6 luglio 2022

KOSOVO: CONVEGNO DI UNIVERSAL PEACE FEDERATION PER LA PACE NEI BALCANI OCCIDENTALI

"Pace, sicurezza e sviluppo nei Balcani occidentali" è stato il tema della Balkans Leadership Conference,

che si è tenuta a Pristina in Kosovo l’11 giugno 2022. Svoltasi sotto gli auspici del governo di questo Paese, l’iniziativa è stata sponsorizzata da Universal Peace Federation (UPF Europa e Medio Oriente) in collaborazione con la KosovaPress Agency, la Washington Times Foundation, l'International Media Association for Peace (IMAP) e l'International Association of Youth and Students for Peace (IAYSP).

Al convegno hanno partecipato il Primo ministro del Kosovo Albin Kurti, tre membri del suo governo e tre stimati ex presidenti di Albania, Croazia e Kosovo. Tra i convenuti c'erano i membri dell’attuale Parlamento del Kosovo e di quelli precedenti, i rettori e i professori di varie università del Paese e i rappresentanti di quindici agenzie di stampa della regione dei Balcani. Al convegno hanno preso parte duecentocinquanta partecipanti in rappresentanza di quattordici nazioni.

Nel contesto dell'aggravarsi delle tensioni tra Est e Ovest, il convegno ha affrontato l'impatto del conflitto ucraino sulla pace e la sicurezza nei Balcani occidentali. Avviata verso l'integrazione euro-atlantica, la regione è soggetta alla crescente influenza e penetrazione da parte della Russia e della Cina. A dimostrazione di questa competizione, il giorno prima della conferenza di UPF, il Cancelliere tedesco Olaf Scholz è stato in Kosovo, prima tappa della missione nei Balcani occidentali, dove ha espresso pieno sostegno all'ammissione di questo Paese nell'Unione europea.

Il convegno ha discusso sul ruolo dei mezzi d’informazione nello sviluppo della pace e della sicurezza in tempi di conflitto. I relatori hanno preso in esame il caso della guerra in Ucraina, evidenziando l’urgenza di accrescere l’attendibilità dei media nella regione dei Balcani. Un’altra sessione dell’incontro si è concentrata sullo scambio e sulla cooperazione tra i giovani della regione e su come aumentare il loro impegno civile e politico.

La sessione plenaria di apertura sul tema "Pace e sicurezza nei Balcani occidentali" è stata moderata dal copresidente di UPF Europa-Medio Oriente, Jacques Marion. Il saluto ai partecipanti è stato rivolto dal presidente di UPF Kosovo, Binak Ulaj e il presidente di UPF Europa e Medio Oriente, dottor Katsumi Otsuka, ha illustrato il significato dell’incontro.

I lavori del convegno sono stati aperti dal Primo ministro Albin Kurti che ha evidenziato la fragilità della pace nella regione e il rischio di andare verso situazioni di conflitti congelati nell’Europa dell’Est. Ha denunciato gli sforzi congiunti di alcune potenze straniere per ostacolare i processi di normalizzazione, di sviluppo, di democratizzazione e d’integrazione nei Balcani occidentali.

Tra i relatori della prima sessione il Presidente dell’Albania, Alfred Moisiu (2002-2007), il Presidente della Croazia, Stjepan Mesic (2000-2010), il Presidente del Kosovo Fatmir Sejdiu (2006-2010), l'ex Ministro della difesa austriaco Werner Fasslabend, l'ex Vice primo ministro albanese Senida Mesi e l’ex Presidente serba Natasha Micic il cui messaggio è stato trasmesso in video.

La discussione si è incentrata sulle tendenze destabilizzanti nei Balcani occidentali nel contesto del conflitto in Ucraina, delineando il ruolo della Serbia e l'influenza della Russia. Sebbene queste tendenze colpiscano anche la Macedonia del Nord, la Bosnia Erzegovina e il Montenegro, la maggior parte delle tensioni nella regione è dovuta alla questione irrisolta del riconoscimento del Kosovo da parte della Serbia.

Il Presidente Moisiu, in qualità di rappresentante del popolo albanese che costituisce la stragrande maggioranza della popolazione del Kosovo e forma forti minoranze nella Macedonia del Nord e in Montenegro, ha denunciato l'oppressione storica del suo popolo e ha sottolineato l'importanza dell'indipendenza del Kosovo per una regione dei Balcani pacificata.

Il tema “Pace, sicurezza e sviluppo nei Balcani occidentali” è stato affrontato anche nella sessione successiva, moderata da Besa Ahmeti Ismaili, membro del Parlamento del Kosovo. Il panel comprendeva Emilija Redzepi, Vice Primo ministro del Kosovo, in rappresentanza della comunità bosniaca; Neven Cveticanin, Presidente del Forum per gli studi strategici in Serbia; Nano Ruzin, ex Ambasciatore della Macedonia del Nord presso la NATO; Slobodan Petrovic, ex Vice Primo ministro del Kosovo, in rappresentanza della comunità serba; e Arian Starova, ex Ministro degli Affari esteri dell'Albania.

I relatori hanno analizzato la situazione politica ed economica dei Balcani, ponendo l’accento sulla necessità di ricostruire un clima di fiducia nella regione. Hanno preso atto del lento processo d’integrazione nell'Unione Europea e hanno incentrato la discussione sull'iniziativa denominata “Open Balkans”, l’accordo economico avviato da Albania, Macedonia del Nord e Serbia per aumentare gli scambi e migliorare le relazioni bilaterali. I relatori hanno espresso pareri diversi sul progetto, alcuni rilevando la positiva complementarità delle risorse regionali per lo sviluppo, altri temendo che si possa creare un'entità politica sotto l'influenza serba e russa.

