Si può migliorare e renderlo più comprensibile?
In un momento di crisi sociale, economica e politica, la nostra fede ne
ha risentito?
Ai nostri figli, cosa accadrà?
di Antonio Imeneo,
Come si può
trasmettere Dio e il suo Amore a dei bambini?
Il problema non risiede tanto
nell’età, ma nel linguaggio che deve essere calibrato affinché i piccoli o
grandi ascoltatori siano in grado di gustarne il contenuto e di essere
stimolati la loro fantasia.
La difficoltà che spesso si
incontra, e che emerge dal confronto con altri catechisti, sta nella
possibilità di condividere anche con gli stessi genitori il prezioso dono che
viene offerto nell’accostamento alla Prima Comunione. I numerosi impegni che
attorniano e riempiono la vita di questi bambini e ragazzi sembrano non lasciar
spazio, purtroppo, all’incontro con il silenzio e con Dio.
Gli incontri di catechismo e le
iniziative ad esso connesse, finiscono frequentemente e facilmente disertati,
in quanto i bambini non stimolano (perché a loro volta non stimolati) la
curiosità ed il coinvolgimento dei propri genitori e a loro volta questi non li
spingono ad intraprendere questo percorso di pace, di amore, di fede.
Tra i bambini che vengono
affidati ai catechisti vi sono mondi meravigliosi e sentimenti profondi.
Essi esprimono il bisogno di
trovare un terreno fertile, terreno il quale viene “seminato” solo in quell’ora
settimanale di catechismo.
Ecco che il sostegno dei genitori (specie in questo momento in cui vi è
un’ascesa dei disvalori), aiuto prezioso e necessario, darà la possibilità a
questi bambini di maturare ciò che in germe è già presente. L’età non diverrà
un limite perché in ogni momento della loro crescita il seme gettato nei
sacramenti avrà modo di crescere, maturare e fruttificare.
Di solito i ragazzi,
quando si arriva a parlare e a spiegare l’Eucarestia, comprendono subito questo
mistero?
La possibilità che all’interno
dell’Eucarestia vi sia Gesù vivo e presente è fonte di serenità.
I bambini hanno necessità di
sentirsi costantemente, accompagnati amati e accolti.
Percepire che questo Amico possa
essere così vicino tanto da abitare con loro dona sicurezza e conforto. Ovviamente
questo amico, per essere ancora più vicino, dovrebbe essere condiviso
anche dai pensieri dei genitori al loro rientro a casa.
Come riesce un
catechista a spiegare e a rendere veramente chiaro alla mente dei ragazzi
questo mistero così profondo?
Prima di trasmetterlo ci si
dovrebbe chiedere sempre cosa veramente si desidera che rimanga a questi
bambini. Il tempo che si ha a disposizione è veramente poco. Alcuni dopo aver ricevuto il sacramento si
allontanano dalla Chiesa.
E’ fondamentale ricercare allora l’essenza profonda, affinché possa
rimanere nel loro cuore e possa ancorarsi tra le loro certezze con la speranza
che anche una sola parola possa essere ciò che richiama questi bambini
all’incontro con Dio. Presentare allora la figura di un Dio Papà.
Un Dio che non è orgoglioso di
noi per ciò che facciamo o per come lo facciamo, ma che semplicemente Ama.
Si può comprendere
con il solo uso della ragione, specie quando si è nell’infanzia, il grande
mistero dell’Eucaristia?
Benigni in una delle sue prime
performance su Dante (mi pare proprio la prima televisiva) parlava della
facilità di capire il concetto di Trinità nei bambini. Concetto che, diceva,
diventato adulto gli stonava e lo metteva in crisi. I bambini vivono di istinto
e non di ragione, ma quell’istinto li porta a vette di spiritualità molto più
alte e più vere delle nostre. No, non con la ragione, ma con il cuore loro
comprendono l’Eucaristia.
Ai nostri figli come rinnovare ogni giorno il senso di questa presenza?
