scuola elementare andata completamente distrutta nel villaggio di Gorka a 150 km di distanza da Kathmandu. Dal 25 Aprile i ragazzi frequentavano la scuola nelle tende. Con la nostra donazione, è stato comprato il tetto di lamiera e la scuola è stata ricostruita. Il lavoro da fare in quel paese è ancora tanto, perciò è desiderio della WFWP Italia continuare con la raccolta di donazioni anche per il prossimo anno.

Le donne raccontano


Il 3 dicembre 2015, Elisabetta Nistri, Presidente della WFWP è stata invitata come relatrice al convegno organizzato da Lisa Bernardini, presidente dell’Associazione ‘l’Occhio dell’Arte’ e da Maria Grazia De Angelis, presidente dell’ ‘Associazione Italiana di Studio del Lavoro per lo Sviluppo Organizzativo’.
Il titolo del Convegno verteva su: “LE DONNE RACCONTANO: come l’essenza del femminile contribuisce allo sviluppo di una società a misura d’Uomo”, ed ha visto la partecipazione di molte donne che in vari ambiti si stanno impegnando a diffondere una cultura etica, meritocratica, portatrice di armonia e senso della relazione con l’altro.

18 marzo 2016

Le religioni politiche e il fascismo

Le tre RELIGIONI POLITICHE del XX Secolo, le quali cercarono di sostituire la presunta, o reale, crisi delle religioni tradizionali della fede in un Dio.

Video presentazione

Le religioni politiche e il fascismo - 1° Parte


Le religioni politiche e il fascismo - 2° Parte

Il contenuto degli articoli dei collaboratori, esprimono il pensiero degli autori e non necessariamente rappresentano la linea editoriale che rimane autonoma e indipendente.

La Relazione fra l’Europe e l’Africa

Mark Brann, Ex-Segretario Generale, UPF-Europa
Giovedì, 4 giugno, 2013

[…] L’UPF supporta pienamente la nuova tendenza verso l'apertura e la trasparenza di ciò che è stato fatto dalle ex potenze coloniali, come dimostra l'insistenza del nostro ministro degli Esteri britannico, William Hague, che autorizza la verità su abusi da parte delle forze britanniche durante la rivolta dei Mau Mau in Kenya durante gli anni ‘50 affinché siano pienamente conosciuti…
[…] Quando gli africani cominceranno a credere sempre di più in se stessi, mostreranno sicuramente che saranno in grado di realizzare grandi cose per conto proprio e di essere sempre meno dipendenti dall’Europa o altre potenze esterne. Siamo convinti che l'Europa debba continuare ad avere un cuore benevolo nei confronti dell'Africa, aiutandola in ogni modo a risolvere i suoi problemi e raggiungere i suoi sogni…

Pregi e difetti di molti Stati africani

La professoressa Beatrice Nicolini, docente di Storia e Istituzioni dell’Africa presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, in una relazione tenuta a Monza organizzata dall’UPF lo scorso 26 settembre, ha evidenziato alcuni pregi e difetti di molti Stati africani. Qui riportiamo un breve estratto:
“Uno dei più grossi problemi sono le leadership politiche corrotte: governi spesso non legittimati, tenuti con la forza militare, che vivono con la paura costante di essere rovesciati (cosa che avviene regolarmente, più di quanto i nostri media ci facciano sapere). Per questo, in contrasto con l’immagine collettiva del continente africano come emblema di povertà estrema, gli stati africani spendono tantissimo in armamenti.
A tutto ciò fa sfondo una mentalità – retaggio del passato tribale e della scriteriata divisione coloniale - che fatica a comprendere il concetto di opposizione politica pacifica: lì l’appartenenza tribale prevale sul concetto di stato.
Tuttavia ci sono anche progressi promettenti da evidenziare: l’Africa è un paese in fermento, e molti giovani escono dal proprio paese, non solo come profughi, ma come studenti. E l’investimento chiave per il futuro di una nazione è proprio l’educazione. I paesi africani vogliono crescere, espandersi, e cercano dei modelli di sviluppo. Possiamo esserlo noi per loro? Forse sì, ma d’altro canto anche noi abbiamo bisogno di guardare all’Africa, per recuperare quella dimensione di cura dei vicini e della condivisione. Si parla oggi di sharing economy, ma i suoi principi sono parte viva della cultura delle popolazioni africane”.

