11 marzo 2024

ETICA, SPIRITUALITÀ, EDUCAZIONE ALL’AMORE PER UNA FAMIGLIA DI PACE

di Vittorio Patanella

“La famiglia nella sua completezza dovrebbe essere una scuola d’amore, di dialogo, di libertà e di responsabilità, nella quale ognuno costruisce la propria esperienza di vita e impara a essere portatore di pace. Un luogo dove si sperimenta l’amore tra coniugi, tra fratelli e sorelle, e tra genitori e figli. Il mio auspicio è che questo incontro possa contribuire a valorizzare il ruolo della famiglia, per realizzare una società sana e un mondo di pace”.

Con queste parole Michele Cavallotto, coordinatore dell’Associazione Interreligiosa per la Pace e lo Sviluppo (IAPD-Italia) promotrice del webinar, ha aperto i lavori della tavola rotonda “Etica, Spiritualità e Coesione Familiare”, svoltasi il 4 dicembre 2023.

Questa iniziativa rientra nel ciclo di incontri pubblici interreligiosi online “Il Nostro Esodo verso la Terra Promessa della Pace: Dimensione Spirituale e Vita Pratica”, che continuerà nel 2024 con cadenza trimestrale.

Presentati da Enza Pennino, moderatrice, sono intervenuti: Nader Akkad, Imam della Grande Moschea di Roma; Francesco Canale, Pastore Evangelico di “Equippers Church”; e Sergio Coscia, Direttore della Federazione delle Famiglie (FFPMU) di Torino.

“Tutti esponenti di fedi diverse - ha spiegato la moderatrice - felicemente sposati, padri di famiglia e impegnati nella società con professioni tecniche e scientifiche di rilievo. Ascolteremo dalla loro viva voce le testimonianze di come sia possibile praticare uno stile di vita capace di coniugare etica, dimensione spirituale e quotidianità”.

Prendendo la parola, il Pastore Francesco Canale ha parlato di “quattro chiavi che determinano il futuro della nostra vita, la nostra felicità e quella del nostro oikos: le scelte che fai, l’identità che ti costruisci, la fede che sposi e la perseveranza con la quale la segui”.

Oikos, ha spiegato, è un “termine greco che esprime non soltanto il significato di casa, ma di tutto ciò che è familiare, che è oggetto delle nostre cure, che rappresenta un comune interesse: in altre parole la prossimità”. Ha citato le parole di Gesù “ama il tuo oikos come te stesso”, ama la tua prossimità come te stesso, aggiungendo che quando parliamo di famiglia è buono dare a questo termine l’accezione di oikos. 

Riferendosi al tema dell’incontro ha osservato che “alla base dell’etica - che riguarda il nostro comportamento di fronte ai concetti di bene e di male - della spiritualità e della famiglia, c’è sempre la possibilità di scelta, che insieme alla vita è il dono più grande del Creatore”.   

Riguardo alla prima chiave, ha spiegato, è responsabilità dei genitori in una prima fase compiere le scelte educative per i propri figli in materia di etica, spiritualità e competenze relazionali.

La seconda chiave, l’identità, è frutto delle nostre scelte e per questo è importante “rifiutare di lasciarsi definire da altri”, perché la spiritualità è una ricerca, qualcosa su cui dobbiamo impegnarci, per “costruire intorno al proprio sé una coscienza spirituale” e l’identità del credente si gioca tra l’etica e la spiritualità. 

Ha proseguito parlando della possibilità della conversione, qualora non avessimo ricevuto un’educazione ai valori spirituali, rimarcando l’importanza della fede nella nostra quotidianità, “perché è il credere che fa la differenza nella nostra vita spirituale”.

Per la terza chiave il pastore ha fatto riferimento alla definizione di fede nella Bibbia: certezza delle cose che speriamo e dimostrazione di realtà che non vediamo, aggiungendo che essa ci “permette di trovare un senso più grande alla nostra esistenza”.

La quarta chiave è “la perseveranza, perché la fede non si esaurisca in un attimo, ma possa guardare con speranza al futuro” sapendo di poter contare sulle promesse del Creatore, che ci responsabilizzano, ci pongono in una via non facile, ma ci aiutano nella nostra ricerca di senso per questa vita e per quella che ci attende.

Per Sergio Coscia “la famiglia può essere considerata il cuore di tutto perché è il

primo luogo in cui impariamo a costruire relazioni con gli altri. Più viviamo con serietà e profondità questi rapporti più il nucleo familiare sarà coeso e ci aiuterà ad affrontare le vicissitudini della vita”. 

