14 novembre 2013

I Valori nell’Arte

‘La libertà è fondamentale per l'ispirazione, ma non può essere sconfinata, deve avere delle regole. Prima di tutto morali’.

di Carlotta Morgana,
Può l'arte diventare un tramite d’impegno sociale in un periodo di decadenza e caduta verticale dei valori? E ancora: gli artisti si sentono protagonisti della realtà che vivono o al di fuori di spazi e confini, tanto da estraniarsi da qualsiasi forma di coinvolgimento? La questione è antica e di non facile risposta, fonte di perenni divisioni tra i fautori di una o dell'altra tesi. Sta di fatto che la forza prorompente dell'espressione artistica può più di ogni altro messaggio smuovere le coscienze e creare un dialogo. Dice, infatti, Michelangelo Pistoletto, l'ottantenne artista piemontese appena premiato con il dalla Japan Art Association: .
Un testimone, quello lanciato da Pistoletto, raccolto appieno da Marc Quinn, l'artista inglese che in queste settimane è il protagonista assoluto di una mostra spettacolare a Venezia, negli spazi della Fondazione Cini all'Isola di San Giorgio. In tempi in cui il corpo femminile è sempre più oggetto di mercificazione commerciale e di bassissimo livello, Quinn ce lo mostra invece in tutti i suoi meravigliosi limiti umani. La sua maternità dolente è diventato il vessillo di una femminilità vera e meravigliosa. Sì, perché il capolavoro-emblema di questo straordinario londinese cinquantenne è la statua di una donna incinta e focomelica. Il ritratto provocatorio e simbolico di Alison Lapper, una collega nata con gravi menomazioni e diventata la sua modella ideale. La statua è stata realizzata nel 2005 con quindici tonnellate di marmo ed esposta sul quarto plinto di Trafalgar Square, a Londra. In una rivista sulla disabilità, la critica Ann Millett scrive: . Una grande riproduzione della scultura è stata usata come elemento centrale della cerimonia d'apertura delle paraolimpiadi estive svoltesi l'anno scorso proprio a Londra.
La disabilità, quindi, come valore e mostrata in tutta la sua crudezza come l'altra faccia di un essere donna e madre in assoluto, senza vergogna nel mostrare un corpo imperfetto, ma non per questo meno bello e capace di procreare.  Sono una cinquantina le opere che Quinn ha portato in Laguna nella rassegna curata da Germano Celant, tutte con tema la caducità del corpo umano. Un filo conduttore da sempre portato avanti dall'artista nato a Londra nel 1964 e tra i fondatori della Young British Art: .  Con buona pace del perfetto e falso che impera nella cultura occidentale: non è forse bellissima la Venere di Milo, pur senza braccia?

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