7 novembre 2025

Responsabilità Condivisa per la Vita e la Dignità Umana

20 anni dall’adozione del principio di “Responsibility to Protect” (2005–2025)

Sono passati vent’anni da quando gli Stati membri delle Nazioni Unite hanno adottato all’unanimità, durante il Vertice Mondiale dell’ONU del 2005 a New York, l’impegno politico noto come Responsibility to Protect (R2P) – “Responsabilità di Proteggere”. Fu uno degli incontri di più alto livello nella storia delle Nazioni Unite e segnò un’evoluzione decisiva nella comprensione della sovranità statale nell’era post-Guerra Fredda. Il documento affermò che la sovranità implica responsabilità: ogni Stato ha il dovere primario di proteggere le proprie popolazioni da genocidi, crimini di guerra, pulizie etniche e crimini contro l’umanità. Quando le autorità nazionali non sono in grado o non vogliono agire, la comunità internazionale condivide tale dovere. In questo modo, la sovranità venne ridefinita non più come scudo di potere, ma come mandato di servizio.

La “Responsibility to Protect” fu formalmente approvata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel Documento Finale del Vertice Mondiale (A/RES/60/1, paragrafi 138–139), come impegno globale a considerare la protezione delle popolazioni da atrocità di massa una priorità internazionale.

Essa si fonda su tre pilastri:

1. la responsabilità di ogni Stato di proteggere la propria popolazione;

2. il dovere della comunità internazionale di assistere gli Stati in tale compito;

3. l’impegno collettivo a rafforzare la cooperazione per la prevenzione e la costruzione di capacità istituzionali.

Questi principi continuano a orientare il dibattito internazionale su prevenzione e sicurezza umana, nel rispetto della sovranità e del dialogo.

La Federazione per la Pace Universale (UPF) riconosce che la “Responsibility to Protect” riflette una verità spirituale: tutti gli esseri umani sono interconnessi, e il valore della vita trascende ogni confine.

I Fondatori della UPF, la Dr.ssa Hak Ja Han Moon e il Rev. Dr. Sun Myung Moon, insegnarono che la vera pace nasce dal riconoscere l’umanità come un’unica famiglia globale. Da questa prospettiva, la protezione della vita è una questione di coscienza morale e responsabilità condivisa, in cui la vera leadership consiste nell’assumersi la responsabilità verso chi soffre. Nella loro visione, anche una nazione deve funzionare come una famiglia estesa, in cui governanti e cittadini si prendono cura gli uni degli altri, riconoscendo che la forza di un Paese risiede nella capacità di proteggere e nutrire il proprio popolo. Tali valori trovano espressione in uno dei principi fondanti della UPF: l’interdipendenza, che afferma come individui e nazioni esistano in relazione reciproca e responsabilità condivisa. La pace duratura nasce solo quando persone, famiglie e Stati agiscono non in isolamento, ma in cooperazione, consapevoli che il benessere di ciascuno sostiene quello di tutti.

Attraverso i suoi programmi globali – come l’International Association of Parliamentarians for Peace (IAPP), l’Interreligious Association for Peace and Development (IAPD) e l’iniziativa mondiale Peace Road – la UPF promuove dialogo, educazione e leadership etica come basi della prevenzione. Questa visione preventiva ha radici profonde: per decenni, progetti come il Religious Youth Service (RYS) hanno favorito solidarietà, servizio e riconciliazione tra giovani di diverse culture e fedi, incarnando lo spirito umanitario e preventivo che la R2P intende realizzare. La UPF invita governi, leader religiosi e cittadini a rafforzare i sistemi di allerta precoce, sostenere la costruzione della pace e promuovere la giustizia attraverso cooperazione e rispetto reciproco.

Queste iniziative rispecchiano lo spirito profondo della R2P: prevenire la sofferenza attraverso la riconciliazione, l’inclusione e il rispetto della dignità umana. Nel ventesimo anniversario della sua adozione, la UPF chiede che il principio della “Responsibility to Protect” venga ulteriormente sviluppato tramite meccanismi di prevenzione diplomatica e programmi di costruzione della pace, per guidare l’umanità verso un mondo di armonia e rispetto reciproco.

In coerenza con questa visione, la UPF sostiene i quadri internazionali dell’ONU che uniscono potenze globali e Paesi in via di sviluppo attorno a principi umanitari condivisi, come il quadro per la Protezione dei Civili nei Conflitti Armati e la Carta delle Nazioni Unite, che promuove la risoluzione pacifica delle controversie. I programmi della UPF affiancano inoltre il lavoro dell’Ufficio ONU per la Prevenzione del Genocidio e la Responsabilità di Proteggere, valorizzando cooperazione, sovranità e non interferenza, ma anche un impegno collettivo per prevenire la sofferenza di massa.

Attraverso la cooperazione educativa, interreligiosa e parlamentare, la UPF promuove uno spirito inclusivo e preventivo, che pone la responsabilità morale e la tutela della dignità umana al centro della costruzione della pace.

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