19 luglio 2022

Tenzin Khentse - Monaco Tibetano

Lo scambio è felicità. Questo è alla base della famiglia umana intesa come nucleo parentale: genitori, figli, nonni, etc. La famiglia è la cellula fondamentale dell'organismo sociale. Non si può prescindere da essa. Uccidendo la cellula, uccidi l'essere vivente intero. Questi tempi di smarrimento sono il frutto di una degenerazione che il mio amico e psicologo, docente della Statale, in un recente convegno ha definito benissimo, dimostrando che non si tratta semplicemente di un discorso culturale, ma bensì biologico. Noi siamo sapiens e in quanto sapiens siamo primati. Il primate, è un mammifero, ha una necessità e un bisogno assoluto di essere accudito, curato, amato e cresciuto in un contesto parentale, sociale che a mano a mano si allarga e diventa il suo gruppo, la sua famiglia allargata. Questo è ciò che lo caratterizza biologicamente. 

Qualcuno, in tempi molto recenti, ha voluto disgregare questo sistema di relazioni sostituendolo con un modello consumistico e individualistico nel quale viene incoraggiato l'egoismo, o in altre parole, l’affermazione del singolo in contrasto col gruppo. Tutto ciò è una distorsione. Non è qualcosa di sano, che fa stare bene l’individuo, ma è un inganno che fa credere che consumando si possa riempire quell’enorme vuoto interiore provocato dall’assenza di relazioni altruistiche con gli altri. Si tratta di un ammaestramento finalizzato alla creazione di persone insicure e infelici svuotate da quella ricchezza che proveniva dall’interiorità dello scambio amorevole vissuto all’interno della famiglia ristretta e della famiglia allargata. Il bisogno di colmare questo vuoto viene proiettato sulle cose e sul consumo. Perché se uno è felice, gli basta poco. Ma se non lo è, non si accontenterà mai. 

Nel concetto buddista non esiste una separazione fra spiritualità ed etica laica. Sono solo due parole che indicano lo stesso principio di relazioni d’amore che necessariamente sono uno scambio in cui, volendo il bene dell'altro, ne si ricava anche il proprio, ma su una base biologica. Perché siamo fatti così? Chi crede in Dio afferma che Lui stesso crea per amore. La creazione è quindi di per sé un atto di amore, perché è una proiezione di sé verso l’altro. Se funziona a livello divino, ne deriviamo che lo stesso principio si possa applicare anche su un piano molto più umano.

Il mio amico docente e psicologo, col quale mi trovo perfettamente d’accordo, sostiene che chi vuole separare il mondo di valori interiori da quello laico o esteriore, segue un fine nocivo perché vuole polarizzare queste due facce della stessa medaglia mettendole necessariamente in contrapposizione: se segui una strada ti allontani inevitabilmente dall'altra. 

Questo è un ulteriore inganno che va nella direzione dell'isolamento, dell'egoismo e quindi di quello smarrimento della sofferenza nella quale nascono tanti tipi di angosce. Il Covid ha mostrato a tutti quanto sia pericolosa la solitudine. Un altro esempio è il senso di smarrimento che si prova di fronte all'emergenza climatica. L’umanità sta perdendo quella solidità emozionale naturale che proviene dal suo nucleo essenziale che è la famiglia. Questo porta inevitabilmente con sé un sentimento di solitudine, angoscia e inutilità.

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