A cura di Godwin Chionna

The Bright Continent: Breaking Rules and Making Change in Modern Africa

(Il continente Luminoso: infrangere le regole e produrre il cambiamento nell’Africa moderna)

di Dayo Olopade
La via del progresso in Africa sta nelle soluzioni sorprendenti e innovative che gli africani stanno trovando da loro stessi.
L’Africa è un continente in movimento. È spesso difficile da notare, perché, l'attenzione occidentale sulla governance e gli aiuti stranieri oscurano il dinamismo individuale e l’adattamento sociale informale che ha guidato l’Africa negli ultimi dieci anni di sviluppo. Dayo Olopade ha viaggiato attraverso l'Africa subsahariana per scoprire come la gente comune affronta le sfide nella vita di ogni giorno. Ha scoperto un’Africa inaspettata: resistente, gioiosa, e innovativa; un continente d’innovatori del ‘fai da te’ e leader di comunità appassionati.

In più di cinquant'anni dall’Indipendenza il paese non ha mai conosciuto una pace stabile

di Andrea Valgoi
L’ultimo secolo della storia del Congo è stato condizionato da guerre sanguinarie, carestie ed efferate razzie compiute contro la popolazione. Per capirne le ragioni occorre tornare indietro nel tempo di un bel pezzo. Leopoldo II (1835 - 1909), re del Belgio, conquistò il controllo del regno verso la fine dell’Ottocento facendone una sua proprietà personale, dandogli il nome di Stato Libero del Congo. La criminalità nella colonia, sfruttata principalmente per la raccolta del caucciù, aumentò progressivamente e nel 1908 Leopoldo II decise di trattare il paese come una colonia vera e propria, rinunciando a un impraticabile possesso privato.

Ideazione degli Istituti di Pace in RDC

(Repubblica Democratica del Congo)

di Delly Kazadi, Ambasciatore di Pace

La RDC è un Paese definito “post-conflitto” dagli organismi internazionali, ma tutti sanno che vi sono ancora conflitti latenti nelle varie regioni di questo grande Paese dell’Africa centrale, e in particolare nell’est.
In effetti, la più corposa missione di pace dell’ONU si è installata in RDC dal 1999, con 22.000 uomini. La questione della risoluzione dei conflitti e del consolidamento della pace preoccupa tutti i congolesi, a qualunque classe sociale appartengano.
Alcuni membri della Diaspora congolese in Svizzera hanno sempre dato grande importanza al consolidamento del peso della società civile congolese che opera in RDC.

Che cosa accadrebbe se il Nord Africa e l'Africa sub-sahariana lavorassero insieme


di Giorgio Gasperoni
Mi sono ritrovato a leggere un articolo di Dayo Olopade, una scrittrice di origine nigeriana cresciuta negli Stati Uniti. Mi ha colpito subito la sua prima affermazione: “I deserti sono notoriamente multiformi. Visti da una certa prospettiva, essi sono ostili e l’ambiente intimidisce ed è impervio come una fossa di serpenti. Eppure, rispetto alle montagne, alle foreste, o agli oceani, invitano più facilmente ad essere attraversati. In Africa, il deserto del Sahara è sconcertante, può essere visto come un’autostrada del continente ma anche come una sua Grande Muraglia”.

Il tramonto dell'alba e l'eclissi dell'io

di Fulvio Palumbo
Questo libro(1) è prospettico, coglie il presente, immagina il futuro. E se l'oggi è angosciante, il domani è terrificante. Bisogna avere il coraggio di guardare il buio e “vederlo”, e vederlo come buio. Vi è chi crede ad armonie naturali o soprannaturali, che il Bene, chi sa come e chi sa perché, trionferà: confonde il fatto che la vita continua con il Bene. La Vita continua ma il suo percorso è insanguinato. Soltanto chi vede il buio ne vuole uscire. Il buio: soprattutto la guerra. Esistono potentissime forze che “vogliono” la guerra, una guerra a diverse gradazioni, una guerra economica, una guerra demografica, una guerra di religione, una guerra disordinatrice, una guerra vera e propria, il terrorismo? Antonio Saccà ne è certo. Forze che non tollerano ostacoli, spezzano le sovranità nazionali, e infine la stessa consistenza dell'Io.

