La
celebrazione ufficiale della “Giornata
della donna” in Italia, decisa dal Governo Andreotti nel 1979, la cui
rievocazione è avvenuta a Roma al Palazzetto Venezia con il tema “Le donne nell’Europa per una uguaglianza
reale” dall’ On.le Ines Boffardi Sottosegretario alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri “per la condizione femminile” con l’incarico specifico
di coordinare il servizio istituzionale, è stato l’inizio della valorizzazione
del cambiamento in continua evoluzione della nostra società che passa
attraverso il superare ruoli tradizionali, differenziati e specifici per i due
sessi.
di Franco
Previte,
Non sono
molto certe le origini della “Festa dell’8 marzo”, forse la più attendibile è
quella che risale al marzo 1908 quando le operaie dell’industria tessile Cotton
di New York scioperarono per contestare le condizioni in cui erano costrette a
lavorare.
Quel giorno
il proprietario Mr.Johnson bloccò le porte della fabbrica, ma subito scoppiò un
incendio e le 129 operaie, tra cui molte italiane, persero la vita mentre
cercavano di difendere il loro diritto di lavoro, per un minimo di tutela e
rispetto della loro dignità di persona umana e di lavoratrici.
La
celebrazione ufficiale della “Giornata
della donna” in Italia, decisa dal Governo Andreotti nel 1979, la cui
rievocazione è avvenuta a Roma al Palazzetto Venezia con il tema “Le donne nell’Europa per una uguaglianza
reale” dall’ On.le Ines Boffardi Sottosegretario alla Presidenza del
Consiglio dei Ministri “per la condizione femminile” con l’incarico specifico
di coordinare il servizio istituzionale, è stato l’inizio della valorizzazione
del cambiamento in continua evoluzione della nostra società che passa
attraverso il superare ruoli tradizionali, differenziati e specifici per i due
sessi.
Mi rincresce
dover dire che nessun riferimento e da nessun Governo sia stata ricordata
l’Onorevole Ines Boffardi già Sottosegretario di Stato “per la condizione
femminile”(ex- Ministero per le Pari Opportunità), la quale per prima
ufficialmente in Italia ha iniziato con appassionata e responsabile dedizione
quel lavoro importante, silenzioso e necessario a valorizzare la donna quale
anche persona nella società e nelle Istituzioni.
L’iniziativa
era finalizzata al precipuo ed incondizionato obiettivo del riconoscimento dei
diritti della condizione femminile e della difesa della dignità della donna per
quella che era considerata dimenticanza, emarginazione, abuso ed insensibilità.
Desidero
ricordare quel Deputato, che ho sempre ammirato per la instancabile pazienza
nella Sua azione, in questa ricorrenza dell’8 marzo, diventata il simbolo del
ricordo, ma anche quello della “rinascita” sociale.
Soprattutto
di non vedere cadere taluni fondamentali valori etici e sociali che possono
produrre un profondo divario tra situazioni legislative nel “problema donna”
che resta, pur sempre, protagonista privilegiata del cambiamento in continua
evoluzione della nostra società, dove si tenta, ancora, di distruggere l’opera
di questo “angelo della casa”, principio fondamentale della famiglia cellula
prioritaria della n/s società.
Anche se si
assiste ad una fragilità della famiglia, ad una comunità civile “bersagliata”
da nuovi disagi sociali, la donna, la madre, la sposa “piene” e compartecipi di
responsabilità, sono sempre in grado di rispondere alle debolezze dell’etica
rispetto alle situazioni del quotidiano, tendenti alla diminuzione del valore e
delle modalità educative dirette alle giovani generazioni.
Comunque la
famiglia ancora “tiene” e la donna merita il rispetto che sa dare al “focolare
domestico”.
Ma non si
deve ignorare che esistono altre
famiglie, e sono tantissime, dove insiste un malato in stato vegetativo, un
malato psichico in cerca di una giustizia legislativa (da ben 34 anni), un
disabile fisico che trova ancora “intralci architettonici” nelle strade delle
n/s città e dei n/s paesi e dove tutti “vivono”(mediamente) con euro 267,57 al
mese, dove scarseggiano provvedimenti legislativi finalizzati ad alleviare le
sofferenze anche quelle del fine vita.
E’ opportuno
ricordare madri, sorelle, giovani anche adolescenti vittime indifese quasi
quotidianamente di violenze d’ogni genere, specialmente di stupri ricorrenti,
anche di gruppo, che lasciano nella “vittima” profondi solchi di natura
psichica.
L’8 marzo lo
si deve festeggiare nella consapevolezza e nell’auspicio di una nuova società
che attribuisca più valori umani ed etici nel “viaggio della vita” per un
apporto profondo e ricco di solidarietà fra il genere umano.
Questo è il
significativo ricordo della “Giornata
della Donna” nella consapevolezza e nell’augurio di un rinnovamento
continuo della società verso valori umani e per il bene comune.
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