Di Franco Previte
Signori della RAI : é il film-documentario di un gruppo di “matti” in Kenya che vogliono cambiare il mondo dell’handicap mentale e denunciano che in Italia , pregiudizi ed ostilità “vivono” sulle spalle dei malati di mente?
Mercoledì 3 agosto 2011 la trasmissione di RAI 3 rubrica “DOC 3” è stata dedicata ad un film “Muyeye” una storia di un rapporto tra la vita di un remoto villaggio Keniota ed il mondo della malattia mentale in Italia.
Il “documentario” sulla follia e sull’Africa, dimostra come anche i “matti” possono cambiare il mondo, mettendo in correlazione ed in risalto la situazione, dopo 33 anni dalla chiusura dei manicomi in Italia, in cui “vivono” i malati di mente sulla loro pelle pregiudizi ed ostilità.
Il documentario, che è stato girato a Muyeye un villaggio polveroso sulla costa del Kenia, narra che un giorno arrivano i bianchi, eccentrici, ma diversi dai soliti turisti, i quali raccontando storie di malattie mentali, promettono di costruire una scuola professionale, entrano in contatto con territori diversi e lontani, stabilendo una amicizia che lega questi mondi distanti, accomunati dall’essere esclusi : i bianchi “matti” marchiati dal pregiudizio, i neri tagliati fuori dalle risorse e dal futuro.
Non vogliamo assolutamente criticare il racconto prodotto da “ Format-Kuraj film” e condotto magistralmente da registri italiani, un’opera cinematografica molto attenta alla vita quotidiana degli abitanti, bene presentata nei colori e paesaggi descrivendo impresa straordinaria la costruzione di una scuola ad opera dell’Associazione “Fare Assieme” per la promozione sociale.
Riconosciamo che ogni attenzione rivolta alla promozione della vita umana, fisica o spirituale, sia della singola persona come dal contesto familiare merita certamente un riconoscimento ai proponenti, a quivis de populo ( da tutti i cittadini), tuttavia non possiamo non rilevare che “dopo 30 anni dalla chiusura dei manicomi i malati di mente in Italia vivono ancora sulla loro pelle pregiudizi ed ostilità”, sono rievocazioni molto delicate, poco valutate su questo delicatissimo comparto socio-sanitario.
Fin qui molto in breve. Ma come é la situazione in Italia ?
E’ la domanda che si pone sempre il cittadino qualunque, é quello che chiede e richiede colui/e che ha la “sfortuna” di avere un congiunto psichicamente malato a coloro che hanno la responsabilità della res pubblica specialmente quando sono in gioco la salute e la sicurezza dei cittadini !
Certamente il cittadino, la famiglia, l’opinione pubblica vorrebbe poter ottenere dalle Istituzioni la promozione, con fatti e non a parole, dei servizi sociali e di tutte quelle iniziative rivolte ad approfondire ed a migliorare la conoscenza sulla natura, diagnosi, decorso, terapia, guarigione da malattie mentali, anche attraverso scambi con i più qualificati centri europei ed extra europei.
E’ da ritenersi molto preoccupante che si voglia raffigurare le deficienze delle realtà malattie mentali con parole, film, spot televisivi, documentari, manifestazioni esteriori come qualche volta irradia RAI 3 con “servizi esplosivi”, ma inefficaci, trascurando il pluralismo dell’informazione.
Con le sole parole non si vincono pregiudizi, ostilità.
Mirare a combattere lo stigma sociale, l’esclusione,il pregiudizio, la discriminazione, “informare i cittadini sulla possibilità di cura e di accesso ai servizi”, è stata la sintesi conduttrice nell’indizione della “1° Campagna Nazionale per la Salute Mentale” del 5 dicembre 2004.
“Diffondere atteggiamenti di maggiore solidarietà” ci trovano d’accordo, anche perché l’indizione di una “Giornata Nazionale di Informazione” su questa materia è stata richiesta dall’Associazione “Cristiani per servire” nella Petizione n.23 alla Camera dei Deputati e col n.13 al Senato della Repubblica anteriormente al 13.5.2001 , ”Giornata” ipotizzata dalla Commissione Europea da noi “suggerita” ed accettata con lettera Prot.n.15406 del 14.11.2000 e portata a conoscenza, dalla stessa Commissione Europea, al Dipartimento Affari Sociali della Presidenza del Consiglio dei Ministri ed al Ministero della Salute .