14 marzo 2016

La giurisdizione della città di Gerusalemme nell’ambito del conflitto in Medio Oriente

Il problema principale non dipende dalla nazione ma dalla leadership. Leadership forte significa questo: persone autorevoli e rispettate.


di Elieser Glaubach, 
Presidente del Forum di Gerusalemme per la Pace e la Sicurezza in Israele 

Buon giorno a tutti. Come il presidente del Forum di Gerusalemme che ha parlato prima di me, siamo un’unica famiglia sotto un unico Dio. Il mio compito è di parlare del conflitto in Medio Oriente.
Il conflitto Israelo-Palestinese si è sviluppato in un periodo abbastanza lungo. Nonostante ciò, abbiamo raggiunto due importanti accordi con due nazioni di primo piano dell’area: l’Egitto e la Giordania.

Il lavoro della Universal Peace Federation in Terra Santa

Solo quando saremo in grado di vedere i bisogni delle altre religioni allora una vera e reale relazione potrà stabilirsi tra le varie comunità religiose.


di Hod Ben Zvi, 
Presidente “Forum di Gerusalemme per l’interconfessionalità e la cooperazione fra le religioni”.

Buon giorno a tutti. È un grande onore per me essere qui oggi a questa conferenza organizzata dalla città di Monza (26 settembre 2014), dall’UPF e WFWP in questo bellissimo paese che è l’Italia. Noi vediamo l’Italia come un paese che vibra di vita, amore passionale e una straordinaria bellezza. Comunque, la mia responsabilità questa mattina, è di condividere con voi il mio lavoro interreligioso, di cui mi occupo in Terra Santa. 

UNA ROADMAP PER LA PACE

di Carlo Zonato

Il nostro è un tempo di grande confusione, incertezza e smarrimento. Tante nuove difficoltà e conflitti rappresentano le sfide che l’umanità sta affrontando. 
Le grandi speranze per il nuovo millennio, dopo la fine della cosiddetta guerra fredda, franano di fronte ad una realtà che ci disorienta e ci fa paura. Le “malattie” dell’umanità, al tempo della globalizzazione, sembrano mostrarsi nella loro massima espressione e la moderna tecnologia ci mostra con immediatezza i fatti più truci della nostra storia attuale. 

12 marzo 2016

La famiglia e ‘Il Risveglio della Forza’

La distruzione dell'ordine Jedi fu dovuto, in gran parte, alla sua cecità verso la profonda, essenziale e incancellabile forza dell'amore familiare. Gli Skywalker possono portare equilibrio nella Forza perché si uniscono tramite l’amore, appreso attraverso la famiglia.


di Giorgio Gasperoni
"Non puoi negare la verità. È la tua famiglia." Lor San Tekka (Max von Sydow) pronuncia questa frase profetica a Kylo Ren, il maestro dei Cavalieri di Ren e il principale ‘cattivo’ nell'ultima versione del film di Star Wars, ‘Il risveglio della forza’. La risposta violenta di Ren alle parole di Tekka sottolinea la dinamica fondamentale che appare in tutto il film.
Per gli utilizzatori della forza nell'universo di Star Wars, i vincoli di amore caratteristico della famiglia naturale sono, quasi senza eccezione, una barriera da superare, piuttosto che una fonte di virtù. Sia per gli Jedi che per i Sith, la famiglia è un problema piuttosto che una soluzione.
Il lato oscuro
Il Dr J. Jordan Ballor(1) fa notare che i Sith e gli utilizzatori del lato oscuro generalmente rappresentano le perversioni dei legami familiari naturali. Questo ha senso: i disegni malvagi di chi opera nel lato oscuro, come per esempio Darth Sidious, richiedono l'isolamento e la manipolazione degli altri. Gli amori, gli interessi e i beni della persona sono inglobati da volontà, desideri e passioni del tiranno.

9 marzo 2016

Quel prezioso tassello dell’Unione eurasiatica che non ha corrisposto ai voleri di Putin

Sembra passata un’eternità da quando, con toni trionfalistici, fu annunciata la nascita dell’Unione economica eurasiatica. Oggi, l’ambizioso progetto di Putin per riportare le ex Repubbliche sovietiche sotto la diretta influenza russa sta incontrando diversi ostacoli.
Il più grosso di questi ostacoli è sicuramente rappresentato dall’Ucraina che doveva essere il tassello più importante dell’intero mosaico. Quel tassello non ha voluto saperne di andare a incastrarsi nel posto previsto da Putin.

