1 giugno 2008

PARLANDO DI POESIA

di Renato Piccioni

Come poter definire esaustivamente il concetto letterario di “Poesia”?
È forse il pensiero filosofico che ha dato all’uomo il concetto dell’espressione poetica dal suo pensiero stesso ?
Perché concettualmente, è la Poesia l’espressione letteraria che, servendosi della “parola”, sia nel suo etimo che nella costruzione sintetica del pensiero, induce con la sonorità della parola stessa ad essere canto espressivo dell’animo e del suo stesso esistere, quale spiritualità nella materialità dell’uomo.
Come nella musica, anche nella poesia, la misura metronomica fa evolvere il pensiero in canto e quindi asserve la musicalità della parola alle vibrazioni del suono, come misura matematica.
I versi di una poesia si qualificavano numericamente in sillabe fino alla rivoluzione dei novecentisti che riportarono la poesia all’espressionismo ellenico tornando a valorizzare il verso libero ancorché musicalmente supportato dal suono sillabico della misura di una cesura rispettosa della musicalità del canto dei fonemi.
I concetti espressi in poesia sono di per se l’intimo sofisma che l’animo o se volete il pensiero spirituale di ognuno può cantare.
Le tematiche possono essere le più varie, ma sempre dalla spiritualità prende la sua genesi in quanto è il “pensiero” in collegamento con il “cuore” che recepisce l’ispirazione a creare i ritmi del canto poetico.
La poesia può diventare proiezione di una rivelazione del pensiero proprio del poeta o recepito, da questi, da elaborazioni altrui, ma introitato e, quindi, reso fruibile in quanto comprensibile, ma difficilmente esaustivamente spiegabile se non in lunghi ed estenuanti trattati.
Un esempio eclatante è un verso del Poeta Giuseppe Ungaretti che, in tre parole, ha espresso una vastità enorme del pensiero umano quando scrisse :-

M’illumino d’immenso

Tutti conoscono il verso, tutti ne hanno parlato, tutti hanno cercato di darne un resoconto che fosse completo, tutti continuano a discettarne esprimendo anche relazioni in contrapposizione le une con le altre, ma nessuno c’è riuscito appieno a farlo, perché nel suo ermetismo, l’Ungaretti, è stato completo ed esaustivo di per se, nel suo breve verso più di ogni trattato che lo possa riguardare.
La sola lettura di quel verso-poesia, porta ogni lettore a profonde riflessioni per una considerazione ed una rivelazione data da una ricerca dell’intimo umano che non sarà mai definitiva, perché soggettivo è l’incipit che da quel verso ognuno riceve, ma sarà sempre foriera di una evoluzione continua della ricerca innovativa del proprio pensiero in relazione al verso stesso.
Ogni poeta con la sua poetica, guida il fruitore ad una ricerca di se stesso, perché nel pensiero poetico tutti possono riconoscersi e riconoscervi la propria esigenza di conoscenza spirituale.
La materialità umana è il “contenitore” dello spirito che ha sede nel cuore, ed il cuore connesso al cervello, cioè alla sede del “pensiero”, fa dell’uomo un “continuum” con il Creatore che ne ha concessa la facoltà.
Il materialista che non ha fede in Dio è come un claudicante che vuol vincere una corsa, tal come una persona che abbia fede, ma non tiene in conto il dualismo della creazione spirituale con la materia, che lo farà altrettanto claudicante e, quindi, perdente della corsa alla conoscenza.
Corpo e anima, spirito e materia, sono il complesso unico della creazione che, essendo foriera di intelletto e quindi di curiosità per aprirsi alla conoscenza, completa il suo corso con l’elevazione la letteratura in genere ma la poesia in particolare, e l’arte sublime del comporre musica a tutti i livelli.
È auspicabile che l’educazione culturale dei popoli sia più attenta all’ incremento della spiritualità senza per questo abbandonare la via della pragmaticità che rende benefici al vivere e convivere, ma con il rispetto delle esigenze e dello spirito e del corpo in egual misura.
Per quanto attiene ai concetti ispiratori e regolatori del fare poesia, come tutto nella vita, è in continuo evolversi e divenire, per cui sempre troveremo gli ispirati innovatori che ci saranno maestri, come lo furono fin dalla notte dei tempi quanti, con le loro opere letterarie lasciateci in eredità, hanno contribuito ad ampliare il nostro bagaglio culturale.

1 commento:

  1. Ho avuto il piacere di conoscerla durante la serata della presentazione del libro di Guido Berti...voglio solo inviarle un saluto ed un sorriso. Graziana

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