Chi comprende l’Afghanistan,
comprende il mondo
Di Carlo Alberto
Tabacchi
Nel periodo
aprile-luglio 2011, le forze speciali Usa hanno condotto 2832 missioni, 1'88%
delle quali notturne, catturando 2941 insorti ed uccidendone 834: circa il
doppio rispetto allo stesso periodo del 2010. I raids colpiscono sia il nord
del paese, Kunduz e Baghlan in testa, sia la provincia meridionale di Helmand,
ma soprattutto la cintura orientale, al confine con il Pakistan, dove
l'attività degli insorti è aumentata nell'ultimo anno del 20%.
Si tratta di
operazioni dirette contro i capi principali, i combattenti e i fiancheggiatori
dei talebani, dell'Hezb-i-Islami, di Al-Qaeda, del gruppo per la jihad islamica
e del network Haqqani. Dopo l'operazione Geronimo contro Osama Bin Laden
(denominato Obl) del 2/5/2011 e l'abbattimento di un Chinook carico di Seals
(6/8/2008), l'attenzione dei media è tornata con insistenza sull'argomento
forze speciali.
I Seals rappresentano
forse oggi l'unità speciale più conosciuta al mondo. Il comando delle
operazioni speciali della Marina si articola su 8 squadre, ciascuna formata da
6 a 8 plotoni, tra i 96 e i 128 uomini. Tutti i Seals sono addestrati alle
immersioni, agli aviolanci e a eseguire missioni che vanno dalla ricognizione
speciale di porti e spiagge all'abbordaggio di navi, all'azione come quello di
Abbottabad contro la residenza di Obi. Tali forze speciali dispongono di una
cartografia raffinata, di informazioni in tempo reale sull'ubicazione delle
forze amiche e nemiche e di connettività adeguata a supportare commando nello
spazio di battaglia. In Afghanistan sono equipaggiate di radio Thales
an/prc-148 che trasmettono sia in Vhf sia in Satcom; altro atout sono le Mbmmr
(multiband multimission band), radio satellitari ad altissima frequenza,
preziose per comunicare le coordinate degli obiettivi talebano-qaedisti ai vari
centri operativi. Queste forze, come si evince, si occupano di missioni
altamente sensibili come l'antiterrorismo, l'intelligence e l'eliminazione di
obiettivi particolarmente importanti, i cosiddetti Hvt (high value target) tra
cui spiccano l'egiziano Al Zawahiri, capo di Al-Qaeda, Seif Al-Adel ufficiale
in capo delle operazioni talebane e il mullah Omar.
Dopo gli attacchi
dell'11 settembre, la Cia ha dovuto dotarsi rapidamente di mezzi umani e
logistici per le operazioni nel paese asiatico. Mentre il Dipartimento della
Difesa cominciava a pianificare un intervento, l'Agenzia aveva già un piano per
un'operazione "coperta" contro i talebani. Aveva condotto missioni in
quella nazione ben prima dell'attacco alle Torri Gemelle e stabilito contatti
con varie fazioni locali: pensava d'infiltrare squadre paramilitari e di
affiancarle ai gruppi antitalebani, assicurandosene la fedeltà con milioni di
dollari e la premessa di tecnologie e mezzi bellici. Alla fine, ha proiettato
in teatro oltre 700 agenti: uno sforzo eccezionale per ottenere appoggio
logistico ed operativo. Tra i compiti: snidare i capi dell'insurrezione (Htv),
raccogliere informazioni tra la popolazione civile e prevenire la corruzione
delle istituzioni governative.
Conclusioni
Si parla diffusamente
da alcuni mesi della scadenza 2014 allorché le forze della coalizione
presumibilmente lasceranno il tormentato e sfortunato paese asiatico alle unità
militari e di polizia locali. Resteranno alcuni presidii o fortini statunitensi
altamente protetti nella cintura periferica per snidare, combattere ed
eliminare talebani e i loro vari accoliti; senza dubbio, l'ambasciata Usa a
Kabul diventerà ancora più importante, come regista di tutte le operazioni.
Da parte loro, le
unità speciali americane, snelle e professionali, continueranno ad utilizzare i
fondamentali droni, gli aerei senza pilota, arma micidiale contro i terroristi.
Problema crescente e
complesso sarà stanare gli infiltrati qaedisti/talebani che uccidono a
tradimento e a sorpresa militari e non statunitensi o della coalizione per
indebolire e demoralizzare le forze alleate durante gli addestramenti di
formazione delle truppe locali.
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