di Luciano Sampieri
Diverse sono le ragioni del rifiuto di questa importante terra di confine, l’Ucraina, verso il progetto dell’Unione eurasiatica.
Il recentissimo libro “The Gates of Europe” di Serhii Plokhy, docente di Storia ucraina ad Harvard e direttore dell’Istituto di Ricerca ucraina, ripercorrendo più di mille anni di storia del paese, aiuta a capire la strada scelta dalla più grande nazione d’Europa e le questioni emerse in tutta la loro drammaticità a proposito del conflitto tra Russia e Ucraina.
Come riporta Plokhy all’inizio del suo saggio, le immagini del febbraio 2014, dove i cecchini del governo in carica aprirono il fuoco sulla folla di dimostranti in Maidan a Kiev uccidendo e ferendo decine di manifestanti filoeuropei, scioccarono il mondo e produssero un punto di svolta decisivo nei rapporti tra Russia e Ucraina e nel futuro dell’Europa.

8 marzo 2016

Una riflessione storica

Quali rapporti l’Europa dovrebbe costruire con la Russia?

di Marco Ricceri
Resta il fatto che la decisione di avviare concretamente il progetto di Unione eurasiatica, segna una svolta di grande valenza anche politica nei rapporti tra Europa e Russia; ed a questo riguardo non è fuor di luogo affermare che siamo di fronte ad una decisione di rilevanza storica, qualunque sia l’esito dell’operazione. L’elemento che giustifica una simile definizione si ritrova, appunto, nella storia del processo d’integrazione europea, in modo specifico nei tanti progetti di unificazione del continente che per secoli sono stati elaborati, proposti, discussi nelle sedi più diverse, prima che questo processo trovasse finalmente uno sbocco positivo nella realtà comunitaria del secondo dopoguerra.

I rapporti tra Unione eurasiatica e Unione europea: gli ‘allarmi’ dell’Occidente

di MARCO RICCERI
Nel corso di un’importante iniziativa russo-tedesca, il 9° Incontro promosso congiuntamente a Mosca nel febbraio del 2011, dalle fondazioni russe Unità per la Russia e Russkiy Mir e dalla fondazione tedesca F. Ebert sulla cooperazione tra Russia ed Europa, i partecipanti, esperti e rappresentanti politici, tra le tante questioni aperte da approfondire, misero in evidenza due interrogativi di fondo. Gli esponenti russi sottolinearono il fatto che: «non sempre è chiaro cosa l’Unione europea voglia attualmente dalla Russia»; mentre gli esponenti dell’Occidente europeo il fatto che «da tempo la Russia non ha un senso chiaro della direzione verso cui andare e posarsi, per cui è difficile definire quale sia la strategia russa di riferimento».

Eurasia: il momento per una scelta storica

La Federazione Russa, Bielorussia e Kazakhstan sono gli stati promotori 
delle prime due istituzioni costituite finora.

Marco Ricceri(1)

Cosa è Eurasia? Questa domanda che emerge con una certa frequenza nel corso di conferenze e incontri, anche molto qualificati, dedicati alle relazioni tra l’Unione europea e la Russia, in genere causa nei partecipanti una notevole confusione e incertezza. Le risposte, quando esistono, sono le più diverse: Eurasia è un territorio russo al di qua e al di là degli Urali; oppure, è una strategia di riposizionamento geo-politico della Federazione Russa basata su un maggiore avvicinamento alle realtà orientali. Ancora: Eurasia è un accordo di collaborazione tra vari Stati dell’area promosso dalla Federazione Russa; un’imprecisata struttura di raccordo, un ponte, tra l’Europa e il lontano Oriente.

Dialogo Eurasia-Europa

Vienna, Austria
Più di 150 persone hanno partecipato alla quinta conferenza sul Dialogo Eurasia-Europa, che ha avuto luogo il 30 e 31 ottobre, 2015, presso l'Accademia Diplomatica di Vienna.

di Jacques Marion, Segretario Generale-Europa

Ambasciatori e membri del corpo diplomatico, leader di ONG, Ambasciatori di Pace UPF, giovani volontari e studenti dell’Accademia Diplomatica hanno partecipato alla conferenza, che verteva sul tema "Dialogo Eurasia ed Europa: costruire la fiducia e garantire una cooperazione per lo sviluppo sostenibile".
L'evento è stato il quinto di una serie di conferenze volte a sviluppare partenariato e cooperazione tra le due regioni. Le conferenze precedenti avevano avuto luogo nel 2012 a Mosca e Vienna, nel 2013 a Parigi e nel 2014 a Chişinău, Moldova. Nel febbraio 2015 si era tenuta a Vienna una tavola rotonda sul tema "L'imperativo di un reset strategico UE-Russia".

