8 marzo 2024

PACE COME PROCESSO

L’approccio delle donne di fede in dialogo di Religions for Peace Italia 

di Francesca Baldini 

Coordinatrice Donne di Fede in Dialogo - Religions for Peace Italia 

“La pace è un processo non un evento”, lo dichiara Leymah Gbowee, fondatrice del Women of Liberia Mass Action for Peace e premio Nobel per la Pace nel 2015, quando lei, insieme ad altre donne di fedi diverse, è riuscita a porre fine alla guerra civile in Liberia con una azione non violenta 

Le parole della Gbowee sono ispiratrici di un lavoro quotidiano dettato dal desiderio di costruire un mondo migliore. È con questo intento che la rete “Donne di Fede in Dialogo”, composta da donne di credi diversi, collegata all’associazione Religions for Peace Italia, cerca di portare avanti progetti culturali e sociali, nel solco della promozione del dialogo e della pace. Un percorso arduo e a volte ad ostacoli che presuppone pazienza e desiderio di mettersi in ascolto l’una dell’altra. Una conoscenza che parte prima di tutto dalle nostre personali scelte spirituali e religiose, che inevitabilmente plasmano anche il nostro modo di vivere e vedere il mondo. 

Un piccolo, ma significativo network, composto da donne di fedi diverse, provenienti da diverse parti d’Italia, con età e background diversi, che hanno scelto di unirsi lavorando insieme. Donne già attive in questo ambito a partire dalle loro realtà comunitarie di appartenenza, che si ritrovano nel desiderio comune di dare il loro personale contributo e formare anche le future generazioni ad un approccio differente verso le religioni. Ma soprattutto la riflessione comune sulla visione della donna in relazione ai propri sistemi religiosi e testi sacri, rispetto ai cambiamenti che la società di oggi impone. A partire da queste visioni, sono diverse le attività che abbiamo portato avanti in questi anni. Siamo sempre partite sia dall’ascolto reciproco sia dall’ascolto del territorio e delle comunità che singolarmente viviamo, per cercare di indagare e trovare possibili risposte ad una società che cambia. Abbiamo organizzato convegni, presentazioni di libri, mostre d’arte, percorsi formativi per giovani. Parallelamente abbiamo portato avanti anche la conoscenza reciproca di noi come persone e delle nostre comunità religiose. Abbiamo realizzato ricerche su temi di grande attualità, ed abbiamo vissuto anche esperienze molto intense come l’incontro con leader religiosi come Papa Francesco. Su questo vorrei soffermarmi velocemente, perché l’idea di poter incontrarlo è nata grazie ad una nostra aderente, una giovane artista iraniana, che desiderava donargli un suo quadro. Questa, giovane donna, che ormai vive in Italia da tanti anni e che indaga la sofferenza umana, in maniera laica, attraverso la propria arte. L’incontro programmato e realizzato grazie all’aiuto del Dicastero della Cultura si è svolto a margine dell’udienza del mercoledì e l’incontro con il pontefice ci ha fatto comprendere come il nostro piccolo impegno, forse agli occhi di qualcuno insignificante, in realtà sia molto prezioso. 

Altro aspetto a cui teniamo molto, considerato che tra noi ci sono molte insegnanti, è la formazione delle giovani generazioni. Grazie alla segnalazione di una delle nostre associate, nel 2022 abbiamo vinto un bando presso il comune di Albano Laziale per un percorso formativo con giovani di diverse religioni e così abbiamo dato vita ad incontri che si sono svolti nelle scuole primarie di secondo grado dal titolo “Identiche Diversità”, riscuotendo un grande successo. Successo condiviso con giovani, soprattutto donne, che hanno deciso di mettersi in gioco partendo dalla loro conoscenza reciproca per poter trasmettere ai più piccoli la bellezza del dialogo tra persone di credi diversi. 

Infine, molto significativa, è stata la ricerca condotta sulla questione dei matrimoni misti tra persone di credi diversi. Abbiamo deciso di intraprendere l’approfondimento di questo argomento, a seguito di alcuni confronti con giovani donne sposate con uomini di religioni diverse rispetto alla propria. Abbiamo capito che questo è un tema poco affrontato, in primis dalle stesse comunità religiose, ma dove il dialogo della vita supera il dialogo dei sistemi. Un tema quanto mai attuale, che rivela il carattere sempre più multiculturale e interreligioso di una società, come quella italiana, che sta cam- biando rapidamente. 

Abbiamo deciso di organizzare un convegno a Roma nel 2020, presso il Campidoglio, che ha riscosso molto interesse, nonostante le restrizioni date dalla pandemia per COVID-19. Da quel momento la Fondazione Ozanam - San Vincenzo de Paoli, ha compreso l’importanza di questo argomento e insieme abbiamo realizzato una ricerca su queste coppie, toccando diversi aspetti: pastorali, teologici, sociali, ma soprattutto ascoltando i protagonisti, ovvero le coppie e i figli nati da queste unioni. Questa indagine ci ha permesso di com prendere come la famiglia sia il primo nucleo dove generare un sano confronto e dialogo, là dove ci sia il desiderio di farlo, perché solo l’ascolto può generare una vera riflessione per avviare processi di sviluppo legati ad una cultura di pace. 

Ad oggi proseguiamo con diverse attività per far comprendere la bellezza del dialogo e della cultura di pace, in un’ottica di genere, dove le donne sono fondamentali e sempre più protagoniste. Lo facciamo con pazienza e costanza, affrontando anche i momenti più difficili con realismo e comprensione, proprio perché consce che, come ogni processo, la pace ha alti e bassi, ha tempi propri, ma soprattutto necessita di costanza. 

Per saperne di più o poter aderire al nostro network è possibile scrivere a

women@religioniperlapaceitalia.org

o visitare la nostra pagina: www.facebook.com/DonnedifedeinDialogo.

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