Ha proseguito aggiungendo che quanto più le persone in famiglia sono forti nel loro senso morale, tanto più ne usciamo rafforzati, cresciamo sicuri e forti emotivamente, preparati a costruire una nuova famiglia, anch’essa forte e coesa. 

“Fra i valori etici importanti - ha spiegato - va citata l’onestà, che nel matrimonio, base della vita familiare, si traduce nella fedeltà. Questa virtù è il primo fattore di coesione familiare ed è un caposaldo dell’insegnamento religioso di tutte le fedi”.

Ha poi parlato del rispetto, che s’impara in famiglia quando lo vediamo praticato in chi ci è più vicino, e della bontà che apprendiamo quando qualcuno è buono con noi e quando siamo testimoni di gesti di bontà verso gli altri da parte di chi amiamo.

“Tutti valori” - ha rimarcato – “che fanno parte della cultura del cuore che Padre e Madre Moon, fondatori della Federazione delle Famiglie, ritengono fondamentali e che affonda le radici nel vero amore, che dà, dimentica di aver dato e dà ancora e sempre”.

Per Coscia “la famiglia diventa scuola d’amore e costruttrice di una cultura del cuore quando ci insegna a vedere gli altri come parte della nostra famiglia allargata: gli anziani ci ricordano i nostri nonni o i nostri genitori, le persone della nostra età sono per noi fratelli e sorelle, i giovani sono figli e nipoti...”.

“Riferendosi al nostro tempo” ha osservato che “viviamo in una pluralità di visioni che può arricchirci moltissimo, ma escludere la prospettiva spirituale e religiosa o considerarla come un fatto privato, può generare una società caratterizzata da una frammentarietà di visioni, che invece di abbattere le barriere culturali ne erige di nuove”.

È convinzione del relatore che per “costruire famiglie d’amore abbiamo bisogno di sentire il dovere morale e l’impegno di imparare ad amare l’altro, anche quando è molto diverso da me e quando la sua sensibilità è differente dalla mia”.

“In conclusione, se parliamo di etica e di spiritualità per aiutare la famiglia a essere più unita e coesa, allora stiamo parlando dell’etica del vero amore che è tempo di accogliere nella nostra vita”.

Il terzo relatore Nader Akkad ha esordito citando un versetto del Sacro Corano: “O gente vi abbiamo creato da un maschio e una femmina e abbiamo fatto di voi tanti popoli e tribù affinché vi conosceste a vicenda. Presso Dio il più nobile di voi è colui che è più giusto”. “Per quello che riguarda l’Islam - ha spiegato - sulla questione del diritto alla famiglia e per capirne il fondamento si deve partire da questo concetto base”. 

Ha rimarcato l’importanza della relazione tra uomo e donna che deve realizzarsi in un legame forte in funzione della “costituzione di una famiglia stabile, che riesce a dare una sua continuità tramite i figli per creare popoli e tribù”.  

Altro scopo fondamentale, ha proseguito, è quello di custodire la terra tramite il buon comportamento. “Come ricorda il versetto alla fine del capitolo della Grotta, l’uomo e la donna sono corresponsabili di prendersi cura del creato e ogni loro azione è misurata presso Dio in modo molto preciso”. 

Per l’Islam l’uomo e la donna hanno caratteristiche proprie, ma sono complementari: scopo dell’unione familiare è quello di completarsi vicendevolmente, perché presi singolarmente, sono incompiuti, ha spiegato l’Imam. 

Si narra che quando Adamo era nel Paradiso per il dolore della solitudine si prosternò sotto il trono di Dio per mille anni per chiedergli di dargli una compagna, “per comprendere cosa vuol dire vivere un’unità in famiglia”. Dio dopo aver ascoltato la sua supplica creò Eva.

“La famiglia islamica, ha ricordato, è fondata sulla pace ed è l’ambiente dove si cerca di vivere una complementarità e un legame di concordia, per trasformare la terra in una dimora di pace, come recita il versetto ‘Dio chiama le persone alla Dimora della Pace’”. 

L’Imam ha rimarcato l’importanza della misericordia in famiglia e per la realizzazione della pace, spiegando che “Dio non può essere Dio della pace senza la sua grande misericordia” e aggiungendo che nel suo rapporto con la creazione si prende cura di tutte le persone sulla terra in modo misericordioso. 

Conclude: “La famiglia nell’Islam è un concetto molto importante, perché da essa si costituisce la società, si trasmettono la fede e la spiritualità in modo sano e naturale. In essa la donna ha un ruolo molto importante nella trasmissione della misericordia e l’uomo in quella della pace e insieme pongono le basi per una società pacifica e misericordiosa”.


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