5 novembre 2021

Rispettare i diritti delle donne, dei bambini e delle bambine, per il futuro dell’Afghanistan

Una situazione di conflitto e sofferenza è quella che si è venuta a creare recentemente in Afghanistan con la consegna del paese in mano ai Talebani. 


di Elisabetta Nistri

Lo staff della WFWP International a Vienna, con il sostegno delle Youth WFWP, preoccupato per la situazione delle donne e dei bambini, si è attivato subito per stilare una dichiarazione scritta che è stata presentata ed accolta in data 22 agosto dal Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite nella sua sezione speciale sull’Afghanistan. Tale dichiarazione è stata sottoscritta da una ventina di organizzazioni tra cui:

 International Alliance of Women, Universal Peace Federation, International Federation of Business and Professional Women, Soroptimist International, Mothers Legacy Project, National Alliance of Women's Organizations, UFER - United for Equity and Ending Racism, Widows Rights International e diverse altre Organizzazioni non governative.

Al di là del perché si sia verificata questa situazione, quali siano state le cause o a chi attribuirne le colpe, c’è bisogno di agire presto, subito. Le notizie potrebbero piano piano affievolirsi. Sappiamo infatti quanto sia difficile per i giornalisti riportare dall’Afghanistan o semplicemente mantenere la loro presenza lì. Ma la popolazione soffre e donne e bambine sono coloro che subiscono le peggiori conseguenze. Il rischio è che la situazione esploda in gravi disordini o peggio ancora ricada in una dittatura religiosa integralista con la perdita di tutti i diritti acquisiti con tanta fatica. Abbiamo contatti diretti con amici e amiche afghane che ci riportano il clima di terrore che si è instaurato. Le scuole che sono rimaste aperte sono state occupate e sono sotto il controllo dei Talebani; alle ragazze non è permesso frequentare tutti i corsi, ma solo quelli dedicati a loro.

Non voglio ripetere ciò che già i tg hanno raccontato ma il problema diventa serio quando si parla di medici, perché per esempio le donne e le bambine che si ammalano, possono essere visitate solo da donne.  Se non ci sono ragazze che possono studiare e diventare medici, tante donne e bambine rischiano di non potersi curare, di partorire in casa da sole, di morire anche per semplici malattie. Stessa situazione per l’insegnamento: solo donne possono insegnare a bambine e quindi di fatto l’educazione femminile sarà molto penalizzata.  Parlavo di gravi disordini anche perché le ragazze nate e cresciute durante questo ventennio di “democrazia”, che hanno potuto godere di certi diritti, a differenza delle loro madri, non accettano queste nuove restrizioni imposte, come per esempio il dover indossare il burka per uscire, o poter uscire solo se accompagnate da parenti maschi.

Le donne svolgono un ruolo cruciale come leader nelle loro comunità, madri nelle loro famiglie, e membri vitali delle loro società e nazioni. Esse hanno un ruolo importante per la stabilizzazione e la prosperità di qualsiasi società. Affinché possano dare il loro contributo è assolutamente necessario che siano rispettati i loro diritti e la loro dignità.

Questo l’appello promosso da WFWP Europe sviluppato in 9 punti. Vuole essere soprattutto un richiamo alla Comunità Internazionale per controllare che i Talebani mantengano le promesse che hanno fatto e rispettino i fondamentali diritti umani e che solamente dopo aver mantenuto le promesse il loro Governo venga eventualmente riconosciuto. 

Alcuni dei punti fondamentali: 

-       Chiediamo alla comunità internazionale di sollecitare i Talebani a mantenere aperte le frontiere affinché gli aiuti umanitari internazionali raggiungano la popolazione dell'Afghanistan. Si chiede anche ai paesi limitrofi di agevolare il passaggio degli aiuti.

-       Si esortano gli organismi e le agenzie delle Nazioni Unite come UN Women, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite UNSC, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati UNHRC, l’Organizzazione Mondiale della Sanità OMS e la Commissione ONU per la costruzione della pace a coordinare la pianificazione e l'attuazione dei meccanismi di monitoraggio dei diritti umani in Afghanistan.

-       Esortiamo tutti gli stati membri a insistere costantemente sul diritto fondamentale di un'istruzione di qualità per tutti i bambini e le bambine e che sia garantita la protezione degli educatori e degli istituti educativi. Di fatto le bandiere e le regole talebane vengono imposte alle istituzioni educative, creando un'atmosfera di paura, trauma e sfiducia che può portare alla radicalizzazione di bambini e giovani, e sicuramente scoraggia gli insegnanti.

-       Sarebbe di centrale importanza stabilire un meccanismo di allerta precoce attraverso una rete di donne in Afghanistan per garantire la prevenzione della violenza armata e rafforzare la comunicazione delle donne nelle zone colpite dal conflitto. Chiediamo l’impegno a rafforzare le organizzazioni femminili sul territorio basandosi sulle pratiche locali e sulla conoscenza della risoluzione dei conflitti. 

-       È inoltre necessaria particolare attenzione alla protezione sociale nelle aree rurali: Oltre al controllo per il rispetto dei diritti umani è fondamentale progettare, attuare e monitorare strategie di controllo delle armi e di disarmo nelle aree rurali, dove la violenza armata è spesso la causa principale della violazione di massa dei diritti umani, tra cui il diritto allo studio.

-       Assicurare la libera informazione dei Media sul territorio, e permettere loro di continuare a riportare alla comunità internazionale.

-       Includere e responsabilizzare le donne e i giovani in Afghanistan, sia negli sforzi immediati di stabilizzazione sul territorio, sia nei negoziati a venire.  Se le giovani ragazze e i ragazzi non sono protetti e non vengono interpellati e coinvolti nelle decisioni sul futuro del paese, non ci sarà nessuno che erediterà e costruirà un Afghanistan prospero e innovativo domani.

Non possiamo lasciare che il popolo afghano, che ha già una lunga storia di sofferenza alle spalle, venga dimenticato ed abbandonato.

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