Ripreso da Bluewin - 21 marzo, 2012
Una ventina di osservatori dai Paesi vicini, forse
altri dall'Occidente: grazie all'invito del regime annunciato a meno di due
settimane dal voto, per la prima volta delle elezioni in Birmania saranno
monitorate per verificarne la regolarità. Un esame che il governo del
presidente Thein Sein sembra intenzionato a passare, dato che dal suo esito
potrebbe dipendere la rimozione delle sanzioni applicate da Stati Uniti e
Unione Europea.
Il voto suppletivo del primo di aprile, che
assegnerà 48 seggi vacanti e vede per la prima volta la candidatura della
leader dell'opposizione Aung San Suu Kyi, sarà osservato da 23 inviati
dell'Asean (l'associazione dei Paesi del Sud-est asiatico), la quale ieri ha
confermato la partecipazione del suo contingente misto di parlamentari (due per
Paese) e osservatori esterni.
Il gesto delle autorità birmane conferma il desiderio
di veder riconosciute dalla comunità internazionale le riforme promosse
nell'ultimo anno dal governo civile, tra cui la liberazione di centinaia di
prigionieri politici, il ritorno in politica della "Lega nazionale per la
democrazia" (Nld) di Suu Kyi, l'allentamento della censura e l'avvio di
negoziati per un cessate il fuoco con diverse milizie etniche. Usa e Ue hanno
fatto capire che dal grado di regolarità del voto dipenderà l'eventuale
decisione di allentare o togliere le sanzioni.
Ma è improbabile che tali osservatori - e in numero
così limitato - possano produrre un giudizio comprensivo e definitivo sul voto,
che in ogni caso potrà solo scalfire il dominio del blocco di potere del regime
in un Parlamento da oltre 600 seggi.
Dell'Asean fanno parte anche Paesi a partito unico
come Laos e Vietnam, e l'organizzazione tradizionalmente evita di adottare
posizioni ferme verso uno dei suoi membri; ha inoltre già assegnato alla
Birmania il turno di presidenza per il 2014, sdoganando prima di tutti il
regime a livello internazionale.
Se la partecipazione dell'Nld (che corre in 47 collegi
sui 48 in palio, dopo aver boicottato le elezioni del 2010) conferisce
legittimità al voto e Suu Kyi è stata finora libera di svolgere comizi che
hanno richiamato decine di migliaia di sostenitori, non mancano le ombre. Lo
stesso Nld ha lamentato irregolarità nelle liste elettorali potenzialmente
sfruttabili dal partito di regime Usdp per aumentare la sua quota di voti; in
diversi collegi, inoltre, sono state segnalate pressioni da parte dei
funzionari locali per indirizzare verso il candidato dell'Usdp il voto dei
dipendenti pubblici o di aziende vicine al regime.
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