di Alberto Zoffili
Durante il 2007, il Dr.
Moon ha sostenuto spesso, in una serie di conferenze pubbliche, in varie
nazioni, che stiamo entrando nell'Era del Pacifico. Naturalmente, in questi
ultimi decenni, gli analisti degli Affari Mondiali ne hanno parlato da varie
prospettive: economiche, ambientali, geopolitiche, di cooperazione e pace
mondiale. Ma in concreto, cosa significa e quali sono le conseguenze pratiche
per la nostra vita di tutti i giorni?
Theodore Roosevelt
osservò che “l’Era dell’Atlantico è ora al culmine del suo sviluppo, e presto
esaurirà le risorse a propria disposizione. Oggi è sul punto di sorgere l’Era
del Pacifico, che è destinata ad essere l’era più grande di tutte”. Più
recentemente, nel 1984, l’allora Primo Ministro del Giappone, Nakasone, dichiarò:
“L’era del Pacifico è storicamente inevitabile”. In termini d’influenza
economica, la predominanza della regione del Pacifico è oggi un fatto compiuto.
In base ad un’analisi del FMI, gli scambi transpacifici hanno superato gli
scambi transatlantici già più di venti anni fa. Nel 1988, i volumi commerciali
tra le nazioni del Pacifico erano già il doppio di quelli con gli Stati Uniti,
e tre volte il commercio della regione con l’Europa. Ora, ai miracoli economici
del dopoguerra del Giappone, della Corea del Sud e di altri Paesi del Sud-est
asiatico, dobbiamo aggiungere l’arrivo in forze nel campo dell’economia globale
di Russia e Cina. Gli economisti predicono che entro vent’anni la Cina diverrà
la seconda economia mondiale dopo gli Stati Uniti; in quel momento le due più
forti economie mondiali si fronteggeranno dalle due coste del Pacifico. L’era
del Pacifico ha enormi implicazioni per quanto riguarda la ricerca della Pace.
Nei suoi discorsi
pubblici sull'Area del Pacifico, il Dr. Moon ha invitato queste nazioni, oggi
separate tra di loro (tra queste Giappone, Taiwan, Filippine, Indonesia,
Australia, Nuova Zelanda) a formare una Federazione delle Isole del Pacifico
che possa salvaguardare gli interessi collettivi e gestire in modo oculato le
illimitate risorse naturali dell’oceano. Basata sulle grandi risorse culturali
e spirituali dei popoli dell'Area del Pacifico, questa Federazione deve
giungere a costituire un efficace punto di riferimento per quanto riguarda la
leadership, e per la creazione e il supporto di società pacifiche. Anche se il
commercio transpacifico già mette sotto pressione i porti sia asiatici che
statunitensi, lo scambio di beni e di risorse tra le due sponde dell’oceano è
ancora lontano dal raggiungere il suo culmine potenziale. Questo permetterà a
tutte le nazioni coinvolte di rafforzare le loro reti di trasporto di merci, di
energia e d’informazioni.
È interessante analizzare
le affermazioni del Dr. Moon al riguardo: "Conosciamo bene la storia della civiltà, che è iniziata incentrata su
quattro grandi fiumi. Più tardi, la civiltà si è spostata sulle coste del Mar
Mediterraneo, dove fiorirono le culture peninsulari della Grecia e di Roma. La
storia ha continuato poi il suo corso, ed emersero così le culture continentali
europee. A sua volta questa civiltà continentale divenne l’energia che ha
stimolato il fiorire di una cultura insulare, quella della Gran Bretagna,
nell'area atlantica. L’Impero britannico, che ha dominato i mari, ha trasmesso
la sua splendida cultura al Nord America. Conosciamo questi avvenimenti dalla
storia. La civiltà giunse quindi sul continente nord-americano e ben presto si
assunse il compito della difesa della democrazia, che è radicata nel
cristianesimo. Gli Stati Uniti hanno innalzato la bandiera della libertà di
religione e del rispetto per i diritti umani di tutti... il ciclo di sviluppo
della civiltà ha compiuto un intero giro del globo, ed è giunto alla sfera del
Pacifico".
Con il passaggio delle
fasi della storia dalla Mezzaluna fertile al Mediterraneo, con la successiva
ascesa dell’Europa, e con il successivo trapianto della cultura occidentale
sull’altra sponda dell’Atlantico, l’Era del Pacifico offre un’attraente
promessa di pace, una cultura globale “pacifica” che abbraccia sia le antiche
civiltà dell’Asia che la civiltà, ormai globalizzata, dell’Occidente.
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