12 novembre 2013

PASSATO E PRESENTE DELL' ISI IN PAKISTAN

L' Isi (Inter-services intelligence), spesso definito un vero e proprio «stato dentro lo stato», e l'esercito in Pakistan restano una struttura essenziale per la sicurezza e la stabilità del paese.

di Carlo Alberto Tabacchi

L' esercito rimane il forte collante che regge il paese musulmano, realtà multietnica e potenza nucleare: nella storia 1'esercito ha servito come "kingmaker" influenzando apertamente la leadership politica e assumendo il ruolo di garante di equilibrio e di protezione contro minacce esterne. Le forze armate pakistane sono come consistenza all'ottavo posto nel mondo, mentre l' Isi, creato nel 1947-48, uno dei più efficienti ed importanti servizi di intelligence nel pianeta.
L' Isi ha svolto un ruolo cruciale nel coinvolgimento di gruppi di resistenza in Afghanistan durante la sanguinosa occupazione sovietica, continuando anche dopo la ritirata di Mosca nel 1989: l'Isi è pesantemente implicato nella lotta interna in Afghanistan ed appoggia attivamente il movimento dei talebani ed indirettamente Al¬Qaeda.
In seguito agli attacchi dell' 11 settembre 2001, gli Stati Uniti hanno pressato i Servizi pakistani a troncare i rapporti con i talebani; e nonostante appelli e moniti americani, Islamabad ha continuato, in un doppio gioco, a sostenere gli estremisti e a rivaleggiare contro il nemico storico indiano.
Dopo la morte del carismatico Muhammad Ali Jinnah, padre fondatore dell'indipendenza pakistana nel 1948, l'assenza di istituzioni politiche forti ed autorevoli ha lasciato l'esercito come la sola forza con il compito di tentare di unire le diverse etnie e tribù: gli orgogliosi pashtun nel nordovest e i baluci nel sudovest e le province come il povero Sind e il prospero Punjab.
In questo quadro cosi complesso, cinque problematiche hanno modellato la cultura strategica del Pakistan:
-    il duro conflitto con Nuova Delhi per il Kashmir,
-    la dittatura del Presidente Zia Ul-Haq, che ha islamizzato l'esercito,
-    la guerra in Afghanistan, che ha fatto crescere sostanzialmente il potere dell' Isi,
-    il percettibile abbandono americano nei confronti di Islamabad,
-    la controversa guerra del terrore statunitense e la sofferta decisione del Presidente Musharraf di appoggiare Washington dopo 1'11 settembre.
Riguardo l'islamizzazione dell'esercito e della società, il Presidente Zia cambiò il motto da "Unità, fede e disciplina" in "Fede, obbedienza a Dio e lotta nelle orme di Allah". Il radicalismo islamico provocò malumore popolare con proteste nelle strade, attacchi terroristici e violazione dei diritti umani: corruzione e frustrazione aumentarono enormemente.
Nel conflitto in Afghanistan, gli Stati Uniti foraggiarono con denaro ed armi i mujaeddin: ogni aiuto e supporto dovevano passare attraverso l'intelligence pakistana; quindi, l' Isi ottenne senza controllo tanto denaro ed armi.
Aumentò e di molto il ruolo dell'Arabia Saudita con i governi pakistano ed afghano, costruendo anche moschee e madrasse e lavorando con l' Isi. Riad reclutò migliaia e migliaia di musulmani dall'Indonesia al Marocco, nonché dal Caucaso. In conclusione, l' Isi ha sempre avuto 3 priorità: l'annessione del Kashmir tramite azioni di intelligence, la conquista di posizioni strategiche in Afghanistan grazie ad un governo vicino agli interessi pakistani e, last but not least, la promozione di sforzi del governo di acquisire nel mercato clandestino materiale nucleare.

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