1 giugno 2008

Quale futuro per la produzione di cibo nel mondo

di Giorgio Gasperoni

All’incirca una persona ogni otto – più di ottocento milioni di persone – ogni giorno sono affamate. Più di 60 milioni sono bambini. Molti altri sono in una situazione di costante insicurezza per il reperimento del cibo quotidiano. Le immagini di bambini che muoiono di fame nel terzo mondo sono così comuni che spesso hanno un piccolissimo effetto sulla nostra moderna e raffreddata sensibilità. La malnutrizione è così diffusa che raramente fa notizia.
Una fame cronica è la piaga di molte nazioni. Il WFP (il programma per il cibo mondiale) delle N.U. ammette di non essere finanziato a sufficienza per le dimensioni del problema.
Governi generosi ed associazioni umanitarie sembrano impotenti nel fare di più di quello che stanno già facendo per i popoli bisognosi. In tante realtà i problemi, temporaneamente, possono essere mitigati con degli aiuti ma il problema essenziale rimane immutato.
All’inizio del 2008 la crisi globale del cibo è notevolmente peggiorata. Anche i prezzi dei prodotti principali sono cresciuti al di là delle possibilità del potere di acquisto di grandi quantità di gente. Potreste e tumulti sono scoppiati un po’ in tutto il mondo. Molte cause dei problemi sono stati identificati , inclusa l’eccessiva ricollocazione delle aziende produttrici verso i prodotti per l’export piuttosto che per il mercato domestico. Programmi per il Bio-carburante, immagazzinamento di derrate alimentari, l’impatto di speculatori che giocano sul futuro dei prodotti, l’aumento della popolazione, i disastri naturali e il fallimento dei prodotti.
Qualunque siano le cause a breve termine, sta diventando chiaro che la competizione per le risorse mondiali potrebbe raggiungere un punto critico. Devono essere fatti degli sforzi globali concentrandosi principalmente sul miglioramento della produzione e distribuzione. Non è più sufficiente accettare la fame e la miseria come una presenza malevola presso popolazioni meno fortunate. La popolazione mondiale sta crescendo, le richieste non diminuiranno e la scarsità di cibo può influenzare anche le nazioni più sviluppate. La sicurezza del cibo è emersa e forse sarà il primo fra i problemi che preoccuperanno e avranno la nostra attenzione nel 21° secolo.

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