Dr. Tageldin Hamad, Presidente, Universal Peace Federation
Eccellenze, Ambasciatori per la Pace di UPF, avanguardia della speranza, e cari amici da tutto il mondo, care sorelle e cari fratelli, è per me un profondo onore essere con voi in questa occasione memorabile: il 20º anniversario della Universal Peace Federation.
Mentre a New York si apre l’80ª Sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con il tema “Meglio insieme: 80 anni e oltre per Pace, Sviluppo e Diritti Umani”, UPF riafferma il suo forte impegno verso questi ideali universali. Da due decenni lavoriamo a promuovere gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile attraverso iniziative concrete in ambito educativo, di costruzione della pace, tutela dell’ambiente, parità di genere, coinvolgimento dei giovani e cooperazione interreligiosa. In quanto ONG con status consultivo generale presso l’ECOSOC, sappiamo che pace, dignità e sviluppo sono inseparabili e che un mondo giusto e sostenibile nasce dalla convinzione che siamo un’unica famiglia umana con Dio al centro.
Dare forma al sogno
Oggi celebriamo non solo un’organizzazione, ma un sogno. Un sogno plasmato ben prima del 2005 e inaugurato al Lincoln Center, quando i nostri fondatori, la dr.ssa Hak Ja Han e il compianto rev. dr. Sun Myung Moon, lanciarono UPF e intrapresero uno storico tour mondiale di 100 giorni in oltre 100 nazioni. Incontrarono presidenti e parlamentari, leader religiosi e accademici, chiamando persone in tutto il mondo a unirsi dietro una visione di pace radicata in valori spirituali e principi universali.
Davanti a un pubblico globale, il Rev. Moon dichiarò: «Dichiaro oggi davanti a tutta l’umanità la fondazione della Universal Peace Federation. La sua missione è rinnovare le Nazioni Unite esistenti e fornire un nuovo livello di leadership». Quella dichiarazione non fu soltanto cerimoniale: fu un piano d’azione, un appello a unire la forza delle istituzioni con la convinzione morale.
Fede e governance globale
La visione dei fondatori andava oltre. Nel 2000 il Rev. Moon propose alle Nazioni Unite un Consiglio interreligioso non per sostituire la politica, ma per completarla, portando una prospettiva morale nel processo decisionale globale. Oggi il coinvolgimento interreligioso è sempre più presente nelle sedi ONU: la Settimana Mondiale dell’Armonia Interreligiosa, le consultazioni tra religioni e i partenariati con le organizzazioni di fede contribuiscono a orientare politiche e prassi. Ciò che un tempo appariva ardito è ormai sempre più necessario e plausibile.
I nostri principi
L’azione di UPF è guidata da cinque principi fondamentali:
1. Affermiamo che l’umanità è un’unica famiglia con Dio al centro.
2. Riconosciamo che le nostre qualità più alte sono la coscienza spirituale e morale, la compassione, l’integrità.
3. Consideriamo la famiglia come la prima scuola dell’amore e della pace.
4. Sosteniamo che vivere per il bene degli altri è la via della riconciliazione.
5. Ribadiamo che una pace duratura richiede cooperazione oltre etnie, fedi e nazioni.
Questi principi sono la bussola di ogni iniziativa UPF e risuonano con le aspirazioni più profonde delle Nazioni Unite.
La pace in pratica
I principi acquistano senso solo quando si traducono in azione. Le iniziative regionali di UPF—dalla South Asia Peace Initiative e la South Caucasus Peace Initiative alla Middle East Peace Initiative (MEPI) e alla Northeast Asia Peace Initiative (NEAPI)—hanno riunito leader politici e religiosi per promuovere dialogo, misure di fiducia e riconciliazione. Oltre 70 incontri di alto livello hanno visto ex capi di Stato, diplomatici ed esperti cercare strade concrete verso la pace.
Accogliamo con favore sviluppi come gli Accordi di Abramo, che riflettono lo stesso spirito di riconciliazione interreligiosa promosso da MEPI: rispetto reciproco, dialogo e un’architettura regionale di pace.
