13 marzo 2024

DIVERSITÀ E UNITÀ NEL MONDO ISLAMICO

Realtà molto vasta e complessa, attraversata da molteplici e profonde divisioni al proprio interno, il mondo islamico è però tuttora unito dalla fede nella rivelazione trasmessa da Allah al profeta Maometto 

di Emilio Asti 

Seconda religione mondiale per numero di credenti, l’Islam sin dal suo sorgere ha dimostrato una notevole forza espansiva, nessun’altra religione infatti si è diffusa con tanta rapidità. In questi tempi in conseguenza dei continui ed ingenti flussi migratori i musulmani sono sempre più numerosi anche in Occidente e parecchie comunità islamiche sono presenti anche nei Paesi non musulmani. 

Considerato spesso come una realtà monolitica, il mondo islamico è un insieme multiforme di popoli e Stati, divisi tra loro da profondi contrasti. Nonostante le molte notizie che su di esso circolano diversi aspetti sfuggono agli osservatori, che spesso ne forniscono informazioni parziali e confuse. Ad un primo sguardo esso può apparire omogeneo, ma un’osservazione più attenta permette di cogliervi significative differenze, considerando la molteplicità di situazioni che lo caratterizzano. Accanto ad un Islam radicale coesiste un Islam mistico rappresentato dal Sufismo, diviso in varie confra- ternite; inoltre, le istituzioni politiche variano da un Paese all’altro. Mentre diverse nazioni islamiche sono state governate da sistemi politici autoritari, altre hanno cercato di coniugare l’Islam con la democrazia. 

In un panorama internazionale in continua evoluzione il mondo islamico, travagliato da conflitti e tensioni, che a volte rischiano di mettere in pericolo anche la sicurezza dell’Occidente, si trova ad affrontare nuove sfide. Dall’Arabia Saudita, monarchia assoluta fondata su un’interpretazione fondamentalista della religione, all’Afghanistan dove i Talebani pretendono di applicare la legge coranica in tutti gli aspetti della vita, alla Turchia laica, membro della NATO che aspira ad entrare nella UE, oltre all’Iran degli ayatollah, è un insieme di situazioni differenti, che sfugge ad una descrizione unitaria. Come ogni religione, anche l’Islam nel corso della storia, ha conosciuto rotture interne, con la formazione di tante correnti di pensiero e scuole teologiche, divergenti l’una dall’altra. L’antagonismo più profondo, risalente ai primi tempi dell’Islam, acuitosi poi nel tempo, è quello tra Sunniti e Sciti, sfociato spesso in tensioni e scontri armati. La profonda frattura tra la componente sunnita, che rappresenta l’ala maggioritaria dell’Islam, e quella scita, a sua volta divisa in varie branche, supera l’ambito meramente religioso ed investe vari aspetti. Ancor oggi l’Arabia Saudita, in stragrande maggioranza sunnita, e l’Iran, Paese guida dei movimenti sciti, dove l’Islam scita è religione di Stato, continuano a mantenere relazioni molto tese, considerando anche le loro profonde divergenze in politica estera. Mentre l’Arabia Saudita fino ad oggi ha continuato a mantenere uno stretto rapporto di collaborazione con gli USA, l’Iran, che si era trovato a combattere una guerra contro l’Iraq di Saddam Hussein all’inizio degli anni ’80, ostenta una posizione ostile nei confronti dell’Occidente in generale. Recentemente l’attacco all’Arabia Saudita dei ribelli Houthi dello Yemen, gruppo armato in prevalenza scita, in lotta contro il governo yemenita, che hanno dato vita ad un’organizzazione chiamata Ansar Allah, appoggiata dall’Iran e da altri Stati, ha aumentato la tensione tra questi due Paesi. Fino ad oggi la cronaca ha registrato nelle terre dell’Islam numerosi episodi di conflitto e tuttora le frammentazioni prevalgono sulle convergenze, in quanto diversi Stati islamici non hanno in comune che i loro gravi problemi legati al sottosviluppo. Recentemente Iran e Pakistan, si sono bombardati a vicenda nella regione del Balochistan, divisa tra questi due Stati, per i quali tuttora rappresenta un contenzioso, in cui a motivi religiosi si uniscono fattori economici e politici. Nella parte del Balochistan amministrato dal Pakistan, sarebbero operanti, secondo l’Iran, alcuni gruppi separatisti con l’obiettivo di destabilizzare il regime di Teheran. 

