Dal 12 al 15 settembre si è svolta a Torino la 47° Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, dal titolo: “Famiglia, speranza e futuro per la società italiana”.
di Franco Previte,
La tematica che si è svolta era intesa e incentrata sul concetto Famiglia, davvero speranza in questo tempo di
crisi per l’Italia. Istituzione fondamentale nell’umana società e nella continuazione del genere umano, affermiamo senza ombra di dubbio essere quella fondata sul matrimonio tra uomo e donna e concepita come una società originaria le cui basi non derivano dallo Stato, ma si sono sviluppate attraverso un processo millenario e nei tempi nostri “regolata” dall’art.29 della n/s Costituzione come “matrimonio ordinato sull’eguaglianza morale e giuridica dei coniugi”.La tematica che si è svolta era intesa e incentrata sul concetto Famiglia, davvero speranza in questo tempo di
Soltanto con la riforma del diritto di famiglia nel 1975 è stato attuato il principio costituzionale abolendo la supremazia del marito, la nuova legge stabilisce che i coniugi concordano tra loro l’indirizzo della vita familiare (art.144 Codice Civile), mentre con legge 1 dicembre 1970 n.898 è stato introdotto il divorzio. L’umanità è stata sempre densa di avvenimenti. La dignità degli esseri umani ha sempre subito delle coercizioni, ma la sua involuzione significativa affonda le radici negli sforzi tesi dalla“ Magna Charta Libertatum”. Nei tempi nostri dalla “Costituzione Italiana” del 27 dicembre 1947, nel mondo dalla “Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo” delle Nazioni Unite del 10 dicembre 1948 dove “La famiglia è il nucleo naturale e fondamentale della società ed ha il diritto di essere protetta dallo Stato e dalla società” (art. 16) e in Europa dalla “ Costituzione Europea ” del 13 ottobre 2004 (art.II-69).
Sono “Trattati” che costituiscono traguardi sul riconoscimento all’individuo-persona dei diritti fondati sulla morale e sulla ragione con la difesa della persona e della famiglia, mentre tutti gli uomini nascono liberi e uguali e che tutti gli uomini hanno diritto di godere della vita e della libertà. Quando si richiamano i fondamentali diritti umani, i principi civili, cristiani, sociali della vita e della famiglia, parte del mondo moderno innalza un “muro di opposizione”, quasi a contestare e tentare di privare il diritto di parlare se si toccano argomenti che riguardano queste “problematiche”. Non possono essere disattesi i rapporti interni fra i suoi membri, mentre è da considerarsi famiglia anche quella del rispetto dei coniugi, della difesa dei genitori anziani, dei propri figli, specie quelli invalidati, oggi 2013 spesso dimenticati. I diritti nel campo della sofferenza e in condizioni di disabilità fisica o peggio in quella di handicap psichico dell’uomo, sono quelli necessari per l’inserimento nella vita sociale, nel diritto a vivere in mezzo agli altri e in quello di interagire con il mondo esterno e con altre persone. Quindi è essenziale per l’uomo d’oggi il privilegio, non il libertinaggio, di essere autonomo.
Oggi, purtroppo, impera e si va costituendo un relativismo portato da venti di dottrina molto imperanti, dove appare e primeggia come l’unico e indiscutibile atteggiamento all’altezza dei tempi moderni, una “imposizione” che non riconosce nulla e che lascia come ultimo obiettivo solo il proprio egoismo. Di fronte ai disagi e alle sofferenze, anche di quelle che avvengono nelle famiglie, assistiamo a tentativi di legalizzare l’eutanasia presupponendo così di combattere non la malattia, ma discriminare (per non dire eliminare) disabili fisici o handicappati psichici, anziani non autosufficienti, malati terminali: budget del ricoverato. Il Parlamento se non risponde vuol dire che quello che si presuppone è verità!
In questo 2013 proclamato “Anno europeo dei cittadini “ stabilito dalla Decisione del Parlamento Europeo e dal Consiglio del 23 novembre 2012, si ricorda che i “Trattati Europei hanno creato il concetto di “cittadinanza europea”, dove ogni cittadino beneficia di una serie di diritti tra cui insiste la solidarietà, parità tra uomo e donna e rispetto reciproco.
E’ famiglia, lo ripeto fino alla noia, pur resta sempre quella che continua a mantenere la promessa di fedeltà reciproca dei coniugi, quella che continua a farsi carico dei propri figli, quella che continua ad aiutare i propri genitori anziani, soprattutto è anche famiglia quella che continua a curare i propri membri malati sia nel corpo sia nella psiche.
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