Le visioni infrastrutturali audaci del Rev. Moon—come il progetto di un ponte-tunnel sullo Stretto di Bering e l’idea di un’Autostrada della Pace planetaria—non furono mai solo sogni ingegneristici. Erano metafore di connessione: tra popoli, economie e cuori. Oggi iniziative che uniscono regioni fisicamente e culturalmente confermano la verità che il nostro futuro è condiviso e interdipendente.
Peace Road e l’azione dei giovani
Il movimento Peace Road, con milioni di persone che camminano, corrono e pedalano in solidarietà, mostra che la pace è insieme simbolica e attiva. Accanto a Peace Road, i programmi di educazione al carattere, i tornei sportivi per la pace e i progetti di apprendimento-servizio offrono ai giovani valori e competenze per costruire comunità inclusive. I nostri programmi Youth and Students for Peace hanno coinvolto migliaia di giovani in oltre 70 Paesi: un investimento di speranza nella prossima generazione di leader etici.
Famiglia, donne e leadership morale
Al cuore della missione di UPF vi è la convinzione che la pace comincia dalla famiglia. È in famiglia che si imparano responsabilità, empatia e riconciliazione. Allo stesso modo, il Rev. Moon ha sempre insistito sul ruolo vitale delle donne come leader morali e costruttrici di pace. Oggi la dr.ssa Hak Ja Han prosegue questa missione, valorizzando la leadership femminile con iniziative come l’International Association of First Ladies for Peace e convocando vertici globali che pongono le donne al centro del peacebuilding.
Proseguire l’eredità
Dalla scomparsa del Rev. Moon, la dr.ssa Hak Ja Han ha convocato summit storici—tra cui il World Summit 2020—ha lanciato Think Tank 2022 sulla Penisola coreana e ha istituito il Premio Sunhak per la Pace, onorando quanti incarnano il servizio all’umanità. Sotto la sua guida, le associazioni globali di UPF—che spaziano tra fede, governance, accademia, impresa, arti e leadership femminile—costituiscono una piattaforma integrata per avanzare la pace in più settori.
Ambasciatori per la Pace: l’avanguardia della speranza
I nostri Ambasciatori per la Pace sono la rete viva di UPF: oltre 100.000 volontari in più di 190 Paesi. Hanno organizzato migliaia di forum, progetti di servizio ed eventi educativi, portando assistenza concreta e testimonianza morale alle comunità di tutto il mondo. Essi incarnano le parole dei fondatori: «Il vero amore dà, dimentica di aver dato e continua a dare senza cessare».
Guarire un mondo ferito
Non possiamo celebrare senza riconoscere con sobrietà le sofferenze che persistono—conflitti in Europa orientale e in Medio Oriente, tra gli altri. Queste crisi ci insegnano che la pace non si impone: va coltivata con riconciliazione, compassione e il coraggio di abbracciare gli ex nemici. UPF risponde con dialogo e servizio: consegna di aiuti dopo disastri naturali, sostegno a progetti per l’acqua potabile, assistenza a comunità in difficoltà. Questa è pace in azione.
Rinnovare l’impegno: un appello all’azione
Amici, in questi due decenni il mondo è cambiato profondamente. Nuove tecnologie, mutamenti geopolitici, emergenze climatiche e diseguaglianze crescenti sfidano le nostre istituzioni e le nostre coscienze. Eppure la visione che ha dato vita a UPF è oggi più urgente che mai.
Rinnoviamo dunque il nostro impegno: a un dialogo coraggioso dove altri tacciono; alla riconciliazione dove altri scelgono la divisione; a costruire ponti dove muri separano. Che questo anniversario non sia solo commemorazione del passato, ma dichiarazione per i decenni a venire.
Insieme—attraverso le nostre sette associazioni globali, in partenariato con le Nazioni Unite e grazie al servizio instancabile degli Ambasciatori per la Pace—promuoveremo interdipendenza, prosperità condivisa e valori universali.
Se non noi, chi? Se non ora, quando?
Un’unica famiglia con Dio al centro. Che non sia solo una frase, ma la nostra realtà condivisa e il nostro impegno condiviso. Grazie, e possa la Universal Peace Federation continuare a essere un faro di speranza e una forza di pace per le generazioni a venire.
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