6 agosto 2023

LUNGO IL MEKONG: DALLE MONTAGNE DEL TIBET AL MAR CINESE MERIDIONALE. LUOGHI, VICENDE E RIFLESSIONI

Conferenza tenuta dal prof. Emilio Asti a Macugnaga (VB) il 23/7/2023

Sono già parecchi anni che a Macugnaga, famosa località di villeggiatura montana ai piedi del Monte Rosa, Emilio Asti, studioso di culture orientali, tiene conferenze, organizzando anche vari eventi culturali. Quest'anno ha tenuto un'interessante conferenza, ricca di spunti interessanti ed arricchita dalla proiezione di due video, inserita nell'ambito delle manifestazioni culturali estive organizzate con il patrocinio del Comune di Macugnaga e di altre istituzioni.

All'inizio della conferenza lui ha illustrato il corso del grande fiume Mekong, che con una lunghezza di quasi 5 mila km è uno dei fiumi più lunghi del mondo e rappresenta per diverse aree un'importante via di comunicazione. Il suo ecosistema molto complesso, con una fauna ittica particolarmente ricca, appare purtroppo minacciato da vari fattori; la costruzione di molte dighe ha infatti causato vari problemi all'ambiente. Dalle alte montagne del Tibet, dove si trova la sua sorgente fino alla foce nel Mar Cinese meridionale, è un susseguirsi di paesaggi diversi e situazioni culturali differenti, una vasta area estremamente interessante sotto molti punti di vista. Il Prof. Asti ha cercato di presentare brevemente diversi aspetti geografici e culturali, oltre alle varie condizioni politiche dei Paesi attraversati dal Mekong, mettendo inoltre in risalto le diverse questioni inerenti alla vita delle popolazioni stanziate sulle sue rive, costrette a fare i conti con molti nodi non risolti del passato e problemi ancora aperti. In questa conferenza lui ha preferito dare la priorità alle riflessioni personali, considerando che, a suo avviso, la descrizione dei paesaggi fosse meno importante.

In questa conferenza Emilio Asti ha voluto condividere con i partecipanti alcune sue esperienze da lui vissute nelle zone intorno a questo fiume, in particolare in Cambogia e Vietnam. I numerosi soggiorni a Phnom Penh, la capitale cambogiana situata sulle rive del Mekong, dove ha tenuto vari corsi presso lalocale università nell'ambito di un progetto di cooperazione accademica internazionale, gli hanno permesso di conoscere la triste realtà di questo Paese, già teatro di un genocidio ad opera dei Khmer Rossi di Pol Pot, che ha rivelato a quali nefandezze può arrivare un'ideologia totalitaria e folle.
Ancora oggi molti cambogiani portano le cicatrici di questa terribile esperienza, molte delle quali tuttora visibili. Si è poi soffermato ad analizzare la situazione del Vietnam, nazione passata attraverso molte esperienze dolorose, dal dominio coloniale francese e poi giapponese e alla divisione in due Stati e successivamente la tragica guerra con tutto il suo carico di lutti e distruzioni, conclusasi con la riunificazione forzata, seguita da dure privazioni e forte repressione. Non ha voluto però dilungarsi a parlare della guerra del Vietnam, su cui sono stati scritti fiumi d'inchiostro, facendo notare che quel lungo conflitto, definito guerra del Vietnam, basandosi sul fatto che quel Paese è stato il principale teatro delle operazioni militari, ma, a suo giudizio, più esattamente dovrebbe essere definita guerra d'Indocina, in quanto il conflitto aveva coinvolto anche Laos e Cambogia. Nel 1954 il Vietnam, dove erano in gioco importanti interessi strategici, ha conosciuto la divisione in due Stati lungo la linea del 17° parallelo. Enorme era la differenza politica e sociale tra i due Stati vietnamiti, nella parte settentrionale, con capitale Hanoi, vi era un regime comunista rigido ed isolato dal mondo con a capo Ho Chi Minh, sostenuto sia dalla Cina che dall'URSS, invece il Vietnam del Sud, la cui capitale era Saigon, era governato da un regime autoritario e corrotto, appoggiato dagli USA. Lo scontro ideologico e militare tra i Vietkong, guerriglieri comunisti appoggiati dal Vietnam del Nord, e gli USA, alleati con il Vietnam del Sud, il cui intervento militare, rivelatosi un fallimento sotto ogni punto di vista, ha fatto parlare e discutere a lungo. Purtroppo, gli USA sono stati incapaci di offrire una soluzione per giungere alla riunificazione pacifica del Vietnam, preferendo usare solo la forza militare, la quale ha arrecato enormi danni alla popolazione e all'ambiente. L'impegno militare in Vietnam, il cui fine era quello di impedire l'avanzata dei Vietkong nel Vietnam meridionale, aveva comportato un grosso trauma anche per gli USA, la cui opinione pubblica era ormai contraria a questa guerra, contro la quale si svolsero importanti manifestazioni di protesta in molte parti del mondo. Dopo le morti e le distruzioni il Vietnam riunificato ha deciso di lasciarsi alle spalle la tragedia della guerra e di intraprendere una nuova politica finalizzata a promuovere lo sviluppo economico, abbandonando le vecchie certezze ideologiche ed aprendosi al resto del mondo. Tale scelta ha permesso un notevole miglioramento delle condizioni di vita dei suoi abitanti, anche se molto rimane da fare per garantire una vita dignitosa per tutti. Ora le relazioni tra il Vietnam, divenuto un Paese dinamico che guarda con fiducia al futuro, con il desiderio di recuperare il tempo perduto, appare evidente anche dalle migliaia di ragazzi vietnamiti che indossano una maglietta con la bandiera americana e la grande popolarità dei film e dei prodotti americani, anche la conoscenza dell'inglese si è ampiamente diffusa, anche a motivo della presenza sempre più numerosa di turisti occidentali. Rimane un profondo rammarico per le tante vite perse inutilmente in uno scontro feroce, che non ha visto nessun vincitore, quando invece si sarebbe potuto giungere ad un accordo pacifico, evitando l'uso delle armi. È stato utile per comprendere le dinamiche politiche degli USA anche un breve accenno alla situazione verificatasi in Afghanistan, altro Paese che ha visto il coinvolgimento militare degli USA, poi ritiratisi nel 2021. Particolarmente interessante il confronto tra il Vietnam e la Corea, due nazioni che oltre alla divisione politica in due Stati e al conflitto ideologico e militare che ne è derivato presentano diverse analogie; in Vietnam come in Corea sono infatti presenti varie correnti spirituali e un profondo spirito religioso e in entrambi Paesi si sono sviluppati vari movimenti spirituali autoctoni a carattere 
sincretista e messianico.
Riguardo la sua esperienza in Vietnam lui avrebbe potuto raccontare molte cose, ma si è limitato a menzionare le esperienze per lui più significative, ricordando brevemente alcuni incontri, difficili da dimenticare, che lo hanno aiutato a comprendere vari aspetti legati alle vicende di questi luoghi. Incontrando alcuni reduci, tornati nei luoghi dove avevano combattuto, e parenti di militari che avevano perso la vita in questa guerra, ha vissuto momenti di profonda commozione. Tra i vari esempi lui ha citato l'incontro con i genitori di un ragazzo morto in questa guerra, consolati però dalla credenza, da loro suffragata da diversi episodi, nella continuità della vita dopo la morte fisica, e con una donna americana, ancor piena di dolore e risentimento per la perdita del suo compagno perito in questi luoghi, da allora alla ricerca della pace interiore. Emilio Asti avrebbe voluto menzionare parecchie altre cose, che però a motivo della mancanza di tempo è stato costretto, suo malgrado, a tralasciare.

