18 luglio 2012

L’Europa deve rispettare l’Islam


È necessario ridisegnare una nuova società dove si possa convivere con diversi ideali, mantenendo intatte le proprie identità culturali e religiose

Di Francesco Fravolini

L’identità dell’Islam è un patrimonio culturale da rispettare, come tutte le religioni del mondo. I pensieri filosofici, spesso alla base delle religioni di una nazione, costituiscono l’identità di un popolo. È impensabile passare sopra a queste minime regole di sopravvivenza civile. Eppure, a volte, assistiamo a spiacevoli episodi che devono portare le persone a una costante riflessione. C’è una cultura da conoscere, sicuramente interessante, come quella del mondo intellettuale arabo. È fondamentale delineare una visione della società occidentale nella quale viene inserito un arabo, con le abitudini, il folklore, la religione, i differenti aspetti sociali. Tutto ciò serve a favorire l’affermazione degli individui appartenenti ad altre nazionalità, assicurando una vera integrazione nella società straniera.
Qual è il loro modo di esprimere l’individualità? Perché, in Europa, si sta diffondendo un individualismo egoista che preoccupa la civiltà del Vecchio Continente? Sarà il risultato di una forte tendenza in cui i Paesi industrializzati europei hanno reagito al fenomeno dell’immigrazione, altro punto fondamentale che può diventare un elemento di rottura, non di unione tra identità diverse, tra opposte civiltà. Come se l’Europa volesse riaccendere lo spirito colonialista e ridare vita ad atteggiamenti etnocentrici.
Ma l’Europa è ugualmente affascinata dal mondo arabo? C’è troppa confusione poiché non sono giustamente effettuate le dovute differenze tra arabi e berberi, la popolazione dell'Africa del Nord. Sarà necessario ristabilire una giusta immagine. È un compito degli intellettuali che devono fare da ponte tra due culture. Non è semplice, perché il mondo arabo non gode di una grande stima politica, la sua immagine è fortemente offuscata da regimi che non vantano una piena legittimità democratica.
Una strada da percorrere potrebbe essere la cooperazione, per considerare nuovamente lo status degli immigrati e cessare di utilizzarli come una vera e propria minaccia. È necessario ridisegnare una nuova società dove si possa convivere con diversi ideali, mantenendo intatte le proprie identità culturali e religiose.  
È bene specificare che il mondo arabo è spesso confuso con il mondo musulmano. Troppe immagini tratteggiano il paese con una forte passione del deserto, spesso visto come un vero e proprio luogo di villeggiatura. Gli harem continuano a infiammare l’immaginazione popolare anche se, da tempo, non esistono più. La poligamia viene largamente praticata, malgrado sia proibita in diversi Paesi arabi e musulmani. Molti credono che indossare il velo sia prescritto alle donne dalla legge coranica, mentre è solamente una tradizione culturale, perché le donne devono essere velate durante la preghiera. Cosa fare per ristabilire un’immagine esatta, in linea con la situazione reale della società? Il compito è arduo. Gli arabi non comprendono il ruolo e l’azione dell’Europa, non capiscono i motivi che spingono il Vecchio Continente a difendere certe cause anziché altre. Tutto ciò offusca le relazioni tra il mondo arabo e l’Europa con mutuo sospetto. Ciò che manca è un dialogo franco e una sana curiosità, libera da ogni ipocrisia.

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