26 marzo 2021

IL SOGNO DELLA RIUNIFICAZIONE COREANA. SVILUPPI ATTUALI E SFIDE

Dal momento della tragica divisione del Paese speranze e delusioni si sono alternate, ma nonostante i grossi problemi il popolo coreano, prima o poi, riuscirà a raggiungere la tanto sospirata riunificazione.

di Emilio Asti

Dopo la divisione, più di 70 anni fa, della penisola coreana in due Stati di orientamento ideologico opposto, il Nord retto da un regime comunista, creato con l’appoggio dell’URSS, il Sud invece legato al mondo occidentale, la Corea si trovò ad essere, suo malgrado, un terreno di scontro tra Occidente e mondo comunista. Tuttora la penisola coreana, già devastata da un’aspra guerra fratricida dal 1950 al 1953, che vide l’intervento dell’ONU, rimane una delle aree più militarizzate del mondo ed un pericoloso focolaio di tensione.

Tra le due Coree, che nel corso degli anni hanno continuato ad accusarsi a vicenda, vige solo un cessate il fuoco, a volte turbato da incidenti lungo la linea di demarcazione militare, rigidamente vigilata da una parte e dall’altra, che taglia in due la penisola coreana lungo il 38° parallelo.  L’unico punto di passaggio tra le due Coree si trova a Panmunjom, la località dove nel 1953 venne firmata la tregua, ma tuttora non è possibile, salvo casi sporadici, passare da una parte all’altra della Corea. L’aspetto forse più doloroso causato dalla separazione è il dramma di molte famiglie, i cui membri non hanno potuto più incontrarsi dal momento della tragica divisione del Paese, uno degli eventi più dolorosi della storia coreana. Finora sono stati pochi i coreani che hanno potuto rivedere i parenti che vivono nell’altra parte della Corea.

Sino ad oggi sono state formulate diverse proposte per la riunificazione del Paese, ma entrambi gli Stati, ognuno dei quali si proclama l’unico rappresentante legittimo della nazione coreana, pretendevano di riunificare il Paese sotto la propria bandiera. Nel corso degli anni si sono svolti parecchi incontri e vertici, anche ad alto livello, ma il risultato è stato scarso. Molti incontri si sono purtroppo conclusi con un nulla di fatto tra scambi di accuse e vane promesse. A parole i dirigenti dei due Stati hanno auspicato la riunificazione nazionale, ma sino ad oggi hanno continuato a formulare proposte non credibili. Non si può comprendere correttamente la questione coreana, discussa anche all’ONU e in molti vertici internazionali, ascoltando le dichiarazioni, spesso retoriche dei dirigenti dell’una e dell’altra parte.

Si rende necessario un nuovo approccio alla riunificazione da parte dei due governi, i quali devono assumere un atteggiamento più flessibile a riguardo. Se i dirigenti del Nord e del Sud con sincerità e coraggio saranno capaci di superare la reciproca diffidenza, scegliendo la strada del dialogo, il cammino verso la riunificazione potrà avanzare senza traumi. 

Non è certamente auspicabile, per varie ragioni, una riunificazione simile a quella avvenuta tra le due Germanie, occorre invece procedere a piccoli passi attraverso la creazione di progetti che possano stimolare la comprensione reciproca. La libera circolazione in tutto il territorio coreano delle persone e delle merci porterà gradualmente al ripristino dell’unità nazionale e a tal fine sarebbe essenziale riattivare le linee di comunicazione stradali e ferroviarie tra Nord e Sud Corea.

In questi ultimi anni nella vita sociale e politica di tutte le nazioni sono in atto profondi cambiamenti ed anche nell’Asia Orientale, in seguito alla fine della Guerra Fredda, sono sorti nuovi equilibri politici.  Rispetto al passato la situazione internazionale pare ora molto più favorevole alla riunificazione coreana ed attualmente i rapporti intercoreani paiono entrare in una fase nuova. I Paesi limitrofi ed anche i molti coreani residenti all’estero potrebbero, in vari modi, appoggiare l’avvicinamento tra i due Stati coreani, che nel 1991 vennero ammessi simultaneamente all’ONU. Non bisogna però dimenticare che ad alcune forze può risultare vantaggioso il perpetuarsi della divisione della Corea, sul cui futuro pesano le decisioni delle grandi potenze, le cui mire egemoniche si trovò già a subire.

