Freddo polare ed
elezioni parlamentari hanno caratterizzato il mio
soggiorno nell'immenso
paese dell'Asia centrale
di Carlo Alberto
Tabacchi
"Ocin
xolodni" è un'espressione russa ripetuta spesso nel rigido inverno di
Astana, capitale del Kazakistan dal 1997 (prima era Alma Ata al confine con il
Kirghizstan): vuol dire "molto freddo". La temperatura con tempo
limpido, era intorno ai -20° (meno venti), con una puntata a -27° il giorno
della partenza per l'Italia a gennaio. Oltre quindi al freddo sferzante, il
pericolo è il ghiaccio, quando si attraversa la strada o si cammina sui
marciapiedi. Nella capitale bagnata da un vasto fiume gelato, che sembra un
lago bianchissimo, si notano centinaia di piccoli alberi, alcuni, anche finti,
addobbati con striscioni natalizi alquanto pacchiani, ghiacciati che danno un
effetto surreale e fiabesco.
Curioso il moderno
museo dedicato al Presidente: si presenta deserto e pulitissimo, si entra
gratis (per fare vedere la sua magnanimità) e divieto di scattare fotografie.
Il piano terra è interamente destinato ai regali, omaggi che ha ricevuto da
altri capi di stato o primi ministri, racchiusi in ampie bacheche trasparenti:
ricordo alcuni plastici di moschee, animali e volatili, sfarzosi vasi cinesi
.... Al primo piano una gigantesca riproduzione di una colorata yurta (o ger)
mi affascina: forse l'unico oggetto davvero interessante! Negli altri piani
materiale agiografico, tipo pitture riguardanti il Presidente, fotografie di
inaugurazioni, "bagni di folla", speeches .... Forse un eccesso di
megalomania
Il Kazakistan è grande
nove volte l'Italia, con un popolazione di solo 16,6 milioni di abitanti.
Steppe e deserti lo caratterizzano, al sud invece vicino la città di Alma Ata
svettano imponenti montagne fino a 7000 metri di altezza. Poco conosciuta la
composizione etnica: 63,1% kazaki, 23,7% russi, 2,8% uzbeki, 2,1% ucraini, 1,4%
uiguri ( cinesi musulmani): discreta e genuina l'integrazione delle minoranze,
come rappresentanza e partecipazione.
Tra le risorse
strategiche, il paese è il maggiore produttore mondiale di uranio, ingenti le
capacità produttive di greggio e gas, soprattutto nella zona occidentale. Scopo
del mio breve ed intenso soggiorno sono state le elezioni parlamentari
anticipate. L'O.S.C.E. (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in
Europa) ha inviato 220 osservatori elettorali di breve periodo, più erano
presenti centinaia e centinaia di osservatori di altre organizzazioni (come
Shanghai cooperation, Commonwealth of indipendent states, Organization of
islamic cooperation…
Dopo un collettivo
briefing ad Astana, sono stato inviato con un partner italo-statunitense ed
altri 10 osservatori nella città di Kyzylorda a sud del paese, circa un'ora e
un quarto d'aereo (altrimenti 8 ore di automobile); la regione, confinante con
l'Uzbekistan, è famosa per il cosmodromo di Baikonur ed il lago d'Aral.
Il mio compito
principale era osservare una decina di polling stations nella città di
Kyzylorda, sempre con il partner, insieme ad un'efficiente interprete kazaka ed
un autista di origine coreana. I seggi erano prevalentemente scuole secondarie,
con ampie palestre adibite alla votazione. I membri della commissione erano
generalmente donne, già rodate da precedenti pratiche elettorali: presenti
anche numerosi osservatori locali di organizzazioni non governative, pochi
invece gli osservatori dei partiti. Ho apprezzato professionalità ed esperienza
da parte dei membri delle commissioni.
Il conteggio, la fase
senz'altro più delicata, è durato circa 3 ore: il partito Nur Otan (Luce della
patria) del Presidente Nazarbayev ha ottenuto, come da previsioni, la
maggioranza, seguito da Ak Jol (partito democratico) così come a livello
nazionale. Ho notato regolarità e trasparenza nelle operazioni.
Nel debriefing ad
Astana sono state presentate alcune conclusioni:
sebbene le votazioni
siano state tecnicamente bene amministrate permangono
debolezze/criticità
come scarsa rilevanza data all'opposizione, non registrazione di taluni
partiti, restrizione del flusso di informazioni e libertà di associazione. Sono
stati menzionati gli scontri di dicembre 2011 a Zhanaozen vicino al Mar Caspio
dove hanno perso la vita 15 operai e ferite circa 100 persone; le elezioni
hanno avuto luogo lo stesso;
la campagna elettorale
si è basata soprattutto su sviluppo economico e sociale,
espansione del sistema
politico, lotta all'inquinamento ed integrazione economica;
il partito Nur Otan ha
conseguito 83 seggi, seguito da Ak Jol con solo 8 seggi.
A livello
internazionale il Kazakistan resta ancora stretto ideologicamente ed
economicamente tra Russia (la grande madre) e Cina (superpotenza economica e
commerciale); mantiene un ruolo di pivot con gli altri stati vicini dell'Asia
centrale. Secondo me, due limiti frenano il futuro del paese asiatico: lo
scarso peso demografico (16,6 milioni) e l'avvenire senza il Presidente
Nazarbayev (dal 1989 al potere), 71 enne, affetto da un tumore alla prostata,
che governa dispoticamente con un alto tasso di corruzione.
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