1 giugno 2008

Quale futuro per lo Zimbabwe

di Giorgio Gasperoni

Dopo più di due mesi dalle elezioni in Zimbabwe, il governo in carica del Presidente Robert Mugabe non aveva ancora rilasciato i risultati delle elezioni, che nelle convinzioni di molti osservatori indipendenti, vinte dal Leader dell’opposizione Morgan Tsvangirai.
Il popolo dello Zimbabwe voleva un annuncio dei risultati ufficiali. Ora che il secondo turno delle elezioni è stato fissato per il 27 Giugno 2008, non sarà facile da prevedere se Mugabe lascerà il potere in caso di sconfitta. Sfortunatamente, l’escalation della violenza e della repressione promossa dal governo verso i dissidenti fa capire che la nazione è sul punto di cadere nel caos.
Le elezioni del 29 Marzo scorso sono state contrassegnate da corruzione e brutalità. Torture e violenze sono state perpetrate sui membri dell’opposizione e dei loro potenziali elettori. Le loro proprietà sono state distrutte e le comunità terrorizzate. Tsvangirai stesso è stato portato davanti ai giudici all’inizio dell’anno. Il suo volto mostrava zone completamente tumefatte a causa dei colpi ricevuti dalla polizia. Nonostante queste grandi intimidazioni, le elezioni di fine Marzo, secondo gli osservatori internazionali, hanno prodotto una chiara vittoria per il leader dell’opposizione.
Lenin dichiarò che il potere dipende dalle canne dei fucili. Questa triste constatazione si verifica in tutte le nazioni dove ci sono violente rivoluzioni e governi antidemocratici. I tiranni e i loro accoliti non rilasciano il potere facilmente. È normalmente così per tutti coloro il cui potere politico è basato fondamentalmente sull’uso della forza.
Robert Mugabe ha guidato lo Zimbabwe come presidente dal 1987, ma come primo ministro già dal 1980. Ha conquistato il potere come membro preminente dello ZANU (Unione nazionale africana dello Zimbabwe), la guerriglia di opposizione che portò alla caduta dei bianchi in Rhodesia(oggi Zimbabwe).
La politica di Mugabe ha fatto sì che la comunità internazionale applicasse delle sanzioni nei confronti della nazione e la situazione nello Zimbabwe è peggiorata notevolmente negli ultimi vent’anni. Ciò nonostante, le nazioni limitrofe non vedono di buon occhio l’intervento esterno, anche se animato da buone intenzioni, perché potrebbe peggiorare piuttosto che migliorare la situazione. Potrebbe scoppiare una guerra civile ed allagarsi oltre i confini territoriali dello Zimbabwe ed avere un’escalation fuori controllo.
In ultima analisi, la situazione che si creerà dipenderà interamente dalle decisioni di Mugabe. Lui e il suo esercito, dovrebbero rispettare le decisioni del popolo e mettersi da parte.
Repressione e tortura non sono gli strumenti per la legittimare il potere. Il governo, dopotutto, esiste per servire il popolo della nazione e non per schiacciarlo.

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