10 marzo 2012

Il numero di marzo di Voci di Pace

Il nuovo numero di Voci di Pace è stato spedito a tutta la lista degli abbonati. Il formato in PDF lo potete trovare nell'archivio di questo Blog: Link https://www.dropbox.com/sh/35trvh6egjvvkhw/M2FG5lbMrn/N.14VdP_2012.pdf
Abbiamo affrontato diversi temi importanti. Vi invito a leggerlo e a mandare i vostri commenti.
Qui riporto un articolo che introduce uno dei temi principali di questo numero. L'articolo analizza cosa possiamo imparare dalla storia passata, perché grandi civiltà sono crollate e sparite, e come possiamo evitare i loro sbagli. Vogliamo analizzare le profezie del 2012 sotto varie prospettive.

Il processo storico e le profezie del 2012

A cura di Giorgio Gasperoni

Come considerare le profezie del 2012? Dovremo attenderci avvenimenti catastrofici com’è prospettato da alcuni studiosi, oppure una grande opportunità di cambiamento in accordo alle scelte che potremmo fare e che potrebbero avere un impatto mai avuto in precedenza, sulle nazioni e su ognuno di noi?

In questo numero del giornale vogliamo analizzare le profezie del 2012 sotto varie prospettive. Oramai quasi tutti abbiamo sentito parlare delle profezie dei Maya e di diverse altre culture indigene. Riportiamo anche brevi estratti di profezie delle grandi religioni. Inoltre, è utile analizzare anche le risposte degli scienziati della NASA agli interrogativi relativi a possibili catastrofi naturali.
I Maya, i Tibetani, gli Egizi, e molte altre culture indigene ci parlano di Ere Mondiali e Cicli Storici. Che cosa possiamo, quindi, aspettarci? Se la storia ripete se stessa, cosa possiamo imparare dal passato? Possiamo capire gli elementi di ciò che causa la crescita e la caduta delle civiltà? Un aspetto spesso trascurato è che i Maya e i mistici delle altre culture indigene non parlano d’inizio e fine della storia, com’è percepito dalla nostra cultura occidentale, ma di cicli che si espandono.

In accordo all'analisi di molti luminari come Gregg Braden, è necessario capire le scelte che le persone e i popoli possono fare in particolari momenti storici. Le varie profezie analizzate suggeriscono che il 2012 potrebbe essere un momento cruciale per l'umanità, mai sperimentato prima.

Cosa possiamo imparare dalla storia passata, perché grandi civiltà sono crollate e sparite, e come possiamo evitare i loro sbagli?
Se esaminiamo la storia da un punto di vista culturale, possiamo costatare che in Europa, prima della Prima Guerra Mondiale, nulla poteva scuotere la fiducia nel progresso inarrestabile della storia. Era assai diffusa l'opinione che la storia si sviluppasse con al centro l'Europa.

Fu Oswald Spengler a demolire questa immagine lineare ed eurocentrica della storia. Spengler, nel proporre la sua visione storico-culturale, ritenne che la cultura sia la fondazione della storia. Egli immaginò la cultura come un organismo che nasce, cresce e inevitabilmente muore, e diagnosticò i sintomi di un imminente declino della civiltà occidentale, corrispondente a quello dell'antica Grecia e dell'Impero Romano. Spengler preconizzò dunque la decadenza dell'Occidente: un destino inevitabile e prevedibile, da accettare senza lasciarsi prendere dal pessimismo. Su questo punto, la visione storica determinista di Spengler mostrò evidenti legami con la teoria di Nietzsche.

Fortemente influenzato da Spengler, Arnold Joseph Toynbee (1889-1975) stabilì la sua peculiare visione storico-culturale: l'entità essenziale che compone la storia del mondo[1] non è data da una regione, un'etnia o una nazione, ma da una civiltà. Ogni civiltà attraversa gli stadi della genesi, della crescita, della caduta e della disintegrazione. Toynbee individuò la causa della genesi di una civiltà nella risposta umana alle sfide portate dall'ambiente naturale o sociale. Le minoranze creative modellano nuove civiltà guidando le masse, finché alla fine smarriscono la vena creativa, provocando il crollo della civiltà.

Quando le minoranze, non più creative, diventano dispotiche, sorgono il "proletariato interno" alla civiltà e il "proletariato esterno", che la circonda. La società precipita nella confusione, ma alla fine le componenti più forti della minoranza dominante stabiliscono uno "stato universale", e mettono fine al periodo di agitazione. Sotto il governo oppressivo dello stato universale, il proletariato interno coltiva una "religione più alta" e il proletariato esterno forma "le bande armate barbariche". Così lo stato universale, la religione più alta e le bande armate costituiscono tre fazioni. Alla fine la religione più alta si trasforma in "chiesa universale" e converte le classi dominanti, ma lo stato universale crolla repentinamente e, a questo punto, la civiltà incontra la sua fine. Dopo la scomparsa della prima civiltà c'è l'invasione del proletariato esterno, che si converte alla religione più alta, dando inizio a una civiltà di nuova generazione. La relazione tra la nuova e la vecchia civiltà è definita come "apparentamento e affiliazione".

