2 marzo 2016

Il Ruolo della Religione

di Giorgio Gasperoni

È stato distribuito il numero del primo quadrimestre 2016 di Voci di Pace.
Ritengo che quattro temi siano da evidenziare per la loro importanza e attualità:
1. Un’ampia documentazione sul ruolo della religione nelle cause e risoluzioni dei conflitti
2. Un approfondimento sul dialogo Eurasia-Europa: prospettive e problemi
3. Il lavoro dell’Universal Peace Federation in Terra Santa
4. Quali prospettive di sviluppo nel continente africano

Inserisco l’introduzione al dossier sul ruolo della religione nelle cause e risoluzioni dei conflitti.
Il PDF del giornale lo potete vedere qui.

Il Ruolo della Religione
In un mondo di conflitti complicati, dove vi è un aumento della paura e del senso di alienazione, non esistono soluzioni semplici.

Il ruolo della religione(1) nei conflitti attuali è molto più profondo di quello attribuitogli dalla tradizionale scienza politica o dalle teorie di risoluzione dei conflitti. Conseguentemente, gli approcci di mediazione laica statale e di dialogo internazionale si trovano su vicoli ciechi in molti dei conflitti moderni. La fragilità di numerosi stati si trasforma in terreno fertile per gli estremismi, gli approcci diplomatici esistenti e le soluzioni proposte hanno grandi limitazioni, e le strategie basate sulla forza sembrano solo produrre altre sfide e maggiore violenza nel medio e nel lungo termine.
In un mondo di conflitti complicati, dove vi è un aumento della paura e del senso di alienazione, non esistono soluzioni semplici. Le Nazioni Unite (UN), e tutti coloro che cercano di dare un contributo positivo alla pace, necessitano di espandere le loro competenze di mediazione e di dialogo al fine di adattarsi meglio al ruolo che la religione ha nei conflitti.
Owen Frazer, Richard Friedli e tutti coloro che hanno contribuito alla pubblicazione “CSS(2) Mediation Resource” (risorse di mediazione), hanno reso un grande servizio pubblico. Le pagine seguenti forniscono idee ed esempi estremamente utili che aiutano a comprendere meglio le sfide e le opportunità presenti nei conflitti aventi una dimensione religiosa.
Un modo per rispondere più efficacemente alle sfide dei conflitti attuali è quello di promuovere l’inclusione delle religioni locali e delle strutture tradizionali all’interno dei processi di risoluzione dei conflitti e di costituzione dell’apparato pubblico statale. In particolare, quando si tratta di prevenire e rispondere all’estremismo violento, i leader religiosi hanno un ruolo significativo. Questo richiede di avere personale dedicato in loco per condividere apertamente la propria esperienza e sviluppare in modo condiviso meccanismi di supporto efficaci per i leader locali. Questo documento, il CSS Mediation Resource, permette di ripensare al ruolo delle religioni nei processi di trasformazione dei conflitti, fornendo le linee guida da seguire. Il documento è quindi intimamente in linea con lo scopo del network di pace “Network for Religious and Traditional Peacemakers”, di rafforzare e supportare il ruolo positivo delle religioni e di coloro che si adoperano attivamente per la pace sia a livello locale sia a quello internazionale. 
Al di là di elementi fondamentali come la concentrazione sugli attori locali e su risposte strutturali, è la dimensione personale che continua a fare la differenza, in tutti i contesti. Le esperienze di Canon Andrew White attraverso il Congresso Interreligioso Iracheno e del Dr William Vendley con il Consiglio Interreligioso in Sierra Leone descritte in questa pubblicazione evidenziano come l’elemento di fiducia possa essere costruito solo attraverso un impegno personale. Tra la violenza e paura, è solo la fiducia che può iniziare a trasformare le persone e le società verso una più profonda riconciliazione. Al suo meglio, la fede diventa fonte di forza per superare difficoltà enormi. Esistono modi per coinvolgere positivamente le comunità religiose e attivisti per la pace in questo lavoro. Questa pubblicazione rappresenta un passo importante in questa direzione.

1 Antti Pentikäinen  -  Coordinatrice del “Network for Religious and Traditional Peace”
2 Center for Security Studies

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