2 aprile 2020

Il «diario di guerra» della scrittrice su Weibo. «Grazie al popolo» (sottinteso, non a Xi)

Rassegna stampa (Corriere della Sera)

(Guido Santevecchi) Si chiama Wang Fang, nom de plume Fang Fang, è una scrittrice di successo, ha vinto il Premio Lu Xun nel 2010. Non ha bisogno di pubblicità, ma il suo diario di guerra di cittadina di Wuhan assediata dal coronavirus ha conquistato il cuore dei cinesi: in quattro milioni lo hanno seguito ogni giorno su Weibo, il Twitter mandarino. Altri milioni hanno letto i suoi post su WeChat, la piattaforma dei messaggi istantanei. 

Abbiamo detto che il racconto di Fang Fang è stato seguito «ogni giorno» da milioni di cinesi: forse dovremmo dire «ogni notte», perché il diario è stato pubblicato a mezzanotte e in tantissimi lo hanno aspettato a quell’ora, come calmante dell’ansia e anche per anticipare la censura che all’alba si attivava per spazzare via dal web il materiale sgradito al Partito-Stato.
Quando dopo due mesi l’epidemia è stata arrestata a Wuhan, il capo locale del Partito ha avuto la bella idea di lanciare una campagna di «educazione alla gratitudine pubblica verso il segretario generale Xi Jinping che ha guidato la lotta vittoriosa». Post notturno di Fang Fang: «Il governo è del popolo, esiste per servire il popolo. Coloro che dovrebbero alzarsi in piedi e dire grazie sono quelli al governo. Le autorità devono ringraziare le migliaia di famiglie che hanno visto morire i loro cari per l’epidemia... le decine di migliaia di medici e infermieri».

La scrittrice ha ricordato che per Karl Marx un popolo che considera i sovrani dei benefattori è un popolo che si prostra. La censura non ha potuto fare molto per strappare via il diario dal web. Sono scesi in campo per salvarlo la rivista Caixin (che gode di comprensione e protezione in settori importanti del Partito) e la piattaforma Jinri Toutiao, che hanno adottato i post di Fang Fang nei loro siti. 

Fang Fang ha cominciato il suo «Diario da una città chiusa» il 25 gennaio. Lo ha chiuso a mezzanotte del 25 marzo, alla sessantesima puntata: al mattino le autorità avevano riaperto la provincia dello Hubei e promesso che anche Wuhan sarà liberata l’8 aprile. Le ultime righe di Fang Fang sono una citazione di San Paolo: «Ho combattuto la buona battaglia, ho terminato la mia corsa, ho conservato la fede». Che cosa succederà quando l’epidemia sarà passata e ci disinteresseremo di Wuhan? Fang Fang riceverà la visita della polizia o tornerà alla sua attività di scrittrice di romanzi?

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