Presentato il film “Talking to the trees”, girato in Cambogia
di Flora Grassivaro
Quest’anno il festival del Cinema di Venezia ha affrontato il tema della prostituzione minorile in Cambogia presentando il film “Talking to the trees” –“ Parla con gli alberi”. La regia è di Ilaria Borrelli che ne è anche
protagonista, insieme al marito Guido Freddi , produttore che con lei condivide l’attenzione e la sensibilità ad una tematica così sconvolgente e dilagante. La trama presenta Mia una fotografa italiana, residente a Parigi, che decidendo di recarsi in Cambogia per raggiungere il marito lo scopre turista sessuale. Sconvolta comprende come in questo disumano commercio siano purtroppo intrappolati i minori, soprattutto bambine. Nasce così in lei il desiderio forte, struggente, di salvare queste baby-schiave e incurante di mettere a repentaglio la propria vita riesce a restituire loro la libertà attraversando con coraggio situazioni molto pericolose.di Flora Grassivaro
Quest’anno il festival del Cinema di Venezia ha affrontato il tema della prostituzione minorile in Cambogia presentando il film “Talking to the trees” –“ Parla con gli alberi”. La regia è di Ilaria Borrelli che ne è anche
Presentato lo scorso anno al Marchè di Cannes, pluripremiato a Los Angeles e Miami (al Women’s International Film Festival) il film ha ricevuto un notevole consenso da parte della critica.
Prodotta raccogliendo fondi da amici e parenti, tagliando ogni spesa superflua, riducendo al minimo lo staff ed incrementandolo con personale del luogo, quest’opera definita giustamente un film di coraggio, speranza e redenzione va a sostegno di ECPAT che da anni lavora in Cambogia contro la prostituzione minorile, di Unicef Canada e Italia che ne è anche sponsor e di Amnesty International-Francia.
Nonostante si stia prendendo coscienza del fenomeno della prostituzione minorile, sono ancora troppo poche ed incisive le azioni per debellare questa terribile piaga, soprattutto quando i governi e le istituzioni locali sono corrotte, abbagliate dall’enorme giro di soldi che, sfruttando e seviziando le vite di questi bambini entra facilmente nelle tasche di gente che spietatamente calpesta ogni diritto in nome del dio denaro. In un paese come la Cambogia il 40% della popolazione vive al di sotto della soglia della povertà, le famiglie si vedono costrette a pagare i debiti vendendo i propri figli. Il 59% dei minori tra i 5 e i 17 anni lavora in strada, spesso le bambine si prostituiscono creando reti indipendenti mentre altre volte sono vendute ai bordelli. Non dobbiamo però pensare che solo il turismo sessuale incrementi questi drammatici dati, purtroppo, infatti, anche la popolazione maschile locale si permette si perpetrare questo crimine, perché di crimine si parla. Come società civile abbiamo il dovere di reagire e opporci, di fare sentire la nostra voce, di avere una coscienza e di capire che ogni ingiustizia fatta ad un bambino distrugge anche noi. Quei bambini sono il nostro futuro e noi siamo responsabili delle loro vite.
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