Sono attivi anche alcuni movimenti che reclamano l’indipendenza dal Pakistan e la costituzione di uno Stato indipendente e la riunione con la porzione di territorio del Balochistan amministrata dall’Iran, chiamato Sistan-Balochistan. Un altro motivo di inimicizia tra i due Stati, oltre a contenziosi di frontiera, riguarda il fatto che il Pakistan, unico Stato islamico dotato di armi nucleari, ha fornito il proprio appoggio agli USA durante l’attacco all’Afghanistan alla fine del 2001, mentre l’Iran, pur non appoggiando il regime Talebano, manteneva una postura nettamente contraria all’intervento armato in Afghanistan, considerato un tentativo dell’imperialismo americano per imporre la propria egemonia sulla regione. In molti casi le differenze religiose vengono usate per fomentare conflitti, usando la religione come pretesto; varie volte il fattore etnico prevale sull’appartenenza religiosa. Un tragico esempio di ciò fu la feroce guerra civile tra i diversi movimenti islamici afghani che avevano combattuto contro l’esercito invasore sovietico, conflitto terminato nel 1996 con l’avvento dei Talebani al potere. Non bisogna inoltre dimenticare che al tempo dell’invasione sovietica gli USA appoggiavano tali gruppi in funzione antisovietica, ai quali avevano fornito sostanziosi aiuti; Bin Laden era al servizio degli Americani, i quali successivamente considerarono i cosiddetti Mujaheddin, combattenti della resistenza contro l’URSS, alla stregua di terroristi. 

Sorto come reazione alla politica occidentale che ha spesso generato rabbia e frustrazione tra le popolazioni musulmane, il fondamentalismo islamico ha assunto aspetti molteplici, cercando di raccogliere consensi soprattutto tra i giovani e tra le frange più emarginate della popolazione, presentandosi come la sola alternativa in grado di opporsi all’imperialismo e al dilagare del materialismo. In diversi Stati alcuni gruppi islamisti oppositori dei regimi al potere vengono duramente perseguitati e migliaia di militanti di tali gruppi, accusati di terrorismo, sono stati rinchiusi in carcere. Agli occhi di molti musulmani la loro identità sarebbe minacciata dallo strapotere militare dell’Occidente oltre che dalla globalizzazione, finalizzata ad imporre al mondo intero la cultura occidentale. Significativo al riguardo è quanto scritto da uno studioso islamico in un libro dal titolo “Il futuro sarà dell’Islam”: “La guerra che i nemici dell’Islam hanno scatenato contro esso ha i suoi motivi nelle caratteristiche proprie dell’Islam stesso. L’Islam, infatti, si è messo sulla loro strada, ostacolando il loro sfruttamento imperialistico, la loro oppressione e il loro dominio sugli altri. A causa di queste caratteristiche, essi hanno lanciato le loro scandalose campagne di diffamazione. Essi hanno tentato di sostituire all’Islam altri valori, sciocche ideologie senza sapore, completamente alienate da questo formidabile competitore, per poter dar modo al Sionismo internazionale, alle forze della crociata internazionale e all’imperialismo internazionale di aver ragione della sua ferma opposizione. Queste intrinsecamente indomabili caratteristiche dell’Islam sono la causa del geloso antagonismo dei suoi avversari, i quali desiderano saccheggiare i territori dell’Islam e le loro potenzialità.” 

Dello stesso tenore sono le parole di un commerciante di tessuti pakistano incontrato dal famoso giornalista e scrittore Tiziano Terzani in Pakistan nel 2001 e da lui riportate nel suo celebre libro “Lettere contro la guerra”: “Non vogliamo vivere come voi, non vogliamo vedere la vostra televisione, i vostri film. Non vogliamo la vostra libertà. Vogliamo che la nostra società sia retta dalla Sharya, la legge coranica, che la nostra economia non sia determinata dalla legge del profitto. Quando io alla fine di una giornata ho già venduto abbastanza per il mio fabbisogno, il prossimo cliente che viene da me lo mando a comprare dal mio vicino che ho visto che non ha venduto nulla.” Tali parole esprimono bene i desideri della maggioranza dei musulmani che non intendono accettare il modo di vita occidentale, da loro ritenuto alienante e la cui adozione rappresenterebbe un tradimento degli autentici valori islamici. In questo contesto i tentativi di modernizzazione vengono guardati con sospetto ed osteggiati da coloro per i quali il progresso materiale porterebbe all’indebolimento della fede. Aspre sono le critiche da parte di alcuni gruppi islamici radicali, i Talebani in primo luogo, i quali vorrebbero ricondurre l’Islam alla purezza originaria, contro quei Paesi musulmani che da tempo hanno adottato la logica della crescita economica ad ogni costo, allineandosi inoltre alle scelte dell’Occidente in politica estera. L’integralismo islamico presenta diversi aspetti ed in alcuni Stati è venuto ad assumere un peso notevole, in quanto dopo il crollo del comunismo esso si presentava come un’alternativa al capitalismo, caratterizzato da profonde ingiustizie ed immoralità, identificando l’Occidente come il male assoluto. 

