(Repubblica Democratica del Congo)
di Delly Kazadi, Ambasciatore di Pace
La RDC è un Paese definito “post-conflitto” dagli organismi internazionali, ma tutti sanno che vi sono ancora conflitti latenti nelle varie regioni di questo grande Paese dell’Africa centrale, e in particolare nell’est.
In effetti, la più corposa missione di pace dell’ONU si è installata in RDC dal 1999, con 22.000 uomini. La questione della risoluzione dei conflitti e del consolidamento della pace preoccupa tutti i congolesi, a qualunque classe sociale appartengano.
Alcuni membri della Diaspora congolese in Svizzera hanno sempre dato grande importanza al consolidamento del peso della società civile congolese che opera in RDC.
Come ancorare la cultura della pace nello spirito dei congolesi? Questa è una domanda davvero molto grande, che pare, agli occhi di alcuni o di molti, come un’utopia o un idealismo gratuito.
Con alcuni dei miei amici, accademici e di buona volontà, abbiamo deciso di abbracciare quest’idea generosa e fondamentalmente umana.
Abbiamo attuato, basandoci in particolare sul bagaglio di entrambe le nostre culture, quella congolese e quella svizzera, dei principi e dei valori che portano un essere umano ad essere o diventare un ambasciatore di pace.
Tra i principi citiamo l’amore per il prossimo e la compassione. Tra i valori, l’apertura di spirito, il rispetto degli altri e la responsabilità individuale.
Abbiamo immaginato e aggiunto un approccio accademico alla nostra iniziativa.
Quest’approccio consiste nel creare degli istituti di pace in tutte le università e scuole di specializzazione nella RDC. La nostra prima scelta andrà alle istituzioni accademiche che hanno delle facoltà legate alle scienze umane e sociali come l’antropologia, il diritto, il giornalismo, la filosofia e la teologia.
La finalità è quella di istituzionalizzare questo approccio a tutti i livelli di istruzione in RDC, in particolare primaria, secondaria e superiore.
Il primo progetto verrà avviato in un istituto cattolico di Kinshasa.
Questo Istituto s’incaricherà di formare quelli che chiamiamo formatori o supervisori, che a loro volta andranno a formare altre persone a livelli meno accademici.
Il contenuto del programma accademico verrà concepito e messo in atto grazie a una stretta collaborazione tra eminenti professori delle università svizzere e congolesi.
Si tratta essenzialmente di localizzare il contenuto della formazione perché sia adatto a rispondere alle sfide poste dal Congo. I futuri studenti (che abbiamo definito “formatori e supervisori”, come detto sopra) saranno selezionati in funzione delle loro capacità di tradurre in azioni ciò che avranno appreso in teoria.
Sono persone che conoscono il terreno e che hanno dimostrato, nelle loro attività, la capacità di rispondere ai bisogni specifici connessi ai conflitti.
Miriamo ad iniziare la prima formazione al momento dell’inizio dell’anno accademico nell’autunno 2016.
Pensiamo che questo tipo di programma possa aiutare la RDC ad avere del personale competente e un’esperienza internazionalmente riconosciuta per la risoluzione dei conflitti e il consolidamento della pace.
È evidente che questo programma costituisce solo la prima pietra della costruzione della pace nella RDC e nella regione, ma siamo convinti che sia un buon investimento per questa parte del mondo che ha troppo sofferto per i conflitti armati durante gli ultimi venticinque anni.
In vista delle sfide che attendono la RDC e la regione dei Grandi Laghi, iniziative come questa sono fondamentali per la realizzazione di una pace stabile, base di qualunque sviluppo umano ed economico.
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