(Testo rielaborato
dall’Iniziativa sull’Educazione del Carattere della Universal Peace Federation)
In precedenza (28 febbraio)
abbiamo esaminato la relazione tra il cuore (o centro del nostro essere) e
la coscienza e come la loro interazione può favorire o meno la ricerca del vero
amore. Abbiamo anche evidenziato alcuni tratti salienti del concetto di vero
amore,
Ma quale è stato il
percorso storico e la ricerca filosofica sulla qualità interiore della vita?
Nel corso dei tempi, i
grandi filosofi sia dell’Oriente che dell’Occidente hanno cercato i principi
universali che possono guidare le persone ad un’esistenza autentica.
Socrate credeva che la
nostra felicità e il nostro benessere dipendono dalla qualità della nostra vita
interiore. Credeva che fare il male è danneggiare il proprio io interiore, e
perciò fare il male è peggio che riceverlo. La virtù inizia con la conoscenza
del bene. Socrate sfidò le persone a cercare le risposte nel profondo di se
stesse e si concentrò sulle definizioni che illuminano la qualità universale
del soggetto. Questo portò allo sviluppo del concetto di universale, ossia una
qualità generale che può essere presente in tanti esseri esistenti individuali.
Lao Tzu è meglio noto per
le sue idee sul Tao o la via virtuosa e il principio creativo che regola
l’universo. Seguire il Tao significa vivere in maniera semplice e onesta,
essendo fedeli a se stessi. Lao Tzu insegnò alle persone non solo a rispondere
con bontà agli altri quando ci trattano bene, ma anche a rispondere con bontà
quando gli altri ci fanno soffrire.
Esaminando i principi
morali che sono alla base di ogni istituzione che funziona bene e dura nel
tempo, dalla famiglia a tutte le organizzazioni della società, Stephen R. Covy
notò che: “Le leggi che regolano il comportamento umano non sono inventate:
sono le leggi dell’universo che riguardano i rapporti umani. Questi principi
formano il tessuto di ogni società civilizzata".
Il Mistero dell’Amore
Abbiamo dominato tante
forze della natura ma non abbiamo ancora dominato il potere dell’amore. Il
mistero dell’amore ci incanta e l’amore romantico ha un fascino quasi magico.
Possiamo studiare le leggi dell’amore con la stessa precisione con cui studiamo
le leggi della natura? No. Poiché gli esseri umani hanno il libero
arbitrio, sfuggiamo al determinismo della natura. Le persone sono
imprevedibili. Imprevedibile, tuttavia, non significa incomprensibile.
L’espressione d’amore si può studiare. L’amore cerca la gioia manifestando
verità, bellezza e bontà. Perciò studiare le opere dell’amore è compito
dell’etica.
Confucio mise l’accento
sullo jen (benevolenza) e descrisse i rapporti appropriati tra genitore e
figlio, fratello maggiore e fratello minore, marito e moglie, maestro e
discepolo, governante e suddito. Confucio vide l’essenza dell’etica come il
dovere. Da un punto di vista oggettivo, dovere significa l’applicazione
impersonale delle regole. Ma da un punto di vista soggettivo, il dovere
dovrebbe essere permeato dal cuore. Il cuore cerca di perfezionarsi attraverso
i principi dell’amore. Confucio credeva che lo jen deve permeare il tessuto
sociale. In altre parole, la legge morale e i principi etici formano la legge
sociale e la legge politica.
I saggi seguaci di Confucio capirono che le
relazioni sociali devono essere coltivate secondo le leggi e i principi insiti
nella natura delle cose. Il Grande Sapere dichiara: “Gli antichi, desiderando
coltivare la loro persona, correggevano prima le loro menti. Desiderando
rettificare le loro menti, cercavano di essere sinceri nel pensiero.
Desiderando essere sinceri nel pensiero, raggiungevano la conoscenza perfetta.
Questa realizzazione della conoscenza perfetta si trovava nell’investigazione
delle cose”.*
*Il Grande Sapere (Ta
Zue), I.4.
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