Certamente al giorno d’oggi è più
complicato trasmettere le proprie certezze ai figli specie se già grandi, ma se
la comunicazione tra genitore e figli c’è, anche Dio è tra loro.
Come continuate a casa il lavoro di catechesi dei nostri figli?
Si parla nei momenti di intimità
con i figli dell’importanza che Dio ha nella nostra vita. Mentre sono piccoli
non comprendono interamente questo grande mistero, ma con il tempo si rendono
consapevoli che Dio li accompagna lungo il loro cammino. Dipende da come noi
genitori riusciamo a decodificare i messaggi forvianti che provengono dai
media, dalla scuola e dalla società, oggi ancor di più dobbiamo essere accorti
e vigilare h24 sui nostri figli, la crisi economica porta inevitabilmente ad un
crollo dei valori etici, morali, cristiani, favorendo l’anarchia e il modus
vivendi e pensandi “tutti contro tutti”.
A quale verità
mia figlia crederà? E’ giusto illuderla o disilluderla?
Una mattina mia figlia si alza e, tra la paura e la
gioia, mi racconta di essersi svegliata durante la notte e di aver visto un
angelo con uno smoking blu, con i capelli d’oro avvolto da una luce immensa. Io
di riflesso manifesto la mia gioia e contentezza augurandole di poterlo
rivedere ancora.
Qualche giorno dopo mia figlia riferisce con gioia
l’accaduto alla catechista, questa (ignoro il motivo), raffredda subito l’entusiasmo
di mia figlia rispondendole che gli angeli non si vedono e che sicuramente avrà
visto un’ombra.
Qualche giorno dopo, mia figlia mi rivolge la
seguente domanda: “papà, se gli angeli non si possono vedere, allora anche le
persone che dicono di aver visto la Madonna di Medjugorje (una sera io e i miei figli abbiamo visto in
televisione uno speciale sulla Madonna di Medjugorje, io ho molto enfatizzato
ed esaltato la possibilità che la Madonna possa apparire alle persone buone e
meritevoli) hanno visto solamente delle ombre perché la Madonna non si può
vedere……”
Come posso far
capire a mio figlio che siamo tutti figli di Dio anche se di religione diversa?
Attenzione ai messaggi “subliminali di intolleranza” da parte di chiunque sia
preposto alla formazione religiosa dei giovani.
Mio figlio di 12 anni ha già ricevuto la prima
comunione. Durante il periodo di preparazione al sacramento i catechisti
(ovviamente e giustamente) hanno sempre accentrato i discorsi su Gesù Cristo
Nostro Signore. Lui ha quindi recepito che l’unico Dio esistente è Gesù Cristo
identificato con l’immagine di un uomo sulla croce. Nella sua classe di seconda
media vi sono due bambini musulmani. Frequentemente si trovano a parlare delle
loro diverse tradizioni e culture, anche di religione, da queste discussioni
nascono diversi interrogativi e dubbi tra cui “Papà perché i miei amici arabi
dicono che Allah è Dio e non Gesù Cristo? Allora Papà, per questo motivo
esistono le guerre?”
Chiaramente ogni persona attinge agli insegnamenti
della propria fede professando il proprio credo, ma considerato il fatto che le
società odierne sono multirazziali, al fine di evitare equivoci, contrasti
verbali e dispute religiose, sarebbe opportuno che all’interno del catechismo
si dedichi qualche ora volta alla conoscenza delle altre religioni, alla
tolleranza ed al rispetto delle stesse.
A Voi giovani volontari di Fede e a Voi/Noi genitori,
fate/facciamo in modo che i nostri bambini vengano a Voi/Noi con speranza,
curiosità fame e sete di amore e pace, amando e rispettando il Dio nostro e quello
dei loro amici tutti.
in una società che è in continua trasformazione spinta da motivazioni inizialmente economiche e finanziarie e successivamente, come conseguenza sofferta a queste motivazioni, spinta da esigenze politiche e sociali un discorso di didattica interculturale al'interno di un curriculum scolastico dell'insegnamento della religione è fondamentale se non estremamente urgente.
RispondiEliminaDaniela