Il Congresso Interreligioso Iracheno del 2007

Ripreso da Voci di Pace

Caso di studio(1)
La società irachena ha numerose fragilità di natura tribale, religiosa (circa il 60-65% della popolazione è sciita, il 32-37% è sunnita e circa il 3% è cristiana o appartenente ad altri gruppi religiosi) ed etnica, e le tensioni sociali e politiche tra i diversi gruppi hanno una lunga storia. Sotto la legge repressiva del regime sunnita di Saddam Hussein erano largamente contenute tuttavia, con l’invasione guidata dagli Stati Uniti del 2003 che ribaltò il regime, la macchina repressiva dello stato è venuta a mancare e i livelli di violenza si sono inaspriti.

Il conflitto
Le origini e gli sviluppi del Congresso Interreligioso Iracheno (IIRC) prendono forma dall’ambiente politico complesso della regione, nel quale non solo le dispute etnico-regionali ed economiche, ma anche il confronto interreligioso ed intra religioso, attacchi terroristici su popolazione civile e conflitti armati sono all’ordine del giorno.

La religione è causa di conflitto

Articolo ripreso da Voci di Pace

Il ruolo della religione nei conflitti sta ricevendo sempre maggior attenzione dai peace practitioner (esperto nella ricerca della pace) e dai policy maker (esperti nella formulazione delle soluzioni politiche). Non senza giusti motivi. Non soltanto i media riportano un gran numero di notizie e di commenti sul ruolo della religione nei conflitti attualmente in corso in molte regioni, dal Medio Oriente al Sud-Est Asiatico, ma anche la ricerca accademica indica che la proporzione di conflitti nella dimensione religiosa sta aumentando.

L’approccio religioso

Articolo ripreso dal numero di Voci di Pace - 1° quadrimestre 2016

I modi in cui esaminare la religione qui proposti sono: religione come comunità, religione come insieme d’insegnamenti, religione come spiritualità, religione come pratica religiosa e religione come discorso. Molti di questi modi di considerare la religione potrebbero essere rilevanti in qualsiasi contesto. Non sono quindi mutualmente esclusivi, e in molti casi potrebbero essere complementari.
La religione come comunità enfatizza gli aspetti collettivi e aggregativi della religione. In tempi di conflitto, la religione può diventare una risorsa importante per preservare o rafforzare la coesione sociale, sia all’interno che tra gruppi, incrementando quindi la resilienza della comunità. Per contro, le stesse dinamiche che rafforzano i legami sociali spesso conducono all’emergere di divisione tra gruppi. Dove le identità dei gruppi in conflitto hanno una componente religiosa, i confini del conflitto potrebbero essere tracciate lungo i confini dell’identità religiosa. La religione può diventare un segno distintivo della propria identità, utilizzato per designare chi è “amico” e chi “nemico”.

6 marzo 2016

RELIGIONI POLITICHE del XX Secolo

Le tre RELIGIONI POLITICHE del XX Secolo, le quali cercarono di sostituire la presunta, o reale, crisi delle religioni tradizionali della fede in un Dio. Il COMUNISMO, con la teoria di Marx e l'attuazione che ne fecero o ritennero di fare LENIN e STALIN concepisce l'uomo dio che verrà  se attuato, appunto, il Comunismo, dopo la inevitabile, a loro giudizio, rovina del CAPITALISMO.

Annalisa Terranova: L'ALTRO MSI,

di Antonio Saccà
Si è tenuta alla Libreria Coltura, Roma, la presentazione del volume di Annalisa Terranova: “L'altro MSI. I leader mancati per una destra differente” Prefazione di Antonio Carioti. Ne hanno discusso Quido Caldiron e Alessandro Campi, oltre alla Terranova. Alla fine un dibattito animato. Molto pubblico. Non ho cognizione diretta del MSI, il testo della Terranova mi fa conoscere, e fa conoscere, intimamente, fisicamente, direi, quel mondo, semplicisticamente dichiarato Neofascista.

BENITO MUSSOLINI, IL FASCISMO

Le tre RELIGIONI POLITICHE del XX Secolo, le quali cercarono di sostituire la presunta, o reale, crisi delle religioni tradizionali della fede in un Dio.

