18 luglio 2012

LE FORZE SPECIALI STATUNITENSI IN AFGHANISTAN


Chi comprende l’Afghanistan, comprende il mondo

Di Carlo Alberto Tabacchi

Nel periodo aprile-luglio 2011, le forze speciali Usa hanno condotto 2832 missioni, 1'88% delle quali notturne, catturando 2941 insorti ed uccidendone 834: circa il doppio rispetto allo stesso periodo del 2010. I raids colpiscono sia il nord del paese, Kunduz e Baghlan in testa, sia la provincia meridionale di Helmand, ma soprattutto la cintura orientale, al confine con il Pakistan, dove l'attività degli insorti è aumentata nell'ultimo anno del 20%.
Si tratta di operazioni dirette contro i capi principali, i combattenti e i fiancheggiatori dei talebani, dell'Hezb-i-Islami, di Al-Qaeda, del gruppo per la jihad islamica e del network Haqqani. Dopo l'operazione Geronimo contro Osama Bin Laden (denominato Obl) del 2/5/2011 e l'abbattimento di un Chinook carico di Seals (6/8/2008), l'attenzione dei media è tornata con insistenza sull'argomento forze speciali.
Nella vallata di Tangi, nella provincia di Wardak vicino Logar, i talebani attivi sarebbero un migliaio sui 20.000 totali: attaccano posti di polizia, tendono imboscate alle pattuglie nemiche ed infestano le strade di esplosivi. Sempre meno improvvisati ed artigianali, gli Ied (improvised esplosive device) rappresentano la modalità operativa preferita dai talebani, insieme agli attentati suicidi. La loro sommatoria risulta la prima causa di morte tra i civili (44%). I commando statunitensi ed afgani intervengono almeno 3 volte alla settimana contro le basi montane dell'area. Come si sa, in Afghanistan il terreno è compartimentato, con rilievi aspri, improvvisi e fratture originate dai fiumi. La libertà di movimento delle truppe è naturalmente limitata: con un veicolo tattico occorrono circa 8 ore per coprire 200 km. L'aviazione e gli elicotteri sono imprescindibili, perché svincolano dalle discontinuità del terreno, ma qualche incidente può avvenire, specie nelle fasi di decollo e di atterraggio o durante il volo stazionario. Nell'agosto 2011 l'obiettivo era infiltrare 4 Navy Seals nella provincia di Kunar per rintracciare ed uccidere Ahmad Shah Ismail, un comandante mercenario di medio rango che capeggiava 250-300 afghani ed arabi. La missione è fallita sull'Abas Ghar, altura vicino alla valle di Korengal; allertato da alcuni informatori, Ismail ha spedito 140 uomini a circondare ed attaccare i Seals: sono arrivati i rinforzi americani ma uno dei Chinook è stato abbattuto da un razzo rpg e ben 16 incursori americani hanno perso la vita.
I Seals rappresentano forse oggi l'unità speciale più conosciuta al mondo. Il comando delle operazioni speciali della Marina si articola su 8 squadre, ciascuna formata da 6 a 8 plotoni, tra i 96 e i 128 uomini. Tutti i Seals sono addestrati alle immersioni, agli aviolanci e a eseguire missioni che vanno dalla ricognizione speciale di porti e spiagge all'abbordaggio di navi, all'azione come quello di Abbottabad contro la residenza di Obi. Tali forze speciali dispongono di una cartografia raffinata, di informazioni in tempo reale sull'ubicazione delle forze amiche e nemiche e di connettività adeguata a supportare commando nello spazio di battaglia. In Afghanistan sono equipaggiate di radio Thales an/prc-148 che trasmettono sia in Vhf sia in Satcom; altro atout sono le Mbmmr (multiband multimission band), radio satellitari ad altissima frequenza, preziose per comunicare le coordinate degli obiettivi talebano-qaedisti ai vari centri operativi. Queste forze, come si evince, si occupano di missioni altamente sensibili come l'antiterrorismo, l'intelligence e l'eliminazione di obiettivi particolarmente importanti, i cosiddetti Hvt (high value target) tra cui spiccano l'egiziano Al Zawahiri, capo di Al-Qaeda, Seif Al-Adel ufficiale in capo delle operazioni talebane e il mullah Omar.
Dopo gli attacchi dell'11 settembre, la Cia ha dovuto dotarsi rapidamente di mezzi umani e logistici per le operazioni nel paese asiatico. Mentre il Dipartimento della Difesa cominciava a pianificare un intervento, l'Agenzia aveva già un piano per un'operazione "coperta" contro i talebani. Aveva condotto missioni in quella nazione ben prima dell'attacco alle Torri Gemelle e stabilito contatti con varie fazioni locali: pensava d'infiltrare squadre paramilitari e di affiancarle ai gruppi antitalebani, assicurandosene la fedeltà con milioni di dollari e la premessa di tecnologie e mezzi bellici. Alla fine, ha proiettato in teatro oltre 700 agenti: uno sforzo eccezionale per ottenere appoggio logistico ed operativo. Tra i compiti: snidare i capi dell'insurrezione (Htv), raccogliere informazioni tra la popolazione civile e prevenire la corruzione delle istituzioni governative.

Conclusioni
Si parla diffusamente da alcuni mesi della scadenza 2014 allorché le forze della coalizione presumibilmente lasceranno il tormentato e sfortunato paese asiatico alle unità militari e di polizia locali. Resteranno alcuni presidii o fortini statunitensi altamente protetti nella cintura periferica per snidare, combattere ed eliminare talebani e i loro vari accoliti; senza dubbio, l'ambasciata Usa a Kabul diventerà ancora più importante, come regista di tutte le operazioni.
Da parte loro, le unità speciali americane, snelle e professionali, continueranno ad utilizzare i fondamentali droni, gli aerei senza pilota, arma micidiale contro i terroristi.
Problema crescente e complesso sarà stanare gli infiltrati qaedisti/talebani che uccidono a tradimento e a sorpresa militari e non statunitensi o della coalizione per indebolire e demoralizzare le forze alleate durante gli addestramenti di formazione delle truppe locali.

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