Nella storia mondiale si possono contare ventuno civiltà compiutamente sviluppate. Tutte le civiltà attuali appartengono alla terza generazione e sono distinte nei quattro ceppi della civiltà Cristiana (Occidentale e Greco-ortodossa), Islamica, Induista, e dell'Estremo Oriente.

È peculiare della teoria di Toynbee l'esclusione del determinismo e l'affermazione dell'indeterminismo e della libera volontà. In altre parole, il modo in cui gli uomini rispondono alle sfide dipende dalla loro autonoma scelta e perciò il modo in cui procede la storia non è mai predeterminato: i popoli scelgono il loro futuro. Toynbee vede chiaramente la Civitas Dei come l'immagine futura della storia umana. Peraltro, nella sua posizione indeterminista, la scelta, nel futuro, tra il Regno di Dio o il dominio della notte è condizionata dalla libertà delle persone.

Toynbee disse: "Nella legge dell'amore, che è la legge dell'essere stesso di Dio, il sacrificio spontaneo di Dio sfida l'uomo, prospettandogli l'ideale della perfezione spirituale; e l'uomo ha l'assoluta libertà di accettarla o di rifiutarla. La legge dell'amore lascia l'uomo altrettanto libero di essere un peccatore quanto di essere un santo; gli lascia la libertà di scegliere se la sua vita personale e sociale costituirà un passo avanti verso il Regno di Dio o verso il dominio della notte".
Un'altra caratteristica della teoria di Toynbee è l'inclusione di Dio, che la società moderna sembra aver dimenticato, nella sua visione storica: "Che cosa intendiamo per storia? E lo scrittore... risponderebbe che per storia ha inteso una visione - evanescente e parziale, ma (a suo parere) corrispondente alla realtà per quanto abbia potuto indagare - di Dio che rivela Se stesso in azione, alle anime che sinceramente Lo stanno cercando".

Come dovremmo considerare la questione dell'andamento circolare o lineare della storia? La visione ciclica greca e la teoria culturale di Spengler hanno colto un movimento circolare, mentre nell'ottica cristiana, progressiva e materialista la storia si muove in linea retta. L'idea della filosofia della vita, che può essere vista come una variante alla dottrina progressiva, è che la storia progredisce insieme alla crescita della corrente della vita.

Se si considera la storia come un procedimento lineare, si può avere speranza nel suo progresso, ma si rimane senza una spiegazione delle cadute e dei ritorni che contraddistinguono il percorso storico. Se, al contrario, si vede nella storia un moto circolare, in cui le nazioni e le culture sono tutte destinate a perire, si rimane senza alcuna speranza. È arrivato il tempo, probabilmente, di intendere lo sviluppo come un movimento che ha anch'esso due aspetti: uno diretto in avanti, e uno circolare, la cui combinazione produce un moto a spirale. Quest’andamento a spirale ha la caratteristica di puntare direttamente verso la meta (la realizzazione del mondo ideale).
In secondo luogo, c'è la questione del determinismo e dell'indeterminismo. La visione fatalista degli antichi Greci, secondo cui la storia si muove inesorabilmente verso un dato destino, e la visione culturale di Spengler sono deterministe, come pure la concezione provvidenziale, che vede la storia procedere secondo la Provvidenza di Dio.

Queste visioni sostengono che una forza sovrumana governi la storia. Con questo genere di determinismo, l'essere umano non è altro che un fagotto sballottato dalla storia e non c'è alcun modo di cambiare il corso degli eventi, sulla base degli sforzi espressi dalla libera volontà delle persone. Sull'altro fronte, Toynbee invocò l'indeterminismo, motivato dalla sua convinzione dell'importanza della libertà: il modo in cui la storia procede è deciso dalla libera scelta dell'uomo.

Cosa ci dicono molte di queste previsioni sul nostro destino come terrestri? Sostengono che la meta della storia è determinata, ma il processo storico è indeterminato, giacché il compimento degli eventi richiede la realizzazione della parte di responsabilità dell'uomo, in aggiunta alla parte di responsabilità divina. In altri termini, entrambi gli aspetti, il determinismo e l'indeterminismo, sono da considerare validi; si tratta della "teoria della responsabilità".



[1] Pensiero dell'Unificazione - Dr. S. H. Lee


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