Video presentazione

Le religioni politiche e il fascismo - 1° Parte


Le religioni politiche e il fascismo - 2° Parte

Il contenuto degli articoli dei collaboratori, esprimono il pensiero degli autori e non necessariamente rappresentano la linea editoriale che rimane autonoma e indipendente.

3 marzo 2016

Scienza ed etica: verso la neurosi sociale?


di Antonio Saccà
Attualità. In che senso molti dicono che vi sono diritti degli omosessuali a legalizzare le loro unioni? Fino a che non è codificato non esiste diritto, esiste un'esigenza. Questa esigenza è dovuta alla volontà, al bisogno o a un diritto preesistente in natura, per natura è un diritto naturale da confermare con la legge. Dunque, o è, dicevo, un'esigenza che la legge può riconoscere o non riconoscere o un diritto naturale che è necessario legalizzare.
Evidentemente la legalizzazione delle unioni omosessuali non esiste come diritto naturale, del resto è problematico sostenere che esistano  diritti naturali che “dobbiamo” riconoscere. Allora? Allora se uno Stato decide di trasformare un'esigenza in un diritto, avremo diritti degli omosessuali, prima di questa trasformazione abbiamo richieste, esigenze. Se gli omosessuali attingono al diritto di legalizzare le loro unioni, sorge l'altra loro esigenza, di avere una figliolanza. Anche in tal caso, un'esigenza, non un diritto, ma che può, legalizzata, trasformarsi in diritto. Certo, stavolta la Natura è meglio lasciarla da parte radicalmente.

2 marzo 2016

Il Ruolo della Religione

di Giorgio Gasperoni

È stato distribuito il numero del primo quadrimestre 2016 di Voci di Pace.
Ritengo che quattro temi siano da evidenziare per la loro importanza e attualità:
1. Un’ampia documentazione sul ruolo della religione nelle cause e risoluzioni dei conflitti
2. Un approfondimento sul dialogo Eurasia-Europa: prospettive e problemi
3. Il lavoro dell’Universal Peace Federation in Terra Santa
4. Quali prospettive di sviluppo nel continente africano

Inserisco l’introduzione al dossier sul ruolo della religione nelle cause e risoluzioni dei conflitti.
Il PDF del giornale lo potete vedere qui.

Il Ruolo della Religione
In un mondo di conflitti complicati, dove vi è un aumento della paura e del senso di alienazione, non esistono soluzioni semplici.

Il ruolo della religione(1) nei conflitti attuali è molto più profondo di quello attribuitogli dalla tradizionale scienza politica o dalle teorie di risoluzione dei conflitti. Conseguentemente, gli approcci di mediazione laica statale e di dialogo internazionale si trovano su vicoli ciechi in molti dei conflitti moderni. La fragilità di numerosi stati si trasforma in terreno fertile per gli estremismi, gli approcci diplomatici esistenti e le soluzioni proposte hanno grandi limitazioni, e le strategie basate sulla forza sembrano solo produrre altre sfide e maggiore violenza nel medio e nel lungo termine.

1 marzo 2016

LENIN, STALIN, IL COMUNISMO, LA RIVOLUZIONE BOLSCEVICA


Prossima conferenza del Prof. Saccà, giovedì 3 marzo, ore 20,30

Continuano all'Associazione Culturale “Spazio Tiburno” i Colloqui Filosofici e Religiosi con il Professor Antonio Saccà. Giovedì 18 Febbraio alle ore 20,30 erano state discusse le concezioni di Albert Einstein e di Sigmund Freud. Dopo aver analizzato gli interrogativi del CRISTIANESIMO CATTOLICO: dove può spingersi la ragione? Abbiamo bisogno della fede? La morale cristiana è la vera e giusta? Possiamo provare l'esistenza di Dio? Esiste l'aldilà? L'uomo è libero o sottomesso a un disegno divino? Ci salviamo da noi o per grazia di Dio? Che è il “male”? È stato vagliato il PROTESTANTESIMO, che  accentua radicalmente la fede ed il mistero della salvezza , e nega o attenua il contributo dell'uomo alla salvezza, oltre a revisionare la interpretazione delle Scrittura sul Papato, i Sacramenti, i Santi, il Purgatorio, la libertà del volere.  Da ultimo è stato considerato il Capitalismo, teorizzato da Adam Smith; entriamo in un terreno eminentemente utilitaristico, mondano: badare al proprio vantaggio, in questo modo faremo anche il bene degli altri.