In un contesto sempre più confuso, all’interno del mondo islamico rimangono aperte molte questioni sulle quali sono in corso accesi dibattiti, considerando che anche le società islamiche, travagliate dalla lotta tra modernità e tradizione, oltreché frammentate al loro interno secondo logiche tribali, si stanno trasformando. 

Tutti i Paesi musulmani, che differiscono tra loro in quanto a sviluppo economico e forma di governo, sono però uniti dalla comune fede in Allah, Dio unico che attraverso il profeta Maometto ha dato all’umanità il Corano, considerato l’ultima rivelazione che supera e completa quelle precedenti. Ogni musulmano, di qualsiasi condizione, si riconosce nella Umma, la grande comunità di credenti uniti dalla fede nell’unicità di Allah, a cui ogni cosa deve essere subordinata e al di sopra di tutte le questioni della vita terrena. Significativa è questa preghiera ripetuta ogni giorno da ogni credente islamico: “Nel nome di Allah, clemente, misericordioso! Di’: Mi rifugio presso il Signore degli uomini, re degli uomini, Dio degli uomini, dal male di chi sussurra di nascosto, di chi sussurra nel cuore degli uomini, dal male degli spiriti e degli uomini”. Le lingue in cui la preghiera viene formulata sono diverse, ma uguale è lo spirito che la pervade, legame profondo che unisce tutti i credenti nell’Islam, superando le differenze etniche e linguistiche, come il richiamo alla preghiera diffuso ogni giorno dalle moschee. La preghiera individuale e quella comunitaria oltre alla ripetizione di gesti e formule varie, immutate col passare dei secoli, conferiscono un senso profondo alla vita dei credenti nell’Islam, superando le divisioni, come avviene anche durante la celebrazione delle feste tradizionali, pervase da un alone di profonda sacralità. 

Tuttora ossessionato da antichi timori, l’Occidente non riesce a considerare l’Islam in modo obiettivo. In passato varie decisioni inerenti lo status di diversi territori abitati in maggioranza da musulmani, i cui diritti vennero ignorati, sono state prese non tenendo conto delle loro esigenze. È ora necessario riconoscere i valori spirituali e i preziosi insegnamenti presenti nell’Islam, ricordando che in alcune regioni musulmani, cristiani ed anche ebrei avevano convissuto assieme, con reciproco arricchimento culturale. Notevole fu il contributo che l’Islam diede alla cultura universale. In epoca medioevale diversi scienziati e studiosi musulmani aprirono la via alla diffusione e allo sviluppo in Occidente di varie discipline, oltre a letterati ed artisti di gran pregio, dando vita fin dall’antichità a fiorenti centri di cultura come Samarkanda, Bukhara, Khiva, Baghdad ed altri, divenuti famosi. Di fronte alla crisi odierna, mentre si cerca, nonostante i numerosi conflitti e le forti tensioni, di costruire una convivenza pacifica tra i popoli, Islam e Occidente hanno più interessi in comune di quanti siano i contrasti che possano dividerli. Quale futuro attende l’Islam? I musulmani dovrebbero riscoprire l’aspetto più spirituale della loro religione, in primo luogo l’autentico e principale significato della Jihad, intesa soprattutto come lotta interiore contro i peccati. Il Corano e i vari testi religiosi islamici, alla stregua della Bibbia, richiedono di essere considerati in modo nuovo, riscoprendone al di là della lettera il valore profondo. In tal modo l’Islam può abbandonare la concezione di considerarsi un sistema dogmatico, assumendo una visione aperta con uno sguardo rivolto al futuro, capace di insegnare al mondo un cammino verso la pace.

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