“Promozione dell’informazione”,soprattutto di carattere medico-scientifico-sociale ci trova d’accordo perché in ottemperanza della Decisione n.1786/2002/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 23 settembre 2002 che adotta un programma d’azione comunitario nel campo della sanità pubblica 2003 – 2008.
Esaminando l’essenza di quel Documentario si riscontra che lo stesso mira solo a combattere :
1°) lo stigma sociale : cioè l’impronta, il suggello, la vergogna, la paura ed il timore di essere additati alla gente. Quanto ipotizzato non sussiste nell’animo umano e nella solidarietà del quotidiano, perché non è qui che si devono ricercare queste evenienze. La vergogna da stigmatizzare è nelle leggi 180 e 833 del 1978 ed i vari “Progetti-Obiettivi” che non hanno garantito assistenza, strutture adeguate, finanziamenti programmati alla prevenzione, cura, riabilitazione e reinserimento sociale dei “malati”, non prevedendo l’obbligo di cura se non quando il “malato” diventa pericoloso per sé e per altri. Inoltre da stigmatizzare è il non riconoscere le necessità dei disabili, delle persone anziane, in fin di vita come la Petizione :
http://digilander.libero.it/cristianiperservire/pdf/Petizione%20al%20Parlamento%Italiano.pdf
Sono rimasti solo i Servizi di diagnosi e cura negli Enti Ospedalieri Generali, dove a volte non esistono Reparti di accettazione per malati in TSO, riempiti di psicofarmaci o manciate di pillole sufficienti da farli ritornare a casa dopo 7 giorni (salvo altra ipotesi) (art.35 legge 833/1978).
Non è forse un’autentica vergogna :
a.) che dopo 32 anni dalla legge Basaglia sono stati chiusi gli ultimi Ospedali Psichiatrici Privati, ( non avendo dirette informazioni, apprendiamo la notizia da “Affari Italiani” di venerdì 12 novembre 2010 )
b.) che sono ancora in “uso” 6 Ospedali Psichiatrici Giudiziari, che solo ora vengono “scoperti”dal Senatore Ignazio Marino nella sua qualità di “Presidente della Commissione Parlamentare per il Servizio Sanitario Nazionale” che non solo contrastano con la legge 180, ma con i dettami costituzionale, con il Piano Sanitario 2003-2005, con la logica dell’etica sociale.
2°) l’esclusione , anzi direi l’emarginazione avvilente dei malati, non viene compiuta da parte della gente. Infatti la famiglia non è garantita perché non trova il posto giusto onde curare il proprio congiunto , perché questo tipo di malati non possono essere curati in casa, né si può tenere in casa questo genere di malati. Si deve combattere la cultura dell’assistenzialismo che ghettizza il malato.
3°) pregiudizi, ostilità, emarginazioni: non sono definizioni esatte, al limite si può parlare di paure di fronte ad un nemico invisibile e pertanto incontrollabile.
La solidarietà per la persona-sofferente non manca, anche se a volte, mi si perdoni il paradosso, si può notare che il rispetto per gli animali (verso cui abbiamo la massima comprensione ) supera l’interesse verso l’uomo collocando i primi nella serie A ed il secondo nella serie B dell’etica sociale.