Questa conferenza ha rappresentato anche un'occasione per parlare dell'inutilità della guerra e delle sue tragiche conseguenze per tutti, su cui occorre riflettere seriamente. Malgrado le esperienze di due guerre mondiali, dopo le quali il mondo ha conosciuto altri sanguinosi conflitti, le nobili intenzioni di pace formulate dall'ONU e diversi progetti di cooperazione internazionale volti a scavalcare barriere e superare pregiudizi, sono purtroppo rimasti sulla carta. Purtroppo, la guerra è una lezione che i popoli non hanno ancora imparato abbastanza, ma non sarà sempre così. A questo riguardo il Prof. Asti si è richiamato a quanto affermato da persone illuminate, che lottano per costruire un mondo pacifico e non si arrendono di fronte alle difficoltà e agli ostacoli che ciò comporta, pagando di persona questo loro nobile impegno. I fatti contemporanei impongono a tutti una riflessione sincera, poiché non è sufficiente desiderare la pace, ma occorre impegnarsi partendo in primo luogo da noi stessi. Tutti i popoli hanno bisogno di pace e di sentirsi fratelli, tale desiderio profondo unisce le nazioni in ogni parte del mondo, le quali portano nel cuore l'anelito a un mondo pacifico e giusto. Basterebbe infatti considerare che nell'immensità dell'universo la terra è solo un minuscolo granello di polvere per comprendere la necessità del superamento di inimicizie e tensioni, attraverso concrete azioni di riconciliazione e iniziative umanitarie. Per raggiungere questo fine c'è ancora molto da lavorare ed ognuno deve mettersi in gioco già da ora, in quanto se vogliamo garantire un futuro luminoso ai nostri discendenti l'unica soluzione duratura passa per un cambiamento di attitudine. I partecipanti alla conferenza si sono trovati d'accordo su ciò, esprimendo l'auspicio che finalmente si possa giungere al ripudio della guerra e al rispetto dei diritti umani, uniti anche all'impegno per la salvaguardia dell'ambiente naturale, in vista dell'avvento di un'era di libertà e giustizia per tutti i popoli del mondo, già da tempo annunciata e per la cui realizzazione è necessario il concorso di ognuno.

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