Maurizio
Testa, amministratore delegato di Teamforce: «È una reale sfida credere in una
fiducia rinnovata nell’uomo, mettendo a fattore comune i propri talenti e le
proprie risorse»
di
Francesco Fravolini
Gli
antichi paradigmi economici dell’imprenditoria del Belpaese devono cambiare abito
e indossare indumenti più moderni, al passo con i tempi, per dare il giusto
spazio all’etica di impresa. È necessario un comportamento responsabile nei
confronti del settore economico, al fine di aumentare le occasioni di business
in modo responsabile e trasparente. Il triste episodio dei prodotti derivati,
solo per fare un banale esempio, deve far riflettere gli operatori del settore per
consentire un reale cambiamento di cultura d’impresa. Il manager etico può
essere una nuova interessante figura del Terzo Millennio poiché il suo compito
è basilare: comprendere le esigenze future della società. La persona deve
tornare al centro della vita, sgomberando il campo dai meri interessi
finanziari, mirati solo a portare lauti profitti a un ristretto gruppo.
L’imprenditorialità
responsabile è un’attenta gestione finalizzata ad accrescere il contributo
positivo che l'impresa offre alla società, riducendo drasticamente gli effetti
negativi sulle persone e sull'ambiente. Il concetto vuole identificare il modo
con cui gli imprenditori interagiscono quotidianamente con gli altri soggetti
interessati. L'imprenditore responsabile tratta clienti, soci d'affari e
concorrenti con equità e onestà perché crede fermamente nella salute, nella
sicurezza e nel benessere generale di dipendenti e consumatori. L’impresa responsabile non si
limita al mero rispetto delle normative ma spinge la sua azione oltre le
prescrizioni minime fissate dalla normativa.
«Parlare
di imprenditorialità etica significa chiedere un grande salto di qualità a
tutti gli imprenditori che hanno a cuore il bene comune, la creazione di nuovo
valore sociale. Il momento, drammatico per noi occidentali, impone di ripensare
profondamente – continua Maurizio Testa - alle cose che facciamo e a come le
facciamo. Perché, che il “vecchio mondo” stia implodendo in modo irreversibile,
è ormai sotto gli occhi di tutti, molto più difficile scommettere su come sarà
il “nuovo mondo”, che è in fase di emersione. Di sicuro, quello che sarà
dipende anche dalle nostre azioni. Per questo, affinché il “nuovo mondo” non
diventi terreno di antiche battaglie per nuovi feudi, sentiamo la necessità di
chiamare a raccolta tutti gli uomini, imprenditori, managers, lavoratori, che
hanno a cuore la costruzione di un mondo migliore per questa generazione e per
quelle che seguiranno. Essere imprenditori etici oggi diventa, dunque, una
sfida – conclude Testa - a credere in una fiducia rinnovata nell’uomo, mettendo
a fattore comune i propri talenti e le proprie risorse, per innovare e
sviluppare insieme quello che da soli non sarebbe possibile. Serve un modello
di uomo nuovo guidato da persone coraggiose e generose, pronte a metterci la
vita. Noi di Teamforce siamo inseriti in questa prospettiva e vorremmo essere
una opportunità operativa concreta di aggregazione “buona e utile”, per tutti
gli “uomini nuovi” che vogliono spendersi per costruire un mondo migliore di
quello che stiamo lasciando».
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