In occasione del 50° anniversario dell’indipendenza del
Ruanda la città di Padova ha accolto nei primi giorni
di maggio di quest’anno
l’eroe ruandese Paul Rusesabagina che durante il genocidio del 1994 salvò 1268
connazionali di etnia Tutsi e Hutu moderati. Il film “Hotel Ruanda” di Terry
George si ispira alla sua storia e ripropone al mondo quei tragici eventi che hanno macchiato di
sangue la terra africana sotto gli occhi incuranti del mondo occidentale. Paul
Rusesabagina nacque a Gitarama in una regione del centro sud del Ruanda da una
famiglia contadina. Nel 1981 divenne direttore d’albergo nel College Utalii a
Nairobi, in Kenya e successivamente, dopo un viaggio premio in Svizzera, iniziò
a lavorare nell’Hotel des Mille Collines coprendo il ruolo di assistente del
direttore generale per poi essere promosso Direttore Generale della Diplomate
Hotel a Kigali. Il 6 aprile del 1994 l'aereo presidenziale
dell'allora presidente Juvénal Habyarimana, al potere con un governo dittatoriale dal 1973, fu abbattuto da un missile terra-aria, mentre il
presidente era di ritorno insieme al collega del Burundi Cyprien Ntaryamira da un colloquio di pace. Il giorno successivo a Kigali e nelle zone controllate dalle forze
governative (FAR, Forze Armate Ruandesi), con il pretesto di una vendetta trasversale, iniziarono i massacri
della popolazione Tutsi e di quella parte Hutu imparentata con questi o
schierata su posizioni più moderate, ad opera della Guardia Presidenziale e dei
gruppi paramilitari Interahamwe eImpuzamugambi, con il supporto dell'esercito
governativo. Il segnale dell'inizio delle ostilità fu dato dall'unica radio non
sabotata, l'estremista "RTLM" che invitava, per mezzo dello speaker
Kantano, a seviziare e ad
uccidere gli "scarafaggi" tutsi. Per 100 giorni si susseguirono
massacri e barbarie di ogni tipo; vennero massacrate più di un milione di
persone in maniera pianificata e capillare.
Uno dei massacri più efferati fu
compiuto a Gikongoro, l'allora sede
dell'istituto tecnico di Murambi: oltre 27.000 persone vennero massacrate senza
pietà e la notte delle fosse comuni furono colme di corpi senza vita. Per dare
un'idea sommaria di quello che avvenne, basti pensare che in un giorno vennero
uccise circa ottomila persone, circa 333 in un'ora, ovvero 5 vite al minuto. Il
massacro non avvenne per mezzo di bombe o mitragliatrici, ma principalmente con
il più rudimentale ma altrettanto efficace machete. Nonostante Rusesabagina fosse nato da un matrimonio misto – suo
padre era Hutu e sua madre Tutsi – fu salvato dall'Interahamwe grazie alla
sua posizione e ai contatti con importanti leaders militari Hutu, Ciò
nonostante sua moglie Tatiana era una Tutsi, e i loro figli furono considerati
misti, perciò non riuscì a fuggire con la sua famiglia senza aiuti esterni. Purtroppo,
nessun aiuto arrivò dalle Nazioni Unite o dai membri degli stati occidentali
finché non furono uccisi più di 800.000 ruandesi. Quando esplose la violenza,
Rusesabagina si rifugiò con la sua famiglia all'Hôtel des Mille Collines.
Quando gli altri dirigenti dell'Hotel partirono, Rusesabagina a rischio della
propria vita, non partì abbandonando i suoi connazionali bensì telefonò alla
società proprietaria dell'hotel, Sabena per fornire informazioni sulla
situazione dell'hotel. Nonostante alcune difficoltà si batté per far rispettare
la propria autorità. Riuscì a sfruttare
la sua posizione per mettere in salvo orfani e altri rifugiati, che arrivarono
all'hotel, salvandone ben 1268 dalla carneficina.
Il genocidio ruandese ebbe termine nel luglio 1994 con la vittoria del RPF nel suo scontro con le forze governative.
Giunto a controllare l'intero paese l'RPF attuò una risposta al genocidio che
aggravò ulteriormente la situazione umanitaria in quanto comportò la fuga di
circa un milione di profughi Hutu verso i paesi confinanti Burundi, Zaire,
Tanzania e Uganda.
Attualmente Paul Rusesabagina vive in Belgio con la sua moglie
Tatiana, figli e nipoti. Nel 2005 ha
ricevuto dal presidente degli Stati Uniti George W. Bush la “Medaglia
presidenziale per la Libertà” il riconoscimento civile più elevato negli U.S.A.
L’invito patavino è stato curato dall’associazione Cittadini Uniti per
l’Integrazione (CUI)e dall’Associazione per la Pace nei Paesi dei Grandi Laghi
(APAPGL) con il patrocinio del Comune di Padova e di Sant’Angelo di Piove di
Sacco, in sinergia con altre associazioni che sostengono paesi africani. La
Federazione delle Donne per la Pace nel Mondo ha ritenuto importante rendere
omaggio a Paul Rusesabagina creando un contatto con le realtà promotrici
dell’evento. Grazie alla sensibilità e alla disponibilità di Grace Ekue
dell’associazione CUI, abbiamo avuto la possibilità di essere presenti, a
Sant’Angelo di Piove di Sacco, alla serata in cui l’eroe Ruandese, incontrando
la cittadinanza, ha potuto presentare una visione delle problematiche legate al
Ruanda e al genocidio ed introdurre l’Hotel Ruanda Rusesabagina Foundation, da
lui fondata, che opera per prevenire futuri genocidi e aumentare la
consapevolezza della necessità di un nuovo processo di verità e di
riconciliazione in Ruanda e nella regione dei Grandi Laghi in Africa. All’incontro
erano presenti oltre all’eroe, la moglie Tatiana, il Sindaco di Sant’Angelo
Romano Boischio Grace Ekue (CUI) e il rappresentante dell’APAPGL. Paul
Rusesabagina non si considera un eroe ma una persona che in una situazione
drammatica ha sentito forte dentro di sé la voce della coscienza.
“Quando si vivono esperienze
simili non si è mai preparati. Non ci si prepara mai per simili vicissitudini.
Si fa solo ciò in cui si crede, ciò che la propria coscienza dice di essere la
cosa giusta. Ascolti te stesso e questo è il modo migliore per affrontare la
situazione. Nessuno è venuto al mondo per essere ucciso da un proprio simile”.
Al termine della serata Mr. Ekue ha invitato l’Universal Peace
Federation e la Federazione delle Donne
per la Pace nel Mondo rappresentati rispettivamente da Angelo Chirulli e Flora
Grassivaro per consegnare a Mr. Rusesabagina il titolo di Ambasciatore di Pace.
Presentando L’Universal Peace Federation, Angelo Chirulli ha spiegato come la
coscienza sia un profondo legame capace di collegarci a Dio. Ha parlato di Paul
come un eroe dei nostri giorni da cui l’umanità deve prendere esempio perché la
vera missione di ogni essere umano è vivere per il bene degli altri. Commosso
Paul Rusesabagina al termine della serata ha ringraziato dell’accoglienza
auspicando in una futura collaborazione.
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