Quel “Documentario” doveva suggerire e sollecitare le n/s Istituzioni, invece :
a) non si è riscontrato alcun riferimento a possibile futura programmazione o intendimenti per la realizzazione di strutture volte alla prevenzione,cura o possibile reinserimento sociale di questi malati ;
b) non si è intravisto una “difesa economica” del malato che sopravvive in media con euro 260,27 al mese considerato che non tutti godono di euro 807,35 per l’accompagnamento ;
c) nessun accenno ad urgenza e gravità per una lacunosa rete assistenziale sul territorio ;
d) nessuna considerazione per le famiglie che sono turbate per il futuro dei loro congiunti quando resteranno soli al mondo per la costituzione di un Fondo Economico Speciale DOPODINOI:
e) nessuna considerazione sulla situazione dei quasi 10 milioni di sofferenti psichici, specie fra i giovani ed ora anche per gli adolescenti;
f) nessuna richiesta di ricerca scientifica-farmacologica sulla malattia mentale come per gli altri compartimenti sanitari;
g) nessuna richiesta per un sollecito esame del provvedimento legislativo sul riordino dell’assistenza psichiatrica misteriosamente “scomparso” dall’agenda parlamentare dal 2005 nella 12° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati. ( Il Presidente P.F.Casini ci deve ancora rispondere ) ;
h) nessuna richiesta di riconversione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dall’Amministrazione Penitenziaria al Dipartimento di Salute Mentale ;
i) nessuna richiesta di un Pronto Soccorso Psichiatrico per intervento d’emergenza ;
j) nessuna richiesta di aumento dei posti letto, anche per minori, negli Ospedali Generali dove a volte è carente il reparto psichiatrico ;
k) nessuna richiesta di riqualificazione degli Operatori Sanitari ;
l) nessuna richiesta di spazi verdi nelle Strutture Protette ;
m) nessuna richiesta di evitare l’elettroshock (se ancora vigente) braccialetto elettronico (che si voleva adottare) o l’uso di psico-farmaci specie i “retard”;
n) nessuna richiesta di una Direttiva Comunitaria di maggior equilibrio tra i diritti dei malati psico-fisici e quelli dei cittadini europei ;
o) nessuna richiesta del Testo Unico sulle disabilità nel quale trovino spazio le diverse normative sull’handicap oggi troppo frammentarie ;
p) nessuna richiesta del perché nella Legge Finanziaria 2012 non sono stati considerati i malati psico-fisici ;
q) nessuna richiesta è stata avanzata ,rispettando l’art.13 del Trattato di Amsterdam che “combatte” ogni discriminazione spostando il concetto della protezione verso un’integrazione socio-economica il così detto “modello sociale” , onde trasportare nei provvedimenti legislativi italiani la Direttiva Comunitaria , che doveva essere effettuata entro il 31.12.2003 . Ed altro…!
Questo lo abbiamo detto più volte all’ANSA (CR 04 – Dic.04 18,49 NNNN), all’Avvenire del 5.12.2004 pag.5, alla Radio Vaticana giornale radio ore 21 del 5.12.2004, mai alla RAI !( forse non siamo graditi!)
Il 17 marzo 2005 nella Sala Verde di Palazzo Chigi in 9 punti al Governo Berlusconi ho esposto quanto è urgente e necessario in attesa che la 12° Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati ( “ferma” dall’aprile 2005 su questo argomento) riprenda l’esame del provvedimento legislativo di riforma della legge 180 dove era abbinata la nostra petizione n.23. Perché non riprendere quel “Tavolo Tecnico” voluto dal dr.Gianni Letta ?
Vedere sito internet http://digilander.libero.it/cristianiperservire
Questo nostro Paese, appesantito da molti e svariati problemi, prigioniero di miserie morali ed egoistiche , di enunciazioni utopistiche, di inutili esternazioni, deve riconoscere che a volte la verità fa male, ma il male è maggiore se non si ricerca la verità sorella della giustizia.!.E’il Parlamento che si deve sensibilizzare Signori Dirigenti della RAI, perché è la sede naturale dove si decide e pertanto quello che si continua a chiedere sono fatti , ancora fatti e sempre fatti.!
Auspichiamo che la RAI si faccia parte diligente nel richiamare le Istituzioni a risolvere questo grosso problema sociale
Questo, Signori Dirigenti della RAI, significa porre attenzione a 360° alla salute dei cittadini come vorrebbe affermare MUYEYE “DOC3”,
Ma noi aggiungiamo è bene porre con ogni mezzo attenzione alla “problematica”, ma è urgente una risoluzione di questo grave disagio sociale atteso da tutti i cittadini, portatori di sofferenze come nel caso in esame, perché i tempi troppo lunghi della politica non tengono conto del dolore e delle difficoltà di milioni di persone che non possono più aspettare provvedimenti da troppo tempo attesi per porre riparo ad una situazione grave che non bastano “Documentari” od “altro”, ma provvedimenti legislativi efficaci ad affrontare e risolvere il “bubbone” della salute mentale.
Ma esiste un filo di speranza e rispetto della dignità per chi è nel tunnel tenebroso dell’handicap mentale ?
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