Precedenti storici. Storicamente, rotte a lunga distanza come la Via della Seta o la rete stradale romana hanno reso possibili scambi tra regioni. Nel XX secolo, il sistema autostradale interstatale degli Stati Uniti ha illustrato come i grandi progetti infrastrutturali nazionali possano plasmare lo sviluppo economico e sociale.
Nel 2005, al summit inaugurale della UPF, i Fondatori Dr.ssa Hak Ja Han e Dr. Sun Myung Moon presentarono l’idea di un Peace Tunnel attraverso lo Stretto di Bering per collegare il Nord America con l’Eurasia. Sottolinearono che un simile tunnel potrebbe contribuire a rendere il mondo un’unica comunità globale. Invitarono le nazioni a reindirizzare risorse dal conflitto allo sviluppo condiviso, richiamando Isaia 2,4. L’iniziativa si è poi ampliata tramite forum, concorsi accademici e outreach internazionale.
Già in precedenza, nel 1981, durante un keynote tenuto a margine della 10ª International Conference on the Unity of the Sciences (ICUS) a Seul, il Dr. Sun Myung Moon delineò l’idea di una International Peace Highway, proponendo un possibile tunnel tra Corea e Giappone e collegamenti tra USA e Russia. Questa proposta rifletteva gli sforzi dell’epoca per attenuare le tensioni storiche e favorire una cooperazione regionale di lungo periodo.
L’iniziativa Peace Road è strettamente allineata a due importanti “Decenni” ONU che orientano l’agenda globale del nostro tempo.
Secondo Decennio d’Azione per la Sicurezza Stradale (2021–2030).
Piano globale. Il Decennio d’Azione enfatizza strade e margini più sicuri, miglioramenti legislativi e sistemi di risposta alle emergenze più efficaci. Corridoi globali completi come Peace Road offrono l’opportunità di implementare standard di sicurezza all’avanguardia.
Approccio “di sistema”. La strategia ONU mette in evidenza cinque pilastri: gestione della sicurezza stradale, veicoli più sicuri, utenti della strada più sicuri, risposta post-incidente e ambienti stradali più sicuri. Integrare questi principi in Peace Road è essenziale per la sua sostenibilità di lungo periodo.
Decennio delle Nazioni Unite per il Ripristino degli Ecosistemi (2021–2030).
Questo Decennio è incentrato su prevenire, arrestare e invertire il degrado ecologico nel mondo.
Sviluppo orientato al ripristino. I grandi progetti di trasporto inevitabilmente interagiscono con l’ambiente naturale. Peace Road, tuttavia, promuove un modello di infrastruttura sostenibile che può includere corridoi verdi, attraversamenti ecologici per la fauna e metodi costruttivi a basso impatto.
Sviluppo sostenibile. Ecosistemi in salute sono alla base di resilienza climatica, biodiversità e benessere umano. Integrare la custodia dell’ambiente in Peace Road contribuisce direttamente agli SDGs, tra cui il Target 3.6 sulla riduzione delle vittime stradali e il Target 15.1 sulla conservazione degli ecosistemi.
La mobilitazione della società civile, indicata dall’ONU come componente centrale del ripristino degli ecosistemi, trova un’espressione concreta negli eventi Peace Road, che spesso includono attività educative o ambientali a livello comunitario.
Nel corso di quattro decenni, il concetto di Peace Road si è sviluppato in una serie di eventi pubblici pratici in molti Paesi. Queste attività—da percorsi locali in bicicletta a staffette di più giorni—mettono spesso in luce temi collegati agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), tra cui mobilità sicura (SDG 3), infrastrutture resilienti (SDG 9), azione per il clima (SDG 13) e tutela degli ecosistemi (SDG 15).
Dopo la fondazione della Universal Peace Federation nel 2005, l’iniziativa Peace Road si è ampliata significativamente. I partecipanti hanno intrapreso super-maratone che hanno attraversato i continenti, tra cui corse da Mosca a Parigi, ispirate da analoghe imprese di lunga distanza come i tour in bicicletta di Peace Road, con percorsi oltre i 10.000 km attraverso il continente eurasiatico. Vi sono stati attraversamenti a piedi degli Stati Uniti; nel Regno Unito, attività in sintonia con la Coast to Coast Walk—un sentiero di 190 miglia che attraversa tre parchi nazionali—e con la European Peace Walk volta a promuovere l’unità transfrontaliera. Eventi ciclistici di gruppo sono stati organizzati anche in Africa e Asia, comprese le pedalate in Australia che enfatizzavano i legami familiari e comunitari, e la Balkans Peace Road, che ha toccato sette nazioni tra cui Albania, Montenegro, Kosovo, Macedonia, Serbia e Bosnia ed Erzegovina. Nel 2018, partecipanti di Peace Road hanno preso parte ad attività anche a Pyongyang. Tutti questi progetti avevano lo scopo di testimoniare l’amore per il prossimo oltre i confini, promuovendo al contempo viaggi sicuri e la convivenza armoniosa tra persone e natura mediante la sensibilità ecologica delle attività di endurance all’aperto.
L’iniziativa Peace Road esemplifica un profondo impegno a colmare le divisioni attraverso infrastrutture innovative e sforzi comunitari, promuovendo una visione di unità globale radicata in valori umani condivisi. Mentre i partecipanti continuano a intraprendere questi percorsi simbolici, Peace Road rimane un promemoria duraturo del fatto che il vero progresso nasce da sforzi collaborativi per proteggere le vite, preservare l’ambiente e coltivare la pace per le generazioni future.
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