18 luglio 2012

Secondo Casadei e il suo “Liscio di Romagna”


Al Presidente della nostra Accademia Culturale Sammarinese “Le Tre Castella, Renato Piccioni, che ha un bagaglio di vita vissuta la maggior parte nel secolo XX°, chiediamo di ripescare tra i suoi ricordi, quali e quanti gliene ha forniti la contemporaneità di aver vissuto il successo della musica definita “Liscio di Romagna”, che l’illustre Maestro SECONDO CASADEI, ha saputo creare e portare ad un successo che ha travalicato i cinque continenti, ed ancora perdura.

Di Renato Picioni

Ringrazio l’amico Direttore di “Voci di Pace, Giorgio Gasperoni, per la richiesta e, con molta gioia e partecipazione personale, voglio rispondere, anche se succintamente.
Il successo del “Liscio di Romagna” ma soprattutto del M° Secondo Casadei e la sua Orchestra, si concretizza subito nei primi anni del dopoguerra (della Seconda Guerra Mondiale).
Il M° Casadei, aveva già un curriculum di autore di musiche per il ballo, che poteva eseguire con la sua orchestra, nelle feste paesane e, soprattutto, in occasione delle attività contadine come, il raccolto del grano, la vendemmia, la lavorazione delle carni suine, nelle sagre paesane dei Santi Patroni dei vari paesi della Romagna.
Subito, con la fine della guerra, la vita normale riprese e, con quella normalità, si riaprirono le sale da ballo, prima, e poi, soprattutto durante la stagione estiva, lungo tutta la riviera Romagnola, i “Dancing” dove si ballava tutte le sere, ed il ballo era la naturale chiusura di una giornata di vacanza trascorsa sugli arenili della costa Romagnola.
Ad imitazione di esempi carpiti dai film musicali americani che mostravano complessi musicali, i cui componenti sfoggiavano “uniformi” eleganti, diventando il contrassegno del prestigio del complesso, il M° Casadei, volle che i suoi musicisti si distinguessero dalle orchestrine locali.
Diede quindi inizio alla buona abitudine, di presentarsi al pubblico dei ballerini, non solo come orchestra che li faceva ballare in allegria, ma quale complesso orchestrale che, vestendo i suoi componenti con eleganti uniformi, diventerà anche l’orchestra che, oltre le esecuzioni musicali, facesse anche “spettacolo”, e fu un successo assoluto.
Oltre tutto l’Orchestra Casadei, si specializzò nell’esecuzione di proprie musiche che, con i suoi valzer, one-step. mazurke, polke, ma anche con i suoi “lenti” accattivanti, fu esattamente l’antitesi dell’importato Boogie-Woogie, arrivato con le truppe americane, facendo diventare il Casadei, “L’Uomo Che Sconfisse il Boogie”.
A suggello del grande successo dell’Orchestra di Secondo Casadei, vorrei brevemente raccontarvi un episodio in cui mi trovai coinvolto, per sottolineare il grande successo del “Liscio di Romagna” nel mondo, soprattutto con il brano intitolato “Romagna Mia”, che con il tempo è diventato l’inno delle terre di Romagna.
Erano gli anni 1980/90, quando per ragioni del mio lavoro mi dovetti recare a Santo Domingo, che era un poco la capitale della musica “Latino/Americano/Caraibica”.
L’albergo, dove ero alloggiato, aveva già installato a quei tempi, l’impianto di “Filodiffusione”, per cui, in ogni stanza, era possibile ascoltare musiche fin dal risveglio al mattino, ma anche lungo le 24 ore della giornata.
Quella mattina, mentre ero in doccia, con mia sorpresa e meraviglia, dall’alto-parlante della filodiffusione, improvvisamente vennero le note, a me notissime, della canzone scritta dal M° Casadei, “Romagna Mia”.
Forse faranno fatica i lettori a capirmi, ma io al sentire quelle note e la voce del cantante che eseguiva la canzone con il consueto entusiasmo nei toni, mi bloccai e mi commossi.
Fin nell’altra parte dell’Oceano, quella musica, era popolare come in Romagna, ed era ascoltata, ma anche cantata con un “italiano” un po’ così, tanto per stare nella musica, e, a mio avviso, era la riprova che il M° Secondo Casadei era già diventato una icona della musica popolare italiana.
E quella volta, fu una delle volte che io mi sentii orgoglioso di essere Italiano, vivendo in paesi diversi dal mio, ed a me parve come se, in quel momento, ascoltassi l’Inno Nazionale della mia Patria Romagnola.

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