14 marzo 2016

UNA ROADMAP PER LA PACE

di Carlo Zonato

Il nostro è un tempo di grande confusione, incertezza e smarrimento. Tante nuove difficoltà e conflitti rappresentano le sfide che l’umanità sta affrontando. 
Le grandi speranze per il nuovo millennio, dopo la fine della cosiddetta guerra fredda, franano di fronte ad una realtà che ci disorienta e ci fa paura. Le “malattie” dell’umanità, al tempo della globalizzazione, sembrano mostrarsi nella loro massima espressione e la moderna tecnologia ci mostra con immediatezza i fatti più truci della nostra storia attuale. 
Sembra proprio che l’umanità, nonostante il suo incredibile bagaglio di scoperte e conoscenza e un livello di benessere generalmente migliorato, stia invece perdendo il senso più bello, profondo e vero della propria esistenza. Sembra non avere più punti precisi di riferimento ed una chiara visione sulla quale orientare le speranze per costruire il proprio futuro.
Ma esistono dei principi, delle fondamenta sulle quali ricostruire il nostro senso di “esseri umani” che possano permetterci di invertire questa tendenza al nostro auto annullamento? Secondo noi si, senza alcun dubbio. Per questo vorremmo tracciare quella che definiamo la “ROAD MAP PER LA PACE” e per la felicità per l’intera famiglia umana.
La visione di pace che l’UPF promuove poggia saldamente su alcuni presupposti o capisaldi fondamentali: 
1) “L’Origine progettuale che ha determinato la motivazione e lo scopo della  nostra esistenza, il nostro valore e dignità, è Dio, genitore comune di tutta l’umanità”. Al di là della nazionalità, della cultura o della fede, l’UPF crede che questo sia il presupposto fondamentale. In tutti i progetti che abbiano come finalità la costruzione della pace ed armonia tra i popoli, dovremmo sempre considerare e ricercare quale sia il progetto ideale che Dio, nostra origine comune, desidera stabilire attraverso di noi.
Non è un obiettivo solo per chi si occupa di religione o di fede; noi siamo il risultato di una Causa Prima che la scienza stessa scopre sempre di più come Entità che segue precise leggi. 
In questa affermazione di intenti che l’UPF promuove, Dio non è il Dio di una specifica religione ma è il genitore comune dell’intera umanità ed è il primo a soffrire per i tanti crimini e tragedie che affliggono l’umanità, proprio ciò che proverebbe qualunque buon padre o madre di famiglia. 
2) “La vita di ogni essere umano si sviluppa su due dimensioni: quella fisica e quella spirituale” 
La cooperazione costruttiva tra l’approccio pratico e quello spirituale significa considerare che esistono bisogni fisici, materiali, esteriori ma anche necessità interiori o spirituali altrettanto importanti e vitali per la nostra vita e la nostra maturazione. Per dirla in termini più concreti, è necessario nutrire e curare il nostro fisico così come il nostro spirito per far maturare quella che potremmo chiamare la nostra natura ideale che deriva dalla nostra Comune Origine; questo è ciò che ci distingue,  ci dà valore e dignità. 
3) “La Famiglia è la cellula fondante della società umana”. 
La Famiglia Ideale è l’anello centrale del Progetto di Pace e di felicità del nostro Comune Genitore. La crescita e la maturità individuale così come la moltiplicazione dell’amore reciproco trovano nella Famiglia Ideale l’humus per svilupparsi. Una società prospera, sana ed armonica non può che essere il risultato di famiglie prospere, sane ed in armonia.  Questo perché la famiglia rappresenta idealmente l’ambito naturale per la formazione del carattere e la maturità del cuore. La famiglia è la “scuola di formazione fondamentale” per predisporre in modo costruttivo e positivo ogni componente verso l’ambito sociale più ampio. La famiglia è comune denominatore tra le varie culture e nazionalità. Investire per rinnovarla e rafforzarla è un passaggio strategico fondamentale per costruire pace ed armonia. 
4) “La realizzazione della pace all’interno del nostro mondo diviso avverrà attraverso la messa in atto del principio “vivere per gli altri”, sia nella sfera pubblica sia in quella privata della vita.” 
La gioia più grande si prova quando viviamo e mettiamo in atto questo principio. Non si tratta di essere “Santi”. Si tratta di diventare persone ideali e felici davvero. Se riflettiamo con attenzione, lo scopo di vita di ognuno di noi è simile, tutti ricerchiamo gioia e felicità attraverso l’esperienza dell’amore e della vita. È impossibile prescindere dagli altri e chiuderci nel nostro egocentrismo; la gioia e la felicità più vere e profonde non risiedono nell’egoismo. Anche qui la famiglia è terreno privilegiato per educare a questo principio. È l’ambito dove in modo naturale l’individuo vive per il bene degli altri. Con questo insegnamento la famiglia vivrà per il bene della comunità, questa per il bene della nazione, e quest’ultima per il bene del mondo intero. Questo dovrebbe essere il percorso naturale dell’educazione alla vita per conquistare vera gioia, felicità e quindi pace.
5) “Cooperazione Interreligiosa, Internazionale ed Interdisciplinare”. 
Noi dobbiamo puntare decisamente verso la cultura della reciprocità e della interdipendenza, ricercando prosperità comune attraverso valori condivisi universalmente. Questo non può nascere dallo sforzo singolo; è necessario promuovere in modo responsabile una forte COOPERAZIONE INTERRELIGIOSA, INTERNAZIONALE ma anche INTERDISCIPLINARE; è altrettanto necessario che ogni forma di cooperazione possa ricercare ed essere illuminata da principi comuni universalmente riconosciuti e quindi unificanti. Non esistono i diritti di qualcuno e i diritti di qualcun altro, esistono dei principi comuni che prescindono dalla cultura, fede o nazionalità e che debbono essere  ricercati ed applicati con buona volontà,  determinazione e senso di responsabilità verso se stessi e verso gli altri.

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