Chi
non cavalca il proprio destino, lo subisce comunque. Non c’è vera salute del
corpo senza salute interiore.
Di
Silvano Mantovani
Mai
come in quest’epoca la medicina ebbe una così opulente disponibilità di mezzi “culturali”
e di prodotti della ragione umana e, ciononostante, l’OMS ha recentemente previsto
per i prossimi anni un’apocalittica epidemia psichiatrica. Si diffonderanno
forme psicotiche gravi, cronicizzazioni ansio-depressive, suicidi, e un
dilagare di compulsioni vessatorie. Precisiamo che le previsioni di tale
Istituto sono in difetto per distonia “mentale” dello stesso.
Ma
da cosa nasce un simile naufragio della salute psichica nonostante i prodigi
conseguiti dalla medicina dal punto di vista corporeo?
Soma-psiche-nous: tre modalità, di cui la prima deriva
dalla seconda che a sua volta è prodotta dalla prima.
Confondere la psiche animale o subcosciente con la ragione o
l’intelletto è peggio che confondere due ben distinte parti anatomiche e
provoca somaticamente e psichicamente un ammasso di detriti disuniti e incapaci
di qualsiasi ri-unione. Mai come in questi tempi l’individuo si è
rivolto ai suoi bassifondi esaltandoli e idolatrandoli e mai come oggi
l’individuo è inaffidabile. Mai come oggi la medicina, ignorante della psiche, scimmiotta
la veterinaria, in un coacervo di dati insulsi perché empirici, oggi sostenuti
e domani smentiti dalle reazioni beffarde di un organismo che si trastulla col
nostro oscurantismo.
Ognuno
pensa come vuole e insegue ciò che vuole e ciononostante dilagano l’insoddisfazione
e un’insaziabilità plenaria che depravano la nostra esistenza. E’ proprio la
conseguenza logica di una coscienza dominata dall’anima degli
appetiti sensibili: un’avidità in
tutti i sensi, che s’inalvea in un’inesorabile e frustrante e totale insoddisfazione.
Non a caso la voce soddisfazione (satis),
significa abbastanza, sufficiente, appropriato, completo, che soddisfa; in altre parole: la
pienezza della propria misura e non tutto e sempre, spropositatamente.
Le
scienze “Tradizionali”, [2] tra cui l’agopuntura, non
hanno nulla di empirico, e fanno sfoggio di una certezza spesso imbarazzante
perché sbocciate da “principi sovra-individuali”, il “germe imperituro” di ogni
vera scienza, il deposito eterno della Conoscenza Perenne o Philosophia
Perennis.
Prima
di questo sottosviluppo contemporaneo, tale Conoscenza fu dissimulata, da chi
la possedeva, nella mitologia, nelle favole, in talune forme architettoniche e
nel teatro shakespeariano, per occultarla ai nuovi barbari e permetterle di
raggiungere nel tempo quanti avessero avuto il dono dell’intelletto sano.
In “Romeo e Giulietta” troviamo che «Nell’uomo, come nelle erbe,
vivono due opposti sovrani: la Grazia e la brutale Volontà», in Platone ne
rinveniamo il ri-medio: «L’Amore risana la natura dell’uomo», ovvero la
tendenza al possesso perpetuo del bene e del bello. “Biancaneve
e i sette nani” dissimula le basi fondamentali della vera psicologia,
mentre il segreto dell’alchimia interiore che procura l’autentica e duratura felicità
lo rinveniamo in “La bella e la bestia”. E’ sempre la medesima Ars
Regia, qui come nell’agopuntura. “Favole reali” sostituite oggi da suggestioni tragicomiche
come l’evoluzionismo e la credenza nel progresso indefinito.
Possiamo
risollevarci ora che il materialismo è superato e la medicina si giova di un
nuovo spiritualismo?
Il
neospiritualismo postmaterialistico non è che il “larvaio” psichico di scienze
appartenenti a tradizioni estinte. Esattamente come accade per i cadaveri umani,
i residui della psiche inferiore appestano i viventi indifesi, dischiudendo
tutto il loro potere squilibrante.
Questo
imponente movimento neospiritualistico non è che un effluvio ipnotizzante per
inebetire i contemporanei!
Dobbiamo
aggiungere all’infausta “predizione” dell’OMS l’avvento deflagrante delle
patologie autoimmuni, dove gli intimi diventano carnefici. L’immunità sta al
corpo come la coscienza sta alla mente. Gli antigeni estranei smuovono i
sistemi immunitari, come i pensieri che attraversano la nostra anima attivano
la coscienza. Così la coscienza ha la facoltà di ordinare e neutralizzare i
pensieri autoreattivi quando è “competente”, quando è conformata al “dharma”.
Proprio come l’ipofisi ben funzionante è in grado di neutralizzare il 90% di
linfociti autoreattivi che ogni giorno l’organismo si trova a fronteggiare.
Cosa
possiamo fare? L’uomo ha il compito di cercare, fuori e dentro di sé, questa
Scienza Perenne e Immutabile, questa norma universale che riconcilia microcosmo
e macrocosmo, l’Io e il Sé, la ragione e l’intelletto, questo ritmo che domina
ogni funzione organica. Quando il prodigio si manifesta, allora anche la
malattia esprime il suo valore proprio, quale strumento per la salute esteriore
e interiore. Uscire dal ciclo delle recidive mentalmente sgretolanti è
possibile quando l’individuo esce dall’idolatria narcisistica tramite la
consapevolezza della sua finalità extratemporale. Allora convertirà in propizio
ogni suo malanno o in oro ogni suo piombo. Chi non cavalca il proprio destino,
lo subisce comunque, trascinato per i capelli fino in fondo, fino al fondo,
perdendo rovinosamente l’immensa opportunità offerta dalla sua stessa umanità.
Non
c’è vera salute del corpo senza salute interiore, ma per comprenderlo dobbiamo
prima distruggere i “proci” che invadono il nostro cuore come l’impostura della
cultura corrente e si comprenda che la “Medicina è un Arte al servizio di
un’Opera d’Arte”.
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