“Reportage etico nelle situazioni di conflitto” e “Accrescere la credibilità del giornalismo nei Balcani” sono stati i temi affrontati nelle due sessioni dedicate ai mezzi d’informazione. Peter Zoehrer, coordinatore europeo dell'Associazione Internazionale dei Media per la Pace (IMAP), un progetto di UPF, e Skender Krasniqi, Presidente di KosovaPress, leader dei media in Kosovo e attuale Presidente dell’Associazione delle agenzie di stampa dei Balcani nell'Europa sudorientale (ABNA) sono stati gli organizzatori delle due sessioni. Il primo panel è stato moderato da Sofia Papadopoulou, Caporedattore dell’Athens News Agency-Macedonian Press Agency (ANA-MPA). Comprendeva i due organizzatori delle sessioni; Thomas McDevitt, Presidente del Washington Times; Predrag Vujović, Presidente dell’agenzia serba P.R.A.; Edmond Hajrizi, Presidente dell'Università UBT del Kosovo; e Lutfi Dervishi, Professore di giornalismo presso l'Università di Tirana in Albania.

Il secondo panel è stato moderato da Besa Luzha, Coordinatrice dei programmi della fondazione Friedrich Ebert Stiftung in Kosovo. Comprendeva Erman Yüksel, Caporedattore di World Languages - Agenzia Anadolu; Valbona Zhupa, Direttore generale dell'Agenzia Telegrafica Albanese; Aimilios Perdikaris, Presidente del Consiglio di ANA-MPA; Branka Gabriela Vojvodic, Direttore generale dell'Agenzia di Stampa Croata; e Halit Hajdini, Vicedirettore generale dell'Agenzia d’informazione per i media nella Macedonia del Nord.

 I relatori di entrambe le sessioni hanno preso in esame il tema della guerra di propaganda e di disinformazione tra i russi e gli ucraini, che influenza quotidianamente anche l'Europa e il resto del mondo. Hanno esaminato le sfide che i giornalisti hanno dovuto affrontare nella regione balcanica e nel Vecchio continente del calo di fiducia dell’opinione pubblica nei media e della crescente influenza dei social media. Hanno fatto notare i problemi dell’informazione nella regione balcanica, quali la mancanza d’indipendenza dai partiti e dai governi, l'impatto della commercializzazione, la tendenza alla tabloidizzazione e la scarsa alfabetizzazione mediatica del pubblico.

I relatori hanno ricordato che il termine di “guerra mediatica” è stato coniato durante i conflitti nei Balcani, quando “oltre ai mercenari con i kalashnikov c'erano anche i mercenari con le penne e i microfoni”. È stata rilevata la necessità di fare un piano di riforme, di una maggiore trasparenza nella proprietà dei media, di un maggiore pluralismo e di una superiore competenza informativa. Alla domanda: “In che modo il giornalismo può contribuire costruttivamente alla pace?” Thomas McDevitt, in qualità di coordinatore di IMAP ha affermato: “Dobbiamo essere innovativi nell'immaginare e creare un nuovo ruolo per i media: quello del giornalismo di pace. Il modo in cui i mezzi d’informazione possono riconquistare il rispetto del pubblico è tornare a essere una stampa libera, indipendente e responsabile”.

“L'interazione tra i giovani e il futuro dei Balcani”, è stato il tema della sessione moderata da Bogdan Pammer, Presidente dell'Associazione Internazionale dei Giovani e degli Studenti per la Pace (IAYSP- Europa e Medio Oriente), che ha fatto notare il ruolo e il potenziale della gioventù per la costruzione della pace e dello sviluppo. I relatori sono stati Edona Maloku-Bërdyna, Viceministro del Kosovo per l'Istruzione, la scienza, la tecnologia e l'innovazione; Dafina Peci, Direttore esecutivo del Congresso nazionale della gioventù dell'Albania; Jasmin Spahic, dell'Associazione dei giovani del Trattato Atlantico della Bosnia Erzegovina; Amir Bilalli, Vice direttore dell'Agenzia della gioventù e dello sport in Macedonia del Nord; Lirigzona Morina, Capo dell'Ufficio internazionale dell'Università di economia e tecnologia del Kosovo.Gli oratori hanno illustrato i programmi scolastici del Kosovo, creati per fornire un'istruzione di qualità e favorire l'interazione tra i giovani della regione. Hanno posto l’accento sull'importanza che i quadri istituzionali siano rafforzati e garantiscano la rappresentanza dei giovani nei cicli politici; hanno descritto come le sfide della frammentazione territoriale in un paese come la Bosnia Erzegovina possano  essere superate con un lavoro paziente e con il sostegno dell'UE; e come le divisioni del passato possano essere colmate attraverso la collaborazione regionale della nuova generazione della Macedonia del Nord.I relatori hanno dialogato personalmente con i giovani e gli studenti e hanno rivolto loro messaggi d’incoraggiamento. I ragazzi a loro volta hanno mostrato grande interesse per le loro esperienze e competenze. La sessione è terminata con la premiazione di quattro relatori con il certificato di Giovani Ambasciatori di Pace. I premi sono stati consegnati da Koji Matsuda, Presidente di IAYSP International, che ha sottolineato l'impegno dell’associazione nel sostenere i giovani e gli studenti nella costruzione di nuovi ponti e nel promuovere un brillante futuro nella regione.

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