“È sempre un piacere poter allargare l’orizzonte e riflettere non soltanto su quello che sta accadendo in Europa e in Italia, ma anche su quello che accade in Oriente. La pandemia ci ha mostrato quanto il legame con il mondo intero sia sempre più stretto, come siamo sempre più interconnessi e sempre più vicini gli uni agli altri”.
Più che per qualsiasi altro paese al mondo parlare della Corea del Nord richiede un atteggiamento preventivo: la disponibilità ad aprire la mente e a mettere da parte pregiudizi e stereotipi, che da sempre avvolgono questo Paese. È quello che prova a fare l’autore in questo libro, scritto in Corea del Nord, un paese dove è stato molte volte dal 1996, dove ha assistito al passaggio dei poteri della dinastia Kim e ha vissuto in prima persona i cambiamenti descritti.
Quali sono allora i valori della Corea del Nord? Il giornalista ha puntualizzato che “il filo rosso che lega questi tre leader è l’ideologia “Juche” che esiste solo nella Corea del Nord. Nasce nel 1955 ed è formulata ufficialmente da Kim Il Sung per enfatizzare l’autonomia politica ed ideologica, l’autosufficienza nella difesa e l’indipendenza economica. Non mette enfasi sul “governo delle masse” tipico del marxismo-leninismo tradizionale, ma sul valore del leader illuminato, che tutto vede, dirige e crea l’unità del popolo coreano. È la stessa ideologia praticata anche dal figlio-successore Kim Jong-il e a tutt’oggi dal nipote Kim Jong-un.
Parlando dell’attuale leader nordcoreano, il giornalista lo definisce “forse il politico più scaltro e intelligente oggi presente nello scacchiere Nord Orientale. Ha trascorso diversi anni in Svizzera, conosce come funziona il mondo al di fuori della Corea del Nord ed è riuscito con maestria ad allontanare i militari dalle leve del potere”. Oggi il paese è guidato da un’amministrazione tecnocrate e civile. La sua politica del “Byunjin”, (doppio binario), di aumentare cioè la potenza militare assieme alle riforme economiche, eliminando i finanziamenti a pioggia ai militari, è più funzionale alla strategia della deterrenza. Permette di disporre di maggiori risorse per lo sviluppo economico e produttivo, di avere più forza diplomatica e di godere di un maggiore consenso all’interno del paese. Le nuove università, anche private, preparano non solo economisti, esperti di management, ma anche ingegneri, agronomi e biologi. I profitti dell’industria vengono divisi anche tra i manager e nelle campagne si applica la divisione di buona parte del raccolto tra i membri delle cooperative. Ci sono ristoranti, bed and breakfast, hotel e bar a conduzione famigliare. Il settore immobiliare a Pyongyang è diventato fonte di grandi giri di affari. “La vivacità economica che Kim Jong-un è riuscito a dare al paese lo ha rivitalizzato un po’ fino al 2019. Nel 2020 è arrivato il Covid e l’economia nordcoreana ha subito un ridimensionamento”.
Sulla violazione dei diritti umani l’autore spiega “che è una delle piaghe principali, come in genere in tutti i Paesi asiatici, ma che le cose si stanno evolvendo. Già dall’inizio del 2000 con Kim Jong-un è stato riformato il codice penale. Solo il reo viene inviato nei campi di rieducazione e non più l’intera famiglia come avveniva in passato”. È ancora prevista la pena di morte. Pescali ha ricordato come gran parte dei leader asiatici contestino la Carta universale dei diritti umani, perché è una carta occidentale, dove è l’individuo ad essere importante, mentre in Asia è la società e come anche i Paesi Islamici abbiano una differente concezione dei diritti umani.
Riguardo alla percezione che abbiamo della Corea del Nord, per Pescali “c’è una gara al ribasso per quanto riguarda l’informazione su quel paese e non ci sono da anni validi inviati sul luogo. Adesso è meno complicato per i giornalisti entrare in Corea del Nord, ma le notizie, specialmente nei giornali italiani, vengono riprese da internet, anche da fonti poco credibili e spesso è solo un copia e incolla senza verifica. Molti inviati speciali ahinoi preferiscono descrivere gli stereotipi, perché è più semplice e attiri di più l’attenzione del lettore. Le fonti non vengono mai controllate, come i famosi 120 cani che avrebbero sbranato lo zio di Kim Jong-un, che non sono mai esistiti”.
Per quanto riguarda l’unificazione politica “nessuno ne ha mai parlato e non ci sarà per almeno una cinquantina d’anni. Non conviene né al Nord né a Sud perché c’è troppa disparità. Si parla di una federazione economica in modo da equilibrare le due economie”.
A conclusione dell’incontro Carlo Zonato, presidente della “Federazione Internazionale per la Pace” (UPF-Italia), organizzatrice dell’evento, insieme con l’ “Associazione internazionale dei media per la pace” (IMAP-Italia) un progetto UPF, ha ricordato come i coniugi Moon, fondatori dell’UPF, siano originari della Corea del Nord. Ha elencato tre loro importanti progetti: l’Autostrada della Pace, un’arteria internazionale che partendo dal Giappone, attraverserà tutta la Corea per collegare Cina e Russia e poi tutto il mondo; una zona di pace presso il 38esimo parallelo, con parchi, musei e una nuova sede ONU nella zona smilitarizzata. Ha ricordato l’incontro dei coniugi Moon con Kim Il Sung in Corea del Nord avvenuta nel dicembre del 1991 e il “Premio per la Riunificazione Nazionale”, la più alta onorificenza del Governo nordcoreano, concessa alla memoria del Reverendo Moon in occasione della sua morte”.
Link ai video dei relatori:
Mauro Sarasso, coordinatore IMAP https://vimeo.com/534506339
Katia Trinca Colonel intervista l'autore del libro Piergiorgio Pescali
Carlo Zonato, Presidente UPF Italia https://vimeo.com/534510518
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