Gli avvenimenti internazionali, oltre a vari fattori interni, impongono ai leader dei due Stati di risolvere pacificamente le molte questioni in sospeso, in modo da affrontare con spirito nuovo la prospettiva della riunificazione.  Le due Coree devono aprirsi l’una all’altra per far fronte alle sfide attuali, e parlare con un’unica voce nel consesso internazionale, in modo che il popolo coreano non possa più rimanere succube di decisioni prese altrove. Ora non è più tempo di sterili contrapposizioni basate su vecchi schemi ideologici che hanno ormai mostrato la loro inadeguatezza. Sarebbe auspicabile, anche alla luce delle attuali condizioni internazionali, il ritiro dal territorio sudcoreano delle truppe americane, la cui presenza viene considerata dalla Corea del Nord il maggior ostacolo alla riunificazione.

È ampiamente risaputo che la Corea del Sud è divenuta una potenza economica altamente competitiva  sul mercato internazionale, ma non si possono ignorare i significativi cambiamenti avvenuti in questi ultimi anni nella Corea del Nord, la quale  ha allacciato relazioni diplomatiche con i Paesi occidentali e pare avviata verso una politica di sviluppo economico all’insegna dell’iniziativa privata e di una maggior apertura al mondo esterno, con l’intento di attrarre maggiori  investimenti stranieri, cercando anche di avviare  una serie di riforme del proprio sistema. 

Sebbene le condizioni politiche ed economiche dei due Stati coreani siano molto diverse tra loro, essi hanno bisogno l’uno dell’altro. La Corea del Nord, pur ricca di materie prime, ha bisogno di tecnologia moderna, mentre la Corea del Sud necessita di manodopera a buon mercato. Già da alcuni anni tra i due Stati coreani sono in atto scambi commerciali, che si sono rivelati vantaggiosi per entrambi. Un simbolo di riconciliazione tra le due Coree, che ha suscitato grandi aspettative e fa ben sperare per l’immediato futuro, è stato l’avvio, alcuni anni addietro, di un progetto economico nel distretto di Kaesong, in territorio nordcoreano, con capitali della Corea del Sud e manodopera nordcoreana.

Le iniziative volte a favorire la cooperazione inter-coreana non possono certamente limitarsi all’ambito economico, ma devono estendersi in tutti i settori. Per favorire il dialogo tra i componenti della società dell’uno e dell’altro Stato anche l’arte e lo sport possono svolgere un ruolo significativo; in alcune competizioni sportive gli atleti coreani del Nord e quelli del Sud si sono presentati come un’unica squadra.

Nonostante le profonde differenze tra le due Coree in tutti i campi, i Coreani sono rimasti un popolo omogeneo, costretto molte volte a lottare per preservare la propria identità e il cui sentimento di appartenenza alla medesima nazione è forte. Tangun, il mitico fondatore della nazione coreana è una figura venerata sia al Nord che al Sud. La tragedia della divisione nazionale è profondamente sentita da tutti i coreani, che attendono con ansia il momento in cui potranno riabbracciare i parenti che abitano nell’altra parte e vivere in pace in un unico Stato.  

È azzardato fare previsioni a riguardo, ma la volontà di giungere alla riunificazione del Paese, lasciandosi alle spalle il periodo della lunga e dolorosa divisione, finirà per prevalere sulle divergenze. Si tratta di un processo che non può essere fermato e, nonostante i molti e complessi ostacoli, la barriera che divide le due Coree, presto o tardi, è sicuramente destinata a crollare.

Oltre al grande impatto che avrebbe su tutta la regione dell’Estremo Oriente, una Corea unita rappresenterebbe un dinamico polo di sviluppo, oltreché un fattore di pace e stabilità per il continente asiatico.

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